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Nuove Tecnologie, Didattica e Bisogni Educativi Speciali

http://ntdlazio.blogspot.it/2016/04/materiali-del-seminario-sullautismo.html

Nuove Tecnologie, Didattica e Bisogni Educativi Speciali

a cura del prof. Iacopo Balocco

FVG. Materiali del Seminario sull’autismo a cura di Annalisa Bonu
Segnalo il materiale pubblicato su DUEMILAUNO AGENZIA SOCIALE, presentato nel corso del ciclo di incontri sull’autismo con il Dott. Giovanni Grube e il Prof. Lucio Cottini presso il Distretto Sanitario 1 dell’Azienda Sanitaria 1.
– L’integrazione scolastica del bambino autistico: aspetti metodologici e didattici
– Caratteristiche dell’allievo autistico
– Il dentro e il fuori dell’integrazione ovvero la difficile presenza dell’allievo con autismo in classe
– Efficacia dell’intervento comportamentale precoce
– Esempi di intervento comportamentale precoce
– Principi dell’insegnamento strutturato
– Modelli esplicativi dell’autismo: un tentativo di sintesi
– Caratteristiche della scala PEP-R
– Strategie di modificazione del comportamento
– L’autismo visto dal di dentro
– L’autismo: questo conosciuto
– Links siti sul tema dell’autismo

Sportello Autismo

Mercoledì 27 aprile 2016 alle ore 9:00 pressol’IPSSEOA “Costaggini” di Rieti, sarà presentato lo “Sportello Autismo”

Mercoledì 27 aprile alle ore 9:00 presso l’Aula Magna dell’ Istituto Alberghiero I.P.S.S.E.O.A. “Costaggini” di Rieti, sarà presentato lo “Sportello Autismo”, servizio di aiuto e informazione relativo ai disturbi dello Spettro Autistico. Lo sportello fa capo al C.T.S. di Rieti, con una rete formata dall’Ufficio Scolastico Territoriale, dal Centro Autismo S. Eusanio di Rieti e dal Comune di Rieti, Assessorato Politiche socio-sanitarie.

Lo sportello autismo nasce da una precedente sperimentazione nazionale del MIUR, Direzione Generale per lo Studente, che rientra nel più ampio progetto “Tutti a Scuola”. Dopo tale sperimentazione il MIUR sostiene l’apertura dello Sportello Autismo presso tutti i C.T.S..

Lo “Sportello Autismo” che sarà attivato presso l’Istituto Alberghiero I.S.S.E.O.A. “Costaggini” di Rieti, vuole promuovere la cultura della presa in carico, educativa e abilitativa, di studenti autistici; offrire alle scuole formazione e consulenza relativa ai problemi di inclusione; offrire un’azione di supporto e consulenza sull’organizzazione educativa, riabilitativa e didattica attraverso un lavoro in rete e la valorizzazione delle buone prassi; collaborare con le famiglie e le associazioni e gli enti già attivi; monitorare i dati quantitativi degli studenti autistici.; promuovere lo Sportello Autismo del Centro Sant’Eusanio che è importante polo di riferimento del Comune di Rieti. L’attività di sportello potrà così diventare un punto di raccordo tra la scuola, i genitori, associazione e i servizi socio-sanitari, con l’obiettivo di creare una rete per l’inclusione che sviluppi un modello cooperativo di lavoro.

PROGRAMMA

 ore 9.00: Saluti e presentazione dello Sportello Autismo CTS di Rieti:

Alessandra Onofri, Dirigente Scolastico IPSSEOA “Costaggini” di Rieti

Giovanni Lorenzini, Dirigente Ufficio IX USR Lazio Ambito Territoriale diRieti

Stefania Mariantoni, Assessore politiche socio sanitarie Comune di Rieti

 ore 9.30 : L’esperienza sullo Sportello Autismo

Stefania Vannucchi operatore del CTS di Prato

Ore 10.45 coffee break

 ore 11,00: presentazione Centro Sant’Eusanio

Nunzio Virgilio Paolucci, Presidente Loco Motiva,  responsabile Centro Sant’Eusanio e Sportello Autismo   Comune di Rieti

 ore 11,20: Incontro con Andrea Paolucci, persona autistica e Simona Landi , Psicologa

CNAPP Roma e Centro Sant’Eusanio

 Ore 13,00 termine lavori

Al termine del convegno sarà consegnato un attestato di partecipazione rilasciato ai sensi del DM 90/2003 MIUR

– previsto esonero per il personale della Scuola –

– evento aperto anche a genitori e assistenti specialistici –

Ausili, software e consulenze: la tecnologia che aiuta gli alunni disabili

da Redattore Sociale

Ausili, software e consulenze: la tecnologia che aiuta gli alunni disabili

Comunicazione alternativa, strumenti per i disturbi di apprendimento, puntatori oculari e molto altro: l’esperienza del Centro territoriale di supporto della provincia di Lecce che da 10 anni favorisce l’accesso alle tecnologie a partire dalla materna.

LECCE. Emiliano (nome di fantasia), studente di Parabita in provincia di Lecce, è affetto da tetraparesi spastica, non riesce a parlare, comunica grazie al movimento delle palpebre. Con l’aiuto di un puntatore oculare però è in grado di tradurre i suoi movimenti in linguaggio, sia attraverso le lettere che attraverso caselle con parole già formate. Francesca, studentessa di Cursi, soffre della sindrome di Reth che le ha causato un ritardo mentale grave, ma grazie ad interventi di ‘comunicazione aumentativa alternativa’ la consulente che la segue è riuscita a farla comunicare, a far uscire da lei un linguaggio. Queste sono solo due delle sei storie di vita che sta seguendo attualmente il Centro territoriale di supporto della provincia di Lecce (Cts, www.ctslecce.gov.it), attivo già da dieci anni con l’intento di favorire l’accesso alle tecnologie da parte degli studenti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado, a partire dalla materna. Un lavoro grande, impegnativo, ma purtroppo ancora silenzioso, in gran parte ad oggi sconosciuto proprio alle famiglie degli studenti che avrebbero necessità di sostegno. Nato sulla base del progetto “Nuove tecnologie e disabilità” del ministero della Pubblica istruzione, grazie alla direttiva del 2012 sui bisogni educativi speciali rientrano oggi nel raggio d’azione del Cts tutte quelle problematiche collegate con la legge 170 del 2010 e dunque anche i disturbi specifici dell’apprendimento, quelli da deficit di attenzione e iperattività, gli svantaggi sociali, linguistici e culturali.

