Legge Bilancio: nessuna risorsa aggiuntiva per la scuola

da La Tecnica della Scuola

Legge Bilancio: nessuna risorsa aggiuntiva per la scuola

Fedeli: Gruppo di lavoro per la definizione del “costo standard”. Ma cos’è?

da La Tecnica della Scuola

Fedeli: Gruppo di lavoro per la definizione del “costo standard”. Ma cos’è?

Osservatorio sull’inclusione scolastica

Si è tenuta il 27 novembre, al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, la riunione di insediamento del nuovo Osservatorio permanente per l’inclusione scolastica. Erano presenti i rappresentanti delle Associazioni di persone con disabilità e dei loro familiari più rappresentative a livello nazionale, i rappresentanti dell’Amministrazione centrale e periferica del Miur e quelli di altri Ministeri competenti in tema di diritti delle persone con disabilità, oltre ai presidenti delle principali società scientifiche e professionali. Ha presieduto i lavori la Capo di Gabinetto Sabrina Bono.

“L’Osservatorio sarà uno spazio essenziale e molto operativo di confronto. Abbiamo chiesto ai partecipanti – sottolinea la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli – di lavorare insieme al Ministero in questa fase di attuazione dei decreti della legge 107 del 2015. Come ho più volte ricordato i decreti attuativi rappresentano una delle parti più qualificanti della riforma. Dobbiamo lavorare insieme, ognuno per la propria parte, per consentire una attuazione rapida ed efficace delle norme che metta al centro le nostre ragazze e i nostri ragazzi”. Il Miur, in particolare, ha proposto all’Osservatorio di attivare un gruppo di lavoro per ciascuna delle deleghe della legge 107. L’Osservatorio si darà anche un regolamento interno per coordinare i due organismi nei quali si articola: Comitato Tecnico scientifico e Consulta delle Associazioni. Il regolamento sarà predisposto entro metà dicembre per consentire un veloce avvio dei gruppi di lavoro.

Scuole al via il primo ottobre, la Regione Puglia ci prova: “Aiuta il turismo e gli studenti”

da Repubblica 

Scuole al via il primo ottobre, la Regione Puglia ci prova: “Aiuta il turismo e gli studenti”

La proposta accolta dall’assessore al Diritto allo studio, che ha avviato il confronto con i sindacati. Il posticipo anche per motivi strutturali: le aule non sono attrezzate per fronteggiare il caldo

di NATALE CASSANO

Un salto indietro nel tempo con una riforma che, di certo, farebbe felici gli studenti pugliesi: avviare l’anno scolastico il primo ottobre. L’idea, come si legge sulla Gazzetta del Mezzogiorno, è stata presentata dal consigliere regionale Gianni Stea e ha accolto il favore dell’assessore regionale al Diritto allo studio, Sebastiano Leo, e del presidente della VI commissione consiliare, Domenico Santorsola.

Il consigliere regionale aveva presentato negli scorsi giorni un’interrogazione al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e all’assessore Leo per discutere nell’immediato dell’apertura delle scuole a inizio ottobre. Tema che sarà al centro di un tavolo per la riprogrammazione dell’avvio dell’anno scolastico, a cui saranno invitati i rappresentanti delle associazioni e dei sindacati del personale docente e dei trasporti pubblici. Il provvedimento potrebbe quindi essere confermato già a partire dall’annualità 2018-2019: la Puglia farebbe così da apripista in Italia.

“Rimodulando il calendario – ha spiegato Stea –  si eviterà una situazione che provoca disagi a studenti e personale docente, oltre all’economia del turismo, costretta a stagionalizzare sempre di più, accorciando di fatto i mesi di lavoro”. La riapertura nella seconda decade, conferma il consigliere, obbliga i ragazzi “a estenuanti bagni di sudore in istituti per niente attrezzati a far fronte alle ondate di afa”.

Concorso presidi, in Gazzetta Ufficiale bando per 2.425 posti. Basteranno?

da Corriere della sera

Concorso presidi, in Gazzetta Ufficiale bando per 2.425 posti. Basteranno?

