da Tuttoscuola
Quando il bullo è il prof: 1 studente su 5 racconta di subire violenze da insegnanti
“Nell’anno scolastico 2016/17 due alunni su dieci dichiarano di essere stati trattati male, denigrati o insultati da una maestra o da un professore nel corso della loro carriera scolastica e il 10% è stato addirittura costretto a cambiare scuola”. A dirlo in un’intervista per Ofcs Report è la dott.ssa Maura Manca, psicoterapeuta e presidente dell’Osservatorio Nazionale Adolescienza.
Prof bulli: violenze fisiche e psicologiche
“La violenza subita dai bambini all’interno delle mura scolastiche è indubbiamente sottostimata“, afferma l’esperta. “Sono minori che non hanno ancora acquisito le competenze linguistiche o non hanno mai parlato con nessuno o quando lo hanno fatto, il tutto è stato sottovalutato anche dai genitori e dalla scuola stessa. Nell’anno scolastico 2016/17, l’Osservatorio Nazionale Adolescienza ha svolto un’indagine su un campione nazionale di 8.000 adolescenti dai 14 ai 19 anni e 2 su 10 dichiarano di essere stati trattati male, denigrati o insultati da una maestra o da un professore nel corso della loro carriera scolastica. Parliamo anche di violenze fisiche: il 7% è stato strattonato o picchiato da una maestra o da un professore e il 10% addirittura è stato costretto a dover cambiare scuola per colpa di questi soprusi”.
I traumi
Quanto alle conseguenze di questi soprusi sui più piccoli, per Manca si tratta di episodi che “Segnano la psiche e lo sviluppo di questi bambini. Si può arrivare a sviluppare una perdita di fiducia negli altri, una paura di lasciarsi andare, di esprimersi in pubblico e del giudizio degli altri. Si può manifestare una remissività da un punto di vista caratteriale che spesso può portare a subire anche altri tipi di prevaricazioni, anche da parte dei compagni“.
Telecamere nelle scuole? Non sono la soluzione
“Le telecamere – spiega ancora Maura Manca – sono indubbiamente un buon deterrente che può indurre una diminuzione della violenza utilizzata come metodo “educativo”, però non sono la risoluzione al problema. Forse potrebbe aiutare la videocamera nei luoghi in cui ci sono i più piccoli, che non sono ancora in grado di parlare o comunque di essere efficaci nelle loro comunicazioni potrebbe aiutare. Serve però fare delle selezioni accurate sul personale che andrà a lavorare con i bambini, effettuato da persone competenti, non solo per valutare gli aspetti formativi, ma soprattutto quelli psicologici, andando a valutare l’integrità psichica, la struttura di personalità, la motivazione e le attitudini sociali e relazionali“.