Il dado è (con)tratto

Il dado è (con)tratto

Firmata l’Ipotesi di CCNL del comparto ‘istruzione e ricerca’ per il triennio 2016-18

 

E’ stata firmata l’Ipotesi di Contratto collettivo nazionale di lavoro per il comparto ‘istruzione e ricerca’ per il triennio 2016-18.  Il dato è tratto.

L’obiettivo di questo contratto era duplice: migliorare il trattamento economico sulla base delle disponibilità reperite dal Governo e adeguare la parte normativa alle innovazioni contenute nella legge n. 107/2015 nonché nel D. Lgs. n. 75/2017 per quanto riguarda la materia disciplinare.

Anche se va evidenziato che la mediazione raggiunta non trova l’accordo di tutte le rappresentanze sindacali, Il primo obiettivo è stato sostanzialmente raggiunto: il personale della scuola ritroverà in busta paga un incremento stipendiale – una cifra seppur minima e lorda – che non va sottovalutato, stanti le attuali condizioni della finanza pubblica.

Sul versante del secondo obiettivo il Contratto siglato si spinge, invece, ben oltre, assumendo un tratto ‘legiferante’, in deroga al D.L.vo 165/2001 che riportava la funzione sindacale al suo ruolo di contrattare ‘il rapporto di lavoro e le relazioni sindacali’.

Quale valutazione esprimere, dunque, della parte normativa del nuovo Contratto, avendo come criteri il potenziamento della piena autonomia delle istituzioni scolastiche e l’affermarsi di un profilo del docente professionalmente qualificato? Due considerazioni e un commento finale.

*   Innanzitutto la firma del Contratto del 9 febbraio rappresenta, nell’apparente immagine di un successo politico, la sconfitta di un impeto innovatore che aveva comiciato ad attraversare la scuola italiana  in quanto proprio la stessa maggioranza politica che con enfasi approvava, per via parlamentare, la Legge della Buona scuola, ne ha, oggi, sottoscritto, per via contrattuale, la sua sostanziale abrogazione, limitandone ed ingessandone gli aspetti più innovativi: la valorizzazione del merito dei docenti come leva strategica per il miglioramento, la stabilizzazione triennale del personale docente, la formazione obbligatoria, la valorizzazione del ruolo del dirigente scolastico, il potenziamento dell’autonomia delle singole istituzioni scolastiche. Una sconfessione politica, tuttavia, apparente, che concede, e consapevolmente, all’apparato burocratico e sindacale di riprendere in mano quelle leve che la L. 107 aveva ridato alle autonomie scolastiche ed ai suoi protagonisti, raffreddandone, nella forma delle molteplici clausole di contrattazione, di confronto, di legittimazione introdotte, gli aspetti più innovativi e riducendo il ruolo del dirigente scolastico a quello di  funzionario terminale dell’apparato ministeriale. Sono ‘conquiste’, quelle del nuovo contratto della scuola, che lo caratterizzano non solo come un buon accordo preelettorale, quindi, come alcuni hanno insinuato, ma molto più come un documento che impegnerà le scelte di chi governerà il paese e la scuola italiana.

Più che un compromesso un vero e proprio accordo finalizzato a segnare le linee della scuola del (prossimo) futuro.