È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’atteso bando per i dirigenti scolastici. Le domande si potranno presentare dal 29 novembre al 29 dicembre

È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, l’attesissimo bando del concorso per dirigente scolastico. I posti a disposizione sono 2.425 e corrispondono, secondo i calcoli del Miur, ai posti vacanti nell’anno scolastico in corso, più quelli che si renderanno liberi in seguito ai pensionamenti nel 2018-2019, 2019-2020 e 2020-2021. Basteranno a risolvere quella che ormai da anni è una vera e propria emergenza del sistema scolastico con migliaia di istituti costretti ad accontentarsi di un reggente che cambia di anno in anno ovvero affidate a un preside che contemporaneamente amministra anche dieci plessi diversi? Il tutto proprio mentre la Buona Scuola ha innalzato – fra mille polemiche – i dirigenti a perno del buon funzionamento degli istituti, affidando loro compiti sempre più impegnativi e onerosi?

Come funziona il concorso-corso

Le domande per accedere al concorso si potranno effettuare dal 29 novembre al 29 dicembre prossimi, tramite la piattaforma del Miur Polis. Secondo il regolamento pubblicato a settembre, al concorso possono partecipare i docenti con almeno cinque anni di servizio. Tre le fasi previste per la selezione: una concorsuale vera e propria, una formativa di due mesi e una di tirocinio presso le scuole. La fase concorsuale prevede una prova preselettiva unica a livello nazionale nel caso in cui le candidature siano almeno tre volte superiori ai posti messi a bando. Venti giorni prima della prova preselettiva saranno pubblicati tutti i quesiti affinché i candidati possano testarli. Nella prova preselettiva poi ne saranno somministrati cento, estratti casualmente, a cui si dovrà rispondere in cento minuti. La prova sarà svolta al computer.
La prova scritta vera e propria prevede cinque domande a risposta aperta (su normativa del settore, organizzazione del lavoro, gestione del personale, programmazione, diritto civile e amministrativo…) e due domande a risposta chiusa in lingua straniera (livello B2).
I candidati che otterranno il punteggio minimo di 70 punti potranno accedere all’orale che mira ad accertare la preparazione professionale degli aspiranti dirigenti anche attraverso la risoluzione di un caso pratico. Saranno testate anche le conoscenze informatiche e di lingua straniera.
Chi supererà scritto e orale sarà ammesso, sulla base di una graduatoria che tiene conto anche dei titoli, al corso di formazione dirigenziale e di tirocinioselettivo. Due i mesi di lezione in aula previsti e quattro quelli di tirocinio a scuola, che potranno essere integrati anche da sessioni di formazione a distanza.

Le date

Viene da chiedersi però, stante la complessità della procedura (preselezione, scritto, orale, corso e tirocinio), quando effettivamente i nuovi dirigenti potranno entrare a scuola. Al momento infatti non è stata ancora stabilita alcuna data per la prova preselettiva. Si sa soltanto che sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 27 febbraio 2018. Poi ci saranno gli scritti veri e propri, gli orali e gli ulteriori 6 mesi di corso e tirocinio. Il tutto senza contare eventuali contestazioni e ricorsi (l’ultimo concorso, quello del 2011, travolto dallo scandalo delle buste trasparenti, ha visto slittare l’arrivo dei primi dirigenti al 2015). Quel che è certo è che sicuramente l’anno prossimo le scuole dovranno fare ancora senza. Bene che vada se ne riparla nel 2019. Non solo: secondo quanto calcolato dalla Fondazione Agnelli i 2.400 posti banditi dal Miur fino al 2021-22 basteranno a coprire appena la metà dei posti che si libereranno in base al turnover.

I dati

Attualmente sono 6.792 i dirigenti scolastici in servizio, 1.189 i posti vacanti, 1.748 le reggenze. Il 68,2% dei dirigenti in servizio è una donna, il 31,6% ha più di 60 anni (un dato comunque in calo rispetto al passato), l’età media è di 55,6 anni. «Con il nuovo concorso affronteremo la carenza strutturale di personale dirigente nelle scuole che ha fatto crescere, di anno in anno, il fenomeno delle reggenze, fino a renderlo patologico» ha spiegato la ministra Fedeli a settembre, quando è stato emanato il regolamento che precede il bando, aggiungendo che «abbattere il fenomeno delle reggenze significa, lavorare per la qualità del sistema».

