RESTITUIRE PIENA DIGNITA’ ALLA SCUOLA, ALLA RICERCA, ALL’UNIVERSITA’

RESTITUIRE PIENA DIGNITA’ ALLA SCUOLA, ALLA RICERCA, ALL’UNIVERSITA’

Gli effetti della legge Fornero sul mondo della scuola si stanno rivelando realmente devastanti:
allungando l’età lavorativa per uomini e donne, si ridurrà di circa il 50% il turn over all’interno
delle classi, accelerando quel processo di invecchiamento degli insegnanti di casa nostra che li pone
ben al di sopra della età media dei Paese OCSE, con oltre il 70% dei docenti che ha superato i 40
anni di età.
Inoltre, la riforma Fornero comporterà l’aumento del precariato, piaga storica nel mondo della
scuola italiana, con circa 160mila docenti che ancora non sanno se e quando saranno stabilizzati,
con tutte le conseguenze, per loro e per l’istituzione stessa, che questo comporta.
Ma, come se non bastasse, sembrano a rischio perfino le oltre 11.500 assunzioni relative al concorso
per docenti bandito alla fine del 2012: insomma, un quadro a dir poco desolante.
Purtroppo, occorre rilevare come la crisi della nostra scuola parta da molto lontano ed investa il
mondo dell’educazione e della formazione in toto.
Si tratta di un problema di fondo, che ha radici storiche antiche, e che ha visto molto spesso tanti
governi della Repubblica non investire adeguate risorse nell’istruzione, nella ricerca, nella
formazione, ma anzi a volte perfino tagliare i fondi relativi a queste voci, anche nel recente passato.
Queste scelte denotano una forte miopia, laddove molti Paesi evoluti (e, dobbiamo dire a questo
punto, più evoluti di noi) destinano a queste voci cospicue risorse del bilancio nazionale, con la
lungimirante consapevolezza che investire sui giovani, sulla scuola, sulla ricerca universitaria,
significa scommettere sul futuro, vuol dire far crescere un’intera Nazione.
Tanto per fare un esempio molto vicino a noi, vogliamo ricordare come la Francia,
nell’ambito della sua politica di spending review, che ha tra l’altro, quasi azzerato le auto blu,
ha operato pesanti tagli ai vari ministeri, tranne che per quello dell’Educazione Nazionale, al
quale ha “viceversa” aumentato il bilancio.
UNIONE GENERALE DEL LAVORO
Da noi purtroppo le cose vanno molto diversamente, perché manca del tutto la consapevolezza
dell’importanza di una politica che, attraverso il potenziamento delle sue agenzie formative, riesca
ad assicurare il reale cambiamento della sua classe dirigente, in tutti i campi, e quindi, a progredire
in modo concreto.
Questa gravissima carenza del nostro sistema, emerge in tutta la sua evidenza proprio dalla
condizione in cui versano gli insegnanti, i professori, i docenti di ogni ordine e grado, il cui
status sociale e il cui trattamento economico sono ben lontani da quelli riservati ai loro
colleghi dell’Europa occidentale.
Tutto ciò si ripercuote sull’intero sistema scolastico ed educativo del nostro Paese, dalla scuola
primaria fino all’università, con riflessi negativi sull’intera società italiana, considerato come i
percorsi formativi abbiano la funzione essenziale di creare la coscienza civile nei giovani,
trasmettendo loro l’eredità culturale che assicura il perpetuarsi, attraverso le generazioni nei secoli,
della nostra civiltà millenaria.
Non si può pensare che la scuola sia una semplice palestra atta a preparare i giovani ad una
professione per immetterli nel mondo del lavoro seguendo le leggi del mercato: questo sicuramente
è importante, ma non può e non deve bastare.
Occorre che al mondo della scuola, della ricerca, dell’università, venga restituita la sua piena
dignità, la sua importanza, il suo peso, perché solo così le giovani generazioni saranno in
grado di migliorare questo nostro Paese.

Giuseppe Mascolo

Paola Saraceni Maria

Antonietta Vicaro