*    In secondo luogo, l’articolato del nuovo Contratto evidenzia che lo Stato ha palesemente intrapreso la strada di una ridefinizione per via pattizia, anziché per via normativa, dello stato giuridico del docente della scuola italiana, ponendo, di fatto, al prossimo governo le condizioni ed i tratti del suo profilo. Una scelta che depotenzia il ruolo della mediazione parlamentare e del confronto con il mondo della ricerca in ambito pedagogico, delle esperienze dei professionisti della scuola e delle proposte dell’associazionismo professionale scolastico. L’articolo del nuovo Contratto intitolato impropriamente ‘Comunità educante’ (l’art. 3 del D.L.vo 297/94 parlava correttamente, invece, di ‘comunità scolastica’) pare trovar ragione proprio solo per predefinire alcuni confini del profilo docente chge si intende definire: la libertà di insegnare non chiaramente delineata e contrapposta all’impegno di partecipare ad una progettazione formativa definita come ‘centro dell’azione’ della comunità educante; la collegialità delle scelte come contesto obbligato per l’espressione della sua professionalità; l’automatico inserimento del suo ruolo in un rigido (e superato) modello organico predefinito che prescinde dalla possibilità di scelte strategiche della singola istituzione scolastica; la conferma di precedenti articolazioni funzionali del profilo docente, senza riferimenti a differenziazioni di carriere. E, infine, nessun accenno alla valutazione del personale della scuola.

L’interesse a chiudere il Contratto prima delle elezioni politiche non ha condizionato solo i tempi ma, più ancora, ha fatto prevalere scelte che rischiano di rallentare il rilancio dell’autonomia delle scuole. E qui è evidente anche la rinuncia, e questo è grave, della politica, che avrebbe dovuto guidare, in questi anni, un compromesso alto che ridefinisse ruoli, profili, compiti dei professionisti della scuola e strumenti della loro gestione per il potenziamento di un sistema di istruzione moderno e delle professionalità che si dedicano ogni giorno, con intelligenza e passione, alla formazione degli studenti.

Le jeux son fait. Rien ne va plus! E l’appuntamento elettorale si avvicina.

La ruota ricomincerà a girare per ritornare sulla stesso punto di prima?

“Vite extra-ordinarie”

Redattore Sociale del 12-02-2018

“Vite extra-ordinarie”: al via la rassegna cinematografica sul tema della disabilita’

ROMA. “La disabilità non è una scelta, la nostra attitudine si”: questa espressione è alla base della rassegna cinematografica di sette film, intitolata “Vite extra-ordinarie”, che parte oggi, lunedi’ 12 febbraio, alle ore 17.00 con la proiezione del capolavoro di David Lynch “The Elephant Man” presso la Sala MediCinema al Policlinico A. Gemelli. La rassegna è promossa dal Centro di Ateneo per la Vita dell’Università Cattolica del Sacro Cuore ed è nata da un’idea del Centro di Malattie Rare e Difetti congeniti della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma. Dopo il primo appuntamento di oggi pomeriggio, i successivi film protagonisti degli incontri saranno “Inside I’m Dancing” di Daniel O’Donnell (26 febbraio), “Basta guardare il cielo” di Peter Chelsom (12 marzo), “Qualcosa di buono” di George C. Wolfe (19 marzo), “Misure straordinarie” di Tom Vaughan (9 aprile), “Ottavo giorno” di Jaco van Dormael (16 aprile), “Il mio piede sinistro” di Jim Sheridan (7 maggio). Ogni film tratterà una condizione legata alla disabilità che sarà presentata, per gli aspetti clinici, da un esperto. Al termine della proiezione seguirà una riflessione sull’aspetto umano, relazionale e sociale della trama, curata da un neuropsichiatra infantile esperto di problematiche relazionali e da un’esperta di problematiche sociali. Si delineeranno così, nel corso degli incontri, le caratteristiche cliniche di alcune malattie rare ma non solo: sindrome di Proteus, Distrofia muscolare di Duchenne, SLA, sindrome di Pompe, sindrome di Morquio, sindrome di Down e Paralisi Cerebrale. Si rifletterà sulla diversità, sull’amicizia, sull’amore, sulla reciprocità, sulla speranza di guarire, sul confine tra vita e morte. Le riflessioni saranno guidate da Paolo Mariotti, dirigente medico dell’Unità di Neuropsichiatria Infantile della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli, e da Anna Contardi, Coordinatrice Nazionale dell’Associazione Italiana Persone Down.

