Regolare il versamento dei contributi previdenziali dei precari della scuola pubblica?

da Tecnica della Scuola

Regolare il versamento dei contributi previdenziali dei precari della scuola pubblica?
di Lucio Ficara
Se fosse vero si aprirebbe un abisso drammatico sullo stato dei conti pubblici italiani. Si tratta del dubbio, che circola in queste ore, sul regolare versamento dei contributi previdenziali che le scuole pubbliche avrebbero dovuto versare per il servizio prestato dai supplenti
Quindi dopo lo scandaloso disguido che ha visto centinaia di migliaia di supplenti della scuola pubblica, per diversi mesi senza stipendio, adesso si aggiunge un’altra grave denuncia sull’ omesso o ritardato versamento previdenziale dei precari della scuola.  Un danno che si riverbera inevitabilmente, non soltanto sulla posizione contributiva dei precari della scuola, ma in particolare modo sui requisiti necessari per ottenere l’indennità di disoccupazione. Bisogna ricordare, per completezza d’informazione che le supplenze brevi e saltuarie per servizio prestato dopo il primo gennaio 2013 sono pagate, a seguito dell’inserimento del contratto di supplenza da parte di ciascuna scuola, mediante la procedura del Cedolino Unico e quindi a mezzo del sistema informativo NoiPA.  Dunque il pagamento dipende da due fattori, il caricamento del contratto tramite sistema informatizzato del Sidi è la cura di presa in carico da parte della Direzione provinciale del tesoro che provvederà ad assegnare tramite la stessa procedura le somme occorrenti allo scopo. La denuncia che viene dai precari, vittime di ritardi prolungati sui pagamenti , è quella che con la nuova modalità di pagamento dei supplenti, piuttosto che sburocratizzare e rendere più semplice il pagamento , si sia trovato il modo piratesco di trattenere i fondi nelle casse statali e mettere in difficoltà migliaia e migliaia di insegnanti, di amministrativi, tecnici e ausiliari della scuola in tutta Italia. A supporto di queste denunce, che ripetiamo sono di tutta evidenza sulla rete internet, è nata anche una pagina Facebook dal titolo “supplenti della scuola senza stipendio”, dove si raccontano storie di un Paese che sta lentamente ma, sentendo certe tristi storie, inesorabilmente diventando come la Grecia