Nomenclatore tariffario, riforma in stand-by

Italia Oggi del 24-02-2018

Nomenclatore tariffario, riforma in stand-by

Per i LEA (Livelli essenziali di assistenza) e il nomenclatore tariffario una riforma a metà. Il nuovo nomenclatore tariffario (elenco delle prestazioni rimborsate dal servizio sanitario) è stato approvato nove mesi fa ma ancora il decreto non è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Tra le nuove voci figurano anche i processori cocleari che sono delle protesi uditive, il cui impianto è ora interamente a carico del servizio sanitario. Una buona notizia? Si ma la riforma lascia fuori campo l’eventuale riparazione di queste protesi. Creando una vera e propria Babele normativa e di gestione. In particolare la riparazione della protesi diventa un’odissea burocratica affidata all’interpretazione del singolo dipendente dell’azienda sanitaria che dovrà approvare la pratica e dei tempi di riparazione. «Dai 30 ai 60 giorni che nel caso di bambini molto piccoli sono un tempo eterno che può vanificare anni di logopedia», spiega a ItaliaOggi Carlo Martinelli, amministratore delegato di Cochlear Italia, multinazionale australiana leader per le soluzioni acustiche impiantabili. Il nuovo nomenclatore dell’assistenza protesica (dpcm 12 gennaio 2017) aggiorna il precedente nomenclatore dopo 16 anni. Ma fintanto che le tariffe non sono pubblicate saranno ancora erogate le prestazioni e gli ausili elencati dal precedente nomenclatore del 1999. La conseguenza è un allungamento dell’iter, nel caso di riparazione, dei tempi di erogazione del servizio, poiché le regioni non utilizzano gli stessi codici per la riparazione. «Dal contatto con pazienti e operatori del settore», sottolinea Carlo Martinelli, amministratore delegato di Cochlear Italia, «ogni giorno verifichiamo come questa situazione di incertezza generi caos. Questo va spesso ad acuire situazioni di disagio dovute alla mobilità inter-regionale e impatta negativamente sulla salute e sulla qualità di vita dei portatori o dei candidati all’impianto cocleare per via dei ritardi e dei disservizi che provoca». Le protesi cocleari sono ausili, finora non accessibili agli utenti, che possono facilitare la vita a chi ha una disabilità permanente o temporanea e ora, con i Lea in vigore dallo scorso marzo, sono stati introdotti nell’elenco degli ausili a carico del Servizio Sanitario Nazionale dietro prescrizione del medico specialista. Nel caso della protesi fornite da Cochlear ad esempio è possibile fare logopedia in podcast attraverso la protesi o individuarla (nel caso in cui il bambino perda il supporto esterno) con il cellulare con il bluetooth.

Iscrizioni a.s. 2018/2019, le prossime operazioni per le scuole

da La Tecnica della Scuola

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Permessi legge 104/92: per il part-time verticale non devono essere riproporzionati

da La Tecnica della Scuola

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Dominio .gov.it, Feder ATA: garantire la totale gratuità delle operazioni

da La Tecnica della Scuola

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Concorso 2018 abilitati, il 13 aprile le sedi della prova orale delle classi di concorso con pochi candidati

da La Tecnica della Scuola

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Cittadinanza e rafforzamento del patto educativo: ecco le Indicazioni Nazionali per scuola dell’Infanzia e I ciclo

da Tuttoscuola

Cittadinanza e rafforzamento del patto educativo: ecco le Indicazioni Nazionali per scuola dell’Infanzia e I ciclo

Non è una nuova edizione delle Indicazioni Nazionali per il Curricolo per la scuola del primo ciclo e dell’infanzia, quella presentata ieri, al salone della comunicazione del MIUR. L’intenzione non è di aggiungere o togliere, quanto quella di aggiornare un documento, che per sua stessa natura, ha bisogno di periodici tagliandi per attualizzare il proprio messaggio educativo e formativo.

Ad essere nuovi sono dunque gli scenari, diversi rispetto al 2012, quando le Indicazioni Nazionali vennero presentate alla scuola italiana.

Un programma molto denso e caratterizzato dalla presenza di esponenti autorevoli dell’amministrazione centrale e del mondo pedagogico italiano. Presenti i due capi dipartimenti, le Dott.sse Rosa De Pasquale e Carmela Palumbo che hanno, rispettivamente, aperto i lavori con un saluto istituzionale e presentato la ratio delle Indicazioni Nazionali.

