Archivi categoria: Politico Sindacale

Basta proclami attuare soluzioni reali

Scuola: Mascolo (Ugl),
basta proclami attuare soluzioni reali
(dall’Agenzia ANSA)
“Se vogliamo una scuola di qualita’ dobbiamo finirla con i proclami e dobbiamo cercare di attuare soluzioni reali e definitive”.
Lo dichiara il segretario nazionale dell’Ugl Scuola, Giuseppe Mascolo, spiegando che il rinvio in Consiglio dei ministri del Piano Scuola “e’ l’ennesima conferma che il Governo ha le idee poco chiare sulle politiche scolastiche da attuare”.
“Ci aspettavamo – continua il sindacalista – un esito diverso e soprattutto concreto, ma i provvedimenti unilaterali e senza un ampio confronto con le parti sociali non fanno altro che far regnare l’incertezza, mentre la scuola italiana necessita di organici stabili e garanzie di investimenti pluriennali per il funzionamento. Ricordiamo al Premier Renzi – conclude -, ancora una volta, che urge riaprire la trattativa per il rinnovo del contratto di lavoro di categoria e per un nuovo sistema di reclutamento, ma e’ altrettanto urgente, proprio in vista dell’inizio del nuovo anno scolastico, pensare alla stabilizzazione degli organici con copertura di tutti i posti vacanti in organico di diritto. Se si decidesse di attuare un confronto serio da parte dell’Ugl non potra’ che esserci la piu’ ampia disponibilita'”

QUOTA 96, MANIFESTAZIONE CONTRO “BEFFA DI STATO”

QUOTA 96, DOMANI GILDA A MANIFESTAZIONE CONTRO “BEFFA DI STATO”

Una delegazione della Gilda degli Insegnanti sarà in piazza Santi Apostoli domani mattina a Roma per partecipare alla manifestazione indetta dal Comitato Civico Quota 96 contro la beffa di Stato andata in scena il 4 agosto.
“I 4000 docenti ai quali è stato negato il diritto legittimamente maturato di andare in pensione – afferma la Gilda – sono vittime di una grave ingiustizia che il Governo deve risolvere reperendo le risorse economiche dai tagli agli sprechi”.

Oltre al pasticcio di Quota 96, quello delle pensioni è un tema caldo per tutti i docenti costretti a rimanere in cattedra fino a 66 anni. Per sciogliere questo nodo, la Gilda rilancia la proposta di consentire su base volontaria l’accesso al part time negli ultimi 5 anni di lavoro a parità di retribuzione e di sfruttare la professionalità e l’esperienza dei docenti prossimi alla pensione impiegandoli come tutor dei nuovi insegnanti.

Verso il sistema nazionale di valutazione

Convegno Regionale UIL Scuola Puglia

Verso il sistema nazionale di valutazione: il ruolo della dirigenza scolastica per l’orientamento al miglioramento del servizio

VENERDI’ 29 AGOSTO 2014 – ORE 9
CASTELLO ANGIOINO – VIA C. COLOMBO, 26 (Lungomare) – MOLA DI BARI

PROGRAMMA
Ore 9,00 Registrazione partecipanti

Ore 9,30 Indirizzi di saluto
Stefano Diperna – Sindaco di Mola di Bari
Alba Sasso – Assessore Diritto allo Studio Regione Puglia

Ore 9,40 Apertura dei lavori
Giovanni Verga – Segretario Generale Regionale UIL Scuola Puglia

Ore 9,50 Interventi
Il bilancio sociale quale strumento per il miglioramento del servizio scolastico
Mario Melino – Ispettore Tecnico USR Puglia

Il Dirigente Scolastico: tra autonomia e valutazione
Anna Cammalleri – Vice Direttore Generale USR Puglia

Il programma di Governo per la Scuola
Angela D’Onghia – Sottosegretario di Stato Ministero dell’Istruzione

Ore 12,15 Conclusioni
Massimo Di Menna – Segretario Generale Nazionale UIL Scuola

Ore 13,00 Sospensione – Colazione di lavoro

Ore 15,00 Tavola rotonda “Adempimenti preordinati al regolare avvio dell’anno scolastico”

Coordinano:
Dario Cillo – Dirigente Scolastico IISS “Scarambone” Lecce
Antonio d’Itollo – Dirigente Scolastico Liceo Classico “Flacco” Bari

Modera i lavori
Vincenzo Fiorentino – Segretario Regionale Dipartimento Area V UIL Scuola

Programma Convegno

Scheda adesione

Chi ben comincia …non è neanche a metà dell’opera

Chi ben comincia …non è neanche a metà dell’opera
Nuove immissioni di dirigenti scolastici

