Lettera aperta per Anna

Lettera aperta per Anna

di Maurizio Tiriticco

Ho letto con estremo interesse su Micromega dello scorso 20 aprile l’appassionata disamina di Anna Angelucci a proposito di quanto è accaduto recentemente in alcune scuole secondarie che hanno visto studenti offendere, dileggiare, addirittura minacciare i loro insegnanti. Al proposito ho già preso recentemente una posizione, ferma e inequivocabile. Si vedano “Il nuovo umanesimo che ci salverà”, Dell’insulto e della contestazione”, “Come ti picchio il prof”, pubblicati in edscuola.it. e rintracciabili sul web E sono d’accordo con l’Angelucci quando, a proposito dei gravissimi fatti accaduti, afferma: ”Credo sia davvero arrivato il momento di fare una riflessione seria e molto articolata su quella che, a mio avviso, è una vera e propria emergenza antropologica e non solo, dunque, educativa. Sulle sue ragioni e sulle responsabilità diffuse”. Fin qui più che d’accordo, ma… l’Angelucci così prosegue: “Cominciamo dalla scuola e da chi la governa: sono almeno vent’anni, da Luigi Berlinguer in poi, che noi docenti abbiamo nelle orecchie il mantra, reiterato a ogni piè sospinto da ministri, ispettori e dirigenti scolastici, che dobbiamo garantire il successo formativo, quasi fossimo a X Factor o a Master Chef. Abbassare l’asticella delle richieste, essere ‘accattivanti’ e possibilmente ‘divertenti’ nello svolgimento delle nostre quotidiane attività didattiche”. E per tutto il suo scritto Anna insiste su tematiche di questo tipo, condannando tout court l’intera politica scolastica, dal ‘96 (quando Berlinguer divenne ministro) ad oggi.

Pertanto, secondo l’autrice, è come se l’angelo del male si fosse abbattuto sulla nostra scuola! E per ben 22 anni, dal 1996 al 2018! Un demone che imperterrito continua per la sua strada fino a che… No, cara Angelucci! La storia, il suo svolgersi, i suoi accadimenti non sono tutti di uno stesso segno! Nell’ultimo ventennio abbiamo avuto ministri diversi, per cultura, per vocazione, per orientamento! E la politica scolastica ha conosciuto fasi diverse! Non puoi dire, ad esempio, che l’obbligo decennale non sia una “cosa” positiva; che passare da una “scuola dei programmi” a una scuola fondata su “Indicazioni nazionali” e “Linee guida”, non sia stato un evento innovativo. E poi, per quanto riguarda le competenze, si tratta di un passo in avanti che abbiamo compiuto in armonia con una ricerca pedagogico/educativa che oggi ha un respiro europeo! E ci accomuna alle scuole dell’UE! Comunque, io non dico sempre “evviva”! Se leggi i miei scritti, ci sono anche molti “abbasso”! Ho detto “abbasso” alla 107! Ma ho detto “evviva” quando con il Berlinguer, che detesti e che in certe occasioni ho anche criticato, abbiamo varato l’”autonomia delle istituzioni scolastiche”! Una grande sfida! E quel dpr 275/99 contiene indicazioni preziose, ma anche impegnative! Che forse non abbiamo ancora capito e attuato convenientemente!

Sappi, comunque, che sono d’accordo con te quando denunci il “generale degrado culturale, prima ancora che politico” in cui vera il nostro Paese. Ma non sono d’accordo quando affermi che “il ventennio alle nostre spalle è drammaticamente responsabile”. Che significa un “ventennio responsabile”? Io ricordo un altro ventennio! Responsabile di una guerra perduta! Ma si trattava di un ventennio di dittatura! Il ventennio a cui tu alludi riguarda quello della nostra Repubblica democratica! Un ventennio articolato, ricco di sfide, di lotte, di conquiste, anche! E non sono d’accordo quando scrivi che “si è teorizzato e realizzato l’abbattimento di ogni autorevolezza, ultima garanzia di protezione dei rapporti familiari e sociali e di trasmissione di principi e valori tra le generazioni”! Si tratta di fenomeni sociali che non si teorizzano! O meglio, non esiste un demone che teorizza il male e abbatte il bene! Mi meraviglio di te! Sei un “animale politico” come me, penso, per una certa cultura e una certa storia politica che ci accomuna. Non puoi fare affermazioni che vanno bene per un comizio, ma non per un saggio!