“Questa rassegna cinematografica- spiega il professor Giuseppe Zampino, responsabile del Centro di Malattie rare e Difetti congeniti del Policlinico Gemelli- vuole essere un metodo didattico che ha come obiettivo veicolare le informazioni puramente cliniche con il coinvolgimento emotivo suscitato dal film. Questo e’ specialmente utile nelle malattie rare che, considerate di nicchia, spesso non suscitano particolare interesse o non rimangono nella memoria. L’idea di associare una emozione all’informazione rende il ricordo della condizione più duraturo. Inoltre, capitalizzando sulle problematiche relazionali comuni della disabilità che investono la maggior parte delle numerose condizioni rare disabilitanti, l’approccio a tali condizioni sarà meno preoccupato, poiché a dispetto della rarità vi è una comunanza di vissuti e di problemi da affrontare. La rassegna cinematografica ha l’obiettivo di far entrare lo spettatore nell’intenso mondo della disabilità e attraverso questo indurlo a riflettere sulla propria esistenza”. “Collaboriamo con molto interesse a questo Progetto di Università Cattolica e Policlinico A. Gemelli e siamo certi fornirà importanti riflessioni- dichiara Fulvia Salvi Presidente, MediCinema Italia Onlus- L’utilizzo del contenuto cinematografico rappresenta un importante strumento di sperimentazione per la cura di diverse patologie volto al riconoscimento del cinema come strumento riabilitativo nei processi di cura e nei percorsi di formazione”.

L’attività di MediCinema, presso il Policlinico, prevede la programmazione di film, due volte alla settimana, oltre anteprime e rassegne cinematografiche per i pazienti in età pediatrica e per un pubblico di adulti. Si ricorda che da settembre 2016 è stato avviato il primo studio, coordinato dal professor Celestino Pio Lombardi, Direttore Chirurgia Endocrina Fondazione Policlinico A. Gemelli con i ricercatori della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica, in collaborazione con l’Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano, con l’obiettivo di misurare gli effetti della terapia attraverso il cinema nel percorso ospedaliero e nell’approccio alla malattia. (DIRE)

Asperger, verso la Giornata mondiale

Redattore Sociale del 12-02-2018

Asperger, verso la Giornata mondiale: “Famiglie sole, leggi assenti”

A Roma l’associazione Spazio Asperger onlus organizza un incontro dedicato a “La Neurotribù di Hans Asperger. Autismi e neuro-diversità”: un’occasione per fare il punto sulla sindrome, per la quale in Italia mancano ancora leggi, studi e terapie adeguate.

ROMA. “Ancora oggi in Italia manca una politica comune per quanto riguarda lo spettro autistico, non sono presenti dati epidemiologici nazionali ed il tasso di diagnosi è tra i più bassi nel mondo occidentale”: è quanto denuncia l’associazione Spazio Asperger onlus di Roma, in vista della Giornata mondiale della sindrome, che si celebrerà il 18 febbraio. Proprio l’associazione sta organizzando, nella capitale, un incontro in cui intende fare il punto su dati, leggi, studi e terapie che, per quanto riguarda questa sindrome, sono in Italia ancora molto insoddisfacenti. “Nella mente di molti professionisti del settore – riferisce ancora l’associazione – è ancora presente una visione stereotipata dell’autismo legata ai retaggi del passato. Inoltre alcuni continuano a non essere formati sulle terapie evidence based. Contemporaneamente, continuano ad essere non riconosciuti ed aiutati gli adulti nello Spettro e le persone con condizioni dello spettro autistico lieve”. Di conseguenza, le famiglie sono ancora oggi lasciate sole e prive del sostegno e della guida necessari: “Spesso non ricevono aiuto sufficiente per comprendere ed affrontare la quotidianità e le richieste della burocrazia, nelle scuole sono attive leggi generiche sui bisogni educativi speciali, ma mancano norme concrete e specifiche mancano per le persone nello Spettro, lasciando l’onere dell’adattamento alla buona volontà di insegnanti ed associazioni”.