Grazie al lavoro di specialisti che prestano le proprie competenze, il Cts della provincia di Lecce, che dipende dall’Ufficio scolastico regionale della Puglia, offre consulenza, progetti e servizi alle scuole del territorio (circa centottanta istituti) valutando i singoli casi che si presentano, proponendo gli ausili specifici e i sofware da utilizzare a seconda della disabilità, costruendo un percorso calibrato sulle esigenze di ciascuno studente e da svolgere insieme alle famiglie. Tra gli sportelli che il Centro mette a disposizione c’è quello sulla ‘comunicazione aumentativa alternativa’: “si tratta di cambiare il modo di mandare un messaggio, basandosi su canali alternativi al linguaggio, quando ci sono difficoltà in questo senso – spiega Maurizio Molendini, responsabile del Cts, docente di sostegno in ruolo nell’area delle materie scientifiche presso l’Istituto tecnico Grazia Deledda di Lecce, sede del Centro -. Si tratta di capire prima il livello di comunicazione di una persona, poi di potenziare in modo alternativo gli altri canali, anche in base all’età, dalle cose concrete ai concetti astratti”. Lo specialista del Centro consiglia gli ausili, che devono comunque essere approvati dalla Asl. I ‘comunicatori dinamici’ ad esempio, sono simili a tablet, software touch screen con griglie specifiche per aiutare a trovare una via di comunicazione, da utilizzare a scuola e a casa propria. E’ attivo anche uno sportello sui disturbi specifici dell’apprendimento, con una commissione dedicata in particolare alla dislessia, e anche in questo caso sono utilizzabili software specifici con sintesi vocali, mappe, kit predisposti che vanno incontro alle difficoltà. Ogni singolo caso viene seguito attraverso incontri periodici con gli insegnanti e la famiglia degli studenti.

“Appena la Regione Puglia emanerà la direttiva saremo pronti a partire anche con lo sportello sull’autismo – precisa Molendini – la cui attivazione è prevista dal Miur in tutta Italia ora che si è conclusa la sperimentazione in sole alcune regioni. Qui in Puglia saranno formati circa novanta insegnanti che su indicazioni del Cts di riferimento, che farà da coordinatore, andranno dove c’è necessità. I docenti dovranno, attraverso gli sportelli, gestire le dinamiche dei disturbi dello spettro autistico, chiaramente in contatto con le famiglie, le scuole, gli enti locali, per un’attività che ruoti intorno agli studenti”. A breve presso il Cts di Lecce è prevista anche una formazione per i docenti sul tema del bullismo, in collaborazione con la polizia postale e le associazioni. Il territorio – si legge proprio sull’homepage del portale del Centro – è in rete, “ma il problema principale è proprio questo – sottolinea il responsabile Cts -. Non sempre i protocolli approvati vengono poi di fatto attivati, gli interventi rischiano così di rimanere isolati venendo meno le collaborazioni delle Asl, dei comuni e di tutti gli altri attori. Il risultato, poi, è che riceviamo poche richieste, non tanto perché i problemi non ci siano, ma perché le stesse famiglie non sanno che potrebbero avere un supporto in più”. (sm)

Special Olympics, presentata la XVI European Football Week

da Superabile

Special Olympics, presentata la XVI European Football Week

Dal 21 al 29 maggio, una settimana interamente dedicata al calcio che si terrà, in contemporanea, in 50 paesi europei, coinvolgendo più di 50mia atleti per un totale di 420 eventi. Tavecchio (Figc): “Il mondo ha bisogno degli Atleti Special Olympics; con la volontà si raggiungono risultati impensabili”

ROMA – E’ stata presentata ufficialmente, preso la sede della Figc, la XVI European Football Week: una settimana interamente dedicata al calcio che si terrà, in contemporanea, in 50 paesi europei, coinvolgendo più di 50mia atleti per un totale di 420 eventi, in programma dal 21 al 29 maggio.

Ad aprire la conferenza stampa, la testimonianza di Filippo Pieretto, atleta nel calcio a 5 ai Giochi Mondiali di Los Angeles, nel luglio ed agosto scorso. “Il calcio, come sport più popolare al mondo, ci impone, dal punta di vista etico, delle responsabilità – ha detto il presidente della Figc Carlo Tavecchio – Ho imparato a conoscere grandi situazioni che non mi erano note, il mondo ha bisogno degli Atleti Special Olympics; con la volontà si raggiungono risultati impensabili”. E a Tavecchio è stata rivolta la proposta del presidente di Special Olympics Italia, Maurizio Romiti: “creare una squadra unificata, composta da atleti con e senza disabilità intellettiva. Una squadra che possa avvicinare tutti. Vorremo che la Federazioni ci aiutino a non farlo diventare solo uno slogan ma una realtà”. Caldo il saluto del presidente del Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli: “A dieci anni da calciopoli, oggi è il giorno migliore per presentare un evento, espressione dei valori del calcio. Un mondo fatto da straordinarie gemme che Special Olympics non fa solo con la European Football Week ma tutti i giorni”.

In occasione della conferenza stampa di presentazione dell’evento sono state inviate dal Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, alcune dichiarazioni: “La Special Olympics European Football Week promuove una partecipazione dei calciatori a tutti i livelli di abilità, facendosi promotrice di una cultura rivolta ad infondere un messaggio di accettazione, rispetto ed inclusione”. E Ivàn Còrdoba, ex giocatore dell’Inter ed attualmente dirigente sportivo, è stato uno dei primi calciatori, che per l’occasione, ha inviato un saluto ed un incoraggiamento agli atleti che prenderanno parte alla European Football Week 2016: “Un grande in bocca al lupo a tutti gli Atleti Special Olympics. In campo mettete tutto il meglio di voi, soprattutto i vostri valori come il rispetto la condivisione e l’inclusione”.