Il degrado di valori che oggi sta attraversando la nostra società – e non penso solo a quella del nostro Paese – ha origini profonde, che nulla hanno a che vedere con ministri dell’istruzione, che siano Berlinguer o Moratti, Fioroni o Gelmini o non so chi! E salverei pure la Fedeli – la cui nomina allora ho fortemente criticata – la quale “fa quel che può, quel che non può non fa”, come diceva il maestro Manzi! Del resto, come sai, ciò che muove il mondo non è la “cultura”, o la scuola che la dovrebbe “costruire”, ma l’economia! Ma qui il discorso si fa difficile e non sono in grado di affrontarlo! Vorrei solo una cosa: che tu non pensassi che il malessere che affligge oggi i nostri ragazzi, e con loro gli insegnanti e la stessa scuola, incapace di intercettare e sollecitare valori, avesse un solo responsabile. “il ventennio alle nostre spalle”! Perché è un’analisi generica! Che non ha nulla dell’approccio sociologico! Almeno a mio modesto parere!

Caso maestre diplomate: duemila subito escluse dalle graduatorie per il ruolo

da la Repubblica

Caso maestre diplomate: duemila subito escluse dalle graduatorie per il ruolo

E’ uscito il parere dell’Avvocatura sulla sentenza del Consiglio di Stato: non avrà effetto immediato su tutti, ma solo sui ricorrenti. Sindacati e Miur: “Ora soluzione politica”.

Era atteso da mesi il parere dell’Avvocatura sull’intricata vicenda delle maestre con il diploma magistrale conseguito prima del 2001-2002 che una sentenza del Consiglio di Stato, riunito in seduta plenaria a dicembre scorso, aveva escluso dalle graduatorie ad esaurimento (Gae), ovvero dal canale per l’accesso al ruolo. Il verdetto su come regolarsi di fronte a tale pronunciamento è arrivato: ha effetto immediato soltanto per i circa duemila docenti ricorrenti. Questi saranno dunque subito esclusi dalle Gae e dovranno passare alle graduatorie di Istituto, perdendo così il diritto alla cattedra fissa. In tutti gli altri casi – spiega in una nota il ministero – bisognerà attendere le rispettive sentenze nel merito, che, con ogni probabilità, si uniformeranno alla decisione del Consiglio di Stato.

La vicenda coinvolge 43.600 maestre e maestri – la maggior parte precari storici – di cui cinquemila nel frattempo già assunti a tempo indeterminato. Tra questi, non risultano insegnanti che da qui a giugno rischiano di essere mandati a casa, fa sapere il ministero. Il problema si aprirà semmai nei mesi successivi e dunque con il nuovo anno scolastico. “Restano fermi – continua la nota Miur – i diritti acquisiti di coloro che sono risultati destinatari di una sentenza già passata in giudicato”.

Gli effetti sono dunque diversi. Chi è già stato assunto e ha una sentenza favorevole passata in giudicato non deve temere nulla. Chi invece ha ottenuto la cattedra, sebbene con riserva, sarà licenziato e dovrà tornare a fare supplenze. Chi era precario, ma nelle Gae, sarà inserito nelle graduatorie d’Istituto. I tempi? Immediati per i ricorrenti, nei mesi successivi in tutti gli altri casi in cui manca una sentenza nel merito. A tutto questo le maestre col diploma magistrale si sono opposte con scioperi, manifestazioni a Roma, presidi e blocchi del traffico a Milano, Bologna e Torino. Sul fronte opposto hanno protestato i laureati di Scienze della formazione primaria e chi era già nelle Gae e si è visto scavalcato dopo le immissioni su ricorsi dei diplomati, poi bocciate in appello in seduta plenaria. Un pasticcio.

Miur e i sindacati corrono ai ripari chiedendo una soluzione in Parlamento in modo da garantire continuità didattica il prossimo anno scolastico. Anief, il sindacato che ha promosso i ricorsi di massa dei diplomati, attacca: “L’Avvocatura di Stato espelle le maestre, mette a rischio il prossimo anno e mina lo stato di diritto”. Di qui la decisione di far partire dal 28 aprile uno sciopero della fame, con un presidio permanente davanti al Miur, sino al nuovo sciopero il 3 maggio, il terzo in quattro mesi con manifestazione a Roma.