Anteprima sulla mobilità 2018/2019, per il MIUR la soluzione è vicina

da La Tecnica della Scuola

Anteprima sulla mobilità 2018/2019, per il MIUR la soluzione è vicina

Concorso dirigenti scolastici, ecco come saranno le prove d’esame

da La Tecnica della Scuola

Concorso dirigenti scolastici, ecco come saranno le prove d’esame

Concorso DS: l’imbuto della selezione. Il testo del bando

da Tuttoscuola

Concorso DS: l’imbuto della selezione. Il testo del bando

Finalmente il bando del concorso DS. Ieri la Gazzetta Ufficiale-Concorsi ha pubblicato il bando del concorso per il reclutamento di nuovi dirigenti scolastici, avviando di fatto la complessa macchina della procedura selettiva da cui dovranno uscire alla fine 2.425 vincitori da immettere in ruolo tra il 2018-19 e il 2020-21.  Rinviando l’illustrazione degli approfondimenti che Tuttoscuola presenterà nell’apposito webinar di martedì 28 novembre alle ore 18,30, ci soffermiamo sui dati presenti nel bando (testo scaricabile gratuitamente dal nostro sito cliccando qui).

I posti, come si sa, sono 2.425, ma, in effetti, ne saranno disponibili per tutti i candidati 2.416, perché 9 posti sono riservati alla lingua slovena con bando a parte gestito dall’USR del Friuli Venezia Giulia. Si concorre, dunque, per occupare 2.416 posti.

Quanti saranno i candidati che se li contenderanno?

Non è dato sapere quanti docenti presenteranno domanda di partecipazione al concorso. 10 mila? 12 mila? Si sa, comunque, che dopo la prova di selezione potranno accedere agli scritti non più di 8.700 candidati, come recita il bando.

Dopo gli scritti e l’orale, soltanto 2.600 di quegli 8.700 candidati saranno ammessi al corso di formazione: il 30%. E tra i 2.600 ammessi a questa fase finale vi saranno 150 candidati (il 5%) inseriti con precedenza in quanto titolari di vecchi ricorsi pendenti.

Chi arriverà al corso di formazione avrà comunque il 93% di probabilità di uscirne vincitore.

Genitori-professori, sopravvivere ai colloqui

da La Stampa

Genitori-professori, sopravvivere ai colloqui

In tutte le scuole d’Italia è il momento del ricevimento. Come trasformare l’incontro in un’occasione di alleanza
federico taddia

Cinque minuti, non un respiro in più: prendere o lasciare. E avanti un altro. Senza lamentarsi: a Padova la dirigente dell’Istituto Francesco Severi ha decretato non più di 180 secondi ad alunno. Con i professori costretti a buttare un occhio sul registro e l’altro sul cronometro, sotto i molteplici sguardi – dal supplichevole all’orgoglioso, passando dal severo, il rassegnato e il sorpreso – di mamme e papà.

Si è aperta la stagione dei ricevimenti generali, spauracchio di docenti e studenti, famiglie e presidi. Maratone di faccia a faccia, pomeriggi trasformati in vorticose giostre da un insegnante all’altro, prove di orientamento tra scale e corridoi alla ricerca della classe giusta e fantasiose lotterie per accaparrarsi il posto. A volte tramite numerino come alle poste, altre dietro complicata iscrizione tramite registro elettronico e altre ancora affidandosi alla regola del chi prima arriva prima entra, tra malumori e sorpassi.

La paura

Non un momento di approfondimento – per quello esistono i ricevimenti settimanali – ma uno strumento di comunicazione del profitto e del comportamento dell’alunno: molto scuole sintetizzano così le finalità dell’appuntamento, che per la maggioranza dei genitori rimane comunque una delle poche occasioni dell’anno in cui confrontarsi con gli insegnanti. «Le giornate di colloquio servono per renderci conto che i nostri figli non sempre sono come li immaginiamo noi – spiega Matteo Bussola, padre e autore del best seller Sono puri i loro sogni, un’appassionata lettera sul rapporto tra casa e scuola – Spesso capita di guardare l’insegnante e chiederti: «Ma di chi mi sta parlando questo qui?». Ci si può porre di fronte a questo spaesamento in due modi: accogliendolo come un’opportunità per vedere meglio i nostri ragazzi – che magari all’esterno si comportano in maniera anche molto diversa da come li conosciamo noi, il che fa parte del normale processo di crescita e della volontà di rendersi autonomi – o rifiutarlo con la scusa che l’insegnante non conosce «veramente» nostro figlio, mentre noi e solo noi sì.

