Scuola, siglato contratto sulla mobilità: al via ambiti territoriali e chiamata ‘diretta’ dei presidi

da Repubblica.it

Scuola, siglato contratto sulla mobilità: al via ambiti territoriali e chiamata ‘diretta’ dei presidi

L’accordo sottoscritto da Cisl, Uil, Cgil e Snals. Non firma la Gilda. Parte la rivoluzione dei trasferimenti prevista dalla riforma

di SALVO INTRAVAIA

La Buona scuola  stravolge le regole per lo spostamento d’istituto degli insegnanti e partono ufficialmente ambiti territoriali e chiamata “diretta” dei presidi, preceduta da un’ulteriore fase contrattuale che definisca criteri e regole. Ieri pomeriggio, sindacati e tecnici del ministero dell’Istruzione hanno siglato il contratto sulla mobilità, quello che detta le regole per il trasferimento degli insegnanti da una scuola all’altra.

Più che un semplice atto di politica sindacale, perché da settembre partiranno alcune importanti innovazioni volute dalla legge di riforma della scuola del governo Renzi. Una firma che arriva dopo un’estenuante contrattazione e non senza mal di pancia: la Gilda degli insegnanti, infatti, non ha sottoscritto il contratto. Hanno invece apposto la loro firma i rappresentanti di Cisl e Uil scuola, Flc Cgil e Snals. Perché, nonostante critiche e prese di distanza, per molti rappresentanti sindacali questo contratto è un buon compromesso tra il dettato della legge 107 e il punto di arrivo dopo giorni di confronto. Ma di che si tratta? Cosa cambierà nella vita di maestri e professori?

Da settembre, per i 55mila neoassunti in fase B e C si prospetta una rivoluzione per l’assegnazione della sede definitiva. Stesso discorso – ma con qualche piccola tutela in più – per tutti coloro che chiederanno di trasferirsi da una provincia all’altra. E la mente va subito alle migliaia di insegnanti che dalle regioni meridionali negli anni scorsi si sono trasferiti al Nord per entrare di ruolo e adesso aspirano ad un avvicinamento a casa.

A fare i conti della prima mobilità straordinaria dopo l’approvazione della Buona scuola la Uil che parla di 250mila domande, di cui soltanto una piccola parte potrà essere esaudita. Ma andiamo con ordine. Finora, i trasferimenti degli insegnanti, regolati dal contrato annuale sulla mobilità, prevedevano lo spostamento dei docenti da una scuola all’altra in base al punteggio accumulato con gli anni di servizio e con i titoli. Coloro che intendevano cambiare scuola presentavano istanza indicando una o più sedi scolastiche. Se in una delle scuole indicate si liberava un posto, tutti coloro che avevano richiesto quella sede partecipavano con il loro punteggio e il primo si accaparrava il posto. Tutti gli altri dovevano riprovarci l’anno successivo.

Ma con gli ambiti territoriali cambia tutto. Perché chi vorrà cambiare istituto dovrà richiedere non più la scuola ma l’ambito territoriale – di dimensione sub provinciale – in cui ricade la sede anelata. E, se scatta il trasferimento, il docente dovrà augurarsi che il dirigente scolastico si accorga del suo curriculum e gli proponga un contratto triennale. Altrimenti, gli toccherà un’altra sede, sempre all’interno dell’ambito territoriale di destinazione. In questi giorni, gli uffici scolastici regionali stanno completando i puzzle degli ambiti territoriali. In ognuno dei quali dovranno essere presenti scuole di tutti gli ordini scolastici e, possibilmente, di tutti gli indirizzi della scuola superiore. Con gli ambiti territoriali, i trasferimenti d’istituto non saranno più determinati dal cervellone ministeriale ma saranno subordinati alla chiamata dei presidi-sindaci.

La soddisfazione dei sindacati che hanno sottoscritto il contratto risiede nel fatto che la Buona scuola prevedeva il trasferimento su ambito territoriale per tutti: vecchi assunti e nuovi. Mentre con l’accordo appena siglato l’applicazione della novità avverrà in maniera graduale. I vecchi assunti – fino al 2014/2015 – potranno continuare a richiedere, se intendono spostarsi all’interno della stessa provincia, le scuole di destinazione. Almeno per il 2016/2017. Se vorranno spostarsi invece di provincia dovranno indicare nell’istanza online gli ambiti territoriali in ordine di preferenza e se scatterà il trasferimento nel primo ambito indicato potranno anche scegliere la scuola. Mentre per i 55mila assunti tra settembre e novembre del 2015 il trasferimento sarà su ambito con possibilità di essere collocati in una qualsiasi regione italiana.

Una eventualità che va stretta ai neoassunti.  “Il nostro rifiuto di siglare l’intesa – spiega Rino Di Meglio della Gilda – è coerente con la lotta portata avanti sin dall’inizio contro la legge 107 e i suoi pilastri rappresentati da ambiti territoriali e chiamata diretta senza alcun tipo di graduatoria e criteri oggettivi. Si tratta di un contratto che creerà un’ingiusta disparità di trattamento tra docenti che svolgono lo stesso lavoro”. I sindacati che hanno firmato si affidano ad un comunicato unitario. La firma di questo contratto, spiegano i rappresentanti dei lavoratori, “riporta alla naturale sede del negoziato una materia impropriamente collocata nella legge”.