Il coding tra i banchi per imparare il pensiero computazionale e liberare la creatività

da Il Sole 24 Ore

Il coding tra i banchi per imparare il pensiero computazionale e liberare la creatività

di P.Sol.

C’è chi ha costruito una fiaba multimediale tra mucche spaziali, calabroni anti-fiori e robot extraterrestri e chi si è spinto a realizzare un programma per costruire fiabe, chi ha filmato le attività di coding in maniera creativa e chi ha creato un vero e proprio videogioco, chi ha realizzato strumenti digitali per imparare materie tradizionalmente ostiche come matematica e geografia, chi ha inventato un’avventurosa fuga dalla propria scuola e chi si è spinto all’esterno delle mura scolastiche per progettare la riqualificazione di una piazza del loro quartiere. C’è un po’ di tutto tra i dieci progetti da tutta Italia selezionati come vincitori del primo anno del progetto Smart coding, con il quale Samsung ha voluto contribuire all’impegno del ministero dell’Istruzione per l’alfabetizzazione digitale.

“Riteniamo che sia un ottimo risultato quello di questa sperimentazione che ha ottenuto la sensibilizzazione dell’intera comunità educante – docenti, genitori e studenti -attorno a un progetto che non punta semplicemente a insegnare i principi della programmazione informatica, ma a sensibilizzare allo sviluppo del pensiero computazionale”, afferma soddisfatto Mario Levratto, direttore Strategic planning e External relations di Samsung Italia, che snocciola le cifre del progetto: 776 scuola su tutto il territorio nazionale, 994 docenti di scuola primaria e secondaria inferiore e 30mila ragazzi.

Oltre alle attività di coding più tradizionale sulla base del kit e al supporto formativo fornito ai docenti, la sperimentazione si è concretizzata in 348 progetti che hanno dimostrato in maniera tangibile il valore didattico dell’attività di alfabetizzazione digitale. “I progetti premiati vanno tutti nella direzione dello storytelling, puntando a mettere in risalto due delle funzionalità in cui viene rappresentato il coding, quelle legate al padroneggiamento dei linguaggi digitali e alla liberazione delle potenzialità creative dei ragazzi”, analizza Pier Cesare Rivoltella, direttore del Cremit, che insieme a Indire ha dato vita all’Osservatorio nazionale sui media e contenuti digitali a scuola, chiamato a verificare i risultati del progetto.

Senz’altro meno evidenti sono gli effetti percepiti da ragazzi, genitori e docenti in termini di valore educativo del coding, “sia in termini di strumento decostruttivo, per imparare a interpretare e capire cosa c’è dietro le interfacce, che di potenzialità emancipatoria, come capacità di ribellarsi agli standard omogeneizzanti e al saper produrre al di fuori dei format”, prosegue Rivoltella.

Ma un altro successo importante che emerge dalle risposte dei questionario compilati dai diretti interessati al progetto è l’aspetto motivazionale per i docenti: “Ben il 75% degli insegnanti che hanno partecipato a Smart coding ha manifestato l’intenzione di condividere l’esperienza e i risultati della sperimentazione con i colleghi”, conclude Levratto. Il che significa che il seme gettato promette di moltiplicare i frutti.