#LaScuolaNonSiFerma

#LaScuolaNonSiFerma, da oggi una rubrica quotidiana sui social del Ministero con il racconto delle esperienze messe in campo dalle scuole. Al via anche il canale Telegram con racconti e contenuti utili. Azzolina: “Dobbiamo essere fieri della nostra comunità educante”

#LaScuolaNonSiFerma. Anche al tempo del coronavirus. Sono tante le esperienze che le scuole stanno mettendo in atto, in questa emergenza, per non perdere il contatto con le loro studentesse e i loro studenti. Tanti i gemellaggi nati fra istituti per lo scambio di buone pratiche. Storie che da oggi il Ministero dell’Istruzione valorizzerà con una rubrica quotidiana attraverso i propri canali social. Dando spazio ai racconti che arrivano ogni giorno dalle scuole.

Vetrina principale sarà la pagina Facebook. Sarà poi possibile interagire, attraverso l’hashtag #LaScuolaNonSiFerma, su Instagram, postando storie e foto che alimenteranno questo racconto, anche sul social più amato dai ragazzi. Al via, poi, un canale Telegram dove ci saranno, oltre ai racconti e alle esperienze, informazioni utili per la didattica a distanza.

Con l’hashtag #LaScuolaNonSiFerma il Ministero dell’Istruzione vuole animare il racconto delle buone pratiche, mettere in contatto le istituzioni scolastiche. Saranno storie di resilienza, di solidarietà, che raccontano quella volontà che il mondo della scuola sta dimostrando di voler andare avanti, anche in un tempo così difficile e imprevedibile.

“Come Ministero – sottolinea la responsabile dell’Istruzione, Lucia Azzolina – abbiamo deciso di diffondere e valorizzare i tanti materiali e racconti che ci stanno arrivando dalle scuole. Credo sia importante dare visibilità al grande impegno e al grande sforzo che, pur nelle difficoltà, la nostra comunità educante, grazie a tutto il personale della scuola, sta portando avanti in questi giorni difficili, assumendosi l’impegno di non lasciare soli i ragazzi e le famiglie. Dobbiamo essere fieri della nostra scuola”.

Fra le storie che saranno raccontate, c’è quella delle ragazze e dei ragazzi di Vo’ Euganeo che fanno lezione di coding insieme ad altri trecento compagni collegati da altre regioni. C’è poi quella dell’Istituto Superiore “Giordani-Striano” di Napoli che si è adoperato subito per fornire agli allievi più bisognosi pc in comodato d’uso gratuito, permettendo così a tutti di non perdere nemmeno un giorno di lezione. E, ancora, ci sono i ragazzi dell’Istituto Tecnico “D’Aosta”, a L’Aquila, che fanno comunità grazie alla radio della scuola (Radio Scuola L’Aquila), parlando di musica, letteratura, tecnologia, ma anche di stati d’animo ed emozioni, perché “in un momento come questo – spiega la dirigente scolastica Maria Chiara Marola – vogliamo rassicurarli ed essere loro vicini, soprattutto a quelli più fragili. Far sentire agli studenti che insieme, anche grazie alla comunità scolastica, riusciremo a superare questo momento”.

Fra le altre storie, quella dei ragazzi del comprensivo “Vespucci” di Vibo Valentia che si incontrano ogni giorno in una ‘stanza’ virtuale sulle piattaforme dedicate alla didattica a distanza, perché “la scuola è una famiglia – racconta la dirigente Maria Salvia -. E in questo momento lo è ancora di più”. Ma anche quella dell’Istituto di Istruzione Superiore “Tosi” di Busto Arsizio, che, fin dai primi giorni di sospensione della didattica, ha attivato lezioni on line e ha anche simulato la prima prova degli Esami di Stato per le classi quinte.

Ci sono gli studenti del Liceo “Tacito” di Roma che condividono materiale didattico, registrano piccoli filmati e file audio per la correzione in tempo reale grazie anche a Facebook e Whatsapp, e i docenti dell’Istituto Superiore “Majorana” di Torino che con “determinazione e una certa dose di inventiva”, spiegano, hanno cominciato le loro lezioni a distanza per raggiungere “ogni studente iscritto”, “la situazione è difficile – dice la dirigente Silvia Petricci -. Ma si resiste, si prosegue, si progetta il futuro”. Ci sono gli studenti dell’Istituto “Fermi” di Sarno che hanno voluto contattare virtualmente i propri “colleghi” del Liceo “Maffeo Vegio” di Lodi e del Liceo “Giuseppe Novello” di Codogno, scambiandosi consigli, idee, suggerimenti, per far sentire la propria vicinanza e inviare un messaggio di unione, proprio quando le due cittadine del nord Italia sono state dichiarate zona rossa.

Ci sono, poi, i docenti del “Pirandello” di Taranto che, per superare le criticità legate al possesso del pc e alla poca confidenza con le piattaforme da parte degli alunni, si sono intanto organizzati con gruppi Whatsapp che si sono dimostrati validi e di facile accesso per tutti. Senza dimenticare gli studenti con disabilità. “La scuola non può fermarsi, ora più che mai – spiega la dirigente Antonia Caforio -. Deve far sentire la sua presenza e ricordare ai ragazzi che non bisogna mai mollare”.