Giacinto Froggio, La devianza delinquenziale giovanile. Analisi psicosociologica di un fenomeno complesso.
Roma, Laurus Robuffo, 2014, pp. 302.
Si tratta di un saggio di criminologia psicosociologica dell’età evolutiva nel corso quale si affrontano e si spiegano le problematiche ricorrendo alla epistemologia della “complessità. Ne risulta così che la delinquenza giovanile (l’età presa in considerazione va dai 14 ai 25 anni) è un fenomeno complesso che si origina all’interno di una fitta intelaiatura di interazioni e reciprocazioni dove, alle volte, trova anche il suo mantenimento. Nel volume si propone inoltre una sistematizzazione dei modelli criminologici più importanti ed attuali, delineando così una “criminologia integrata” attraverso la quale si può spiegare l’origine, l’escalation e la continuità delle condotte. L’origine viene illustrata in riferimento alle diverse teorie dei tratti individuali (biologici e psicologici), alle diverse spiegazioni micro e macro sociali (dove trovano particolare spazio l’ambiente sociale, la famiglia, il gruppo dei pari, la scuola) ed alle teorie del controllo. La fase di escalation è descritta e compresa attraverso gli apporti delle teorie dell’apprendimento sociale e della Teoria Generale dello Strain. Infine, il mantenimento richiama le recentissime teorie socio cognitive (soprattutto quelle che fanno riferimento ai sistemi di convinzioni delinquenziali e alle Teorie dell’etichettamento e dell’identità sociale).
Indice
Introduzione
Capitolo Primo
La devianza delinquenziale giovanile
(1. Il fenomeno: disagio, devianza e/o delinquenza? 2. La devianza 2.1. Le norme 2.1.1. La socializzazione 2.1.2. Il cambiamento delle norme 2.1.3. Le norme giuridiche 2.2. I ruoli 2.3. Il controllo (sociale) 2.4. Tipologie e classificazione delle devianze 3. La delinquenza 3.1. La delinquenza giovanile 4. Disadattamento ed emarginazione 5. Riepilogo conclusivo)
Capitolo Secondo
Conoscere la delinquenza giovanile
(1. Tre livelli di studio del fenomeno 2. La delinquenza è un fenomeno complesso 2.1. La rete 2.2. La dinamica dei sistemi 2.3. La psicosociologia del corso di vita 2.4. Evoluzione del comportamento delinquenziale 2.4.1. Adolescenza: inizio ed escalation dei comportamenti delinquenziali 2.5. Continuità e cambiamento 3. Verso una criminologia integrata 4. Riepilogo conclusivo)
Capitolo Terzo
I tratti individuali e la delinquenza
(1. Gli studi genetici 2. Le teorie evoluzionistiche basate sulla “sintesi moderna” 3. Sistema Nervoso Centrale (SNC)4. Sistema Nervoso Autonomo (SNA)5. Fisiologia ormonale 6. La nuova biocriminologia 6.1 II cervello come elemento centrale fra gene e comportamento 6.2. Biologia, genere e crimine 7. La Teoria evolutiva del crimine di Terrie E. Moffitt 7.1. L’eziologia del comportamento delinquenziale 7.2. I predittori del comportamento delinquenziale stabile 8. I tratti individuali psicologici ed il comportamento delinquenziale 9. Giudizio, ragionamento morale e delinquenza 10. Le interpretazioni psicodinamiche 11. Lo “stile di vita” criminale nell’interpretazione di Glenn Walters 12 Riepilogo conclusivo)
Capitolo Quarto
L’ambiente macro e microsociale
(1. L’ecologia umana 1.1. La disorganizzazione sociale nelle grandi città 1.2. Le aree urbane e la devianza giovanile secondo Shaw e McKay 1.2.1. Alcune considerazioni critiche sul ruolo del quartiere nella genesi della delinquenza giovanile 1.3. L’isolamento sociale 2. La famiglia ed i comportamenti delinquenziali giovanili 2.1. La struttura della famiglia 2.2. Le funzioni della famiglia 2.2.1. Gli stili genitoriali secondo la Baumrind 2.2.2. Transizioni familiari e delinquenza 2.3. Qual è la reale influenza della famiglia sul comportamento delinquenziale? 3. I gruppi giovanili e la delinquenza 3.1.L e reti amicali 4. La scuola 4.1. I fattori di rischio e quelli protettivi 5. Riepilogo conclusivo)
Capitolo Quinto
Il controllo
