Pulizie, lavoratori sul piede di guerra Giannini: «Pronto piano in 3 punti»

da Corriere.it

IL CASO

Pulizie, lavoratori sul piede di guerra Giannini: «Pronto  piano in 3 punti»

I tecnici del ministero dell’Istruzione al lavoro sulla possibilità di riqualificare gli operatori impegnati nelle pulizie delle scuole di tutta Italia

di Valentina Santarpia

Nessun taglio, ma un piano di riqualificazione che partirà ad aprile e che riguarderà tutti i lavoratori, circa 26 mila, impegnati nella pulizia delle scuole in tutta Italia: ecco la soluzione che il  ministro all’Istruzione Stefania Giannini offre per la «bomba ad orologeria» che sta per scoppiare. «Abbiamo cercato di affrontare con un piano efficace questo problema non nel clima dell’emergenza ma per una soluzione stabile: un piano di riqualificazione e formazione che partirà il primo aprile e grazie al quale i lavoratori potranno imparare anche a fare lavoretti di piccola manutenzione che poi nel biennio successivo potranno fare, e faranno, con le imprese che hanno vinto l’appalto nelle scuole italiane».

La protesta davanti al ministero

La protesta era scattata questa mattina:i lavoratori delle ditte di pulizia nelle scuole – gli 11mila ex Lsu ma anche i dipendenti degli appalti storici e dei consorzi- hanno incrociato le braccia in tutta Italia, supportati dall’Usb. E hanno manifestato con un blocco stradale davanti al ministero dell’Istruzione, in viale Trastevere a Roma. La prospettiva, al termine del mese di proroga concesso a febbraio (che scade a fine marzo), è quella di essere licenziati oppure di vedersi ridurre l’orario a 10/12 ore settimanali, con buste paga dai 400 ai 600 euro.  «Una spending review anticipata già da alcuni anni, ma che sta producendo gli effetti finali oggi, con il drastico taglio delle risorse destinati a questi appalti. Abbiamo già dimostrato quanto si sarebbe potuto risparmiare internalizzando il servizio, dato che le ditte e i Consorzi alla fine svolgevano solo una funzione di intermediazione di manodopera con costi maggiorati», sottolinea Carmela Bonvino, dell’Unione Sindacale di Base. Adesso però Giannini prospetta una soluzione che potrebbe, nel giro dei prossimi due anni, ridare una prospettiva di lavoro a oltre 26 mila persone. Il piano annunciato  dovrebbe arrivare entro la fine della prossima settimana, e dovrebbe garantire tre punti: la lunga durata del lavoro, la piena occupazione, e il pieno salario. Senza derogare però alla scelta di affidarsi agli appalti Consip, partiti alla fine del 2013: nel caso delle regioni che non sono ancora riuscite ad assegnare la convenzione, ovvero Sicilia e Campania, si procederà molto probabilmente con una proroga del servizio alle ditte già operanti sul territorio. Negli altri casi, si sta pensando di ampliare il raggio di azione delle ditte appaltatrici, in modo da assegnare loro non solo le pulizie ma anche la manutenzione delle scuole: in quel caso, lavorerebbero – e farebbero lavorare – di più.

Il rebus delle coperture

In realtà la soluzione trovata ha bisogno di risorse per essere realizzata: quelle risorse che negli ultimi anni sono invece state sempre più ribassate. Nel 2011 si spendevano 600 milioni per le pulizie assegnate all’esterno, quelle cioè che non riescono a fare i collaboratori scolastici interni. Nel 2013 se ne sono spesi poco più di 400. E nel 2015 bisognerebbe arrivare a 280 milioni. Pochi soldi, e assegnati anche male: visto che le risorse vengono distribuite in base non ai metri quadrati da pulire, ma in base ai «posti accantonati», ovvero in base agli stipendi eventuali degli 11.851    collaboratori non assunti in organico.  Con almeno due conseguenze complicate: da una parte, i dirigenti scolastici si trovano di fronte a scelte difficili, per distribuire le ore di pulizia necessarie. Dall’altra, i lavoratori, supportati dalle diverse sigle sindacali, hanno cercato di stringere accordi convenienti con le nuove ditte per mantenere il posto di lavoro. Il problema è che spesso questi accordi permettono ai lavoratori di mantenere il posto, ma non garantiscono loro uno stipendio adeguato: tagliate le ore di pulizia, non si tagliano i posti, ma si tagliano le buste paga.Il ministero dell’Istruzione assicura che ci saranno nuovi fondi per coprire i costi dei lavoratori, e contemporaneamente assicurare migliore pulizia e manutenzione alle scuole: ma la cifra è ancora top secret, i tecnici sono al lavoro per trovare le coperture.