Edilizia scolastica, Legambiente: allarme manutenzione per il 40% degli edifici, Trento al top per qualità delle strutture

da Il Sole 24 Ore

Edilizia scolastica, Legambiente: allarme manutenzione per il 40% degli edifici, Trento al top per qualità delle strutture

di Alessia Tripodi

I dati del rapporto «Ecosistema scuola»: bene anagrafe e maggiori investimenti, ma serve piano pluriennale credibile»

Edilizia scolastica, in Italia il 40% degli istituti ha ancora bisogno di manutenzione urgente, quasi il 30% si trova in un’area a rischio sismico e il 10% in zone a rischio idrogeologico o vulcanico. Ma in quadro di inefficienza spiccano le performance del Nord, con Trento, Reggio Emilia e Forlì a guidare la classifica delle città con le migliori scuole per qualità dell’edilizia. E se da un lato si registra un calo dei servizi scolastici, come scuolabus e mense, dall’altro cresce l’uso delle energie «verdi» da parte degli istituti.
E’ la fotografia scattata dal rapporto di Legambiente «Ecosistema scuola», l’indagine annuale sulla qualità dell’edilizia, delle strutture e dei servizi scolastici, secondo la quale nell’ultimo anno l’interesse e gli investimenti in edilizia scolastica sono aumentati, ma molto resta ancora da fare, in primis «una programmazione e un piano pluriennale credibile».

I numeri
Secondo gli ambientalisti, nella Penisola su 6.310 edifici circa il 65% è stato costruito prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica del 1974, il 39% necessita di interventi di manutenzione urgente, il 29,3% si trova in aree a rischio sismico, il 10% in aree rischio idrogeologico e il 10,4% in aree a rischio vulcanico. Solo lo 0,6% delle scuole, poi, sono costruite con criteri di bioedilizia, mentre solo l’8,7% quelle edificate con criteri antisismici.
Il 2014, dice ancora il rapporto, registra piccoli passi avanti sul fronte delle certificazioni: salgono al 59,7% (con 2 punti percentuali in più rispetto allo scorso anno) le scuole dotate di certificati di agibilità, mentre sono il 72,7% quelle dotate del certificato igienico-sanitario contro il 58,1% del 2013. E aumentano anche le strutture (35,5%) dotate del certificato prevenzione antincendi.
Il 25,1% degli edifici ha eseguito la verifica della vulnerabilità sismica (contro il 22,2% del 2013), mentre sono in lieve calo i dati sui requisiti in materia di accessibilità: scendono all’81,4% gli edifici che hanno i requisiti di legge contro l’84% del 2013. In calo anche le scuole dove sono stati previsti interventi per l’eliminazione delle barriere architettoniche: si passa dall’8,7% del 2013 al 3,8% nel 2014.

Gli investimenti
Sul fronte delle risorse per la manutenzione straordinaria e ordinaria, Legambiente segnala ancora una volta una «forte disparità» tra nord e sud del Paese. Nel 2014 l’investimento medio per la manutenzione straordinaria ad edificio scolastico è stato di 33.987 euro contro i 17.614 euro del 2013. Nel nord la media degli investimenti per la manutenzione straordinaria è quattro volte quella del sud, nonostante vi sia una maggiore necessità di interventi nel meridione, spiega il rapporto, legata anche alla fragilità del territorio, al rischio idrogeologico, sismico e vulcanico. Regioni come Abruzzo e Campania hanno registrato, per esempio, un calo di investimenti in manutenzione straordinaria nonostante vi sia un’esigenza di manutenzione rispettivamente nel 91,1% e nel 55,1% degli edifici.
C’è poi da dire, sottolinea il rapporto, che dal 2013 al 2014 sono aumentati in media gli investimenti per edificio, sia nella manutenzione straordinaria di circa 58milioni di euro, sia in quella ordinaria di circa sei milioni. Ma nonostante vi sia stato un incremento notevole «siamo ancora lontani dalle cifre del 2010 e 2011, quando non era ancora presente il vincolo del patto di stabilità» dice il rapporto, spiegando che la differenza per la manutenzione straordinaria rispetto al 2010 (179.642.866) è di circa 16 milioni, mentre per quella ordinaria (45.576.021) di circa 10 milioni.

La classifica delle città
Nella top ten delle città con le migliori strutture scolastiche – guidata da Trento (1° posto), Reggio Emilia (2° posto) e Forlì (3°) – ci sono anche Verbania (4º), Piacenza (5º), Biella (6º), Bolzano (7º), Pordenone (8º), Brescia (9º) e Gorizia (10º). Per quanto riguarda la graduatoria delle grandi città, al primo posto c’è Firenze (14º), seguita da Torino (22º) e Milano (28º), tutte in crescita rispetto allo scorso anno. Napoli (41º) conferma la sua posizione, mentre Roma resta esclusa dalla graduatoria perché, spiega Legambiente, ha inviato meno del 50% dei dati richiesti.

I servizi scolastici
L’indagine segnala una «battuta d’arresto» per i servizi scolastici. Solo nel 5,3% delle mense si servono pasti interamente biologici, scendono al 55,9% le scuole che nelle mense servono acqua di rubinetto (nel 2013 erano il 65,1%) e solo il 25,8% delle scuole usufruisce del servizio scuolabus, mentre il 5,9% del servizio pedibus.
L’uso delle energie rinnovabili segna quest’anno una crescita, passando dal 13,6% del 2013 al 14,3% del 2014: tra gli edifici che utilizzano rinnovabili, la maggior parte presenta pannelli fotovoltaici (71,1%), e impianti solari termici (23,4%). A livello regionale fanno da portabandiera per l’utilizzo di fonti energetiche alternative Abruzzo e Puglia con rispettivamente il 40% e il 53,9% delle scuole, mentre maglia nera per la Lombardia, dove solo il 2,8% delle scuole utilizzano fonti rinnovabili, e Campobasso, capoluogo molisano dove nessuna scuola utilizza fonti energetiche alternative.

Un «buon inizio»
Secondo il rapporto i «primi timidi passi avanti» arrivati con la pubblicazione dell’attesa anagrafe scolastica, che Legambiente chiedeva da oltre 15 anni, e lo stanziamento da parte del Governo di maggiori fondi per la manutenzione e la messa in sicurezza degli edifici secondo gli ambientalisti «di certo rappresentano un buon inizio, ma non bastano».
«La presentazione di questa edizione di Ecosistema Scuola – ha detto Vanessa Pallucchi, responsabile Scuola e Formazione di Legambiente – avviene in un contesto in evoluzione segnato da una maggiore attenzione e sensibilità al tema dell’edilizia scolastica, dalla pubblicazione, seppur parziale, dei dati dell’anagrafe scolastica e dai finanziamenti per la manutenzione straordinaria e ordinaria. Ma questi interventi – ha continuato – non bastano, c’è bisogno di una programmazione di ampio respiro che poggi su tre linee di azione: messa in sicurezza, manutenzione ordinaria e innovazione delle nostre scuole, senza dimenticare un piano pluriennale credibile accompagnato da una efficace informazione».