Tamponi, supplenti dei no vax, classi pollaio, dad: 2,9 miliardi per riaprire le scuole

da Il Sole 24 Ore

Ministero al lavoro da febbraio su riapertura di settembre. Nel decreto su obbligo green pass 100 milioni per lo screening e 358 milioni per le supplenze

di Eugenio Bruno e Claudio Tucci

Anche se il decreto sul green pass e il piano Scuola 2021/22 sono arrivati solo giovedì scorso 5 agosto, l’operazione per il rientro in classe a settembre in realtà è partita già a febbraio, come ha ricordato il ministro Patrizio Bianchi. Ed è cresciuta, anche finanziariamente, nelle settimane successive con il decreto Sostegni di marzo, il Sostegni-bis di maggio (e relativi emendamenti parlamentari), le nuove risorse trovate dal ministero dell’Istruzione tra le pieghe del proprio bilancio e i fondi Pon (programma operativo nazionale). Fino a superare i 2,9 miliardi complessivi. Inclusi i 100 per milioni appena arrivati per lo screening a tappeto pre-riapertura e i 358 milioni per sostituire i prof che dovessero essere sprovvisti di certificazione verde

È un conto che tiene dentro un po’ tutto: dai 400 milioni per l’organico Covid ai 700 per la logistica e le misure di sicurezza fino ai 142 per ridurre le classi pollaio e i 646 della scuola digitale. Perché se è vero che il governo si è impegnato a ripartire con tutti gli studenti in presenza il recente passato, che non passa, e la variante Delta, che non retrocede, inducono a non accantonare del tutto la parentesi della Dad. Non fosse altro che per gli istituti o porzioni di territorio “rossi” o “arancioni” in cui, in casi eccezionali e in presenza di focolai, i sindaci e i governatori potranno disporre il ritorno delle lezioni a distanza.

Quasi metà degli stanziamenti (1,1 miliardi) è già in circolo. La parte più cospicua riguarda il “piano estate”. Che il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha da subito immaginato come un «ponte» tra la fine del 2020/21, con gli strascichi lasciati dagli eccessi di Dad intercettati pure dall’Invalsi, e l’inizio del 2021/22. I 540milioni convogliati sui corsi per recuperare la socialità e rafforzare le competenze di base negli istituti di ogni ordine e grado sono stati divisi in tre rivoli: i 150 milioni del decreto Sostegni (Dl 41/ 2021), i 320 milioni del bando Pon e i 70 del Dm 48/2021 pr il miglioramento dell’offerta formativa. E tutti risultano giunti al traguardo.

Altrettanto cospicua (500 milioni tra i 150 del Sostegni e i 350 del Sostegni-bis) è la dote già distribuita per la logistica e la messa in sicurezza degli edifici scolastici. Che significa approvvigionamento di mascherine, acquisto di sistemi di areazione, implementazione degli sportelli di sostegno psicologico, rafforzamento dell’inclusione degli alunni con disabilità. A cui si aggiungeranno a stretto giro i 200 milioni per l’edilizia leggera che arriveranno con un avviso pubblico destinato agli enti locali (su cui si veda Il Sole 24Ore del 4 agosto).

Chiudono il computo della “liquidità” trasferita i 121,1 milioni di aiuti al digitale (di cui 99 per i laboratori nelle materie Stem) che hanno ottenuto l’autorizzazione. In attesa che gli altri 525 (inclusi i 445 milioni di ReactEu per il cablaggio delle scuole) seguano lo stesso percorso.

I fondi pronti allo sblocco

Stando alla ricognizione del ministero sul tavolo ci sono quasi 1,3 miliardi pronti a finire in circolo. Dei 200 milioni per l’edilizia leggera e dei 500 e passa per la digitalizzazione da migliorare abbiamo detto. Ma in rampa di lancio ci sono soprattutto i 400 milioni per i docenti e il personale Ata dell’organico Covid che serviranno a svolgere i corsi di recupero dal 1° settembre e sdoppiare le classi per la ripartenza dove ci sono problemi di spazi. Di questi, 350 milioni saranno assegnati in base a 3 criteri (incidenza del numero di alunni, classi con oltre 23 studenti e indice di fragilità nazionale) e gli ultimi 50 avranno una funzione perequativa. In base a una prima simulazione la fetta più cospicua di risorse andrà al Lazio (48 milioni) davanti alla Lombardia (42 milioni) e alla Campania (37).

Che la variabile dei metri quadri a disposizione di allievi e insegnanti rischi di essere cruciale per il ritorno in classe al 100% lo testimonia poi la scelta di stanziare altri 142 milioni per ridurre le classi pollaio. Attraverso un tris di interventi, ancora da sbloccare però: 50 milioni di fondi Pon per le scuole statali e paritarie, 22 milioni del Sostegni Bis per le sole istituzioni pubbliche che hanno più di 5 classi con più di 26 (se primarie o medie) o 27 ragazzi e ragazze (nelle superiori), 70 da devolvere a comuni e province per affitti e noleggi di spazi aggiuntivi. E dove non arriveranno i fondi arriverà l’allentamento delle regole sul distanziamento deciso dal Cts e normato dal Dl sul green pass. Dove non ci sarà il metro infatti basterà non togliere la mascherina.

L’ultimo stanziamento

Degno di nota è anche l’ultimo finanziamento in ordine di tempo. Nel decreto approvato giovedì 4 agosto dal Consiglio dei ministri e pubblicato sabato 6 sulla Gazzetta Ufficiale è spuntato un doppo intervento in direzione settembre. Da un lato, sono stati stanziati 100 milioni per uno screening con tamponi a tappeto sull’intera popolazione studentesca prima del rientro. Dall’altro, sono stati già appostati 358 milioni per sostituire il personale sprovvisto di green pass e quindi impossibilitato a entrare in classe.