Per il mondo pedagogico sono intervenuti Italo Fiorin, coordinatore del Comitato Scientifico Nazionale per le Indicazioni, e Giancarlo Cerini, membro dello stesso comitato. Nei due interventi, gli esperti hanno presentato il documento e mostrato le azioni di accompagnamento per le scuole italiane.

In particolare, Italo Fiorin, ha tenuto a spiegare che lo sviluppo delle competenze, introdotto di fatto proprio con il testo delle Indicazioni Nazionali, promuove una dimensione di scuola che non si caratterizza per la mera trasmissione di contenuti standardizzati, ma per la costruzione attiva di competenze, indispensabili per la comprensione della realtà di oggi. La logica, prosegue il coordinatore, è quella di riuscire a passare da una conoscenza statica, a un impegno solidale e responsabile.

Il tema della cittadinanza è stato il filo rosso che ha legato tutti gli interventi, e che è culminato nelle riflessioni della ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, che ha sottolineato l’importanza di ricostruire il patto educativo e, contemporaneamente, ha ribadito l’importanza di un lavoro didattico per competenze. «Parlare di competenze di cittadinanza vuol dire anche rinnovata attenzione all’educazione linguistica, artistica, storica, geografica, al pensiero computazionale. Vuol dire offrire strumenti per affrontare il mondo globale», ha concluso la Ministra.

Chiunque creda che la proposta della promozione delle competenze, ostacoli con l’acquisizione delle conoscenze, probabilmente non ha ancora chiaro il quadro di riferimento. L’incontro di presentazione del documento, oltre ad aprire a nuove proposte, quali il Coding, ed affermare l’importanza della cittadinanza, ha anche spazzato via ogni dubbio sulla necessità, e sull’urgenza, di promuovere una scuola attenta ai bisogni egli alunni e, come sostiene Fedeli «capace di dare gli strumenti per affrontare i cambiamenti del presente e proiettarsi al meglio nel futuro».

Violenza a scuola, Mattarella: ‘Se un genitore aggredisce un docente va contro l’interesse dei figli’

da Tuttoscuola

Violenza a scuola, Mattarella: ‘Se un genitore aggredisce un docente va contro l’interesse dei figli’

«Si tratta di episodi incivili e inammissibili». Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha etichettato gli ultimi fatti di violenza a scuola rispondendo alle domande di un gruppo di studenti ricevuti al Quirinale lo scorso 22 febbraio. La Ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, ha ringraziato Mattarella: «Dal Presidente parole importanti sulla scuola».

L’intervento del Presidente della Repubblica infatti è stato molto chiaro e deciso: «Quando i genitori si permettono un atteggiamento di contrapposizione alla scuola – ha detto – vanno anche contro l’interesse dei propri figli, perché sono la collaborazione, il dialogo, lo scambio di opinioni tra famiglia e scuola che consentono a ciascun ragazzo e ragazza di esprimersi con pienezza. La scuola – ha continuato il Presidente – è lo strumento più importante per combattere le diseguaglianze perché è la cultura che consente di rimuovere l’ingessatura sociale. In passato, le nuove generazioni facevano sempre il lavoro delle precedenti; e c’erano talenti di grandi qualità che restavano inespressi perché non potevano accedere alla cultura, allo studio, alla preparazione».

«Quelle pronunciate dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sono parole importanti – ha detto quindi la ministra Fedeli -. Sono parole che rilanciano il lavoro che stiamo facendo per rendere la scuola capace di combattere ogni disuguaglianza e per rilanciare il patto di corresponsabilità educativa fra scuola e famiglia. Ringrazio il Presidente Mattarella in particolare per aver sottolineato l’importanza di un rinnovato rapporto di fiducia fra la scuola e le famiglie, che è la base fondamentale per garantire a ciascuna ragazza e ciascun ragazzo di formarsi in un contesto di collaborazione in cui possano esprimere se stessi e sviluppare la loro personalità in modo completo».

«Compito della scuola è rimuovere gli ostacoli che impediscono la piena crescita di ogni individuo – ha concluso la Ministra-. E la scuola può assolvere a questo compito solo se ha il supporto e la collaborazione di tutta la comunità educante, di cui anche le famiglie fanno parte. Le aggressioni di cui si è occupata la cronaca in questi giorni vanno in tutt’altra direzione e sono per questo inaccettabili. La scuola non si aggredisce, la scuola si sostiene».