A tre giorni dall’avvio del nuovo anno scolastico, con tempistica inconsueta è giunta agli Uffici scolastici regionali la Nota n.1834S  del Ministero dell’istruzione che, a seguito della Nota della Ragioneria dello Stato, autorizza 620 nuove nomine di dirigenti scolastici suddivisi nelle diverse regioni italiane.
“Un ‘last minute’ – ha dichiarato il presidente nazionale dell’Associazione Ezio Delfino – mai accaduto nella scuola che offre una boccata d’ossigeno al problema delle numerose scuole in reggenza (oltre 1600) che l’Associazione DiSAL da anni ha sollevato, nel silenzio generale di diversi sindacati, dei politici e della amministrazione scolastica”.
Un bottino a metà, dunque che ridimensiona solo parzialmente l’emergenza reggenze che riguarda ancora 607 altri istituti distribuiti in tutta la penisola (a cui occorre sempre aggiungere la reggenza di altri 475 istituti sottodimensionati che resteranno senza direzione scolastica), come recita la stessa Nota della Ragioneria. Chi ben comincia… è (esattamente) a ..  meno di metà dell’opera!!
Resta il problema della Campania dove la graduatoria dei dirigenti scolastici aventui diritto per le nuove nomine non esiste ancora.
La decisione del Ministero, da accogliere con favore, non spiega però, tuttavia, come mai con lo stesso tempismo il Governo abbia emesso qualche settimana fa il provvedimento, di natura esattamente contraria, che ha bloccato le proroghe per i dirigenti anziani a fine servizio che avevano espressamente dichiarato la disponibilità a proseguire: una considerazione più attenta avrebbe potuto consentire una direzione stabile per altre ulteriori 180 scuole.
All’infausto istituto delle reggenze, che quindi rimane attivo per 1078 scuole (!) rimane collegato il tema del dimensionamento scolastico che, ingigantendo le unità scolastiche fino a 1500-2000 alunni spesso suddivisi su più plessi e territori, ha portato il numero delle Istituzioni scolastiche autonome in Italia ad un numero di quasi la metà di quello francese, inglese e tedesco.
“Ne consegue – ha concluso il presidente Delfino –  che certa politica, certo sindacato ed una certa mentalità diffusa anche in chi si occupa di scuola porta sempre più la figura del dirigente scolastico ad assumere una funzione puramente amministrativa e burocratica, proprio in un momento in cui occorrerebbe un ‘presidio’  di governo delle singole istituzioni scolastiche responsabile, attento e protagonista di una direzione educativa e culturale, a servizio della libertà educativa dei docenti e delle famiglie”.

PRECARI, 100MILA ASSUNZIONI

PRECARI, 100MILA ASSUNZIONI SUCCESSO DELLA GILDA

“Il piano per assumere 100mila precari nel triennio 2015-2018 annunciato dal presidente del Consiglio è una buona notizia, ma Renzi sbaglia a piantarci sopra la bandiera perchè si tratta di un provvedimento obbligato in vista della sentenza con cui a breve la Corte di Giustizia europea potrebbe condannare lo Stato italiano”. Ad affermarlo è Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, che rivendica la primogenitura della causa promossa a Lussemburgo contro l’abuso dei contratti a termine oltre i 36 mesi. “Quello di Renzi – sottolinea Di Meglio – è un tentativo in zona Cesarini di evitare che la stabilizzazione dei precari storici venga imposta dall’Europa. Nessuna gloria, dunque, ma un atto dovuto e tardivo al quale forse non si sarebbe giunti se la Gilda degli Insegnanti non avesse portato la questione del precariato all’attenzione dei giudici europei”.

Il 17 luglio scorso l’avvocato generale Maciej Szpunar ha depositato le sue conclusioni alla Corte di Giustizia europea, riconoscendo le ragioni dei ricorrenti. Nel documento consegnato a Lussemburgo Szpunar spiega che lo Stato italiano ricorre alle supplenze per soddisfare esigenze permanenti e durevoli del settore scolastico e definisce la normativa nazionale generica e astratta. L’avvocato generale evidenza inoltre che non aver fissato un termine per l’indizione di concorsi genera una grave e totale incertezza nel sistema di reclutamento e che le restrizioni di natura finanziaria non possono giustificare il ricorso abusivo di contratti a tempo determinato. Alla luce di queste conclusioni è facile ipotizzare che i giudici europei si pronunceranno a favore dei precari.

Scuola: siamo pronti al confronto ma non subiremo passivamente scelte sbagliate

Scuola: siamo pronti al confronto ma non subiremo passivamente scelte sbagliate

Se le linee di indirizzo sulla scuola dovessero corrispondere all’intervento del Ministro Giannini al meeting di Comunione e Liberazione non ci sarebbe nulla di nuovo rispetto alle impostazioni fallimentari della ex ministra Gelmini.

Non sono chiare le risorse disponibili, non c’è alcun impegno per il rinnovo del contratto nazionale, si intende togliere salario a tutti con il superamento degli scatti per dare soldi a pochi utilizzando il vecchio progetto dell’Aprea, si vuole piegare la scuola pubblica alle logiche delle imprese e del mercato, si vogliono dare più soldi alle scuole paritarie mentre le autonomie scolastiche sono senza risorse e tante famiglie non sono più in grado di sostenere i costi per fare studiare i figli, non c’è alcun progetto per stabilizzare gli organici e riformare il reclutamento superando il precariato.

Tutto questo viene fatto senza alcun confronto ma attraverso interviste nella ricerca di consensi dei soliti interessi. La FLC CGIL ha avanzato, con il cantiere scuola, le sue proposte e verificherà i punti di convergenza e le distanze. Per noi, i punti di partenza devono essere: elevazione dell’obbligo scolastico a 18 anni, investimenti aggiuntivi, superamento del precariato, diritto allo studio e rinnovo del contratto nazionale.

