Insegnanti senza titolo: un paese da zero in condotta

da La Tecnica della Scuola

Insegnanti senza titolo: un paese da zero in condotta

Le telecamere di Rec di Rai Tre si sono rivolte alla scuola pubblica. Autismo, sindrome di down, deficit visivi e uditivi. Sono alcune delle patologie che affliggono migliaia di bambini a cui la scuola pubblica deve garantire un’educazione specifica che miri all’integrazione. Gli oltre centomila insegnanti di sostegno che se ne occupano in Italia devono compiere un percorso di formazione specifica per farlo. La normativa di accesso al titolo è cambiata più volte negli anni, e c’è chi è riuscito ad approfittarsi di una falla del sistema, sulla pelle dei bambini: chi deve controllare che coloro che siedono in cattedra abbiano davvero i titoli e i requisiti per farlo? Come facciamo ad essere certi che i nostri figli siano seguiti da persone realmente qualificate? Il ministero dell’Istruzione ha gli strumenti necessari per garantire che gli studenti bisognosi abbiano il giusto sostegno? A queste domande risponde anche Lucrezia Stellacci.

E poi un altro servizio in un paese che fa scudo alle sue false insegnanti di sostegno. Sono quasi un centinaio le indagate per truffa aggravata ai danni dello Stato. Si sarebbero  comprate diplomi, lauree e titoli di specializzazione e sono finite in cattedra da un giorno all’altro. Da Lesina, in Puglia, alle classi di Foggia, Pescara, Cesena, Bologna e anche Firenze, Monza e Milano.

Quando le telecamere di Rec arrivano in paese per la prima volta, c’è chi fa scudo alle insegnanti e a chi avrebbe confezionato i diplomi falsi. Oltre i: “Non so.. “, i: “Non ricordo…” e l’omertà, c’è chi vuole eliminare il problama inveiendo contro i giornalisti.

Bonus docenti, no ‘attribuzione a pioggia’

da tuttoscuola.com

Bonus docenti, no ‘attribuzione a pioggia’

Il Miur ha comunicato alle scuole l’ammontare della cifra relativa al ‘Bonus docenti’ e chiarimenti applicativi.

Il bonus sarà attribuito dal dirigente scolastico sulla base dei criteri stabiliti da una apposita commissione e non potrà riguardare nè la totalità dei docenti (la cosiddetta ‘attribuzione a pioggia’), nè una piccola parte di essi.

Le indicazioni sul ‘Bonus docenti’ sono contenute nella nota del 9 giugno 2016, avente per oggetto: “Fondo per la valorizzazione del merito del personale docente – art. 1, commi 126, 127 e 128 della legge 13 luglio 2015, n. 107 – assegnazione della risorsa finanziaria e chiarimenti applicativi”. Per il momento il testo della nota non è stato pubblicato nel sito del Miur, e quindi non è possibile valutarlo in tutti i suoi aspetti. Cosa che, ovviamente, ci ripromettiamo di fare.

Ogni scuola riceverà tra i 20mila e i 30mila euro di media e il bonus andrà ai docenti assunti a tempo indeterminato, compresi i neoassunti, anche part-time e dell’organico potenziato.

Il fondo è stato calcolato per l’80% in relazione al numero dei docenti di ruolo della scuola, per il restante 20% sulla base della percentuale degli alunni con disabilità, degli alunni con cittadinanza non italiana, del numero medio degli alunni per classe, del numero di scuole in comune montano o in piccole isole sul totale delle scuole dell’Istituto.

Gissi (Cisl): sulle reti di scuole va fatta chiarezza

da tuttoscuola.com

Gissi (Cisl): sulle reti di scuole va fatta chiarezza

La segretaria della Cisl scuola, Lena Gissi, interviene criticamente sulla nota, diffusa il 7 giugno, con la quale il MIUR ha fornito ai Direttori Regionali le indicazioni in base alle quali si dovrà procedere alla costituzione delle reti di scuole previste dalla legge 107/2015.