In Italia, con il patrocinio della FIGC, della Lega Serie A, della Lega Serie B, dell’AIC, dell’AIA, dell’AIAC e dell’LND Dipartimento Calcio Femminile, verranno organizzate 16 tappe, con circa 4.000 partecipanti coinvolti tra Atleti con e senza disabilità intellettiva, che prevedono percorsi di avviamento al calcio unificato. Diversi appuntamenti che interesseranno 11 regioni italiane, per un progetto che va al di là di ogni confine geografico e sociale.

Per promuovere la XVI European Football Week, in occasione della 35° giornata di campionato di Serie A, in programma a partire da sabato 23 e fino a lunedì 25 aprile, grazie al supporto della Lega Serie A, tutte le squadre scenderanno in campo accompagnate dallo striscione “Special Olympics”. Inoltre, sui campi di Firenze e Roma, rispettivamente per gli incontri di Fiorentina-Juventus di domenica 24 alle ore 20.45 e Roma-Napoli di lunedì 25 alle ore 15.00, due Atleti Special Olympics entreranno in campo insieme ai calciatori.

In attesa della gara sportiva, si è aperta intanto quella della solidarietà: fino a lunedì 2 maggio si può partecipare all’asta online, su CharityStars: le squadre di Serie A e di Serie B doneranno maglie autografate e il ricavato contribuirà alla copertura delle spese sostenute per l’organizzazione della XVI European Football Week.

Mappe e ausili, Google investe in un futuro accessibile

da Superabile

Mappe e ausili, Google investe in un futuro accessibile

Mobilità, comunicazione e indipendenza delle persone disabili. È la sfida lanciata dall’azienda statunitense con dei grant rivolti alle organizzazioni non profit di tutto il mondo. Con l’iniziativa Google Impact Challenge Disabilities oltre mille i progetti arrivati da quasi 90 paesi. Alle 29 idee migliori andranno 20 milioni di dollari

mappe online ROMA – Mappe interattive per segnalare l’accessibilità di luoghi e esercizi pubblici, ausili di ultima generazione per facilitare l’accesso alle nuove tecnologie e progetti per favorire lo sviluppo soluzioni e protesi a favore dei disabili anche nei paesi in via di sviluppo. Sono queste le sfide raccolte da Google.org con l’iniziativa Google Impact Challenge Disabilities che ha permesso a 29 idee innovative capaci di migliorare la mobilità, la comunicazione e l’indipendenza delle persone disabili di ricevere un sostegno economico di circa 20 milioni di dollari. Lanciata nella primavera del 2015, l’iniziativa ha raccolto oltre mille proposte provenienti da organizzazioni non profit di 88 paesi. “Persone fantastiche – spiega una nota di Google -, che stanno lavorando sodo per creare un mondo alla portata di tutti”.

Dal mondo del lavoro a quello dell’istruzione, dalla comunicazione alla mobilità, i 29 progetti selezionati arrivano da tutto il mondo, anche da Medio Oriente e Africa. “Le organizzazioni che sosteniamo hanno ottime idee su come usare la tecnologia per creare nuove soluzioni e ciascuna di queste idee, potenzialmente, può essere applicata su larga scala – aggiunge la nota -. Tutte si sono impegnate a utilizzare tecnologie open source, per incoraggiare e rendere più rapida l’innovazione. Ecco alcune di queste incredibili organizzazioni”.

Tra i progetti selezionati da Google c’è Wheelmap, un progetto dell’organizzazione tedesca Sozialhelden, che sta realizzando una mappa dell’accessibilità dei luoghi pubblici in tutto il mondo. Il progetto è stato sostenuto con oltre 800 mila euro con cui l’organizzazione sta “sviluppando nuovi standard e backend tecnologici necessari per raccogliere questi dati e metterli a disposizione delle molte app e dei molti siti che aiutano le persone disabili a muoversi, pianificare ed esplorare il mondo”. L’obiettivo del progetto finanziato è quello di raccogliere dati sull’accessibilità di circa un milione di luoghi pubblici in tutto il mondo.

È destinato ai paesi in via di sviluppo, invece, il progetto dell’organizzazione britannica Motivation che grazie all’uso di stampanti 3D vuole testare supporti posturali personalizzati e condividere i progetti migliori attraverso un database aperto. Secondo l’organizzazione britannica, infatti, più della metà delle persone che utilizzano la sedia a rotelle ha bisogno di attrezzature per il supporto posturale per garantire la propria salute e la propria sicurezza, oltre che per facilitare i movimenti. Tuttavia, proprio nei paesi in via di sviluppo sono in tanti a non poter permettersi tali supporti.  Al progetto sono stati affidati oltre 500 mila sterline.

Riguarda circa un milione di bambini e spesso porta all’isolamento, all’accesso limitato all’istruzione e anche alla povertà. E’ il piede torto congenito, una disabilità che per moltissimi bambini, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, diventa un ostacolo permanente lungo il proprio cammino. Per questo, tra i progetti selezionati, c’è anche Miraclefeet a cui Google ha assegnato un grant di un milione di dollari per migliorare il trattamento del piede torto in tutto il mondo, offrendo sostegno alle famiglie, monitorando i progressi del paziente attraverso un software e di fornendo formazione online ai medici nei paesi in via di sviluppo per offrire ai bambini e alle loro famiglie una qualità di vita migliore. Tre progetti diversi ma che ben rappresentano lo spirito dell’iniziativa di Google che ha selezionato altri 26 progetti per scommettere, spiega l’organizzazione sul sito web dell’iniziativa, su un futuro più accessibile.

Ore di sostegno ridotte: TAR o Tribunali Civili?

da Superando.it del 21-04-2016

Ore di sostegno ridotte: TAR o Tribunali Civili?