I ricevimenti sovente sono più temuti dai genitori che dai figli: «Hanno paura di scoprire situazioni di cui erano all’oscuro o di venire umiliati – aggiunge Maura Manca, psicologa e presidente dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza – I colloqui sono un’opportunità, una risorsa per sapere realmente ciò che accade in classe e per capire come intervenire. Il modo migliore per prepararsi è parlare con i figli, chiedendo onestà da parte loro per evitare di trovarsi davanti a sorprese che poi non si sanno gestire». Non farsi assalire dai sensi di colpa, non aggredire gli insegnanti, non mettersi in competizione con gli altri genitori, non solidarizzare né troppo con i figli, prendendo sempre le loro difese e né troppo con i professori dando loro sempre ragione. E, fondamentale, appuntarsi ciò che viene riferito, per riportare correttamente le informazioni ai figli e all’altro genitore.

L’alleanza

«Anche per noi è un momento delicato: abbiamo il privilegio di osservare giorno per giorno i ragazzi, e la restituzione di quello che vediamo è un compito denso di responsabilità». Parole di Enrico Galiano, docente di lettere a Pravisdomini (PN), autore del romanzo per young adult Eppure cadiamo felici e della webserie Cose da prof. «Per instaurare un dialogo costruttivo è fondamentale iniziare dagli aspetti positivi: se parto dalle critiche mamme e papà si sentono immediatamente giudicati e c’è il rischio di inquinare la comunicazione. Credo poi che il docente dovrebbe fare molte domande, per avere un quadro più completo e sfaccettato della persona che ogni mattina si trova davanti». Ma non solo: sta all’insegnante individuare le lacune, senza nasconderle e offrendo consigli utili per affrontarle. «Non basta il solo “potrebbe fare di più” – sottolinea la Manca – Serve concretezza, perché a volte i genitori non sanno da dove partire e hanno bisogno di indicazioni precise». «Ai professori vorrei dire solo una cosa: capiteci – conclude Bussola – La nostra apparente diffidenza deriva dal fatto che avete a che fare con la cosa al mondo che ci sta più a cuore: i nostri figli. Non guardateci come avversari, riscopriamoci come alleati, nel rispetto dei reciproci ruoli. Solo così potremo farcela: insieme».

Abbattere il muro invisibile che separa lavoro e istruzione

da La Tecnica della Scuola

Abbattere il muro invisibile che separa lavoro e istruzione

Giornata internazionale contro la violenza sulle donne


L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con la risoluzione 54/134 del 17 diembre 1999, ha designato il 25 novembre come “Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”


Giornata internazionale per l’eliminazione
della violenza contro le donne
Evento Miur-“Cortile dei Gentili”
intervengono la Ministra Valeria Fedeli
e il Cardinale Gianfranco Ravasi

Sabato 25 novembre,in occasione della “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne” il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e il “Cortile dei Gentili”, nell’ambito del progetto del “Cortile degli Studenti”, hanno organizzato un momento di dialogo con studentesse e studenti delle scuole superiori romane. Sarà proprio il Ministero ad ospitare l’evento presso la Sala della Comunicazione, in viale Trastevere 76/A a Roma, dalle ore 10.

Nel corso dell’evento, al quale prenderanno parte la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli e il Cardinale Gianfranco Ravasi, si esibirà l’Associazione Opera Liquida, la compagnia teatrale della I Casa di Reclusione Milano Opera, che porterà in scena “Undicesimo comandamento: uccidi chi non ti ama”, spettacolo che si propone di incoraggiare le donne vittime di violenza a reagire utilizzando gli strumenti legislativi esistenti.

La rappresentazione sarà seguita da un dibattito, moderato dalla giornalista Paola Saluzzi, che vedrà la Ministra Fedeli e il Cardinal Ravasi dialogare con le studentesse e gli studenti. Uno scambio di idee attraverso il quale le ragazze e i ragazzi saranno spronati ad analizzare le origini del fenomeno e a chiedersi cosa, nel loro quotidiano, possono fare per porre fine alla violenza e a ogni comportamento aggressivo e discriminatorio.

L’iniziativa conferma l’attenzione che istituzioni e società devono e vogliono dare al tema della violenza contro le donne, fenomeno strutturale che, per essere contrastato, richiede l’impegno di tutte e tutti – a partire proprio dagli
uomini – in modo tale da produrre un reale cambiamento culturale, di atteggiamenti e di comportamenti.

