Archivi categoria: Governo e Parlamento

30 novembre Riforma universitaria alla Camera

La Camera approva, con modifiche, il disegno di legge, già approvato dal Senato, recante Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l’efficienza del sistema universitario. Il provvedimento torna ora all’esame del Senato.

26 novembre Piano nazionale per il Sud

Il Consiglio dei ministri, nel corso della seduta del 26 novembre, vara il Piano nazionale per il Sud.

Il Piano rappresenta un atto di impegno politico e di indirizzo strategico che il Governo ha inteso assumere rispetto al tema della riduzione del divario territoriale; esso contiene l’indicazione puntuale di un numero limitato di priorità sulla cui attuazione dovrà confluire l’impegno e lo sforzo di tutte le Amministrazioni responsabili e competenti, ai diversi livelli istituzionali, per la realizzazione degli interventi necessari. Nei suoi contenuti tiene conto delle proposte delle parti sociali in materia di crescita ed occupazione nel Mezzogiorno.

I temi prioritari sono stati indicati nel Programma nazionale di riforma, approvato dal Consiglio dei Ministri del 5 novembre scorso, e sono stati oggetto delle dichiarazioni programmatiche rese dal Presidente del Consiglio al Parlamento in sede di discussione sul voto di fiducia al Governo il 29 settembre .

Il Piano anticipa l’applicazione dei criteri e degli indirizzi emersi in questi mesi nel dibattito comunitario sul futuro della politica di coesione. La maggiore attenzione all’efficacia degli interventi, la concentrazione su poche e rilevanti questioni, l’imposizione di regole e condizioni preliminari all’impiego delle risorse costituiscono le linee guida della rivisitazione delle politiche di coesione.

Il Piano identifica otto grandi priorità, suddivise in tre Priorità strategiche di sviluppo (infrastrutture, ambiente e beni pubblici; competenze ed istruzione; innovazione, ricerca e competitività) su cui misurare, in un’ottica pluriennale, progressi strutturali di miglioramento delle condizioni di sviluppo del Mezzogiorno.

A queste si aggiungono cinque ulteriori Priorità strategiche di carattere orizzontale, da attuare rapidamente per creare nel Mezzogiorno un ambiente favorevole e pre-condizioni adeguate al pieno dispiegamento delle sue potenzialità di sviluppo: sicurezza e legalità; certezza dei diritti e delle regole; pubblica amministrazione più trasparente ed efficiente; Banca del Mezzogiorno; sostegno mirato e veloce per le imprese, il lavoro e l’agricoltura.

Il Piano per il Sud (varato oggi) verrà trasmesso alla Conferenza Stato-Regioni.

In coerenza con il Piano ed in raccordo con le sue linee programmatiche, è stato approvato in via preliminare uno schema di decreto legislativo, su proposta del Presidente Berlusconi e dei Ministri Tremonti, Fitto, Bossi, Calderoli e Romani, per l’attuazione della parte della legge sul federalismo fiscale che chiede al Governo di individuare interventi diretti alla promozione dello sviluppo economico e della coesione delle aree sottutilizzate, al fine di promuovere la rimozione di squilibri storici. Sarà il Fondo per lo sviluppo e la coesione (già Fondo per le aree sottoutilizzate) a dare unità programmatica e finanziaria agli interventi nazionali aggiuntivi rivolti al riequilibrio economico e sociale fra le diverse aree del Paese. Si tratterà di interventi e contributi speciali dello Stato, grandi progetti di carattere strategico, programmati in stretto raccordo con le Autonomie locali ed in coerenza con gli indirizzi dell’Unione europea. Ai fini dell’acquisizione dei pareri prescritti, il provvedimento sarà trasmesso alla Conferenza unificata, alla Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale ed alle Commissioni parlamentari di merito.