Una discussa Sentenza della Corte di Cassazione, prodotta alla fine del 2014, ha fatto sì che successivamente, in caso di ricorsi sulla riduzione delle ore di sostegno agli alunni con disabilità, alcuni TAR (Tribunali Amministrativi Regionali) abbiano rinviato la questione ai Tribunali Civili, mentre altri hanno continuato a rivendicare la propria competenza sulla materia. Tale situazione ha creato disorientamento nelle famiglie e il problema rimane aperto, anche dopo un recente provvedimento del Consiglio di Stato, che si è sostanzialmente limitato a “dribblarlo”.

In un suo interessante saggio, l’avvocato Francesco Marcellino contesta, con ampia e documentata argomentazione, la tesi esposta nella Sentenza 25011/14, prodotta a Sezioni Unite dalla Corte di Cassazione, la quale aveva ritenuto che competenti a decidere sulle cause relative alle ore di sostegno non dovessero più essere i TAR (Tribunali Amministrativi Regionali), come affermato invece nella precedente Ordinanza a Sezioni Unite 1144/07, ma i Tribunali Civili.
La più recente Sentenza della Cassazione aveva sostanzialmente motivato questo suo nuovo orientamento sostenendo che la riduzione del numero di ore di sostegno indicato nel PEI (Piano Educativo Individualizzato) costituisca una discriminazione ai danni degli alunni con disabilità, ai sensi della Legge 67/06 (Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni) e siccome tale Legge stabilisce che in materia di discriminazione la competenza sia del Tribunale Civile, sostiene la Cassazione che tutte le volte in cui vengano ridotte le ore di sostegno rispetto a quelle indicate nel PEI, manchi discrezionalità amministrativa e ci si trovi di fronte a una discriminazione, di competenza pertanto del Tribunale Civile.

L’avvocato Marcellino passa in rassegna la normativa e la giurisprudenza dall’Ottocento a oggi, sino a pervenire alla norma contenuta negli articoli 7 e 133 del recente Codice del Processo Amministrativo, approvato con il Decreto Legislativo 104/10, ove, in materia di servizi delle Pubbliche Amministrazioni, viene attribuita ai TAR la competenza esclusiva sia degli interessi legittimi – come succede normalmente -, sia anche dei diritti soggettivi, che normalmente, invece, sono di competenza dei Tribunali Civili.
In base dunque a questa competenza esclusiva in materia del servizio pubblico dell’inclusione scolastica, Marcellino sostiene che le cause relative alle ore di sostegno siano di competenza dei TAR. Egli afferma infatti che non possano essere di competenza del Giudice Civile, in forza della citata Legge 67/06, perché altrimenti tutte le questioni relative alle persone con disabilità riguarderebbero la materia della discriminazione e ciò non è vero, dal momento che la stessa Legge 67/06 prevede la possibilità di rivolgersi ai TAR anche per fare annullare atti amministrativi discriminatori.

La Sentenza della Cassazione 25011/14 viene inoltre criticata anche laddove sostiene che, una volta indicato nel PEI il numero delle ore di sostegno da assegnare, debba venir meno la discrezionalità dell’Amministrazione nel ridurre tale numero di ore e quindi la controversia debba essere in tali casi affidata al Tribunale Civile, dal momento che si sarebbe in presenza di un diritto soggettivo costituzionalmente garantito, il cui nucleo essenziale non può essere scalfito dall’Autorità Amministrativa.
Ebbene, anche su questa affermazione Marcellino obietta che il PEI è un atto amministrativo, frutto della discrezionalità delle Amministrazioni che contribuiscono a formularlo (Scuola, ASL ed Enti Locali, in collaborazione con la Famiglia). Anche alla luce di ciò, quindi, le controversie sul sostegno dovrebbero essere di competenza dei TAR.

Alle argomentazioni dell’avvocato Marcellino, ci permettiamo di aggiungerne alcune altre, sottolineando innanzitutto che nemmeno da parte nostra può essere accettata la tesi espressa nella Sentenza della Cassazione 25011/14, secondo cui l’insufficiente numero di ore di sostegno assegnate costituirebbe di per sé una discriminazione, ciò anche, e soprattutto, per la motivazione che ne dà la Cassazione stessa, sostenendo che tale discriminazione si sostanzia nel fatto che alla riduzione delle ore di sostegno assegnate all’alunno con disabilità non corrisponda contemporaneamente la riduzione di ore curricolari per gli alunni senza disabilità. Questa motivazione, infatti, è di per sé radicalmente contraria alla logica inclusiva, mettendo in parallelo e differenziando totalmente le ore di sostegno assegnate all’alunno con disabilità e le ore curricolari assegnate ai compagni senza disabilità. In pratica, se tale motivazione fosse vera salterebbe alla radice tutte la cultura inclusiva scolastica e la normativa conseguente, in particolare l’articolo 13, comma 6 della Legge Quadro 104/92, laddove si afferma che il docente per il sostegno didattico deve assumere la contitolarità della classe e partecipare a tutte le attività di programmazione e verifica per tutti gli alunni.
Sarebbe altresì in contrasto anche con il disposto dell’articolo 19, comma 11 della Legge 111/11, ove si afferma che «la scuola provvede ad assicurare la necessaria azione didattica e di integrazione per i singoli alunni disabili, usufruendo tanto dei docenti di sostegno che dei docenti di classe».