Il punto è stato fatto ieri al ministero all’Istruzione in un incontro con le organizzazioni sindacali e il sottosegretario Vito De Filippo. L’obiettivo ora è una soluzione legislativa che tuteli chi lavora da anni con il diploma magistrale, ma anche i laureati che hanno un titolo abilitante e scoraggi chi vuole rispolverare il vecchio diploma magistrale per avere un posto fisso a scuola senza mai averci messo piede. I sindacati chiedono un provvedimento d’urgenza da parte del Governo. Secondo Flc-Cgil, Cisl Scuola e Uil la normativa è motivata, da un lato, dalla necessità di garantire l’avvio dell’anno scolastico 2018-19 “che altrimenti rischia di aprirsi male, essendo coinvolti decine di migliaia di insegnanti (alcuni perfino già immessi in ruolo)” e, dall’altro, dalla necessità di evitare il licenziamento dei docenti che hanno prodotto i ricorsi man mano che questi pervengono a sentenza. “Una sorta di effetto domino – scrivono – che produce effetti negativi sulla necessaria continuità didattica da garantire agli studenti”.

Anche la Gilda, con il coordinatore nazionale Rino Di Meglio, chiede che il Parlamento intervenga. “Gli effetti delle sentenze che hanno permesso l’immissione in ruolo, e ormai passate in giudicato, non verranno toccati. A questo proposito – commenta Rino Di Meglio, coordinatore nazionale – restiamo impressionati dalla diversità di trattamento dovuta soltanto alla buona o cattiva sorte toccata nel corso degli anni ai ricorrenti nelle aule di tribunale”.Flc-Cgil, Cisl Scuola e Uil reclamano “una procedura riservata, al pari di quella già prevista per i docenti della scuola secondaria,

Invalsi. Concluse le prove I grado: esame superato

da Orizzontescuola

Invalsi. Concluse le prove I grado: esame superato

di redazione

Comunicato Invalsi – Come da calendario, il 21 aprile si sono concluse le prove INVALSI CBT online per le classi III della scuola secondaria di primo grado.

Gli studenti frequentanti che hanno sostenuto le prove sono stati in totale 570.000. Ogni studente ha sostenuto 3 prove tra cui, oltre all’Italiano e alla Matematica, da quest’anno anche la prova di Inglese, suddivisa in due sezioni: inglese ascolto e inglese lettura. Le prove si sono svolte quasi sempre in più giornate, secondo un programma stabilito dalle scuole. Considerando le due prove di inglese come distinte, sono state concluse 2.219.071 prove.

Le classi campione hanno svolto le rilevazioni dal 9 al 12 aprile, coinvolgendo 1.435 classi e oltre 28.500 studenti. La prossima settimana si svolgeranno le prove per i privatisti e per gli studenti che non hanno potuto sostenerle nell’arco di tempo prestabilito dalla scuola.

Le novità introdotte dalla normativa (D. Lgs. 62/2017) per la scuola secondaria di primo grado, come più volte ricordato, riguardano, tra le altre misure, la somministrazione delle prove INVALSI in un momento precedente rispetto all’esame di Stato, costituendone un requisito necessario per l’ammissione; l’introduzione dello svolgimento delle prove al computer (CBT) e l’introduzione di una prova in Inglese (lettura e comprensione della lingua).

Nei mesi precedenti la somministrazione delle prove l’INVALSI ha effettuato, insieme al MIUR, incontri con gli oltre 5000 Dirigenti scolastici interessati dalle nuove modalità, coordinati dagli Uffici Scolastici Regionali, per contribuire ad affrontare e risolvere le difficoltà tecniche connesse con la somministrazione e con la disponibilità delle attrezzature informatiche.

L’INVALSI ha mantenuto un costante dialogo con le singole scuole per assisterle in tutte le fasi di predisposizione delle prove. L’incessante interlocuzione con i Dirigenti scolastici ha, inoltre, consentito di attivare collaborazioni tra istituzioni scolastiche vicine. La collaborazione e l’alto senso di responsabilità dei Dirigenti scolastici e degli insegnanti hanno, così, consentito che ogni istituzione scolastica potesse disporre della strumentazione necessaria e ha fatto sì che, dopo mesi di lavoro da parte delle scuole, quelle sprovviste di dotazioni informatiche fossero solo otto su tutto il territorio nazionale. Per queste, l’INVALSI ha provveduto direttamente a fornire i computer e la connessione necessari allestendo laboratori temporanei.

