Sì all’aggiornamento coatto dei prof

da ItaliaOggi

Sì all’aggiornamento coatto dei prof

Tra i formatori, entrano le associazioni professionali

Antimo Di Geronimo

Torna l’aggiornamento obbligatorio con i corsi organizzati dalle associazioni accreditate presso il ministero e dalle università. Lo prevede un emendamento al decreto 104/2013 approvato dalla VII commissione della camera il 24 ottobre scorso. Che stanzia 10 milioni di euro per reintrodurre per legge l’aggiornamento coatto, mediante la frequenza a percorsi formativi organizzati da terzi estranei alle scuole e all’amministrazione scolastica.

Un po’ come è avvenuto dal 1995 al 1999, quando per passare al gradone successivo bisognava documentare la frequenza a 100 ore di formazione. La modifica riguarda il comma 1, dell’articolo 16, che cancella l’automatismo dell’obbligatorietà della frequenza ai corsi solo per i docenti delle scuole in cui risultati delle prove Invalsi fossero risultati particolarmente bassi. Ma estende l’obbligatorietà a tutto il personale.

E a differenza della precedente stesura, l’emendamento amplia il catalogo degli aventi titolo ad organizzare i corsi includendo anche le associazioni professionali accreditate. L’aggiornamento obbligatorio tramite la frequenza ai corsi organizzati da queste associazioni era stato cancellato da tempo.

Oltre tutto questa facoltà è qualificata alla stregua di diritto nel contratto collettivo di settore.

In ciò lasciando intendere che il docente abbia diritto a scegliere liberamente gli strumenti e le modalità tramite le quali provvedere al proprio aggiornamento. Non di meno, se di obbligo si tratta, tale prescrizione non può che rientrare nella prestazione ordinaria. Perché lo straordinario è facoltativo per definizione. E quindi le ore di aggiornamento obbligatorie non potranno che rientrare nell’orario di lavoro ordinario, nel rispetto dei limiti fissati dalla contrattazione collettiva per le relative prestazioni.

Quanto alle materie per le quali sono previsti gli interventi di formazione esse sono indicate in un elenco tassativo contenuto nello stesso articolo 16. I

n primo luogo sono previsti interventi volti al rafforzamento delle conoscenze e delle competenze di ciascun alunno, per migliorare gli esiti nelle valutazioni nazionali Invalsi e degli apprendimenti. In più sono previsti percorsi formativi per migliorare l’integrazione degli alunni disabili e svantaggiati.

E per aumentare le competenze relative all’educazione all’affettività, al rispetto delle diversità e delle pari opportunità di genere. Idem per aumentare le competenze relativamente ai processi di digitalizzazione e di innovazione tecnologica e per favorire i percorsi di alternanza scuola-lavoro.