Un impegno, questo, che vede la scuola in primo piano, anche grazie al Piano per l’educazione al rispetto e alle Linee guida per la parità tra i sessi e contro la violenza di genere previste dalla legge 107/2015, presentate dal Miur lo scorso 27 ottobre.

Con questo evento, anche il “Cortile dei Gentili” rinnova nuovamente il proprio impegno sul tema; già lo scorso marzo, infatti, nell’ambito del “Cortile degli Studenti – Prepotenza e Paura”, ha coinvolto 300 liceali in una riflessione sulla violenza fisica, sessuale e psicologica e sulla mancanza di spiritualità e solidarietà nella società occidentale.


Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, sui social del Miur la campagna di sensibilizzazione

In occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, che si celebrerà il 25 novembre, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, da oggi e fino a sabato, rilancerà sui propri profili social i contenuti chiave delle Linee guida nazionali per la promozione dell’educazione alla parità tra i sessi e la prevenzione della violenza di genere, presentate ufficialmente dalla Ministra Valeria Fedeli lo scorso 27 ottobre, nell’ambito del lancio del Piano nazionale per l’educazione al rispetto.

Le Linee guida, previste in attuazione del comma 16 della legge 107 del 2015, sono state messe a punto da un Gruppo di esperti istituito presso il Miur e offrono alle scuole “uno strumento culturale importantissimo per combattere le disuguaglianze e gli stereotipi: la legge 107 punta a rendere centrale l’educazione al rispetto e alla libertà dai pregiudizi, riconoscendo dignità a ogni persona, senza esclusioni, nell’uguaglianza di diritti e responsabilità per tutte e tutti”, ha ricordato la Ministra.

Insieme all’hashtag della campagna per l’educazione al rispetto, #Rispettaledifferenze, il Ministero utilizzerà in questi giorni anche quello che accompagna la Giornata del 25, #Noviolenzacontroledonne, con lo scopo di sensibilizzare scuole, studentesse e studenti, famiglie su questo tema. Oggi la pubblicazione della prima cartolina: “La violenza sulle donne è un fenomeno strutturale della società e l’educazione alla parità tra i sessi è uno strumento fondamentale per prevenirla. In questa sfida, che riguarda tutte e tutti, il protagonismo maschile è centrale. La scuola per la prevenzione della violenza sulle donne. #RispettaLeDifferenze. #Noviolenzacontroledonne”.

Ragazze e donne con disabilità, in piazza contro ogni discriminazione e violenza

Ragazze e donne con disabilità, in piazza contro ogni discriminazione e violenza

 

Domani, 25 novembre, ricorre la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le Donne. A Roma si terrà una grande manifestazione solo lo slogan “Non una di meno”. La forte partecipazione alla analoga iniziativa del 2016 e il diffuso lavoro di confronto, di promozione, di produzione di documenti, di eventi collaterali, lascia ottimi auspici per replicare il successo.

Quest’anno c’è anche un’altra significativa novità: alla Manifestazione parteciperanno come gruppo, informale ma coeso, e sotto uno striscione senza sigle anche le donne e le ragazze con disabilità per portare il loro sostegno contro la violenza maschile e di genere in tutte le sue forme. Ma non solo.

La partecipazione di tante donne con disabilità sarà importante per fare finalmente emergere la discriminazione plurima da esse subìta, fatta di costrizioni e violenze sia fisiche che psicologiche, di esclusione. Perché donne e perché disabili.

È un messaggio che la Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap sostiene con forza, richiamando sia la Convenzione ONU che gli ormai numerosi atti e pronunciamenti UE: la prospettiva delle donne e delle ragazze con disabilità va considerata in tutte le politiche in materia di parità di genere. Ciò che oggi, purtroppo, non avviene nella società, nel lavoro, nei servizi sanitari e in molti altri ambiti da cui ci si attendono invece pari opportunità.

E non sfugge a FISH quanto le ragazze e le donne con disabilità siano ancora più esposte a violenze e molestie, spesso nell’impossibilità di difendersi, denunciare, fuggire.

Anche per questo la prospettiva di genere anche nella disabilità rimane uno dei punti fermi delle rivendicazioni politiche di FISH.

L’appuntamento è dunque a Roma in Piazza della Repubblica il 25 novembre 2017 alle ore 14, per raggrupparci dietro lo striscione “Le donne con disabilità contro ogni discriminazione e violenza”.

Cuore, bacio, carezza?