Tema dell’incontro, che si svolgerà presso il Seraphicum, sarà “La Neurotribù di Hans Asperger. Autismi e Neuro-diversità”, che prende spunto dal libro di Steve Silberman “Neurotribù. I talenti dell’autismo e il futuro della diversità”. La giornata non sarà solo un’occasione per ricordare, nell’anniversario della sua nascita (1906, Vienna) gli studi di Hans Asperger, ma sarà anche un momento per riflettere sul significato di diversità e normalità e per portare al grande pubblico testimonianze di vita quotidiana. “Scopo dell’incontro – spiegano gli organizzatori – è fare luce sulla storia dell’autismo e su come si siano evoluti gli atteggiamenti nei confronti dello Spettro Autistico e della Sindrome di Asperger negli ultimi decenni”.

Ma come si pone il nostro Paese nei confronti della sindrome? E come si convive con questa diversità? “Grazie alla capacità di diffusione capillare dei nuovi media e dei social network, a partire dal 2011 (anno di fondazione di Spazio Asperger), abbiamo contribuito a diffondere l’idea di Neuro-diversità e l’importanza di promuovere contemporaneamente strategie di intervento efficaci che rispettino il più possibile il punto di vista delle persone autistiche – continuano gli organizzatori – Purtroppo, fatte salve isole di eccellenza, le istituzioni tendono ad avere difficoltà a tenere il passo con i tempi. Ancora oggi in Italia manca una politica comune per quanto riguarda lo Spettro Autistico, non sono presenti dati epidemiologici nazionali ed il tasso di diagnosi è tra i più bassi nel mondo occidentale. Questo perché nella mente di molti professionisti del settore è ancora presente una visione stereotipata dell’autismo legata ai retaggi del passato. Inoltre alcuni continuano a non essere formati sulle terapie evidence based. Contemporaneamente, continuano ad essere non riconosciuti ed aiutati gli adulti nello Spettro e le persone con Condizioni dello Spettro Autistico Lieve”.

CCNL 2016-2018, un passo avanti e tre indietro

CCNL 2016-2018, un passo avanti e tre indietro.

 

Venerdi 9 febbraio 2018 le principali OO.SS. (CISL, CGIL, UIL) hanno sottoscritto il testo per il rinnovo del CCNL relativo ai comparti Scuola, Università, Ricerca ed AFAM.

Dopo 10 anni di blocco e di paziente attesa, il contratto viene firmato nel pieno svolgimento della campagna elettorale per le elezioni politiche e per il rinnovo delle RSU.

Una coincidenza a dir poco sospetta……

Governo e OO.SS. propongono come un successo il riconoscimento di una “mancetta” in un contratto che mantiene in gran parte la struttura precedente con elementi “conservatori ma spacciati per innovativi” che ci riportano al periodo antecedente la 107.

Si inneggia con soddisfazione al un risultato che di fatto NON rende giustizia ai nostri stipendi (che restano tra i più bassi in Europa) sacrificando – per interessi elettorali – una visione moderna della scuola fondata anche sulla valorizzazione del merito di ogni docente che vuol essere protagonista nella didattica, nella formazione e, in ultimo, nella collaborazione ai sensi del comma 83 della Legge 107/2015.

Si è voluto fare non uno ma tre passi indietro sulla base del principio “i docenti sono tutti uguali” oppure “lavorano tutti allo stesso modo” per cui il principio della valorizzazione del merito individuale ed il suo conseguente riconoscimento economico è stato di fatto sacrificato al “principio della pioggerellina per tutti”, vista la media di 12 € mensili lordi quale “grande risultato” conseguente alla tanto declamata riduzione (60%) del fondo destinato al merito.

Il Governo cede alla forza elettoralistica delle OO.SS. che così avranno modo di propagandare un modestissimo risultato economico quale grande vittoria (che ricorda quella di Pirro!)

In questa partita contrattuale non ci sono vincitori ma una sola sconfitta: la visione di una scuola moderna fondata sul merito per alunni e docenti.

