Maturità 2015, tornano le Commissioni interne?

da tuttoscuola.com

Maturità 2015, tornano le Commissioni interne?

Cacciata dalla porta la vicenda “commissioni Maturità” rientra dalla finestra.

Un emendamento alla Legge di stabilità approvato in commissione Bilancio prevede nuovi criteri per le commissioni imponendo al ministero dell’Istruzione di varare, entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di stabilità, un decreto ad hoc. Ne ha dato notizia l’Ansa.

Nell’emendamento – secondo quanto riferisce l’Agenzia – non si parla esplicitamente di commissari interni, ma si stabilisce che “al fine di razionalizzare il sistema di valutazione degli alunni tenendo conto dell’esigenza di valorizzare i principi dell’autonomia scolastica e della continuità didattica, assicurando una coerenza degli standard valutativi e garantendo uno sviluppo ottimale della professione di docente in termini di conoscenze, competenze, approcci didattici e pedagogici e di verifica dell’efficacia delle pratiche educative” con decreto del Ministero dell’istruzione, “sono disciplinati, con effetto dall’anno 2015, i nuovi criteri per le definizione della composizione delle commissioni d’esame delle scuole secondarie di secondo grado“.

Tra i firmatari vi è l’on.Elena Centemero che si era mostrata a favore della proposta Giannini, poi stralciata, di tornare ai commissari interni.

Meno di un mese fa il premier Matteo Renzi e la Giannini – dopo settimane di voci sulla possibilità di cambiare l’esame di Stato per risparmiare 140 milioni di euro – avevano corretto il tiro decidendo di rinviare al 2016 l’introduzione di nuovi criteri.

Ora, invece, se al Senato non si cambierà idea, entro febbraio arriveranno le nuove modalità.

L’emendamento presentato dai parlamentari di Forza Italia stabilisce pure che con un decreto del Ministro dell’istruzione, di concerto con il Ministro dell’economia, da emanare entro lo stesso termine, vengano definiti i compensi dei commissari “nel rispetto di quanto eventualmente previsto in sede di contrattazione collettiva del comparto del personale della scuola, in coerenza con i principi del Piano ‘La Buona Scuola“.

Un passaggio questo non previsto nella formulazione della norma “saltata” a fine ottobre nel testo definitivo della legge di stabilità. Nell’emendamento si dice pure che le economie derivanti da queste misure “restano nella disponibilità dello stato di previsione del Ministero dell’istruzione e sono utilizzate per l’attuazione degli interventi previsti dal Piano ‘La Buona scuola“.