Cuore, bacio, carezza? Un Gioco della Gentilezza da proporre a scuola per la giornata contro la Violenza sulle donne

Anche un Gioco della Gentilezza può contribuire a prevenire la violenza sulle donne e più in generale sulle persone più deboli. La gentilezza a volte viene fraintesa e capita che tutto ciò che viene etichettato come gentile sia lecito e faccia stare bene, in realtà non é sempre così. Per la giornata contro la violenza sulle donne mi voglio soffermare su un particolare aspetto della gentilezza che riguarda i gesti gentili. I gesti gentili, sono le carezze, un bacio, un abbraccio, una stretta di mano, un saluto con la mano…movimenti che hanno come finalità fare stare bene sia chi li dona che colui, o colei che li riceve. Ma é sempre così?  Dipende, a chi vengono donati e come vengono espressi. Non tutti, per ragioni personali, gradiscono per esempio ricevere i movimenti gentili di contatto,  quindi  quando vengono abbracciati, l’abbraccio assume un valore tutt’altro che gentile.  Allo stesso modo un ragazzo che forza una ragazza, durante un’uscita serale tra amici, o conoscenti, a ricevere un bacio, oppure un abbraccio senza che le faccia piacere, magari contro la sua volontà, non é un gesto gentile, ma una forma di violenza; “le ho dato un bacio perché volevo dirle ciò che mi piace”, non giustifica la forzatura. Come si può fare a prevenire queste situazioni equivoche? Una delle strade che si può percorrere é educare sin da piccoli, bambini e ragazzi a conoscere la gentilezza e come metterla in pratica in modo da usarla correttamente, anche da adulti, per il bene di tutti, la scuola e la famiglia possono contribuire a trasmettere queste conoscenze. Ho sviluppato il  Gioco della Gentilezza “Cuore, bacio, carezza?”, augurandomi che venga proposto a scuola, o a casa, proprio per fare conoscere ai bambini ed ai ragazzi, che una delle soluzioni per rendere gentile un gesto é, se non si conosce cosa prova l’altra persona, semplicemente chiederglielo, “posso darti un bacio?”. In questo gioco sono proposti 3 gesti gentili, che in Italia hanno tutti lo stesso significato “ti voglio bene”, due di questi prevedono un contatto (il bacio e la carezza), uno invece no (il cuore). Durante il gioco ogni partecipante, camminando liberamente nello spazio a disposizione, può chiedere ad un altro giocatore “Cuore, bacio, carezza?”, la risposta può consistere in uno dei tre gesti gentili, oppure in un “no grazie”, che rappresenta una parola molto gentile. In questo modo, giocando, i bambini approfondiscono la conoscenza della gentilezza, apprendendo il rispetto per l’altra persona.

Luca Nardi (Presidente dell’Associazione Culturale Cor et Amor ed ideatore dei Giochi della Gentilezza)


web www.igiochidellagentilezza.it

descrizione: CUORE, BACIO, CAREZZA?

ETA’: dai 6 ai 12 anni

PARTECIPANTI: a partire da 2

AMBITO: Scuola, famiglia

AMBIENTE: palestra, classe, salone pluriuso, casa

DURATA: variabile

MATERIALE: nessuno

INTRODUZIONE GENTILE: la gentilezza col cuore e la testa si esprime anche attraverso la sensibilità al benessere dell’altra persona, non tutti gradiscono i movimenti gentili di contatto, per questa ragione per scoprirlo é sufficente chiederlo..”Posso farti una carezza?”.

DESCRIZIONE: i movimenti gentili trasformano le parole in gesti, per esprimere “ti voglio bene” in Italia esistono tre movimenti: il cuorcino(fatto con la mano), il bacio (con la mano, o sulla guancia), la carezza. Dopo avere spiegato ai giocatori tale premessa e avere definito lo spazio di gioco, gli stessi si dispongono in piedi in ordine sparso. Al via i giocatori camminano lentamente, ogni volta che sul proprio cammino incontrano un altro giocatore gli chiederanno “Cuore, bacio, carezza?”, la risposta potrà essere uno dei 3 gesti gentili, oppure un “no grazie” (che rappresenta una parola gentile), a seconda della risposta ricevuta i giocatori si scambieranno  uno dei tre movimenti, oppure no, il gioco prosegue coinvolgendo tutti i giocatori.

CONOSCENZE GENTILI ALLENATE: empatia, movimenti gentili, attenzione, sensibilità.

PROPOSTO DA: Luca Nardi