Ritorno a scuola: maggiore tutela per salute e sicurezza

da Tuttoscuola

Di Teresa Madeo*

In questi due mesi di totale lockdown la scuola si è riorganizzata e gli insegnanti hanno fronteggiato con senso di responsabilità il momento di crisi, reinventandosi e reinventando nuove modalità per mantenere vivo il rapporto con gli alunni e portare avanti la progettazione didattica, affrontando grandi difficoltà organizzative. I tagli alla scuola pubblica degli ultimi decenni, le condizioni critiche dal punto di vista edilizio ed il sovraffollamento delle classi, hanno già minato le scuole rendendole spesso incapaci di garantire la sicurezza già in condizioni di normalità. Evidente che, la sicurezza non poteva essere garantita in emergenza Covid 19. Del resto il TU per la sicurezza nei luoghi di lavoro per la scuola, non prevede un “caso pandemia”.

L’INAIL descrive l’emergenza come la “manifestazione di un evento, ovvero di una condizione improvvisa che genera un pericolo immediato e che, per le caratteristiche del contesto, non può essere evitato pertanto deve essere gestito attraverso interventi urgenti per riportare il contesto alla normalità”.

La Sicurezza nelle scuole dovrebbe tutelare la salute dei lavoratori e degli studenti: sentirsi sicuri e al sicuro è un bisogno collettivo che deve essere garantito con l’attuazione di misure di prevenzione e di protezione dell’ambiente lavorativo.

Il D.Lgs. 81/08, noto come Testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro, riguarda tutti i settori di attività, sia privati che pubblici. Anche la scuola è soggetta alle norme relative a salute e sicurezza, in quanto ambiente in cui gli studenti trascorrono la maggior parte delle ore della loro giornata; per questa ragione risulta fondamentale fare prevenzione, proteggere e tutelare tutte le persone che operano negli Istituti scolastici, sensibilizzarle a un cambio di mentalità, pianificando percorsi di formazione periodici sui rischi rivolti ai docenti, al personale Ata e agli studenti, tenendo conto delle differenti tipologie di scuole ed istituti scolastici di ogni ordine e grado. Si pensi per esempio agli Istituti Professionali e agli Istituti Tecnici, nei quali la presenza di laboratori determina rischi spesso paragonabili a quelli dei settori produttivi data la possibile esposizione ad agenti chimici, fisici e biologici e per l’uso di macchine, apparecchi e strumenti di lavoro. È pertanto necessario che l’utenza della scuola sia informata e formata sui rischi esistenti nello svolgimento delle attività e che gli studenti siano consapevoli di dover prestare la massima attenzione durante l’utilizzo delle attrezzature.

Occorre organizzare, per questo, momenti di riflessione con le scuole e il mondo del lavoro, al fine di sensibilizzare tutti all’adozione di pratiche sicure nei luoghi di lavoro. Nella scuola è altresì doveroso andare oltre il semplice aspetto formale degli adempimenti, al fine di garantire condizioni di sicurezza per gli allievi e il personale, attivando, in sinergia, azioni che promuovano sensibilità, competenze e comportamenti consapevoli e sicuri.

La scuola rappresenta il luogo in cui i giovani futuri cittadini si formano e si preparano per il mondo del lavoro attraverso l’acquisizione di competenze specifiche durante il percorso scolastico, già nella sede scolastica formati e sensibili ai temi vitali della sicurezza. La presenza in tutti gli ordini di scuole dell’insegnamento di “Cittadinanza e Costituzione” sta a significare che non solo le norme legate alla prevenzione, ma anche la politica scolastica hanno maturato una visione nella quale ogni istituto può e deve diventare luogo di promozione dei diritti, offrendo l’opportuno contesto per il loro esercizio e per la loro rivendicazione, in una prospettiva di responsabilità individuali e collettive, connesse all’idea di cittadinanza attiva. Ciò implica comunque la necessità di misurare e adattare le proposte alla specificità degli istituti: occorrerà proporre una modifica sostanziale del decreto 81 per il comparto scuola,“che assicuri una maggiore tutela costituzionale dei diritti per la sicurezza, per la salute e l’istruzione”.

“Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della propria persona” (Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, Articolo 3, 1948).

Conosciamo bene il lavoro di chi si è adoperato nella ricerca di tempestive soluzioni e di concrete risposte, nonostante tutto! Abbiamo fatto bene? Siamo stati all’altezza? Siamo stati pienamente attenti alle esigenze di tutti? Abbiamo sbagliato qualcosa che si può rivedere? Qualunque sia la risposta, una cosa non potrà essere negata da nessuno: ci abbiamo provato, ci siamo adoperati in tutti i modi per far fronte alla tragica emergenza, cercando di trovare e mettere alla prova tutte le strategie necessarie. Adesso dovremo metabolizzare le criticità, rimboccarci le maniche e pensare al prossimo anno scolastico nel quale chi ha provato a gestire l’emergenza di oggi sarà pronto a mettere in campo una diversa consapevolezza, a fare tesoro degli errori, a progettare e programmare ogni azione finalizzata a garantire il diritto allo studio, oggi per certi aspetti compromesso.

Sulla base della conoscenza sul campo dell’organizzazione scolastica, mi sento in dovere di formulare delle proposte che tengano conto dell’esperienza maturata e consolidata attraverso il quotidiano lavoro per le scuole, seppur NON riconosciuto contrattualmente. Credo che sia necessario pianificare la formazione specifica, che sia URGENTE una nuova definizione della figura del preposto (oggi previsto all’art. 2 comma 1 lett. e) D.Lgs. 9 aprile 2008 n. 81) i cui obblighi sono definiti all’art. 19 del D.Lgs. 81/08, che ci debba essere OBBLIGO della frequenza ai corsi di formazione per preposti della durata di 8 ore secondo quanto prevedono l’art. 37 del D, Lgs. 81/2008 e gli accordi Stato-Regioni.

Ritengo inoltre fondamentale pianificare la formazione specifica, ponendo la Scuola al centro di un nuovo modello di società che sta nascendo sotto la spinta dell’emergenza sanitaria e che dovrà necessariamente svilupparsi attraverso una serie di azioni così declinate alla cura degli ambienti scolastici mediante seri e consistenti finanziamenti, finalizzati ad interventi di carattere edilizio e anche infrastrutturale (quali ad esempio arredi e corredi scolastici). In tal senso urge un finanziamento ed un’immediata attuazione di un progetto strutturale per la scuola, che preveda al suo interno la presenza permanente di figure professionali di supporto, quali medici competenti e psicopedagogisti, che curino il benessere della popolazione scolastica in una dimensione integrata tra gli aspetti sanitari e quelli complessivi -ed esistenziali- della persona. Credo siano d’obbligo soprattutto norme di sicurezza chiare e precise che esplicitino in modo inequivocabile che in caso di epidemia o pandemia la scuola funzioni esclusivamente a distanza, fino alla risoluzione del problema sanitario. Penso infine che siano necessari investimenti strutturali per dotare gli utenti di device idonei e reti dedicate esclusivamente alla didattica a distanza.

Soltanto seguendo un simile percorso la scuola potrà sviluppare gli anticorpi rispetto a  qualsiasi futura urgenza e/o pandemia e solo così potrà rispondere compiutamente alle caratteristiche che la nostra Costituzione, direttamente o indirettamente, le chiede di garantire: inclusivitàpari opportunità e certezza della qualità del servizio.

*Professoressa IIS CELLINI FI, Docente utilizzata su Progetti Nazionali presso USR Toscana