Tamponi a tappeto a tutti gli studenti: il possibile piano per il rientro a scuola

da Tuttoscuola

Nidi, scuole dell’Infanzia e Primaria di nuovo in classe dopo Pasqua, anche nelle zone rosse. E’ questa l’idea presentata nei giorni scorsi in Senato dal premier, Mario Draghi. Al “come” stanno pensando in queste ore il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, e il consulente del MI, Agostino Miozzo attraverso un piano che consiste nel far rientrare il prima possibile tutti gli studenti, bambini di nidi e scuole dell’Infanzia comprese, solo a patto di eseguire un tampone rapido all’ingresso il primo giorno di scuola. Un test anti Covid che dovrà essere ripetuto ogni settimana. Nel caso di positività, si farà il tampone molecolare a tutta la classe. Si tratta ancora di ipotesi, ancora non si sa bene nemmeno quali test rapidi verranno somministrati ai ragazzi. Si parla per ora di test salivari che però. in Italia, ancora non sono stati approvati e la cui attendibilità e allo studio dell’Iss.

Al momento i presidi non ne sanno assolutamente nulla, come  confermato a Open da Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi: “Non c’è stata alcuna informazione preventiva. Si tratta di un’ipotesi non ancora definita, chiaramente noi restiamo favorevoli al tracciamento”. A non sapere nulla circa questo piano sono anche i volontari della Protezione civile che, insieme ai militari dell’Esercito, che potrebbero essere chiamati a fornire un supporto nella somministrazione dei test agli studenti di fronte alle scuole. Dalla Protezione civile a Open rispondono: “Aspettiamo che finiscano le riunioni e che sia messo a verbale questo piano. Quando finiranno, anche noi avremmo indicazioni più precise. Al momento non ne abbiamo e non eravamo alla riunione”.

Per quanto riguarda i test salivari, secondo Francesco Broccolo, virologo dell’Università Bicocca intervistato da Open, la questione resta delicata per diversi motivi: se è vero che gli antigenici naso-faringei permettono una diagnosi rapida ed evitano l’effetto imbuto nei laboratori (andati in tilt lo scorso novembre), non sono sufficientemente sensibili come potrebbero essere i salivari, chiamati in causa dal sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso, che l’Istituto superiore di sanità dovrebbe approvare entro Pasqua. “Mi meraviglio che ci stiamo mettendo così tanto”, sottolinea Broccolo, “visto che è da marzo 2020 che si stanno provando”.

“Oggi non abbiamo test rapidi salivari che possano dirsi efficaci”, spiega ancora Broccolo (secondo lo Spallanzani hanno un’affidabilità del 20%). “Il campione biologico dovrebbe comunque essere mandato nei laboratorio per fare un’analisi molecolare. E dal punto di vista della logistica rimaniamo di nuovo intrappolati in tempistiche più lunghe”. Se invece vogliamo fare come la Francia, che sta facendo screening sui bambini con i test naso-faringei rapidi, allora “è fattibilissimo”. Ma dobbiamo ricordarci che questo tipo di tampone ha un’affidabilità “sempre limitata” in quanto sono poco reattivi nei pazienti con cariche virali basse, che è quasi sempre il caso dei bambini.

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