Lo scontro non è tra cambiamento e presunta conservazione dei sindacati ma tra idee diverse di innovazione e per parte nostra vogliamo continuare a realizzare i principi e i valori sanciti dalla Costituzione e perciò siamo radicalmente contrari alla privatizzazione della scuola pubblica. Siamo pronti al confronto ma deve essere chiaro che non subiremo passivamente scelte che dovessimo ritenere sbagliate. La consultazione online la lasciamo al Governo, mentre dai primi di settembre noi andremo a fare assemblee nelle scuole e nei territori per discutere con il personale della scuola, le associazioni, gli studenti e gli attori sociali e istituzionali dei territori, perché senza ampio consenso e senza democrazia non si può cambiare il sistema di istruzione del nostro Paese.

PRIMO GIORNO DI SCUOLA CON SCIOPERO

PRIMO GIORNO DI SCUOLA CON SCIOPERO. INACCETTABILE IL PROGETTO GIANNINI-RENZI: L’UNICOBAS CONFERMA LO SCIOPERO DELLA SCUOLA PER MERCOLEDI’ 17 SETTEMBRE, PRIMO GIORNO NEL QUALE SARANNO APERTE TUTTE LE SCUOLE DEL PAESE, CON MANIFESTAZIONE DALLA MATTINA SOTTO IL MINISTERO DELL’ISTRUZIONE.
La Giannini, utilizzando il palco a lei più congeniale (quello di CL, ovvero dei padrini delle scuole private) anticipa la sua ‘riforma’: ‘merito’ ed eliminazione delle supplenze (perché farebbero ‘a chi le fa e a chi le riceve’). In buona sostanza, operazioni discrezionali invece degli automatismi d’anzianità ed eliminazione dei precari. VALUTAZIONI DI DOCENTI ED ATA E DIFFERENZIAZIONI STIPENDIALI OPERATE DAI DIRIGENTI (CONTRATTO ‘FLESSIBILE’), ANCHE ATTRAVERSO L’INCROCIO CON I RISULTATI DEI VERGOGNOSI TEST INVALSI + SPARIZIONE GRADUATORIE DI ISTITUTO E SPARIZIONE (FISICA) DEI PRECARI (SUPPLENZE E SOSTITUZIONI LE DOVREBBERO FARE GLI INSEGNANTI STABILI). Vengono confermate le ‘parole in libertà’ espresse a Luglio dal sottosegretario Reggi. Quello che si ‘scusò’ per le ‘parole mal meditate’ e di ‘non aver mai sostenuto di voler aumentare l’orario dei docenti’, non mancando poi di ribadire che ‘le supplenze le dovranno essere destinate al personale di ruolo’. Ebbene, come si può sostenere un progetto del genere senza un aumento d’orario per i docenti stabilizzati? Come potrebbero ‘fare le supplenze’ senza alzare l’orario di cattedra? Abbiamo capito qual è il vero cruccio di Renzi sulla Scuola: è terrorizzato dal dover applicare le sentenze europee sulla regolarizzazione delle migliaia di precari con 36 mesi di servizio. Per questo i ‘suoi’ hanno insistito tanto sull’aumento d’orario dei docenti e sul (vergognoso e minimalista) taglio delle scuole Superiori a 4 anni. Altro che ‘interesse per la scuola’! Cercano l’escamotage per ridurre drasticamente gli organici, onde dimostrare alla Suprema Corte di Strasburgo che non ci sarebbero posti da assegnare. In più, devono tirar fuori dal cilindro il ‘miliardo’ millantato qualche giorno fa da Renzi per la scuola: 800 milioni è il costo annuo per le supplenze, poi basterà aggiungere ciò che avanza del decreto Carrozza per l’istruzione (in buona parte mai speso). Pericolosa (ed ennesima) demagogia, come la prima boutade di Renzi sui 3,5 miliardi di euro per ristrutturare gli istituti, per l’80% non a norma, boutade ridottasi appunto all’impiego (futuribile) di 150 milioni (stanziati da Letta) per appalti impropriamente scaricati sulle scuole (anziché sui comuni), che non apriranno prima dell’estate 2015. Semplicemente vergognosa la bagarre sui pensionamenti di quella ‘quota ‘96’, eredità di uno dei tanti errori di Monti-Fornero, ‘errori’ riconosciuti ma mai corretti: l’ennesima promessa di un provvedimento ‘a fine Agosto’ evidenzia come un Governo politicamente ‘accattone’ (ma solo verso i cittadini) intenda risparmiare così 40 milioni, dilazionando di un altro anno un intervento necessario dal 2011.
L’UNICOBAS CONFERMA LO SCIOPERO PER IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA. La scuola italiana apre secondo le indicazioni dei calendari regionali. Il 17 Settembre la scuola prende il via nelle due regioni che iniziano più tardi (Puglie e Sicilia). Nel resto del Paese le lezioni avranno inizio dall’11 al 15 Settembre (tranne per il Trentino che apre l’8). Il 17 Settembre è quindi il primo giorno nel quale tutte le scuole italiane saranno contemporaneamente al lavoro, e sarà il primo giorno di sciopero dell’anno. Un segnale forte contro la schizofrenia del Governo, fatta di annunci ‘fattivi’ clamorosamente disattesi e proposte irricevibili ‘avanzate’, ritrattate e rilanciate.
Non c’incanta Renzi, ma neppure il suo sindacato di riferimento: la CGIL, pronta a dare una mano al PD. Come contropartita, il segretario Pantaleo chiede quell’ottantina di euro che (eccezion fatta per una parte dei collaboratori scolastici e una manciata di precari con poco servizio) alla scuola non è praticamente mai arrivata. Non si sono ancora accordati solo perché manca la copertura. In un Paese dove chi governa ha giurato su di una ripresa dello 0,8% per poi scoprire che siamo a -0,2% ed in stagnazione, con un forte rischio deflattivo. Prima hanno provato con le 36 ore settimanali, poi hanno ‘ragionato’ sulle 24 / 30. Ora, non volendo certo toccare i privilegi, eliminare la spesa per l’acquisto degli F16 (il 7 Agosto rifiutati, dopo il Canada, anche dal Giappone) o intaccare i regali fatti alle banche, si stanno arrovellando per riproporre ai docenti meno retribuiti del continente (e con contratto bloccato da più di 6 anni) il diktat di una definitiva dequalificazione impiegatizia inesistente nel mondo, a professionisti della didattica già impegnati in un lavoro sommerso e mai riconosciuto che giunge ben oltre le 18 ore frontali (o le 24 della Primaria e le 25 della scuola dell’Infanzia). L’idea è sempre la stessa: SUPERIORI A 4 ANNI E RELATIVO TAGLIO DI 60.000 CATTEDRE, ALTRETTANTI ESUBERI REDISTRIBUITI A DETRIMENTO DELLA QUALITA’ DELLA SCUOLA E DELLE SPERANZE DI ASSUNZIONE + AUMENTO OBBLIGATORIO DELL’ORARIO PER TUTTI SENZA RETRIBUZIONE AGGIUNTIVA, A SPESE DELLE ‘FERIE SOTTESE’ (L’EQUIVALENTE DI ALMENO 22 GIORNI L’ANNO DI LAVORO IN PIU’) + AUMENTO D’ORARIO FACOLTATIVO (MA CHI NON LO FACESSE RIMARREBBE A STIPENDIO BASE).
Questo progetto fa parte di un piano volto apertamente a fare della scuola pubblica la copia di quei diplomifici privati che, come il Ministro ben sa avendo ricevuto da tempo le dettagliate denunce dell’Unicobas, non controllano profitto e frequenza degli alunni e non pagano i docenti, ma li forniscono invece dei punti necessari per superare i precari pubblici nelle graduatorie di merito. La Giannini infatti, nonostante le interrogazioni parlamentari, non solo non è intervenuta, ma ha preso le scuole private a modello, e s’è pronunciata apertamente persino per l’assunzione diretta e discrezionale di docenti ed ata e per l’abolizione degli organi collegiali, baluardo di democrazia, libertà d’insegnamento e controllo nella scuola di tutti. Tutto questo non passerà. L’unicobas si batte per un contratto specifico per la scuola (Docenti ed ATA) fuori dal calderone indistinto del ‘pubblico impiego’ e fuori dall’area di vigenza del Dlvo 29/1993, che impedisce alla scuola meno retribuita della UE aumenti contrattuali superiori all’inflazione ‘programmata’, la stabilizzazione degli automatismi d’anzianità e la riconquista di un ruolo professionale e disciplinare specifico, con l’istituzione del preside elettivo e del Consiglio Superiore della docenza.
Stefano d’Errico (Segretario nazionale)