A proposito poi della natura del PEI, oltre a quanto già affermato nel suo saggio da Francesco Marcellino, che condividiamo, può aggiungersi un’ulteriore osservazione: la Sentenza 25011/14 della Cassazione stabilisce che – una volta indicato nel PEI il numero di ore di sostegno da assegnare – l’Amministrazione perda qualunque potere discrezionale circa la riduzione di tale numero di ore, facendone conseguire la comptenza del Giudice Ordinario, che invece rimarrebbe al Giudice Amministrativo solo quando nel PEI non venisse indicato tale numero di ore.
In tal senso si propone una contraria argomentazione testuale. Sia il Decreto del Presidente del Consiglio (DPCM) 185/06 (articolo 3, comma 2), sia la Legge 122/10 (articolo 10, comma 5) stabiliscono che nel PEI vengano formulate «proposte relative all’individuazione delle risorse necessarie, ivi compresa l’indicazione del numero delle ore di sostegno». Se dunque la normativa stabilisce che il numero delle ore di sostegno da assegnare debba essere oggetto di una «proposta» contenuta nel PEI, ciò conferma per un verso che il PEI stesso è un atto amministrativo discrezionale e per altro verso che esso non è un atto definitivo e vincolante, ma un “atto presupposto” rivolto all’Ufficio Scolastico Regionale, il quale è l’organismo amministrativo, dotato di discrezionalità, che decide sulla conferma o meno di tale numero di ore.
Come tutti gli atti amministrativi, dunque, tale decisione è soggetta al vaglio e all’annullamento da parte del Giudice Amministrativo, laddove si riscontrino in esso vizi di legittimità, come ad esempio l’insufficiente o assente motivazione o la motivazione fondata esclusivamente su carenze di bilancio.
Questo e i temi precedenti sono stati anche oggetto, ricordiamo infine, di un ampio articolo di Federico Girelli, pubblicato lo scorso anno dalla rivista «Giurisprudenza Costituzionale», che concorda con i nostri rilievi.

Dopo quella Sentenza del 2014, dunque, è successo che alcuni TAR abbiano iniziato a rigettare i ricorsi presentati dalle famiglie, rinviando appunto la questione ai Tribunali Civili. Al contrario, altri TAR hanno continuato a sentenziare, rivendicando la propria competenza sulla materia, e tutto ciò ha causato un grande disorientamento nelle famiglie su quale debba essere la Corte cui rivolgersi per vedere riconosciuti i diritti dei propri figli.
A questo punto, quindi, l’auspicio era che l’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, chiamata a decidere anch’essa sulla questione giurisdizionale fra TAR e Tribunali Civili, potesse definire una volta per tutte la questione, ciò che invece, purtroppo, non è del tutto accaduto.
Infatti, con la Sentenza 7/16 del 12 aprile scorso, delimitando il campo d’indagine al solo periodo antecedente alla formulazione del PEI, la stessa Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato ha riaffermato la competenza dei TAR per le controversie relative all’assegnazione di ore di sostegno, senza tuttavia nulla aggiungere o togliere a quanto già stabilito dalla precedente Sentenza della Cassazione.
Essa ha in pratica dribblato il problema relativo a chi spetti la giurisdizione nei casi di provvedimenti successivi alla formulazione del PEI e contrastanti con esso, settore di giurisdizione che, come spiegato in precedenza, la Cassazione aveva attribuito ai Tribunali Civili, cosicché il problema per questo secondo aspetto rimane ancora aperto e ci si augura che possa essere presto risollevato di fronte all’Adunanza Plenaria, costringendola in tal modo a pronunciarsi sull’intera questione.

E così, come accennato in precedenza, continua l’orientamento ondivago delle Corti, con pronunciamenti di segno diverso tra loro. Uno dei più recenti, ad esempio, è quello prodotto dal TAR del Lazio, con l’Ordinanza n. 3212 del 14 marzo scorso, ove si è ritenuto che anche in assenza di ore indicate nel PEI, la competenza debba spettare al Tribunale Civile, trattandosi di diritti soggettivi la cui violazione comporta discriminazione. Il TAR stesso, quindi, ha rimesso gli atti alla Cassazione, che ha la competenza per risolvere questi conflitti di giurisdizione.

Presidente nazionale del Comitato dei Garanti della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), della quale è stato vicepresidente nazionale; responsabile del Settore Legale dell’Osservatorio Scolastico dell’AIPD (Associazione Italiana Persone Down).

DSA Corso per Genitori

Corso per Genitori a Galbiate

Il corso è rivolto a coloro che desiderano avere le conoscenze e gli strumenti necessari per poter affrontare i DSA dei propri figli con serenità e sicurezza. Si sviluppa su cinque incontri studiati per far conoscere meglio i Disturbi Specifici dell’ Apprendimento, per far capire come affrontarli nella loro ricaduta sulla vita scolastica ed emotiva dei ragazzi e per chiarire le norme che li tutelano nel percorso scolastico

Il corso si svolgerà presso l’Istituto Comprensivo Statale di Galbiate (Via Unità d’Italia 9, GALBIATE – Lecco) il sabato mattina dalle 9:00 alle 11:30 e prevede i seguenti incontri:

30 Aprile 2016: Dislessia e Disturbi specifici dell’Apprendimento
7 Maggio 2016: Discalculia… quanti problemi
14 Maggio 2016: Dislessia: lettura e scrittura
21 Maggio 2016: Legge 170/2010 e Piano Didattico Personalizzato
28 Maggio 2016: Gli Strumenti compensativi e le strategie di studio
Il corso ha un costo di partecipazione di 30 € per i soci in regola col versamento della quota 2016 e di 70 € per i non soci (per chi volesse diventare socio, cliccare qui). Per partecipare è obbligatoria l’iscrizione tramite il pulsante sul fondo di questa pagina.

1. Compilare il modulo d’iscrizione entro il 23 aprile 2016
Dopo l’invio del modulo d’ iscrizione automaticamente il sistema invierà, all’ indirizzo di posta elettronica da voi indicato, una email a conferma del corretto invio della richiesta di iscrizione. Chi non dovesse riceverla potrebbe aver indicato un indirizzo errato, in questo caso si consiglia di inoltrare un nuovo modulo.

2. Procedere al pagamento solo dopo aver ricevuto email di conferma dell’avvio del corso, che verrà attivato al raggiungimento di 25 partecipanti.

Modalità di pagamento

Online, con carta di credito
Conto corrente postale n.159400 intestato a Associazione Italiana Dislessia A.I.D. – Piazza dei Martiri 1/2 – 40121 Bologna
Coordinate bancarie: Banca UNICREDIT – Ag. Cremona Vecchio Passeggio – IBAN IT60S0200811406000103361707
Importante: in caso di pagamento con conto corrente postale o bonifico bancario, indicare la causale “nome_cognome_ numero socio_ corso genitori AID Lecco 2016”. Quindi inviate la ricevuta via mail a lecco@aiditalia.org.

