Per fortuna la scuola è più avanti

Per fortuna la scuola è più avanti. Della classe politica e anche del livello del dibattito sulla scuola stessa, che attraversa ampi strati dell’opinione pubblica. E non solo sul presepe, argomento che ha scatenato il peggio del peggio in quanto a integralismi e oscurantismi di varia natura, ma anche su temi molto più delicati e profondi come quello dell’accoglienza e dell’attenzione per il diverso, della cura dell’identità e delle pari opportunità, che sono il sottotesto di tutta la discussione sul cosiddetto ‘gender’. Su questo argomento vi è stata, infatti, una incursione irrazionale e in certi casi addirittura violenta nella vita della scuola, fondata su vere e proprie menzogne e orientata a scatenare la paura nei genitori. Si è anche ricorsi in maniera spregiudicata a mezzi di comunicazione molto invasivi che, se usati senza scrupoli, possono rivelarsi del tutto inadeguati, come le chat che accomunano i genitori soprattutto nelle  classi della scuola primaria.

La scuola è più avanti. Più avanti sono gli insegnanti e in genere chi ci lavora. Perché la responsabilità del tuo ruolo ti costringe a guardare oltre. I nostri alunni devono convivere con un mondo complicato e difficile,‘grande e terribile’, segnato oggi dalla guerra e dal terrorismo, dal dramma dei profughi, da una instabilità crescente. Abbiamo di fronte vere e proprie emergenze educative che chiamano a nuove responsabilità. E che la conoscenza sia una bussola formidabile è una delle poche certezze che abbiamo.

Per questo la scuola è più avanti. Perché il suo obiettivo non è quello di confondere le idee ma di chiarirle, non è quello di crescere sull’ignoranza ma, al contrario, di usare la conoscenza come un’arma, sia di difesa che di attacco, da consegnare ai nostri ragazzi.

Il Cidi ha espresso più volte un giudizio negativo sul modello di scuola che viene delineato dalla legge 107, ma ciò non ci impedisce di vedere che in questo momento la scuola italiana è dentro una grande trasformazione. Siamo di fronte a un passaggio generazionale che si può paragonare solo a quello che ha visto, alla fine degli anni sessanta del secolo scorso, lo sviluppo della scolarizzazione di massa. I nuovi immessi in ruolo e tutti i giovani che si accingono ad affrontare il concorso a cattedre saranno l’anima della scuola di domani, a loro è affidato il compito di costituirne l’identità.

Lavoreremo tutti insieme perché la scuola reale continui a essere, come sempre, un passo più avanti.