Il 30 novembre manifestazione nazionale dei sindacati scuola

da Tecnica della Scuola

Il 30 novembre manifestazione nazionale dei sindacati scuola
di A.T.
Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda Unams manifestano insieme per chiedere di cambiare la legge di “stabilità” ed eliminare il blocco dei contratti. Appuntamento a Roma sabato 30 novembre, per “investire nella scuola, dare valore al lavoro”.
I sindacati esprimono il loro “no” alla doppia penalizzazione del blocco dei contratti nazionali e degli scatti di anzianità nonché a incursioni legislative in materia contrattuale.
In una lettera indirizzata al presidente del Consiglio e ai ministri dell’Istruzione, della Pubblica Amministrazione e dell’Economia, le organizzazioni rappresentative del comparto scuola evidenziano che nella manifestazione del 30 novembre “saranno rappresentate le ragioni della protesta dei lavoratori della scuola, che rivendicano da parte del Governo una ben diversa attenzione”.
Il 30 novembre Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda Unams saranno in piazza Monte Citorio a Roma, a partire dalle ore 10.00, per chiedere di cambiare la legge di “stabilità” e tornare ad investire in istruzione per allineare la spesa alla media europea.
La manifestazione, dopo piazza Monte Citorio, si trasferirà nel teatro Quirino dove sono stati invitati a intervenire anche i responsabili scuola delle forze politiche presenti in Parlamento, ai quali è stata inviata un’altra lettera che illustra le ragioni della mobilitazione.
Nel comunicato unitario si legge: “Manifestiamo per chiedere di ridare dignità al lavoro, perché nella scuola c’è una doppia penalizzazione per il blocco della contrattazione nazionale e degli scatti di anzianità, unica forma di progressione finire prevista. Manifestiamo per chiedere al governo di aprire un confronto sui tanti temi aperti, dare una prospettiva al personale precario con un piano pluriennale di assunzioni che copra tutti i posti vacanti e disponibili, per dare stabilità agli organici, per un piano di formazione nazionale. Chiediamo che ci sia una revisione della riforma Fornero per restituire al personale certezze sull’accesso al pensionamento”.