Maturità a prova di cellulari? Costerebbe fino a due milioni di euro

da Repubblica.it

Maturità a prova di cellulari? Costerebbe fino a due milioni di euro

Al vaglio del Ministero dell’Istruzione nuove soluzioni per impedire agli studenti l’uso di cellulari, tablet, penne a luce ultravioletta o infrarossa. Schermare gli istituti avrebbe, però, costi insostenibili in tempo di crisi. L’unica soluzione sembra un codice di autoregolamentazione per i siti specializzati

ROMA – Gli esami di maturità si avvicinano e, come ogni anno, si rinnova l’eterna battaglia tra studenti, sempre pronti a escogitare nuovi stratagemmi per copiare, e istituzioni scolastiche, impegnate a garantire la regolarità delle varie prove. Il Ministero dell’Istruzione ha ribadito nei giorni scorsi l’assoluto divieto di utilizzo di qualsiasi dispositivo tecnologico durante gli scritti. Perché la nota ministeriale non resti fine a se stessa, l’Anp, associazione dei presidi italiani, ha proposto di valutare la possibilità di installare negli edifici scolastici dispositivi capaci di individuare la presenza di cellulari ed altri strumenti elettronici.
Ma quanto verrebbe a costare una Maturità a prova di ‘furbetti’? Tra i 450 mila e i 2 milioni di euro, secondo quanto stabilito dall’indagine condotta da Skuola.net. Decisamente troppo, soprattutto in tempo di crisi e di tagli. Un rilevatore come quello auspicato dai presidi, infatti, è acquistabile a partire da 20 euro che, moltiplicati per le oltre 22.500 classi quinte che dovranno sostenere gli esami, farebbero lievitare in modo insostenibile la spesa. Applicare un solo dispositivo per scuola sarebbe insufficiente e costringerebbe i commissari ad un pattugliamento estenuante.
Un dirigente della Pubblica Amministrazione ha precisato che una simile procedura richiederebbe un bando di gara europeo e 4-6 mesi prima di procedere all’acquisito dei dispositivi. Un problema che potrebbe essere risolto se i vari istituiti decidessero di dotarsi autonomamente di tali prodotti, attingendo ai propri fondi. La situazione economica delle scuole italiane, però, è critica, al punto che molti presidi si sono visti costretti a chiedere un contributo agli studenti per lo svolgimento dell’esame di maturità.
Ecco perché la strada più semplice da percorrere potrebbe risultare, come ha spiegato Daniele Grassucci, responsabile delle relazioni esterne del portale Skuola.net, “porre un codice di autoregolamentazione per i siti specializzati per evitare che si pubblichino le soluzioni delle tracce anzitempo”, implementando il gentlemen agreement già esistente da due anni con la Polizia delle Comunicazioni.