Sciopero del 5 maggio, a rischio le prove Invalsi alle elementari

da Corriere.it

Sciopero del 5 maggio, a rischio le prove Invalsi alle elementari

La data della protesta coincide con i test nella II e IV classe alle elementari: a rischio il lavoro di mesi e la possibilità di valutare gli studenti più giovani

Valentina Santarpia

La data dello sciopero del 5 maggio non sarebbe stata scelta a caso: perché la protesta organizzata dai docenti contro il disegno di legge di riforma della scuola coincide proprio con il giorno prestabilito per la prima prova Invalsi dell’anno, quella prevista nelle scuole primarie. I test somministrati agli studenti di II e IV classe delle scuole elementari potrebbero saltare per via dello sciopero: un’occasione mancata per la valutazione del livello di preparazione dei nostri studenti, nonché un’enorme perdita di lavoro per tutti i ricercatori e professori che preparano i testi delle prove per mesi.

Insegnanti scatenati sul web

A porsi il problema sono gli stessi professori, che sui diversi blog e gruppi creati su Facebook si chiedono come comportarsi in occasione dello sciopero. C’è chi, vinto dallo scrupolo, propone di non astenersi per far sì che le prove si svolgano regolarmente. Chi propone di anticipare al preside che parteciperà alla protesta in modo da riprogrammare in anticipo una data alternativa per l’Invalsi. Chi invece considera l’occasione giusta per far valere le proprie ragioni, comunicando solo la mattina stessa, o non comunicando affatto, l’assenza causa sciopero, facendo quindi partire la macchina Invalsi e costringendo poi i dirigenti scolastici a bloccarla per manca di insegnanti disponibili a distribuire i test e sorvegliare gli studenti. La «linea dura» è quella più forte, quella che tende a considerare l’opportunità di far sentire più forte la propria voce. Tecnicamente, le prove Invalsi non possono essere rinviate, se non con adeguata e preventiva comunicazione. Il ministero dell’Istruzione potrebbe intervenire d’urgenza per scongiurare l’ipotesi di far saltare l’appuntamento, ma finora non ha fatto nessun passo. Forse confidando nel potere della lettera di Renzi ai prof, che ha scritto loro:«Non scioperate».

Valentina Santarpia