Quella visione che ci porta ogni giorno a parlare ai nostri alunni di merito e di valore; quella scuola che è aperta alle pari opportunità per tutti i suoi operatori ma non dovrebbe porre freni a chi vuole impegnarsi in termini di tempo e di ruolo; quella scuola che va avanti quotidianamente grazie al lavoro di tanti docenti che – oltre l’attività di docenza – si impegnano intensamente per garantire il migliore servizio possibile per alunni e famiglie.

In questo “vecchio” rinnovo contrattuale, Governo e OO.SS. non hanno voluto dare la meritata attenzione contrattuale ai tanti docenti (almeno 60000 unità) che si occupano delle attività di cui al comma 4 dell’Art. 28 del neonato contratto!

Un contratto arcaico e conservatore che dà un chiaro messaggio: lavorate e faticate pure, dedicate anche tanto tempo alla formazione, il vostro impegno NON merita alcun riconoscimento oltre lo stipendio!

Questa logica egualitaria non ci convince: oltre l’intervento a pioggia, avremmo voluto leggere un comma che illuminasse con un raggio di sole il lavoro di questi docenti!

In questo specifico aspetto, il contratto presenta l’imprimatur di una scelta politica e sindacale che – a partire dal comma 83 della Legge 107 – non ha avuto il coraggio di andare avanti con determinazione sulla strada del riconoscimento giuridico, della apertura ad una carriera integrata, del riconoscimento economico, della valorizzazione del merito di questi docenti.

Vogliamo dirlo senza indugi: questo contratto guarda ai docenti soltanto come tali e non tiene per nulla conto di ruoli ed incarichi che in ciascuna istituzione integrano questa funzione.

Ruoli e incarichi che verranno ulteriormente mortificati dalla nuova pesante riduzione del Fondo per il miglioramento dell’Offerta Formativa prevista dal comma 3 dell’art. 39-bis (Al fine di finanziare quota parte degli incrementi della retribuzione professionale docente di cui all’art. 38, il Fondo di cui ai commi 1 e 2 è ridotto stabilmente, per l’anno 2018 di 80,00 milioni di Euro e a decorrere dal 2019 di 100 milioni di Euro, anche ( ma non solo n.d.r.) a valere sulle disponibilità dell’art. 1, comma 126 della legge n. 107/2015, in misura pari a 70 milioni per il 2018, 50 milioni per il 2019 e 40 milioni a regime).

Il che significa far pagare a quei docenti che liberamente e volontariamente si rendono disponibili a svolgere attività aggiuntive per compensi già assai modesti (Collaboratori del DS, Responsabile di Plesso, Referenti commissioni di lavoro, Referenti di dipartimento, Tutor dei docenti neo-assunti, Tutor dell’alternanza scuola-lavoro, animatori digitali, lavoro straordinario per accompagnamento alunni in gita…… ) il raggiungimento della strabiliante cifra di 12€ mensili di incremento della RPD!

ANCODIS manifesta la sua insoddisfazione per questa visione degli anni 90 sostenendo la necessità che si riconosca in sede giuridica e contrattuale l’impegno, il servizio ed il merito di quanti – oltre l’attività didattica – consentono al sistema scuola di garantire in ciascun giorno dell’anno (scolastico e solare) in stretta collaborazione con i DS il regolare funzionamento didattico, organizzativo e gestionale.

Per queste ragioni, ANCODIS ritiene inadeguato, discriminatorio, con i caratteri di un conservatorismo sindacale il CCNL 2016-2018; informa che metterà in campo tutte quelle azioni ritenute utili e necessarie a tutela della professionalità di quanti collaborano con i DS nelle diverse forme e preannuncia l’intenzione di procedere in giudizio avverso qualsivoglia atto o provvedimento che riterrà lesivo per i propri iscritti.