Concorso dirigenti scolastici in Campania: cum grano salis!

Concorso dirigenti scolastici in Campania: cum grano salis!

Con un minimo di buonsenso non si può che condividere la posizione assunta in questi giorni dal nuovo direttore generale dell’ufficio scolastico regionale della Campania, non ancora ufficialmente insediatosi, che annuncia che la graduatoria relativa all’ultimo e controverso concorso per dirigenti scolastici in Campania non sarà varata prima del novembre prossimo. Inutile dunque continuare a battere la grancassa, prendendo a spunto la questione delle 120 scuole campane che inizierebbero il nuovo anno scolastico senza la presenza di un dirigente che possa garantire la continuità. Sono situazioni ben note e che si verificano tutti gli anni in molte regioni italiane, risolte con le reggenze, da quando sono stati aboliti gli incarichi che, in passato, hanno generato un precariato poi finalmente risolto con l’ultimo concorso riservato. Non vedo proprio come si possa pretendere che venga pubblicata una graduatoria, che non presti il fianco a ricorsi ed a controricorsi che allungherebbero, e di molto, i tempi dell’annosa vicenda, in una situazione così delicata nella quale si attendono, non solo pronunce amministrative, ma anche i risultati di una delicata inchiesta della magistratura inquirente che vede coinvolti ben 23 indagati tra concorrenti e componenti della commissione esaminatrice. Senza tralasciare tanti altri emblematici aspetti legati al concorso in questione, tra i quali giova ricordare, sul piano nazionale, la notizia, comparsa su un sito internet il giorno prima della presentazione ufficiale dei quiz che sarebbero stati oggetto della prova preselettiva, che le batterie di tali quiz erano già in possesso di alcuni concorrenti; e, segnatamente per la  Campania, l’ammissione, a seguito di una sentenza del TAR Campania, nel giorno antecedente alla prove scritte di oltre 300 partecipanti che non avevano superato la prova preselettiva. Molti di questi candidati, per inciso, hanno poi sostenute le successive prove e dunque allo stato potrebbero essere anche tra i vincitori. Una vicenda, quest’ultima, che ricorda molto da vicino quella del precedente concorso, bandito nel 2004, quando, a seguito dell’ammissione alle prove dei cosiddetti “riservisti”, concorrenti che, in base alle norme indicate nel bando, non avevano neppure i requisiti per superare la fase preselettiva, e grazie ad una successiva legge dello Stato che sanò tutte le situazioni di coloro che erano stati appunto ammessi con riserva, il numero dei vincitori del concorso, per la sola regione Campania, fu quasi il triplo di quello indicato nel bando. Solo grazie all’interregionalità, anch’essa introdotta successivamente, fu possibile trovare collocazione alla gran mole di dirigenti scolastici vincitori di quel concorso benché molti di essi, va ribadito, non possedevano neppure i requisiti per accedervi, in base ai meccanismi indicati per la preselezione. Proprio alla luce di questi precedenti e delle vicende giudiziarie connesse al concorso in questione, si rende necessario attendere ed operare cum grano salis, auspicando  che, nel frattempo, venga fatta piena luce su tutte le delicate questioni connesse alla procedura concorsuale, a partire proprio da quelle che riguardano l’inchiesta in corso della Magistratura.