Di seguito il comunicato stampa del MIUR:

Roma, 26 novembre 2010

Piano Sud, 12,5 miliardi per la Scuola e la Ricerca

Gelmini: “Con Piano Sud priorità a ricerca e formazione”

Il Piano Sud approvato oggi dal Consiglio dei Ministri riserva un’attenzione particolare alla scuola e alla ricerca. Sono stati stanziati 12,5 miliardi di euro in questi due settori. Lo sviluppo della ricerca ed il potenziamento del sistema scolastico sono i due elementi principali per il rilancio del Mezzogiorno e per la riduzione del divario con le altre Regioni.

“Scuola e ricerca – ha dichiarato il ministro Mariastella Gelmini – sono la base per la crescita dei giovani e per il loro futuro. Investire in questi settori strategici consentirà di combattere la dispersione scolastica e favorirà un collegamento più forte con il mondo del lavoro, superando la condizione di molti giovani che non studiano e non hanno un impiego. Il Piano Sud varato oggi ha esattamente questo obiettivo e concretizza un preciso impegno politico che il governo ha assunto nei confronti di tutti gli italiani, mettendo tra le priorità la formazione dei giovani del Sud”.

Potenziamento del sistema scolastico:

* costruzione di una scuola modello in ogni Provincia del Mezzogiorno: un edificio all’avanguardia dal punto di vista architettonico e del risparmio energetico, dotato di strumenti didattici innovativi;

* ammodernamento dei plessi scolastici, con precedenza a quelli del I e II ciclo, anche attraverso il completamento dei laboratori didattici e delle strutture informatiche;

* assegnazione di borse di studio agli studenti meritevoli;

* miglioramento della qualità della didattica grazie ai nuovi meccanismi di valutazione degli istituti e dei docenti introdotti in via sperimentale, con la collaborazione dell’Invalsi e dell’Ansas.

* programma di inserimento nel mondo del lavoro attraverso percorsi di apprendistato tecnico e professionale per i giovani in possesso della licenza media.

Innovazione e ricerca:

Il Programma Nazionale della Ricerca 2011-2013 concentra le risorse per il Mezzogiorno su alcuni interventi di grande valore scientifico-tecnologico, capaci di favorire l’innovazione e la competitività del tessuto industriale e produttivo.

Il piano prevede la realizzazione di Poli Integrati di Ricerca-Alta Formazione-Innovazione, ovvero centri di eccellenza dove il settore pubblico e quello privato lavorano per favorire la ricerca in alcuni settori strategici per il futuro dei giovani:

* Manifatturiero;

* Salute;

* Economia dei servizi;

* Tutela dell’ambiente e sviluppo del turismo sostenibile.

Inoltre, in sintonia con gli obiettivi generali del piano Sud, saranno attuati alcuni interventi che favoriranno la realizzazione di numerose iniziative ritenute prioritarie nei seguenti settori:

* Biotecnologie;

* capacità sistemistica;

* tecnologie di comunicazione;

* nuovi materiali;

* elettronica avanzata;

* energie rinnovabili;

* logistica integrata;

* infrastrutture di ricerca.

23 novembre 7a Senato approva DdL Concorso DS Sicilia

Il 23 novembre 2010  la VII Commissione del Senato approva definitivamente, nel testo licenziato dalla I Commissione permanente della Camera dei deputati il 19 ottobre 2010, il disegno di legge relativo a “Norme per la salvaguardia del sistema scolastico in Sicilia e per la rinnovazione del concorso per dirigenti scolastici indetto con decreto direttoriale 22 novembre 2004, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, 4ª serie speciale, n. 94 del 26 novembre 2004”

19 novembre Camera approva DdL Bilancio 2011

Il 19 novembre la Camera, dopo aver esaminato gli ordini del giorno, approva il disegno di legge (C. 3778-A) concernente Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2011).
Successivamente è stata approvata la Nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013 (C. 3779-bis), nonché il disegno di legge recante Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013 (C. 3779-A). I provvedimenti passano ora all’esame del Senato.