Anche per la tempistica indicata (entro il 30 giugno)“, scrive la sindacalista, “l’impressione è che ancora una volta un tema di grande importanza venga affrontato con profili di insostenibile vaghezza e con l’assillo di tempi che appaiono francamente incongrui per una procedura abbastanza complessa. Vaghezza a partire da una questione di fondo, ovvero l’obbligatorietà o meno per le scuole di formalizzare la propria confluenza nel primo dei due modelli di rete cui le indicazioni fanno riferimento, la cosiddetta ‘rete di ambito’. Possono farlo o devono farlo? Il quadro di riferimento farebbe propendere per la seconda ipotesi (devono), ma è mai possibile che non sia il Ministero a mettere immediatamente in chiaro una questione del genere?
Per le reti cosiddette ‘di scopo‘”, nota Gissi, “viene da pensare esattamente l’opposto (cioè che si tratti di una scelta discrezionale di ogni istituto, in quanto la comune condivisione di progetti non può che essere legata all’esercizio dell’autonomia di ciascuna delle scuole confluenti), ma anche in questo caso occorre affidarsi alle proprie deduzioni, perché le carte ministeriali nulla dicono di esplicito“.
Poniamo allora che le reti di ambito siano una scelta vincolante per tutti: quale la procedura della loro costituzione? Procedendo anche in questo caso per deduzione, il direttore regionale, cui spetta promuovere l’operazione, dovrà da qui a fine mese riunire tutti i dirigenti scolastici ambito per ambito e avviare formalmente il percorso di costituzione, che saranno gli stessi dirigenti scolastici – notoriamente senza troppi impegni in questa fase dell’anno scolastico! – a concludere con la sottoscrizione dell’atto di confluenza. Non senza aver prima acquisito un’apposita deliberazione del proprio Consiglio d’Istituto.Tempi distesi, come si vede, che ci si chiede come possano favorire una discussione all’altezza del valore e del significato che l’operazione dovrebbe avere. Spiace vedere una qualificata esperienza come quella delle reti, già attuata da tante nostre scuole, ridotta a un banale adempimento burocratico, fatto di decisioni precostituite che concedono alla tanto conclamata autonomia delle istituzioni scolastiche un’unica grande opportunità: quella di rispettare i tempi. Si può chiamare buona questa scuola?
 
Quanto alle implicazioni, conclude Gissi, numerose e non banali, che la costituzione delle reti presenta, nell’immediato e in prospettiva, sul versante della gestione del personale, va da sé che si tratta di questione sulla quale riteniamo del tutto inaccettabili comportamenti che eludano un doveroso confronto con i sindacati“.

ATA co.co.co., si studia adeguamento dei compensi

da tuttoscuola.com

ATA co.co.co., si studia adeguamento dei compensi
Il sottosegretario Toccafondi risponde in Aula a un’interpellanza Pd sulla stabilizzazione del personale co.co.co.

L’eventuale assunzione nei ruoli del personale statale dei soggetti titolari di contratti co.co.co. con le scuole “rientra nel discorso più generale della stabilizzazione dei soggetti che, sebbene non siano dipendenti da enti pubblici, da anni svolgono comunque servizio presso le amministrazioni dello Stato e le amministrazioni locali. Al riguardo sarà cura” del Miur “rappresentare la situazione agli altri ministeri interessati competenti, in particolare Funzione pubblica e Lavoro. Ciò detto si assicura sin d’ora la volontà di intervenire sul trattamento economico dei co.co.co. ad oggi bloccato all’importo lordo in essere alla data del 1999“.

Lo ha detto il sottosegretario all’Istruzione, Gabriele Toccafondi, rispondendo in aula alla Camera a un’interpellanza del Pd (a prima firma Francesco Ribaudo), sulla stabilizzazione del personale amministrativo, tecnico e ausiliario degli istituti scolastici con contratto di collaborazione coordinata e continuativa.