Gennaro Capodanno

Venerdì 29 agosto Manifestazione nazionale

Venerdì 29 agosto 2014 ore 11:00
Piazza Santi Apostoli, Roma
Manifestazione nazionale, contro la politica scolastica del governo Renzi.

Vista la distanza dalle stanze del potere, chiederemo un corteo che ci avvicini al Consiglio dei Ministri di palazzo Chigi

Quota 96 & precari
uniti si vince!

Tutti i quota 96 in pensione
&
i precari assunti

Alle minacce della Giannini la scuola pubblica risponde con la mobilitazione

Le recenti esternazioni di Stefania Giannini, Ministro di quella che una volta era chiamata Pubblica Istruzione, si caratterizzano per un mix di vacuità ed aggressività francamente intollerabili.

Dopo anni di tagli alle retribuzioni del personale ed agli organici questa signora, in luogo di proporre di restituire il maltolto alla scuola pubblica, ci ammannisce il solito mantra: sostegno alla scuola privata, valorizzazione del merito, premi e punizioni, innovazione tecnologica, esaltazione del mercato e via pontificando.

Se questa è l’agenda del governo l’unica risposta è rispedirla al mittente. Le questioni reali da affrontare, infatti, sono assolutamente evidenti:

  • retribuzioni dignitose
  • un organico adeguato al funzionamento di una buona scuola
  • l’assunzione del personale precario su tutti i posti disponibili
  • forti investimenti per l’edilizia scolastica

Le nostre rivendicazioni hanno agli occhi di questi signori il gravissimo difetto di non adattarsi alla politica di sfascio della scuola pubblica che da troppi anni governi di diverso colore hanno perseguito con pertinacia degna di maggior causa ma è su questa piattaforma che i lavoratori della scuola costruiranno la loro mobilitazione a partire dall’inizio dell’anno scolastico.

Pertanto sin dai primi giorni di settembre la CUB Scuola Università Ricerca organizzerà assemblee, presidi, mobilitazioni e sta preparando lo SCIOPERO GENERALE della scuola che deve vedere coinvolti tutti coloro che hanno a cuore al difesa e la crescita della scuola di tutti e di tutte.

Per la CUB Scuola Università Ricerca
Il Coordinatore Nazionale
Cosimo Scarinzi

Sciopero breve

Nota AOOUFGAB Prot n 23629· 26/08/2014

Oggetto: Comparto Scuola. USB – Pubblico Impiego – Scuola. Sciopero breve delle attività funzionali del personale docente durante il primo collegio docenti – prima ora di servizio del personale ATA, in Italia e all’estero, a tempo indeterminato e precario dal 1° settembre 2014 e successivi

ANNUNCIO RENZI

Comunicato della Direzione nazionale
La Direzione nazionale della Gilda degli Insegnanti, riunitasi a Roma il 21 agosto 2014, ha discusso della situazione dell’istruzione e della scuola, che è in Italia istituzione tutelata dalla Costituzione.
Il dibattito dei dirigenti nazionali dalla Gilda si è soffermato in particolare sulla condizione nella quale in questi ultimi anni i docenti svolgono la loro attività professionale, mal retribuita ed oppressa dalla burocrazia.
In attesa delle linee guida preannunciate alla stampa dal Presidente del Consiglio, la Gilda degli Insegnanti ricorda che se  l’istruzione in Italia mantiene livelli ancora buoni è grazie alla professionalità e alla dedizione della stragrande maggioranza dei  docenti.
Fiduciosi che le linee guida possano essere tali  da garantire sia il livello dell’istruzione sia, soprattutto, le risorse economiche necessarie per un rilancio del settore dell’istruzione statale, la Gilda ribadisce l’assoluta contrarietà ad una politica scolastica che già da troppi anni taglia anche l’indispensabile e quindi rispetto ai paventati tagli di un anno del percorso scolastico delle secondarie, al prospettato ulteriore blocco della parte economica del CCNL e degli scatti di anzianità, all’aumento dell’orario di lavoro dei docenti, nel contesto di una possibile revisione unilaterale della parte normativa.
La Gilda degli Insegnanti, in tale ipotesi, sarebbe pronta a chiamare i docenti alla mobilitazione nazionale.