Ogni risorsa destinata ai salari va in contrattazione

Errata Corrige – Col nuovo Contratto dell’Istruzione e Ricerca ogni risorsa destinata ai salari va in contrattazione
Comunicato unitario FLC CGIL, Cisl Scuola, Uil Scuola RUA
Al fine di fare la dovuta chiarezza circa la sottoscrizione dell’Ipotesi di Contratto Collettivo nazionale Istruzione e Ricerca siglato il 9 febbraio 2018 fra ARAN e FLC Cgil CISL Scuola UIL Scuola RUA, forniscono alcune puntualizzazioni sui punti specifici che riguardano il bonus docenti introdotto dalla legge 107/2015.
Le risorse del bonus diminuiscono perché in parte utilizzate in funzione perequativa nella retribuzione professionale docente. Possono essere, inoltre, sottoposte ad ulteriori interventi di riduzione.
Le risorse residue del bonus vengono ripartite secondo parametri definiti a livello di contrattazione integrativa nazionale.
Le medesime risorse residue del bonus sono poi soggette alla contrattazione di scuola che contratterà i criteri generali per determinare i compensi.
Non vi è nessuna valutazione dei docenti ma una valorizzazione del lavoro svolto al pari della valorizzazione che si consegue con il Fondo dell’Istituzione Scolastica
Il Dirigente Scolastico contratterà con la parte sindacale e le RSU le attività da compensare e necessariamente gli importi da attribuire. Su questa base il DS, come avviene esattamente per il FIS, secondo principi di trasparenza, emetterà i mandati individuali (le persone che beneficiano del bonus saranno individuate necessariamente dal Dirigente Scolastico, come con il FIS, sulla base delle attività svolte).
Il Comitato di valutazione indicherà i suoi criteri che  si arricchiranno del passaggio della contrattazione d’istituto.
Contrariamente a quanto avvenuto finora anche il personale supplente beneficerà degli importi derivanti dal bonus che non “premia” nessuno ma “valorizza” il lavoro svolto.
Il Contratto, mettendo fine all’epoca delle elargizioni unilaterali, ha restituito  alla contrattazione  la competenza a discutere e decidere su  tutte le voci retributive  destinate ai lavoratori, quale ne sia la provenienza. questo il contesto al quale anche le risorse del cosiddetto bonus occorre fare riferimento.

IL RINNOVO DEL CONTRATTO

Alla Ministra del M.I.U.R Sen. Valeria Fedeli

e, p.c. ai Colleghi ATA

Agli Organi di Stampa

Loro Sedi

Oggetto: IL RINNOVO DEL CONTRATTO:MENEFREGHISMO, INDIFFERENZA E NONCURANZA VERSO GLI ATA.

Spett/le Ministra dell’Istruzione Sen. Fedeli,

dopo anni e anni di attese e speranze per un giusto riconoscimento del prezioso lavoro svolto quotidianamente, utile e indispensabile al buon funzionamento di tutte le attività svolte nelle Istituzioni Scolastiche, il Personale ATA, anche stavolta, in occasione del rinnovo contrattuale, è stato completamente ignorato, mortificato e abbandonato; peggio di così non poteva andare.

Gli aumenti stipendiali accordati agli ATA sono inaccettabili, irrisori, squallidi e insignificanti, forse neppure degni di oboli concessi per pietà; nonostante ciò, la stampa e l’opinione pubblica riportano a grandi titoli cifre inesatte e ingigantite, giustamente siamo in campagna elettorale e queste notizie servono per ricevere consensi, ma tutti sappiamo che la realtà è ben diversa.

Inoltre gran parte delle norme contenute nel nuovo Contratto sono imperiose, palesi e arcinote ormai da tempo, spesso inadatte e inopportune per un ambiente scolastico / educativo, adottabili in rarissimi casi.

Spett/le Ministra,

l’aspetto più sconcertante e sconvolgente per il Personale ATA è rappresentato dall’art. 34 “Commissione per l’ordinamento professionale personale ATA”, dalla cui attenta lettura, si evince ancora una volta, a chiare note, la precisa intenzione di continuare a prendere in giro tutti gli ATA delle Istituzioni Scolastiche Italiane.