Per ulteriori informazioni:
lecco@aiditalia.org
tel 393 0241118 (dal lunedi` al venerdi` dalle 13.30 alle 16:30)

Lombardia (e non solo): ISEE “ristretto” per tutti

da Superando

Lombardia (e non solo): ISEE “ristretto” per tutti

Secondo l’INPS, il nuovo ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) va applicato in forma “ristretta” – “riducendo” cioè il nucleo familiare del beneficiario cui fare riferimento solo al coniuge e ai figli – anche alle prestazioni sociali, se inserite in percorsi di natura socio-sanitaria. «Lo sosteniamo da tempo – dichiarano dalla Federazione LEDHA – e quindi gli enti come la Regione Lombardia devono modificare le proprie Linee Guida sulla materia, per garantire un’equa compartecipazione alle spese da parte delle persone con disabilità»

Disegno
di docente che ha scritto “ISEE” alla lavagnaISEE “ordinario” oppure “ristretto” [l’ISEE è l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, N.d.R.]? Quale di questi due strumenti dev’essere applicato alle persone con disabilità per la compartecipazione alle spese socio-sanitarie?
Si tratta di quesiti derivanti da alcune interpretazioni della normativa nazionale – e segnatamente del Decreto del Presidente del Consiglio (DPCM) 159/13, che ha riformato la materia dell’ISEE – le quali hanno creato situazioni che penalizzano proprio le persone con disabilità.
Tra queste – oltre a quelle di numerosi Comuni – rientrano ad esempio le Linee Guida emesse dalla Regione Lombardia nel marzo dello scorso anno, che escludono alcuni servizi rivolti alle persone con disabilità – tra cui CSE (Centri Socio Educativi) e SFA (Servizi di Formazione all’Autonomia) – da quelli per cui è possibile richiedere l’applicazione dell’ISEE “ristretto” per la compartecipazione alla spesa.

Attraverso il proprio Centro Antidiscriminazione “Franco Bomprezzi”, la LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità, componente lombarda della FISH-Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) ha spesso ribadito la propria posizione nelle sedi istituzionali più opportune, pubblicando inoltre, un paio di mesi fa, un articolato parere legale sulla questione, ove si evidenzia appunto come l’ISEE “ristretto” – che per calcolare cioè l’ISEE stesso, “riduce” solo al coniuge e ai figli il nucleo familiare del beneficiario cui fare riferimento – si debba applicare anche alle prestazioni sociali, laddove siano inserite in percorsi di natura socio-sanitaria.

Un chiarimento definitivo è arrivato ora dall’INPS, che nel proprio sito ha pubblicato un documento dal titolo Le risposte alle domande più frequenti rispetto al tema ISEE, raccogliendo vari quesiti posti da cittadini e associazioni sull’argomento.
Tra questi, uno in particolare (V_27 del 26 gennaio 2016, pagina 47) riguarda il campo di applicazione dell’ISEE sociosanitario, ovvero «quale ISEE richiedere per concedere prestazioni agevolate (integrazioni rette) in ordine alla frequenza di un C.S.E.?».
Ebbene, l’INPS risponde così: «Nella definizione di prestazione agevolate di natura sociosanitaria il DPCM 159/2015 fa rientrare anche il concetto di altri interventi rivolti alle persone con disabilità: in effetti tale definizione è così ampia da ricomprendere sia le prestazioni sanitarie a rilevanza sociale che quelle sociali a rilevanza sanitaria, […]. In estrema sintesi si afferma che il Cse deve essere ricompreso tra i servizi per cui chiedere l’Isee sociosanitario purché la persona abbia ottenuto il riconoscimento formale del grado di disabilità non autosufficienza».

«Conformemente a quanto già affermato dal nostro Servizio Legale – commenta dunque Gaetano De Luca, avvocato del Centro Antidiscriminazione LEDHA “Franco Bomprezzi” – l’INPS ritiene che tutti i servizi, sia quelli di natura sociale, sia quelli di natura sociosanitaria rivolti alle persone con disabilità, siano da ricomprendere nella nozione di prestazione agevolata di natura sociosanitaria. E quindi debba essere applicato l’ISEE “ristretto”».
«Auspichiamo pertanto – dichiara a propria volta Alberto Fontana, presidente della LEDHA – che sulla base di quanto affermato dall’INPS in quella risposta, la Regione Lombardia intervenga rapidamente sulle Linee Guida pubblicate lo scorso anno e le modifichi, applicando così un criterio che garantisca un’equa compartecipazione alle spese per le persone con disabilità». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Ufficio Stampa LEDHA (Ilaria Sesana), ufficiostampa@ledha.it.

Autismo ed educazione

Bologna. Convegno ANGSA-LIONS “Autismo ed educazione”

In allegato si pubblica il materiale illustrativo del Convegno “Autismo ed educazione: mai troppo presto, mai troppo tardi, mai troppo gravi”, che si terrà a Bologna, al Teatro Duse, il 23 aprile 2016.
Il convegno è organizzato da ANGSA Emilia-Romagna e dai Lions Club; la partecipazione è gratuita ma è richiesta l’iscrizione alla casella email convegni@autismo33.it

Disabilità, casa “di transizione” per sperimentare la vita indipendente

da Redattore sociale

Disabilità, casa “di transizione” per sperimentare la vita indipendente

“Le Palme” è l’appartamento protetto con 2 posti letto realizzato da Aias Bologna per consentire alle persone disabili di iniziare un percorso di emancipazione dalla famiglia. Gli ospiti possono essere accolti per un weekend o per periodi più lunghi, fino a 24 mesi. L’inaugurazione il 9 aprile alle 11

BOLOGNA – Un nuovo spazio abitativo protetto in cui le persone con disabilità possono mettere alla prova la propria capacità abitativa. È “Le Palme – area sperimentale di transizione”, il ‘piccolo-grande progetto’ di Aias Bologna per dare applicazione al diritto delle persone disabili ad avere una vita indipendente, così come stabilito dall’articolo 19 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità.