(1. La Teoria dei legami sociali 1.1. Gli elementi del legame tra individuo e società convenzionale 1.1.1. L’attaccamento 1.1.2. L’impegno a conformarsi agli obiettivi convenzionali 1.1.3. Il coinvolgimento 1.1.4. Le convinzioni (beliefs) 2. La Teoria generale del crimine 2.1. Gli elementi dell’autocontrollo 2.2.Le cause del basso autocontrollo 2.3. Conferme e aspetti critici della Teoria3. Gli approcci interattivi al controllo 3.1. La Teoria interattiva della delinquenza di Terence P. Thornberry 3.2. Le traiettorie comportamentali 3.3. Gli sviluppi della Teoria di Thornberry 4. Conclusioni)
Capitolo Sesto
Apprendere la devianza delinquenziale
(1. La Teoria delle associazioni differenziali 2. La Teoria del rinforzo differenziato 3. La Teoria dell’apprendimento sociale del crimine di Ronald L. Akers 3.1. L’apprendimento del comportamento deviante 3.2. Il processo di apprendimento sociale: i feed backs 3.3. Il modello SSSL 3.4. Validità empirica e alcune considerazioni di tipo concettuale sulla Teoria dell’apprendimento sociale4. Riepilogo conclusivo)
Capitolo Settimo
Strain e delinquenza. La “General Strain Theory” di Robert S. Agnew
(1. Strain e comportamento delinquenziale 2. I tipi di strain che maggiormente possono condurre al crimine 3. La delinquenza come strategia di coping 3.1. I fattori che aumentano la possibilità di un coping delinquenziale 3.2. I soggetti maggiormente esposti al rischio di un coping delinquenziale 3.2.1. Gli adolescenti fascia più a rischio 4. Stabilità e continuità del comportamento delinquenziale lungo il corso di vita 5. Alcune considerazioni conclusive sulla Teoria generale dello strain)
Capitolo Ottavo
Le cognizioni delinquenziali
(1. Il sistema di convinzioni (S.d.C.) delinquenziali: il contributo di Glenn D. Walters 1.1. I fondamenti socio-cognitivi del sistema di convinzioni 1.1.1. Le prime interazioni 1.1.2. L’attaccamento ed il riferimento sociale 1.1.3. La Teoria della mente ed il role taking 1.2. Lo sviluppo del sistema di convinzioni delinquenziali 1.2.1. La fase d’inizio 1.2.2. Fase transizionale 1.2.3. Fase di mantenimento 1.2.4. Fase dello stile di vita delinquenziale 1.3. Gli schemi delinquenziali 1.4. Il S.d.C. delinquenziale 1.4. Gli aspetti critici della Teoria di Walters 2. Gli schemi sociali e la delinquenza: il contributo di Simons e Harbin Burt 2.1. La struttura cognitiva criminogena 3. Riepilogo conclusivo)
Capitolo Nono
Essere e sentirsi un delinquente: etichetta ed identità
(1. La costruzione sociale della delinquenza: il marchio del deviante 1.1. Il percorso deviante 1.2. Ascesa, caduta e ripresa delle teorie dell’etichettamento2. L’interazionismo simbolico: Sé e realtà 2.1. Role taking e role making 2.2. L’identità 2.3. Il corso di vita 3. Applicazione dei concetti interazionisti alla comprensione dei comportamenti delinquenziali 3.1. Le valutazioni riferite, l’etichettamento genitoriale e la devianza 3.1.1. L’autocontrollo come controllo sociale secondo la concezione di Mead 3.1.2. Etichettamento e valutazioni riferite 4. Riepilogo conclusivo
Conclusioni
Notizie biografiche
Giacinto Froggio, psicologo, psicoterapeuta e criminologo, si occupa di devianza giovanile dall’inizio degli anni ’80. Attualmente è Docente Stabilizzato presso la Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Università Salesiana, sede decentrata di Viterbo “Istituto Superiore Universitario Progetto Uomo”. Inoltre è Docente invitato presso altri Istituti Universitari e Scuole di Specializzazione in Psicoterapia. Autore di circa trecento pubblicazioni, tra gli ultimi volumi pubblicati: G. Froggio, Il trattamento della devienza giovanile. L’approccio psicosociale orientato in senso ecologico e cognitivo comportamentale, Franco Angeli, 2010; G. Froggio, Psicosociologia del disagio e della devianza giovanile. Modelli intepretativi e strategie di recupero, Laurus Robuffo, 2002.
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