 

LA DIRIGENZA SCOLASTICA ANCORA NEGLETTA: RASSEGNARSI O REAGIRE?

LA DIRIGENZA SCOLASTICA ANCORA NEGLETTA: RASSEGNARSI O REAGIRE?

 

Si sono ultimamente verificati due eventi concomitanti, più un terzo, che meriterebbe – si fa per dire! – un commento a parte, concernente l’invereconda vicenda della c.d. Quota 96 e una prospettata – entro questo mese – sua più corposa appendice.

1Con l’avvenuta firma in sede ARAN i sindacati generalisti di comparto hanno, ancora una volta, dato mostra di saper svolgere egregiamente il proprio mestiere: tutelare le centinaia di migliaia di docenti e le decine di migliaia di personale ATA, che – dopo quelli del 2010 e del 2011 – hanno acquisito, anche per il 2012, il recupero degli scatti di anzianità e delle posizioni economiche. Col che è stato bellamente (ri)aggirato il divieto legale, di tremontiana memoria, che imporrebbe il blocco delle retribuzioni siccome cristallizzate al 31 dicembre 2009. Il meccanismo – che naturalmente sarà replicato per il 2013, e poi per il 2014 – consiste in una sorta di partita di giro, essendosi ulteriormente potati i già esangui fondi del MOF (miglioramento dell’offerta formativa).

Dovrebbe derivarne che, non essendoci a breve più nulla da contrattare a livello d’istituto, non si comprende più la permanenza del barocco sistema di relazioni sindacali ivi incardinato e delle RSU che lo presidiano. O invece lo si comprende fin troppo bene: il primo – ancorché, in fatto, un vuoto simulacro – è (e continuerà a essere) preordinato ad erodere i poteri del dirigente scolastico per garantire, a prescindere, l’indistinta massa impiegatizia del lavoratori; le seconde serviranno per consentire, ogni tre anni, ai sindacati tradizionali e a quelli meno risalenti, di integrare il dato associativo con quello elettorale al fine di misurare le relative rappresentatività.

Per contro, le stesse sigle sindacali – parimenti rappresentative della dirigenza scolastica, complessivamente per oltre il 55%, unitamente a una quinta sigla relativamente maggioritaria – sono silenti, da cinque mesi, sul destino dei fondi regionali per la retribuzione di posizione variabile e di risultato, spettanti ai dirigenti scolastici e sempre riferite al 2012.

A suo tempo la Pentiade inscenò dei sit-in sui gradini del palazzo di Viale Trastevere e financo minacciò cruenti scenari perché, secondo l’Ufficio centrale di bilancio presso il MIUR, i dirigenti scolastici non solo non potevano vedersi attribuite le inerenti retribuzioni nella misura superiore a quelle percepite al 31 dicembre 2009, ma dovevano subire una decurtazione pari a duemila euro medi all’anno!

Spentisi quei fatui fuochi di paglia, tutto tace. E i colleghi, sempre più depressi, attendono ancora di percepire poco più che una miserabile mancia.

2- A distanza di due mesi dal trionfale annuncio in Consiglio dei ministri – dove, evidentemente, non si licenziano più articolati normativi, ma si coniano accattivanti slogan e si proiettano variopinte slide -, dopo un testo apocrifo e uno semi-ufficiale, pare finalmente essere pervenuta alla presidenza del Senato la stesura definitiva del disegno di legge delega n. 1577, a firma del presidente del Consiglio, di concerto con il ministro della Pubblica Amministrazione e con il ministro dell’Economia e delle Finanze, corredato di relazione illustrativa, relazione tecnica, analisi tecnico-normativa e analisi di impatto della regolamentazione.

Riguarda la Riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche, da realizzare non più in un mese, e neanche in un anno, bensì in mille giorni, quanti ne mancano per la fine della legislatura. Se basteranno.

L’articolo 10 ( articolo 3 nella versione apocrifa), già oggetto di nostri interventi, è dedicato alla riforma della dirigenza pubblica. E, contrariamente ai propositi iniziali della leggiadra trentatreenne titolare del dicastero della Pubblica Amministrazione, statuisce che quella esercitata nelle istituzioni scolastiche non è una dirigenza manageriale, siccome preposta alla conduzione di strutture organizzative dotate di intrinseca complessità, tramite la gestione di risorse umane, strumentali e finanziarie ( e correlate, esclusive, responsabilità giuridicamente esigibili). Non lo è, nonostante l’inoppugnabilità del dato normativo, le puntuali e argomentate pronunce sia della Corte dei conti che del Consiglio di Stato o, ancor prima, il mero riscontro fattuale percepibile – beninteso, se correttamente informato – dall’uomo comune. Ma non è neanche una dirigenza professionale, la cui funzione inerisce all’esplicazione di qualificate, e circoscritte, prestazioni tecniche, in via esclusiva o prevalente ( come nel caso dei dirigenti medici del SSN o dei dirigenti tecnici del MIUR, ex ispettori scolastici): tal che qui, a rigore, la dirigenzialità rileva, fondamentalmente e solo, quoad pecuniam.