10 novembre Parere 7a Camera sui CPIA

La settima Commissione della Camera esprime parere favorevole con condizioni e osservazione sullo Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante norme generali per la ridefinizione dell’assetto organizzativo-didattico dei centri di istruzione per gli adulti, ivi compresi i corsi serali.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

La Commissione VII (Cultura, scienza e istruzione),

esaminato lo schema di decreto del Presidente della Repubblica «Norme generali per la ridefinizione dell’assetto organizzativo didattico dei Centri d’istruzione per gli adulti, ivi compresi i corsi serali, adottato ai sensi dell’articolo 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133»;

considerato che la riorganizzazione dei centri territoriali permanenti per l’educazione degli adulti e dei corsi serali, era stata avviata con la legge 27 dicembre 2006, n. 296, legge finanziaria per il 2007 e con il successivo decreto del Ministro della pubblica istruzione del 25 ottobre 2007;

tenuto conto delle indicazioni emerse nel corso delle audizioni informali di rappresentanti delle associazioni di categoria, rappresentanti sindacali, dirigenti scolastici ed esperti, svolte dalla Commissione Cultura, scienza e istruzione, nelle sedute del 28 aprile 2010, 4 e 11 maggio 2010 e 21 settembre 2010;

preso atto del parere espresso dalla Conferenza unificata in data 6 maggio 2010, pervenuto il 18 maggio 2010, e di quello del Consiglio di Stato espresso il 22 luglio 2010, trasmesso dal Governo il 27 luglio 2010;

rilevata la necessità di dare attuazione al citato articolo 64, comma 4, lettera f), della legge n. 133 del 2008 attraverso una ridefinizione dell’assetto organizzativo e didattico dei centri per l’istruzione degli adulti, compresi i corsi serali, idonea a superare le criticità emerse nel previgente sistema, in modo da garantire, tra l’altro, l’acquisizione e lo sviluppo delle competenze connesse all’assolvimento dell’obbligo di istruzione, comprese le competenze chiave di cittadinanza, al fine di innalzare i livelli di istruzione della popolazione adulta, anche immigrata, in coerenza con le Raccomandazioni dell’Unione Europea in materia;

rilevato che appare condivisibile il complessivo assetto organizzativo e didattico articolato in percorsi di primo e secondo livello, finalizzati i primi al conseguimento del titolo di studio conclusivo del primo ciclo e della certificazione dei saperi e delle competenze connesse all’assolvimento dell’obbligo di istruzione, i secondi al conseguimento del titolo di studio conclusivo del secondo ciclo;

ritenuto che risulta altresì condivisibile la previsione di strumenti specifici per la sostenibilità dei carichi orario delle lezioni, soprattutto ai fini del riconoscimento dei crediti comunque acquisiti dall’adulto in contesti formali, informali e non formali, da considerare nella definizione del patto formativo individuale per la personalizzazione del percorso e della sua fruizione anche a distanza nei limiti previsti;

considerato opportuno valorizzare, comunque, i positivi risultati conseguiti dai progetti di innovazione destinati alle fasce deboli della popolazione, ivi compresa quella immigrata, realizzati dai Centri territoriali e dagli Istituti scolastici impegnati nell’attuazione dei corsi serali;

precisato che, nel rispetto delle competenze esclusive delle Regioni in materia di programmazione dell’offerta formativa, i Centri erogano i percorsi di secondo livello soltanto attraverso accordi con le istituzioni scolastiche sedi dei percorsi di istruzione tecnica, professionale, artistica e, nell’ambito dell’ampliamento dell’offerta formativa, anche liceale, come richiesto nel parere espresso dalla Conferenza unificata sullo schema in esame. I Centri si configurano pertanto quale punto di riferimento per tutti gli adulti che intendono conseguire titoli di studio, ferma restando ogni altra opportunità di ampliamento dell’offerta formativa nel quadro di accordi con le Regioni e gli Enti locali;

ritenuto necessario ottimizzare le risorse umane e strumentali disponibili attraverso la previsione di modelli organizzativi «a rete» sul territorio, idonei a sviluppare rapporti stabili e organici tra i centri provinciali per l’istruzione degli adulti, dotati di una propria autonomia a norma dell’articolo 1, comma 632, della citata legge n. 296 del 2006, e le altre sedi nelle quali si attuano i percorsi del secondo ciclo, in modo da assicurare all’utenza la più ampia e diversificata offerta di istruzione e formazione nel rispetto dei principi di efficacia, efficienza, economicità e contenimento della spesa pubblica;

tenuto conto che, allo stato degli atti, il provvedimento in esame potrà essere perfezionato e reso efficace soltanto a partire dall’anno scolastico 2011/ 2012;

esprime

PARERE FAVOREVOLE

con le seguenti condizioni:

1) ferma restando l’impostazione organizzativa e didattica, che consente di riconoscere i crediti acquisiti dagli adulti e di personalizzare i percorsi sulla base del patto formativo individuale e che prevede un’articolazione organizzativa per gruppi di livello, si ritiene necessario coordinare lo schema di regolamento in esame con la disciplina introdotta dai decreti del Presidente della Repubblica n. 87, 88 e 89 del 2010, riguardanti rispettivamente gli istituti professionali, gli istituti tecnici e i licei, in modo da renderlo coerente, nell’impianto e nei termini utilizzati, con il nuovo assetto della scuola secondaria superiore quale risulta dagli indicati regolamenti;

2) al fine di innalzare i livelli di istruzione della popolazione adulta, anche immigrata, per rispondere ai nuovi fabbisogni di istruzione indotti dalle rapide trasformazioni in atto della struttura demografica della popolazione, appare necessario modificare il provvedimento in esame in modo da assicurare centralità, nell’offerta formativa dei centri, all’acquisizione delle competenze di base connesse all’adempimento dell’obbligo di istruzione e all’esercizio della cittadinanza attiva, anche per sostenere meglio gli adulti nei percorsi di secondo livello per il conseguimento di un titolo di studio di istruzione secondaria superiore;

3) in considerazione del fatto che ai Centri territoriali compete, nella loro autonomia organizzativa e didattica, la gestione degli strumenti di flessibilità di cui all’articolo 4, comma 7, anche ai fini dell’orientamento e dell’accoglienza necessari alla definizione del patto formativo individuale, funzionale alla personalizzazione dei percorsi, si ritiene necessario, inoltre, all’articolo 4, dopo il comma 5, inserire il seguente: «5-bis. I percorsi di cui al comma 1, lettera b), sono realizzati dai Centri attraverso gli accordi di rete di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 275 del 1999, con particolare riferimento all’articolo 7, stipulati con le istituzioni scolastiche presso le quali funzionano i percorsi di istruzione tecnica, professionale ei artistica»;

4) appare necessario, inoltre, che le materie di cui all’articolo 4, comma 7 siano disciplinate con uno strumento flessibile, come le linee guida, per sostenere gradualmente il passaggio al nuovo ordinamento dei percorsi per l’istruzione degli adulti, nel rispetto dell’autonomia dei centri;

5) si considera necessario altresì prevedere misure nazionali di accompagnamento per l’introduzione del nuovo assetto organizzativo e didattico dei Centri, che comprendano prioritariamente l’aggiornamento del personale scolastico;

6) è necessario ridefinire i tempi previsti all’articolo 11, comma 1, stabilendo che il termine del 31 agosto 2011 fissato per la cessazione del previgente ordinamento sia sostituito quello del 31 agosto 2013;

e con la seguente osservazione:

il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca valuti l’opportunità di adottare tutte le iniziative necessarie, anche nell’ambito dei contratti collettivi di lavoro del personale della scuola, per assicurare ai Centri territoriali personale in possesso di specifici titoli culturali e di esperienze maturate nel settore dell’istruzione degli adulti.

5 novembre DL Sicurezza In CdM

Il Consiglio dei ministri, nel corso della seduta del 5 novembre 2010, approva un decreto legge in materia di sicurezza pubblica.
Il decreto legge disciplina, tra l’altro,
  • la carta d’identità elettronica che diventa, coerentemente con gli standard internazionali, documento di identificazione e di sicurezza di tutti i cittadini sin dalla nascita;
  • l’accesso alla rete Wi.Fi, superando le restrizioni al libero accesso alla rete contenute nel cosiddetto “decreto Pisanu”.