L’attenzione da parte del mondo della scuola e dell’opinione pubblica, alla vigilia delle prove, era molto alta e per l’Istituto l’intera operazione ha costituito un ulteriore banco di prova della capacità di rispondere pienamente e compiutamente al dettato normativo, pur nella consapevolezza di dover affrontare l’incognita della tenuta della connettività della rete informatica e di tutti i rischi legati all’avvio delle nuove modalità di somministrazione delle prove.

L’esemplare collaborazione dimostrata dalle istituzioni scolastiche che ha percorso il Paese – da Nord a Sud – ha fatto sì che le prove potessero svolgersi regolarmente anche dove si sono registrate temporanee cadute della connessione o problematiche ad essa riconducibili.

Nei giorni 3-9-11 maggio le prove INVALSI verranno sostenute dalle classi II e V della scuola primaria, dove le rilevazioni continueranno ad essere effettuate tramite i fascicoli cartacei come gli anni scorsi, e nel periodo compreso tra il 7 e il 19 maggio dalle classi II della secondaria superiore anch’esse interessate dalle novità introdotte dalla normativa per quanto riguarda la somministrazione al computer.

RSU, dati parziali: UIL + 1,67%, FLCGIL – 1,69, ANIEF supera Gilda

da Orizzontescuola

RSU, dati parziali: UIL + 1,67%, FLCGIL – 1,69, ANIEF supera Gilda

di redazione

Si tratta di dati che ci sono stati inviati in redazione dal sindacato UIL scuola e che riguardano il 60% del dato complessivo.

Ecco il comunicato UIL

Uil Scuola: consensi in aumento. Unico sindacato che conferma, nel tempo, un costante trend di crescita elettorale.

Nelle elezioni di aprile 2018,  la Uil scuola si afferma come sindacato solido e coerente. In cinque tornate elettorali ha sempre fatto registrare un incremento  lineare e costante di voti, con un radicamento nelle scuole e nei territori sempre più ampio. I sindacati confederali, nel loro insieme,  fanno  registrare l’80% dei consensi

C’è molta soddisfazione nella segreteria nazionale  Uil Scuola, nei territori, per la bella affermazione elettorale: lo scrutinio in atto conferma infatti le previsioni all’indomani del voto.

La Uil Scuola, si conferma sindacato che aumenta – per la quinta volta consecutiva – i consensi.

Non era facile – ammette il segretario generale Pino Turi – mantenere questo trend di crescita. Da quando sono state introdotte le elezioni per le RSU nelle scuole, siamo stati l’unico sindacato a non aver subito flessioni. Abbiamo avuto sempre risultati con segno positivo. Ottenerli ancora significava scegliere una linea sindacale di coerenza, serietà, trasparenza. I nostri Dirigenti sindacali si sono impegnati moltissimo, insieme alle migliaia di candidate e  candidati a cui va il nostro più sentito ringraziamento. Saranno loro ad attuare, nelle scuole, la linea politico-sindacale della Uil Scuola.

Non vanno dimenticati i tanti lavoratori che si sono impegnati nei seggi e nelle attività di voto che hanno permesso l’espressione della democrazia partecipativa nelle singole Scuola.

Aumentano, man mano che arrivano i risultati finali, le province  in cui la Uil Scuola è il primo sindacato.
I dati scrutinati oggi segnalano Cagliari, Treviso, Catania, Benevento, Crotone, Vercelli.

Registriamo positivamente anche la grande partecipazione di tutto il personale al voto, anche non sindacalizzato. Scelta di una categoria che ha rimandato al mittente il qualunquismo diffuso, anche sui  social, in questa campagna elettorale.

Affluenza alta e voto confederale che arriva all’80% –  aggiunge Turi-   sono una risposta eloquente.  Un risultato che rafforza, in generale tutta l’azione sindacale e la mette in condizione di poter operare sulla base di quanto siamo riusciti ad ottenere nel contratto.

La posizione della Uil Scuola – sottolinea Turi – resta quella consolidata: le scelte andranno fatte nel merito delle questioni. Questo modo di fare politica sindacale continua, nel tempo, a darci ragione.

Chiuse le prove Invalsi per la scuola media. Fedeli: “Risultato positivo”

da La Tecnica della Scuola

Chiuse le prove Invalsi per la scuola media. Fedeli: “Risultato positivo”