Invitiamo i Colleghi ad un’analisi approfondita di questo articolo, dove al punto n. 2 si dice che “…le parti convengono di prevedere una fase istruttoria…nella prospettiva di valorizzare le competenze professionali…”, al punto n. 3 lettere a), d) si legge ancora che “…per realizzare la fase istruttoria…è istituita una Commissione paritetica…alla quale sono affidati i seguenti compiti:…analisi delle caratteristiche dell’attuale sistema di classificazione professionale, anche in chiave di raffronto con quelli vigenti in altri settori pubblici e privati o in altre istituzioni scolastiche ed educative dei Paesi europei”…”…di individuare nuove figure professionali, nell’ottica di sostenere i processi di cambiamento organizzativo e di incentivare comportamenti innovativi”.

La Commissione concluderà i suoi lavori riguardo gli ATA entro il mese di Luglio 2018.

E’ scandaloso e inaccettabile che dopo anni e anni di proclami per la rivalutazione professionale della nostra categoria siamo ancora alla fase istruttoria dell’analisi dei problemi lavorativi del Personale ATA; ora si vorrebbero individuare addirittura nuove figure professionali per gettare ancora fumo negli occhi con discorsi inutili e ridicoli; basterebbe, senza troppe chiacchiere, rivalutare i profili professionali ATA esistenti.

E’ ora di smetterla con queste commedie e ingannevoli messinscene sempre più simili a buffonate carnevalesche, e sinceramente, visti i risultati sempre peggiori ottenuti per la nostra categoria, non si riesce più a comprendere l’utilità delle Rappresentanze Sindacali che si definiscono a tutela degli interessi del Personale ATA, pertanto invitiamo i Colleghi ad una profonda riflessione sull’utilità delle loro tessere con i Sindacati Confederali firmatari dei Contratti.

Cordialmente

La Direzione Nazionale Feder.ATA

Abbiamo il diritto di disconnetterci ?

da Corriere della sera

Abbiamo il diritto di disconnetterci ?

Un dilemma che è finito nel contratto della scuola e che è stato risolto inserendo il diritto alla disconnessione. Un concetto inedito.

Alessandra Arachi

ROMA Connessi o non connessi? Nell’era della (quasi) quarta rivoluzione industriale è questo il dilemma esistenziale. Un dilemma che è finito nel contratto della scuola e che è stato risolto inserendo il diritto alla disconnessione. Un concetto inedito.

Una piccola bomba che fa discutere. Il nuovo contratto prevede fasce orarie protette per poter contattare via mail o via telefono gli insegnanti. Non potranno quindi più essere reperibili ventiquattr’ore su ventiquattro. Una conquista di civiltà?

Licia Cinfriglia scuote la testa: «Prevedere il diritto alla disconnessione è a mio avviso sintomo dell’incapacità di comprendere la portata innovativa del digitale e uno dei tanti elementi di conservatorismo di cui è pieno questo pessimo contratto». Cinfriglia, membro del consiglio superiore dell’Istruzione, è una preside in aspettativa.

Curioso confrontare il suo punto di vista con quello di Ludovico Arte, preside in attività dell’Istituto Marco Polo di Firenze. «Di solito sono contrario alle norme e agli obblighi imposti dall’alto, ma in questo caso sono norme di buona educazione».

Ludovico Arte fa ammissione di colpa: «Sono io quello che di solito manda agli insegnanti le mail il fine settimana. Starò più attento, da ora in poi. Certo questa non mi sembra la cosa più importante da fare nella scuola, ma la trovo giusta».

Connessi o non connessi? È giusto che il diritto alla disconnessione sia confinato soltanto al contratto della scuola? Alessio Gramolato, pensa proprio di no, lui che da sindacalista della Cgil è responsabile del «progetto 4.0». Dice: «Siamo perennemente connessi e questo tema da un po’ di tempo è affrontato in tutta Europa. Dal punto di vista legislativo — come in Francia — oppure dal punto di vista regolativo-contrattuale, come in Germania e come sta succedendo da noi. Soltanto che da noi pensiamo di fare un passo avanti».

