L’incubo dei 112 prof diventati presidi Dopo due anni il concorso è annullato

da La Stampa

L’incubo dei 112 prof diventati presidi Dopo due anni il concorso è annullato

Rischiano di dover tornare tra i banchi, ma i loro posti non ci sono più

Ieri il consiglio dei ministri ha approvato un decreto che congela la situazione e consente ai dirigenti scolastici già nominati di rimanere fino al rinnovamento della procedura di concorso nelle sedi assegnate

Quando due anni fa Anna De Santis vinse il concorso le sembrava di avercela finalmente fatta. Fine della vita da professoressa, dall’anno scolastico 2012/13 avrebbe lavorato come dirigente. Aveva superato la prova scritta, la prova orale, era entrata a tutti gli effetti nella categoria ambitissima dei vincitori, al cinquantesimo posto su 135 idonei e 112 che avrebbero iniziato subito a lavorare. Le venne assegnata la sede, l’Isis di Massa Marittima. Veniva da Roma, Anna De Santis, 216 chilometri più a sud, dove aveva un marito e una figlia di dodici anni. Iniziò a vivere da pendolare pensando a come trasferire prima possibile l’intera famiglia.

Poi, all’improvviso, qualcuno annullò tutto, facendo esplodere la vita che Anna De Santis e gli altri 111 vincitori del concorso avevano costruito con grande fatica facendoli tornare alla casella precedente, quella da cui erano partiti ma che a due anni di distanza non c’era più.

Potrebbe essere un inquietante racconto kafkiano o uno di quegli incubi notturni da cui ci si sveglia felici di esserselo lasciato alle spalle. È invece la beffarda realtà di 135 prof risultati idonei al concorso per dirigenti scolastici in Toscana. Erano arrivati da tutt’Italia per partecipare, fin dalla lontana Sicilia, perché di questi tempi soltanto qualche politico sprovveduto continua a pensare che in Italia nessuno voglia affrontare sacrifici. In 112 hanno non solo vinto il concorso ma anche lavorato per due anni come presidi nelle scuole assegnate finché il 3 marzo il Consiglio di Stato ha annullato l’intero concorso perché era stata sbagliata la procedura di sostituzione del presidente della commissione: troppo rapida, andavano vagliate più candidature prima di scegliere.

E’ un problema serio, sono stati annullati quasi 1 dirigente scolastico su 5 della regione. Ieri il consiglio dei ministri ha approvato un decreto che congela la situazione, consente ai dirigenti scolastici già nominati di rimanere fino al rinnovamento della procedura di concorso nelle sedi assegnate. E’ una norma che potrà essere applicata anche nelle altre regioni dove ci sono contenziosi simili aperti, dall’Abruzzo al Molise, la Campania e la Calabria. Il Miur non poteva fare di più perché c’è una sentenza del Consiglio di Stato. Sono anche stati chiesti dei pareri all’Avvocatura di Stato per capire se si poteva intervenire altrimenti. Non c’è stato nulla da fare.

Vincitori e idonei si ritengono beffati. A loro sostegno si sono mossi i comuni e decine di comitati di genitori. Annullare l’intero concorso vuol dire per alcuni tirare un nuovo colpo di dadi e giocarsi l’intera vita professionale. Significa rifare tutto da capo, anche le prove scritte, una follia perché per superare le prove bisognerebbe rimettersi a studiare, e nessuno garantisce né la vittoria né di poter tornare indietro ritrovando il posto da prof lasciato quando si è stati assunti. Non lo troverà di sicuro Alessandra Valsega che è arrivata quarta, una delle migliori. «Ho studiato tanto, ma proprio tanto – spiega – e poi ha contato molto l’esperienza». Alessandra Valsega è una delle 65 incaricate di presidenza italiane, figure frutto del capriccio di un anno, il 2005, create come una sorta di supplenti dei presidi. «Da allora sono stata mandata ogni anno nelle sedi rifiutate dagli altri dirigenti. Ho cambiato 6 scuole in otto anni, erano scuole disagiate, ma ho studiato e imparato tanto. Due anni fa avevo finalmente raggiunto una stabilità, ora che tutto viene annullato dove tornerò? Ho lasciato il posto da prof otto anni fa, non esiste più la mia posizione in graduatoria. A questo punto non so più nemmeno chi sono».