2024, l’anno dell’IA/1. Il monito del Presidente

da Tuttoscuola

Nel suo discorso di fine anno, più denso e intenso di altri pronunciati in analoghe precedenti occasioni (qui il testo integrale), il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha detto con chiarezza che il 2024 sarà un anno decisivo per capire la direzione che prenderà l’ulteriore sviluppo dell’Intelligenza Artificiale. E per capire, ha detto il Capo dello Stato, occorre prima di tutto “ascoltare”.

Ascoltare significa, anche, saper leggere la direzione e la rapidità dei mutamenti che stiamo vivendo. Mutamenti che possono recare effetti positivi sulle nostre vite”. Ma non solo, perché se è vero che “la tecnologia ha sempre cambiato gli assetti economici e sociali” e che “adesso, con l’intelligenza artificiale che si autoalimenta, sta generando un progresso inarrestabiledestinato a modificare profondamente le nostre abitudini professionali, sociali, relazionali”, non è scontato che l’esito di quello che “verrà ricordato come il grande balzo storico dell’inizio del terzo millennio” produca solo effetti positivi. Dobbiamo fare in modo che la rivoluzione che stiamo vivendo resti umana”, ha ammonito il Presidente, “Cioè, iscritta dentro quella tradizione di civiltà che vede, nella persona – e nella sua dignità – il pilastro irrinunziabile”.

La preoccupazione espressa dal Presidente, condivisa da molti autorevoli esperti, compresi alcuni dei creatori delle più recenti applicazioni dell’IA come ChatGPT, è che gli esseri umani possano perdere il controllo dei processi valutativi e decisionali in favore delle macchine, o che queste siano utilizzate da autorità politiche di governi autoritari (il pensiero va alla Cina e non solo) per condizionare e limitare la libertà dei cittadini.

Come è successo per ogni altra svolta tecnologica importante (Mattarella ha parlato di “passaggio epocale”) le novità possono essere impiegate per finalità antropologicamente positive (aumento del benessere, della ricchezza, della salute, del patrimonio culturale condiviso) o negative (guerra, dominio di un popolo su altri, potere economico concentrato in poche mani indifferente alle ricadute sociali): la fissione dell’atomo, per fare un esempio, è servita per produrre energia ma anche per costruire la bomba atomica. Così una IA in mano a élites economiche (come nel caso degli USA) o politiche (Cina, Russia, Iran) rischia di essere piegata a interessi di controllo dei comportamenti degli individui limitando le loro scelte dal punto di vista socioeconomico o ideologico-politico.

Ad essere messa in causa è, per dirla con Mattarella, la “dignità della persona”. Per questo il dibattito internazionale in corso sulla regolamentazione dell’IA dal punto di vista etico è di straordinaria importanza, anche se esso per ora, purtroppo, coinvolge in pratica solo i Paesi dell’area liberal-democratica. In questo quadro, particolare rilievo assume anche la questione delle ricadute dell’IA sul piano educativo.