Dai precari ai meriti rivoluzione tra i banchi tutto in dodici mosse

da Repubblica.it

Dai precari ai meriti rivoluzione tra i banchi tutto in dodici mosse

IL PIANO DEL GOVERNO È AMBIZIOSO: CAMBIARE IN UN ANNO. E SI PUNTA ANCHE AI FONDI PRIVATI: CITTADINI, FONDAZIONI, IMPRESE SARANNO STIMOLATI A INVESTIRE ATTRAVERSO INCENTIVI FISCALI E SEMPLIFICAZIONI

Walter Galbiati

Milano

Dodici mesi per rivoluzionare la scuola e dodici punti per farlo. La presentazione con tanto di videomessaggio è arrivata la scorsa settimana direttamente dal premier Matteo Renzi: «Propongo che per un anno tutta Italia — destra, sinistra, nord, sud — discuta di come insieme vogliamo rifare la scuola, perché non la può rifare Renzi o il ministro: o la rifà una comunità o sarà l’ennesima riforma calata dall’alto». L’impegno è di andare dal 15 settembre al 15 novembre di scuola in scuola a raccogliere le opinioni per poi iniziare a legiferare nel 2015. «Scriveteci, criticateci, diteci la vostra» ha chiesto Renzi nel suo videomessaggio al quale è stato allegato un programma in sei capitoli e dodici punti che traccia le linee guida del nuovo intervento. Il modello è lo sblocca scuola con il coinvolgimento di presidi, docenti, amministrativi e studenti, già all’opera per individuare le 100 procedure burocratiche più gravose per la scuola e abolirle tutte. Il primo ambizioso obiettivo è di eliminare i precari con un piano straordinario per assumere 150 mila docenti a settembre 2015 e chiudere le graduatorie a esaurimento. Dal 2016 si entrerà solo per concorso, aprendo di fatto le porte della scuola a 40 mila giovani qualificati da assumere entro il 2019. Mai più quindi liste d’attesa che in genere durano decenni e nemmeno supplenze in modo da garantire alle scuole un team stabile di docenti per coprire cattedre vacanti, tempo pieno e vuoti, dando agli studenti la continuità didattica a cui hanno diritto. I professori poi potranno finalmente fare carriera, grazie alle loro qualità, alle valutazioni a cui si sottoporranno e al merito. Ogni tre anni, secondo i calcoli del governo, due professori su tre avranno in busta paga 60 euro netti al mese in più attraverso una carriera che premierà qualità del lavoro in classe, formazione e contributo al miglioramento della scuola. Dal 2015 ogni scuola pubblicherà il proprio Rapporto di Autovalutazione e un progetto di miglioramento. Per raggiungere gli obiettivi e crescere, il corpo docente sarà sottoposto a una formazione continua obbligatoria mettendo al centro coloro i quali fanno innovazione attraverso lo scambio fra pari. La scuola non sarà più un luogo inaccessibile, ma una scatola di vetro: dal 2015 i dati di ogni istituto (budget, valutazione, progetti finanziati), un registro nazionale dei docenti per aiutare i presidi a migliorare la propria squadra e l’offerta formativa saranno pubblicati in rete. La scuola digitale avrà bisogno di piani di co-investimento se vuole portare in tutte le scuole Internet a banda larga veloce e il wifi. Con i servizi digitali non solo si aumenterà la trasparenza, ma diminuiranno i costi. Nel campo delle materie didattiche Renzi ha rinverdito un detto latino buono per ogni stagione: “cultura in corpore sano”. Questa volta il progetto punta a portare la musica e lo sport nella scuola primaria e più storia dell’arte nelle secondarie, per scommettere sui punti di forza del-l’Italia. E Renzi, spesso in imbarazzo nei contesti internazionali per il suo inglese, ha rincarato la dose. «Ci vuole l’insegnamento dell’inglese come lingua madre per evitare di parlarlo come lo parlo io: è un ‘globish’ più che un english». Il rafforzamento del piano formativo per le lingue straniere partirà dai sei anni e sarà affiancato già nella scuola primaria da un programma per ampliare le competenze digitali: coding e pensiero computazionale. Nelle secondarie, invece, si avvierà il piano «Digital Makers» e lo studio dei principi dell’Economia. La scuola si dovrà avvicinare alle richieste del mercato del lavoro, ma anche il lavoro si avvicinerà alla scuola. L’alternanza scuola-lavoro sarà obbligatoria negli ultimi tre anni degli istituti tecnici e professionali per almeno 200 ore l’anno, si punterà sull’estensione dell’impresa didattica e al potenziamento delle esperienze di apprendistato sperimentale. Per compiere tutti questi passi serviranno le necessarie coperture finanziarie. Il Fondo per il Miglioramento dell’Offerta Formativa (Mof) sarà legato agli obiettivi di miglioramento delle scuole, ma il governo è alla ricerca anche di fondi privati: cittadini, fondazioni, imprese saranno stimolati a investire attraverso incentivi fiscali e semplificazioni burocratiche. Quanto al piano, un decreto legge in consiglio dei Ministri a fine anno, tra dicembre e gennaio 2015 e la legge di stabilità copriranno le risorse necessarie (3 miliardi) per l’assunzione dei 150mila docenti, chiudendo le graduatorie, e i provvedimenti più urgenti previsti dalle linee guida. Le altre novità invece viaggeranno da sole. L’alternanza scuola lavoro sarà obbligatoria negli ultimi tre anni degli istituti tecnici e professionali per almeno 200 ore l’anno, si punterà sull’estensione dell’impresa didattica