Ok ai precari nelle Rsu. Ma la contrattazione perde peso

da ItaliaOggi

Ok ai precari nelle Rsu. Ma la contrattazione perde peso

Con il taglio ai fondi di istituto e gli interventi legislativi, lo spazio per i sindacati si è ridotto

Carlo Forte

Ok definitivo all’accesso dei precari alle candidature Rsu. Il 9 febbraio scorso è stato sottoscritto il nuovo contratto collettivo quadro che regola la costituzione delle Rsu per il personale dei comparti delle pubbliche amministrazioni e per la definizione del relativo regolamento elettorale. L’accordo modifica il contratto quadro del 1998, consentendo anche ai precari la possibilità di candidarsi alle elezioni per il rinnovo delle rappresentanze sindacali unitarie (cosiddetto elettorato passivo). L’accesso alle candidature vale solo per i titolari di incarichi di supplenza almeno fino al 30 giugno. E si giustifica in forza del principio di non discriminazione tra lavoratori equivalenti. Principio contenuto nella normativa comunitaria sul quale, a sua volta, si fondano le sentenze di condanna dell’amministrazione a risarcire i docenti precari ultra-triennalisti inflitte dalla prevalente giurisprudenza di merito.

Va detto subito che la giurisprudenza non è concorde su questo punto. Anzi, la Corte di cassazione è di avviso contrario. E anche la Corte di Giustizia europea la pensa diversamente. La Cassazione ritiene che i risarcimenti non vadano corrisposti, perché nella scuola il cumulo dei contratti a termine viene valorizzato attraverso la corresponsione di un punteggio. E tale punteggio è la moneta che consente di acquistare il diritto alla stabilizzazione tramite lo scorrimento delle graduatorie a esaurimento. L Corte di giustizia europea si è limitata a dichiarare illegittimo il cumulo dei contratti fino al 31 agosto. Sulla questione, peraltro, pende anche un giudizio di legittimità costituzionale. E dunque, in materia di elettorato passivo le parti hanno preferito prevenire l’insorgenza di contenzioso aprendo le porte anche ai precari. La decisione adottata al tavolo negoziale risponde, peraltro, alla malcelata necessità di reperire risorse fresche da destinare alle candidature.

Negli ultimi anni, infatti, l’istituto della contrattazione integrativa ha perso appeal. Ciò per due motivi essenziali. Da una parte la disillusione degli stessi rappresentanti sindacali, costretti a subire, più o meno passivamente, le decisioni dei dirigenti scolastici. Che in caso contrario possono decidere di non firmare il contratto e procedere in via autoritativa. Dall’altra parte, la forte riduzione delle risorse del fondo dell’istituzione scolastica che, ormai, serve in via prioritaria a reperire le somme per retribuire i collaboratori del dirigente scolastico. L’apertura ai precari per le candidature alle Rsu va ascritta, dunque, alla categoria delle necessità finalizzate alla sopravvivenza del sistema delle relazioni sindacali a livello di istituzione scolastica. Relazioni messe a rischio dalla progressiva scomparsa dei fondi e non solo. Si pensi alla contrattazione sull’articolazione dell’orario di lavoro e sulla mobilità interna. Materie rilegificate d’autorità per effetto della riforma Brunetta. Oppure all’informazione preventiva e successiva. Di qui la necessità di ampliare il novero degli aventi titolo alle candidature con l’ingresso dei supplenti. Anche se l’eventuale elezione dei precari va considerata comunque a termine. La scadenza del contratto, infatti, comporta la cessazione del rapporto di lavoro e anche la decadenza dalla Rsu.