“Vita indipendente non significa che le persone con disabilità desiderano fare tutto da sole e che non hanno bisogno di nessuno o che amino vivere in isolamento – dicono da Aias –. Vita indipendente significa vivere come, dove e con chi si vuole, frequentare le stesse scuole del quartiere, usare gli stessi autobus che usano i vicini di casa, fare lavori che sono in linea con la formazione acquisita e con i propri interessi. Le persone disabili vogliono essere protagoniste della propria vita”. L’inaugurazione dell’appartamento protetto è in programma oggi 9 aprile con il presidente di Aias, Gianluca Pizzi, l’onorevole Donata Lenzi, e il sindaco di Bologna, Virginio Merola.
cucina

Lo spazio abitativo – che si trova vicino al centro residenziale Selleri Battaglia (via di Saliceto, 75), nel quartiere Navile – ha 2 posti per accogliere in modo temporaneo persone con disabilità, che potranno iniziare un percorso di emancipazione dalla loro famiglia o dalla struttura residenziale. L’appartamento ha 2 camere con letti motorizzati, armadi ad ante scorrevoli, bagni accessibili attrezzati con lavasciugatrice. Il soggiorno è in comune per favorire la socializzazione (ed è arredato con la linea accessibile di Scavolini). All’esterno c’è un giardino recintato, anch’esso accessibile, con parcheggio. Le persone disabili possono essere accolte a “Le Palme” per un weekend o per periodi più lunghi, fino a un massimo di 24 mesi. Obiettivo di Aias è offrire un’esperienza abitativa che garantisca requisiti di dignità e riservatezza a persone disabili parzialmente autosufficienti, con capacità residue, interesse e desiderio di realizzare il proprio progetto esistenziale e residenziale in autonomia.

Al via “Run for Parkinson’s”, 27 le città italiane coinvolte

da Superabile

Al via “Run for Parkinson’s”, 27 le città italiane coinvolte

Le iniziative proseguiranno per tutto il mese di aprile (nel quale ricorre la Giornata mondiale dedicata al Parkinson) e di maggio. Tappe anche a Roma e a Milano il 17 aprile. Migliaia i partecipanti tra pazienti, amici, parenti

ROMA – Ventisette città coinvolte nel corso dei mesi di aprile (mese nel quale ricorre la Giornata Mondiale dedicata al Parkinson) e maggio, tra le quali Roma e Milano il 17 aprile, che coinvolgeranno migliaia di partecipanti, tra pazienti, amici, parenti e in generale chiunque voglia portare la sua testimonianza percorrendo un tratto del percorso. 10 nazioni partecipanti nel mondo, 50.000 iscritti e 380.000 km percorsi nell’ultima edizione italiana. (Per l’elenco completo delle citta’ coinvolte clicca Hyperlink “http://run4parkinson.org/it/dove-it.html”). Si tratta del piu’ grande evento al mondo ed in Italia dedicato alla malattia, promosso nel nostro Paese dall’associazione Italia Run for Parkinson’s in collaborazione con decine di associazioni operanti sui territori ed il supporto incondizionato di AbbVie.

Per l’Italia la testimonial di quest’anno e’ Rosaria Renna, conduttrice televisiva e radiofonica di Rds. La vita del malato di Parkinson e quella della sua famiglia si trasformano in una maratona piena di ostacoli ma questa maratona puo’ risultare meno gravosa con l’aiuto di altre persone o istituzioni. Da questa metafora nacque l’idea della corsa “a beneficio dei parkinsoniani e delle loro famiglie”.

Cosi’ in un comunicato l’Ufficio stampa di Run for Parkinson’s.
Run for Parkinson’s nasce in Spagna nel 2010, da un’intuizione di un gruppo di malati di Parkinson. Nel 2011 la manifestazione giunge per la prima volta anche in Italia, grazie ad A.I.G.P., dando vita a due grandi eventi che si tennero a Milano e Venezia. I numeri della manifestazione sono andati crescendo nel corso degli anni, una corsa inarrestabile, che riunisce sempre piu’ partecipanti a testimonianza del fatto che il Parkinson non si ferma ma anche che le persone non sono disposte a interrompere la loro marcia verso sfide sempre nuove. “Corriamo perche’ questa malattia corre e vorrebbe farci smettere di correre. Questo evento e’ quindi la testimonianza innanzitutto della nostra forza di volonta’, nei confronti di una malattia che non puo’ e non deve impedirci di vivere una vita piena, attiva e felice. Il secondo obiettivo e’ quello di mantenere forte l’attenzione sulla malattia: e’ vero che oggi la ricerca ha gia’ fatto molto per tenere sotto controllo il Parkinson, ma ancora molto si deve fare per individuare una vera e propria cura definitiva per sconfiggerne la progressione o la comparsa. La ricerca corre ma il parkinson corre di piu’: in Italia sono 250.000 le persone che hanno sviluppato la malattia; di questi 1 su 4 ha meno di 50 anni. Secondo i dati recentemente diffusi dall’Epda – European Parkinson’s Disease Association per il 2030 si stima un raddoppiamento delle cifre. E l’eta’ di insorgenza della patologia si va via via abbassando, tanto che oggi si conta almeno un 10% dei parkinsoniani con meno di 40 anni”, ha dichiarato Claudia Milani, Presidente di Italia Run4Parkinson’s.

Heli, il bracciale del futuro per connettere i non udenti, made in Italy

da SORDIONLINE

Heli, il bracciale del futuro per connettere i non udenti, made in Italy

Heli è un progetto nato nel 2015 e pensato da tre studenti italiani, della Quasar Design University di Roma, vincitori dell’iniziativa “Think for Social”, promossa dalla Fondazione Vodafone Italia e potrebbe rappresentare il futuro, tutto made in Italy, per i non udenti.