Il passo avanti di Alessio Gramolato è semplice: dare un valore specifico alla connessione. «Con la connessione continua negli ultimi vent’anni è aumentato l’orario di lavoro. Non sbaglio se dico che con la reperibilità continua si è incrementato del 30-40 per cento. Quindi piuttosto che affermare il diritto alla disconnessione, direi di pagare la connessione, soprattutto in quei lavori dove non se ne può più fare a meno».

E loro, gli insegnanti, che dicono? Walter Fiorentino è affezionato a mail e chat: «Credo che le potenzialità della connessione siano molteplici. E penso che avere la possibilità di dialogare fuori dall’orario e del contesto sia un beneficio e non un danno».

Fiorentino insegna latino e greco nel liceo De Santis di Roma, e non la pensa per niente alla stessa maniera di Gaia Palladino, che insegna in un paesino in provincia di Catania, Zafferana Etnea, all’Istituto comprensivo De Roberto: «Mi sembra — dice la docente — un sacrosanto fattore di protezione nei nostri confronti. Credo che questo concetto del diritto alla disconnessione sia giusto e che serva anche per far aumentare la consapevolezza nell’uso del digitale».

L’ultima parola spetta alle mamme e ai papà. A papà Gianluca Pallai, presidente dell’Age (Associazione italiana genitori) a Roma. «Credo — afferma — che il vero dramma dietro questa norma sia la mancanza di educazione. Davvero c’è bisogno di regolamentare per contratto l’uso di mail e telefono? Mi sembra il minimo sindacale della civiltà».

Aumenti stipendiali hanno effetto anche per i pensionati 2016 e 2017

da La Tecnica della Scuola

Aumenti stipendiali hanno effetto anche per i pensionati 2016 e 2017

Contratto, sottosegretario Toccafondi: sbagliato spostare il merito sugli stipendi

da La Tecnica della Scuola

Contratto, sottosegretario Toccafondi: sbagliato spostare il merito sugli stipendi

Edilizia scolastica: posticipazione orario chiusura piattaforma informatica per la presentazione e l’inoltro delle candidature

Programmazione 2014/20 – PON Scuola – FESR – Asse II Avviso n. n. 35226 del 16.8.2017–Azione 10.7.1 – Messa in sicurezza e Riqualificazione degli edifici scolastici. Posticipazione orario chiusura piattaforma informatica per la presentazione e l’inoltro delle candidature.

Prot. 1543 del 12 febbraio 2018

Nota 12 febbraio 2018, AOODGOSV 2388

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione

Ai Direttori degli Uffici scolastici regionali LORO SEDI
p.c. al Capo Dipartimento per il sistema di istruzione e formazione

Oggetto: Proroga del termine per le candidature di tre scuole polo nazionali ai sensi dell’articolo 30 del DM 851/2017 – Implementazione delle Indicazioni Nazionali primo e secondo ciclo

Con riferimento all’avviso di cui al decreto direttoriale 24 gennaio 2018 n. 56 relativo all’individuazione di due scuole polo nazionali, rispettivamente del primo e del secondo ciclo, per ciascuna delle aree geografiche Nord, Centro e Sud, che collaborino su tutto il territorio alla realizzazione e la diffusione di iniziative volte a sostenere l’attuazione delle Indicazioni nazionali e delle Linee guida, si dispone la proroga del termine per la presentazione delle candidature alle ore 12,00 del 28/02/2018.
Restano ferme le modalità di presentazione delle candidature attraverso il portale www.monitor440scuola.it secondo la procedura guidata di cui all’articolo 6 del citato decreto direttoriale.
Si prega di voler dare la più ampia diffusione alla presente nota.

IL DIRETTORE GENERALE
Maria Assunta PALERMO