Offerta formativa, da ottobre il «Pof» diventa triennale

da Il Sole 24 Ore

Offerta formativa, da ottobre il «Pof» diventa triennale

di Lorena Loiacono

Con il piano ogni istituto dovrà programmare anche numero dei docenti e materiale per le attività scolastiche

Un piano di programmazione didattica ma anche organizzativa, dal numero dei docenti al materiale necessario per le attività scolastiche, a lunga scadenza: tra le principali novità introdotte dalla riforma della Buona Scuola spicca infatti il Pof. Il piano dell’offerta formativa che avrà una durata di tre anni, non più di un anno, e verrà stabilito nel mese di ottobre dell’anno precedente per essere poi aggiornato, annualmente, sempre in autunno.
Ottobre 2015, primo step
Con l’approvazione della riforma nelle scuole italiane arriverà il Pof triennale, espressione del potenziamento dell’autonomia scolastica, già dal mese di ottobre prossimo quando i docenti e il dirigente scolastico dovranno stilare il piano per il triennio a venire. Il 2015 quindi resta un anno di transizione, anche per la formazione degli albi territoriali da cui poi arriveranno gli eventuali docenti per il potenziamento previsto dai relativi Pof.
Un piano collegiale
Il piano per l’offerta formativa viene scritto dal collegio docenti in base alle indicazioni e agli orientamenti indicati dal dirigente scolastico. La gestione resta infatti nelle mani del preside. Una volta redatto dal collegio docenti, il testo passa nelle mani del consiglio di istituto per l’approvazione finale. Lo stesso iter viene seguito anche per gli aggiornamenti annuali.
Nel Pof la convocazione per la squadra dei docenti
Uno dei compiti principali del Pof sarà proprio l’indicazione del numero necessario di docenti per le attività da svolgere, per coprire i posti comuni, di sostegno e del potenziamento dell’offerta formativa. I docenti arriveranno dagli albi territoriali. Non solo docenti, le indicazioni riguarderanno anche il personale tecnico, ausiliario e amministrativo. Con indicazioni relative al monte orario, all’orario settimanale scelto dall’istituto anche in base alle disponibilità per il tempo scuola.
Dal curriculum dello studente e alla valutazione degli istituti
Il documento relativo al Pof deve contenere anche le attività formative destinate al personale docente ed Ata e precise indicazioni sul materiale didattico necessario per il triennio successivo e sul potenziamento dell’offerta formativa e gli insegnamenti opzionali da attivare nella scuola, che andranno ad arricchire il curriculum dello studente negli istituti superiori. Non solo, dovranno essere indicate anche le eventuali attività di “recupero” per le singole scuole, previste dal piano di miglioramento in base ai risultati dell’autovalutazione, contenuti nel Rav. L’autovalutazione in corso, che sarà conclusa nel mese di settembre prossimo.
Potenziare lingue, sport, matematica e percorsi individuali
Il potenziamento dell’offerta formativa costituirà l’anima delle singole scuole, caratterizzandone l’indirizzo scelto dal preside e confermato dagli organi collegiali in nome dell’autonomia. Ma, nello specifico, che cosa significa? Le attività da approfondire possono riguardare infatti vari aspetti delle didattica e dell’insegnamento con un occhio di riguardo alle necessità dei ragazzi e del territorio in cui insiste la scuola. Si va dal potenziamento delle materie linguistiche al sostegno per gli studenti stranieri, dalla matematica e il laboratorio alla musica e allo sport. E ancora nozioni di cittadinanza attiva e contrasto alla dispersione scolastica, passando per il pensiero computazionale, l’orientamento, la valorizzazione del merito e l’alternanza scuola-lavoro. Oltre all’introduzione di possibili percorsi individuali nella carriera scolastica degli studenti.