Orlando Rocchi

Come funziona Heli

Heli, acronimo di Hearing Enhancement for Life Improvement – è il dispositivo che permetterà ai non udenti di interagire con una o più persone contemporaneamente in chat, indossando un semplice bracciale bluetooth chiamato “Myo”, che in real time riconosce ed interpreta, attraverso dei sensori elettromiografici, il LIS (la lingua italiana dei segni) e lo invia in formato testuale ad un’app del telefono

Sullo smartphone il tutto si interfaccerà attraverso una chat, con due possibili funzioni: la conversazione semplice, in cui la chat sullo schermo è divisa e disposta verso i due interlocutori, in modo tale che entrambi posano capirsi semplicemente osservando lo smartphone, e la chat condivisa, nella quale ogni persona che prende parte alla conversazione apparirà nella chat con il suo nome (e volendo con la propria foto profilo), in modo tale che il non udente non perda il filo del discorso.

Heli non è solo una chat per non udenti

Non è tutto però in quanti il bracciale avrà incorporata un microfono, un motore vibrante e un led, che permettono di avvisare il non utente in caso di input sonori (ad esempio se in casa suona il citofono o il telefono o se in strada passa un’ambulanza il bracciale vibrerà e il led si illuminerà in diversa maniera). Tale innovazione è ancora in fase di realizzazione, ma si prevede una prima versione per fine anno

Heli un valido aiuto in casa

Heli disporrà inoltre del modulo Home Station, pensato per scollegare l’utente dal proprio smartphone. Interconnesso all’home station un sistema modulare, presente in ogni stanza della casa, che riceve input sonori ed emette output luminosi personalizzati per ogni evenienza

Ovviamente c’è ancora ampio margine per futuri sviluppi ed adattamenti e proprio per questo si prospetta una rapida entrata nel mercato nazionale ed estero, che permetterà ai non udenti di sentirsi a proprio agio in ogni situazione e più sicuri.

Dislessia e studio delle lingue classiche

Bologna. Dislessia e studio delle lingue classiche 2

In risposta alle numerose sollecitazioni ricevute da dirigenti scolastici, docenti e famiglie, la Delegazione bolognese dell’Associazione Italiana di Cultura Classica propone un secondo pomeriggio di approfondimento e di aggiornamento sul tema “Dislessia e studio delle lingue classiche II”, programmato per GIOVEDI’ 21 APRILE 2016 presso l’Auditorium del Liceo Classico M. Minghetti di Bologna (Via N. Sauro 18).

INFO: http://ntdlazio.blogspot.it/2016/03/bologna-dislessia-e-studio-delle-lingue.htm

Il “dopo di noi” in un’inchiesta

da Redattore Sociale

Il “dopo di noi” in un’inchiesta. Su SuperAbile Inail di aprile

ROMA. Nel numero di aprile del mensile SuperAbile Inail, un’inchiesta sul “dopo di noi”: portato alle cronache dalla recente approvazione alla Camera di una legge al tempo stesso attesa e discussa dalle associazioni, il “dopo di noi” è uno dei maggiori rovelli delle famiglie con un figlio disabili. Vengono raccontati timori, speranze, esperienze, buone prassi e testimonianze di genitori ed esperti, punteggiati da un reportage fotografico di Alessandro Rampazzo. Spazio anche a un’intervista a William Boselli, 53 anni, di cui la metà trascorsi da tetraplegico; promotore della manifestazione “Happy Hand” insieme all’associazione Willy the king group, porta lo sport senza barriere in giro per l’Italia. Quest’anno è toccato ai centri commerciali, mentre dal 23 al 25 aprile sarà a Caserta per un gemellaggio a suon di tortellini, mozzarella di bufala e basket, il grande leitmotiv della sua vita. La sua forza? Gli amici.

box Ancora, un servizio sulle sedie a rotelle aggiustate dai reclusi: a Cerignola, in provincia di Foggia, un’officina sociale vedrà i detenuti riparare sedie a rotelle e ausili protesici per disabili. Si tratta di un progetto sperimentale finanziato dalla Fondazione per il Sud, l’Asl di Foggia e altri enti pubblici e privati. Nello specifico il progetto prevede il ritiro degli ausili obsoleti o dismessi presso le sedi dei distretti sociosanitari e presso le abitazioni dei privati, la riparazione, la riconsegna degli oggetti trattati e rigenerati. E a Torino procede il corso da sommelier per non vedenti:il progetto è iniziato lo scorso autunno presso la sede dell’Apri, l’Associazione pro retinopatici e ipovedenti. Dopo una serie di incontri e degustazioni guidate, è stata data la possibilità a chi ha disabilità visive di esprimere il proprio parere su vini di svariati produttori. Al termine delle degustazioni sarà realizzata una guida rivolta anche a chi ha difficoltà visive: i caratteri classici saranno accompagnati dal linguaggio braille. A finanziare l’iniziativa hanno contribuito una decina di produttori piemontesi, che hanno sponsorizzato l’evento concedendo la campionatura gratuita dei loro vini.

Nelle pagine di sport, spazio all’exploit degli azzurri (tre medaglie nel Dutch Open 2015 che si è concluso a metà dicembre in Olanda) nello show down, pratica ancora poco conosciuta: una specie di ping pong con una palla sonora che deve rotolare fino a far goal nella porta avversaria. Da non perdere l’infografica sul ruolo familiare delle persone disabili (dati Ministero del Lavoro e Politiche sociali, Istat 2013). Il 36,1% delle persone disabili con più di 6 anni è una persona sola, la percentuale sale al 42,4% tra gli over 65. Solo il 5,6% è figlio in una coppia, ma nella fascia di età 6-44 anni è il 58,6%. Il 25,3% è coniuge in una coppia senza figli, percentuale che scende al 21,7% tra 45 e 64 anni ma sale al 28,3% tra gli over 65. Il 10,4% è genitore in una coppia con figli, percentuale che arriva al 32,7% nella fascia 45-64 anni. Il 2,3% è figlio con un solo genitore, percentuale che sale al 13,8% tra 6 e 44 anni. In copertina e nel portfolio fotografico, gli scatti di Christian Tasso, che si propone di fare opera di sensibilizzazione sui diritti delle persone disabili in differenti contesti sociali e culturali. La prima parte del percorso è stata realizzata in Ecuador, Romania e Nepal ed è raccolta in un libro a tiratura limitata, oltre a una mostra itinerante. (lab)