Toccafondi ha aggiunto: “Negli anni passati si è verificata per vari motivi una riduzione dell’importo netto corrisposto. A questo proposito il ministero sta effettuando approfondimenti volti a definire il miglior modo di procedere al fine di poter riconoscere un adeguamento del compenso stesso“.

Confessionale e non camera di consiglio

CONFESSIONALE E NON CAMERA DI CONSIGLIO di Umberto Tenuta

CANTO 677 Scrutini

È una camera di consiglio o un confessionale?

 

Riuniti per gli scrutini, i docenti stanno per pronunciare le loro sentenze.

MARCO: L’alunno non ha raggiunto gli obiettivi programmati!

Ovvero: miserere me, non ho programmato obiettivi e metodologie adeguati alle caratteristiche personali dell’alunno!

GIACOMINA: L’alunna non si è impegnata abbastanza!

Ovvero: abbiate pietà di me che non ho saputo motivare abbastanza la mia adorata Giacomina!

FILIPPO: L’alunno è inetto, incapace, inadatto agli studi!

Sentenza di morte!

Questo figlio di donna non diventerà mai un uomo.

Resterà allo stato animale.

Anzi, peggio!

I figli degli animali diventano animali.

A questo figlio di donna è negata la sua natura umana.

Come Victor, il Selvaggio dell’Aveyron, morirà animale.

Forse alle pareti delle camere dei Consigli di classe si dovrebbe appendere la seguente insegna:

         QUI SI DECIDE DELLA NASCITA O DELLA MORTE DI UN UOMO

                 Sarà perseguito a norma di legge il responsabile della morte

E, sì, cara Professoressa, a te è stato affidato un cucciolo d’uomo.

Tu sei responsabile della sua nascita alla condizione umana.

Perché uomini non si nasce ma si diventa solo attraverso l’educazione!

E la Scuola ha il compito di garantire il successo formativo a tutti i figli di donna!

Se non lo garantisce, vanno perseguiti i responsabili.

   

   Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:

http://www.edscuola.it/dida.html

Altri saggi sono pubblicati in

www.rivistadidattica.com

E chi volesse approfondire questa o altra tematica

basta che ricerchi su Internet:

“Umberto Tenuta” − “voce da cercare”

Bocciare, non bocciare

BOCCIARE NON BOCCIARE ANZI PROMUOVERE… TUTTI di Umberto Tenuta

CANTO 676 ATROCE DILEMMA!

Bocciare

Non bocciare

Questo è il dilemma!

Forse, senza forse, la soluzione è:

Promuovere tutti!!!

 

A fine anno scolastico si pone questo atroce dilemma: bocciare o non bocciare?

Togliere a un giovane uno dei suoi cento anni di vita?
Un centesimo di omicidio!

Omicidio?

Sì, cambia qualcosa se si uccide un uomo che sarebbe vissuto trenta anni o cento anni?

Tu hai tolto la vita!

Reato estremo.

È sempre un omicidio.

Oddio, quanti se ne consumano a fine anno scolastico!

Mio padre si ribellò.

“Allora mio figlio perderà un anno, un anno della sua vita!”

No!

Lo rassicurò il grande Maestro.

I miei colleghi bocciano.

Io promuovo.

Io promuovo tutti.

Io gli toglierò il marchio della mortificazione.

Mi ritornò la fiducia, la fiducia in me, l’autostima.

Mi tolse il marchio della sconfitta e mi ridiede tutta la fiducia nelle mie possibilità.

Mi restituì un anno della mia vita.

Alfonso Mazzuca si chiamava quel Professore.

Quel Professore che non bocciava.

Quel Professore che promuoveva tutti.

Quel professore che non era un assassino!

 

                                 Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:

http://www.edscuola.it/dida.html

Altri saggi sono pubblicati in

www.rivistadidattica.com

E chi volesse approfondire questa o altra tematica

basta che ricerchi su Internet:

“Umberto Tenuta” − “voce da cercare”