Ragion per cui la dirigenza scolastica non è compresa nel nuovo ruolo unico, neanche in un’ apposita sezione speciale del medesimo. Resta quindi una dirigenza sospesa, nei cui confronti non valgono l’abolizione delle distinzioni tra prima e seconda fascia; la conseguente mobilità sia in verticale (c.d. carriera) che in orizzontale, cioè nei diversi settori delle amministrazioni statali e, latamente, pubbliche; la consustanziale omogeneizzazione-perequazione delle retribuzioni nell’ambito del ruolo unico, in esito alla riparametrazione di tutte le voci retributive.

Per converso, non sarà incisa da un’ordinaria valutazione dei risultati e delle prestazioni organizzative: né in positivo, a fini premiali, né in negativo, comportante extrema ratio il licenziamento. Sembrerebbe un trattamento di riguardo, ma in realtà è l’ennesima replica di una collaudata – e mai contrastata! – strategia per non attribuire la ( una non risibile e offensiva) retribuzione di risultato. In sostanza, a significare che – quella scolastica – è una dirigenza farlocca. Perché, per definizione, se non c’è valutazione non c’è dirigenza!

Ancora, dunque, imbutati nella riserva indiana a contemplare la propria sublime specificità; contrassegnata da carichi di lavoro, e correlate responsabilità, incomparabilmente più gravosi rispetto alla restante dirigenza pubblica di – attualmente – pari seconda fascia.E retribuita giusto per la metà: in media 55 mila euro lordi annui per chi è specifico, a fronte di 110 mila, sempre lordi, per chi è generico. Cliccare sui vari siti Trasparenza per credere!

Ma c’è una novità. Perché di tale autentica aberrazione, sovranamente ignorata dai sindacati di comparto, si è finalmente accorto il presidente del più autorevole e più rappresentativo sindacato della dirigenza scolastica, nonché presidente della CIDA-FP.

Dopo essersi rigorosamente astenuto dal profferire una sola parola-una nei vari incontri ufficiali, lo ha finalmente scritto nell’editoriale dell’ultimo numero della propria rivista ufficiale, sottolineando che il disegno di legge delega non ha ancora cominciato il suo cammino parlamentare e che ora si può immaginare che la discussione in autunno potrà essere interessante e vivace.
Bene, vuol dire che – al di là della prosa vellutata e un po’ criptica – è disposto a spendersi per la dignità della categoria? Se ciò avverrà DIRIGENTISCUOLA sarà ben lieta di unire i propri sforzi, punto o poco interessata a rivendicare diritti di primogenitura o ad appuntarsi medaglie sul petto.

3- Per la prova dei fatti, peraltro, non occorrerà attendere l’autunno, in quanto entro questo mese – sempreché l’ennesimo annuncio non sortisca l’ennesimo slittamento dei tempi di attuazione di quanto promesso – sarà messo a punto un organico pacchetto sulla scuola, il cui valore è stimato in un miliardo di euro, comprensivi – ma è da credersi veramente? – di quei quattro spiccioli necessari a risolvere l’annosa questione della Quota 96 (che, dal prossimo primo settembre, diventerà Quota 103!) e che ora non paiono più suscettibili di mettere a repentaglio l’intero bilancio dello Stato italiano.

Si parla di ripensare la scuola media, di incrementare i curricoli dei vari tipi e indirizzi di studio, di potenziamento dei laboratori e di apertura della scuola sino alle 22.00, periodo estivo incluso. Ancora, si parla di generalizzare l’alternanza scuola-lavoro, di far finalmente decollare l’autonomia in uno con l’implementazione di un articolato e generalizzato sistema di valutazione, con connessa valorizzazione del personale della scuola – i cui stipendi sono ridicoli o quasi, a detta del nostro presidente del Consiglio – e quindi anche della sua dirigenza – oppure no? -, comunque intestataria di ulteriori compiti e delle responsabilità di valutare – e remunerare – le prestazioni dei singoli e l’apporto da loro recato al miglioramento del servizio.

Dovrebbe così esserci lo spazio perché la dirigenza scolastica possa cominciare a raccontarsi, e quindi a esistere, anche con interlocutori sbrigativi: mandateci un twitter e poi decidiamo noi.

Se qualcuno vorrà dare una mano, il momento è quello giusto. Se poi questo qualcuno è anche il più autorevole e più rappresentativo dei sindacati della dirigenza scolastica, meglio ancora.

 

Nasce “L’officina dei prossimi dirigenti scolastici”

Nasce “L’officina dei prossimi dirigenti scolastici”: la Piattaforma open di PVMScuola per l’autoformazione degli aspiranti DS

Gruppi di studio, di autoformazione, condivisione di materiali..
E’ una delle nuove frontiere del web nel mondo della scuola. Su facebook è sufficiente fare una ricerca inserendo la chiave “concorso” per accorgersene: dal concorso per dirigenti scolastici del 2011 a quello per docenti del 2012 fino alla selezione che si sta svolgendo in queste settimane per l’ammissione al Tfa.
Parole d’ordine: condivisione assoluta, gratuità, apertura totale.
E’ un metodo che funziona e ha un grande valore aggiunto, perché crea collaborazione e abitua i professionisti della scuola a confrontarsi, a condividere esperienze, idee, buone pratiche, ben al di là della motivazione “utilitaristica” finalizzata al superamento di un concorso, che pure costituisce la spinta iniziale.
Noi di PVMScuola, come associazione che riunisce docenti e dirigenti scolastici che si impegnano per valorizzare le professionalità del mondo della scuola, ci siamo chiesti quale poteva essere il nostro contributo.
Così abbiamo pensato di mettere a disposizione la nostra piattaforma PVMElearning (www.elearning.pvmscuola.it) per ospitare materiali e idee, a partire dal prossimo corso concorso per dirigenti scolastici che sta per essere bandito.
Sarà uno spazio autogestito, strettamente collegato con tutti i gruppi facebook e soprattutto aperto a tutti i docenti che lo vorranno, senza alcuna condizione se non quella di essere insegnanti e accettare le regole della condivisione totale.
PVMScuola sarà un ospite discreto, metterà a disposizione la piattaforma dove i materiali potranno essere ordinati e fruibili in modo semplice. Il filtro sarà ridotto al minimo indispensabile e si limiterà al controllo del rispetto della usuale netiquette.
La piattaforma è collegata al gruppo Facebook “Corso concorso dirigenti scolastici 2014” , aperto dal nostro Raffaele Fontanella, ma intende aprirsi a tutti i gruppi di studio che esistono in rete che si renderanno disponibili.

Istruzioni per l’accesso
Per il gruppo facebook “Corso concorso dirigenti scolastici 2014” basta richiedere l’iscrizione indicando il proprio nome, cognome e scuola di appartenenza.
Per accedere alla piattaforma, basta registrarsi all’indirizzo www.pvmelearning.it e poi al corso “L’officina dei prossimi dirigenti scolastici”.

Regole essenziali
–    Niente nick o pseudonimi
–   Al primo accesso bisogna completare il proprio profilo, inserendo la scuola di appartenenza. Questo dato lo diamo come obbligatorio, pena la cancellazione.
–    I materiali da condividere possono essere messi sul gruppo facebook “Corso concorso dirigenti scolastici 2014” o sui gruppi che aderiranno all’iniziativa, gli amministratori di PVMElearning si incaricheranno di trasferirli sulla piattaforma.
–    I materiali autoprodotti dovrebbero portare la firma dell’autore in calce, ci sembra un giusto riconoscimento, ma la regola è che chiunque deve poter suggerire modifiche o miglioramenti, senza problemi
–    Il controllo sulla bontà e correttezza dei materiali deve essere fatto dai fruitori, PVM non si assume alcuna responsabilità in questo senso, nella certezza che questo controllo verrà dal confronto continuo fra colleghi.
–    Effettueremo un filtro minimo. Ci riserviamo di eliminare immediatamente contenuti offensivi, provocatori in qualunque senso, o palesemente sbagliati. Da questo punto di vista le regole sono quelle della consueta netiquette in rete.
–   Anche se la piattaforma non è di pubblico dominio, ci riserviamo anche di eliminare contenuti che in qualunque modo violino il copyright (ad esempio testi scannerizzati o simili).
Per quanto riguarda i materiali reperibili in rete, inseriremo i link, in modo da catalogarli e renderli fruibili con maggiore comodità.
–    Chiediamo a tutti di collaborare con suggerimenti, correzioni, idee di qualunque tipo. Unica forma di “compenso”, la richiesta di contribuire con almeno un lavoro prima della conclusione del concorso, nell’ottica della condivisione libera.

Sviluppi futuri
Siamo fermamente convinti che l’apertura totale e la condivisione siano alla base di una possibile, vera rivoluzione nel mondo della scuola. La comunità degli operatori della scuola dovrebbe ispirarsi alla comunità scientifica, che ha fatto della condivisione e del controllo incrociato dei risultati un’arma vincente.
Per questo motivo auspichiamo che iniziative come la nostra si moltiplichino e siamo disponibili a confrontarci e a fare rete, mettendo in comune risorse, materiali, idee.
Sul sito di PVMScuola e sulla sua pagina facebook è possibile entrare in contatto con noi. Saremo lieti di ospitare e di scambiare i nostri link con gruppi, associazioni, siti web che si propongono di confrontarsi e lavorare insieme per una scuola dove sia più bello insegnare e soprattutto…studiare!
(Maria Grazia Vitale)

VALUTAZIONE TITOLI PRECARI. SIA UGUALE PER TUTTI

GILDA: VALUTAZIONE TITOLI PRECARI. SIA UGUALE PER TUTTI

Anche in questa settimana di ferragosto, alla FGU-Gilda degli Insegnanti giungono dalle province numerose segnalazioni di comportamenti difformi da parte degli uffici periferici del MIUR nella valutazione dei titoli per le graduatorie ad esaurimento.
Appare evidente che l’interpretazione da parte degli uffici periferici della normativa emanata dal MIUR sulla valutazione dei titoli, in particolare il master conseguito dagli insegnanti diplomati ed il concorso 2012, risulta difficoltosa e produce differenti comportamenti in sede locale.
Questa valutazione non uniforme sul territorio italiano genera negli insegnanti in graduatoria sconcerto, confusione e malcontento, dando una negativa immagine dell’Amministrazione.
Inutile ricordare come questo caos nelle graduatorie alimenti la tensione dei docenti precari già provati dalla burocrazia delle domande, dalle disfunzioni del sistema informatico e dalla preoccupazione per la diminuzione dei posti di insegnamento.
Per questo la FGU-Gilda degli Insegnanti rinnova all’Amministrazione la richiesta, già fatta negli scorsi giorni, di un controllo dell’operato dei propri uffici periferici e di una nota di chiarimento che uniformi la valutazione dei titoli nelle graduatorie di tutta Italia.