Dopo il diploma lavora il 25% dei liceali, il 49% dei tecnici e il 60% dei professionali

da Il Sole 24 Ore

Il ministro Valditara ha inviato una lettera a tutte le famiglie italiane in vista delle iscrizioni con una serie di dati su profili mancanti e sbocchi occupazionali
di Redazione Scuola

A due anni dalla maturità ha ottenuto un contratto di lavoro il 38% dei diplomati. Ma è un dato che varia sia da percorso a percorso, visto che ha trovato un’occupazione il 25% degli ex studenti liceali, il 49% dei tecnici e il 60% dei professionali, sia da regione a regione. A ricordarlo è il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, in calce alla lettera che ha inviato tramite le scuole a tutte le famiglie italiane in vista delle iscrizioni al prossimo anno scolastico 2023/24 che si apriranno il 9 gennaio per concludersi il 30 dello stesso mese (ma le registrazioni sono possibili già da lunedì 19). Un’occasione per ricordare la sua volontà di sostenere insieme, scuola e famiglie, «la scelta del percorso di studi di ragazze e ragazzi» e di «valorizzare tutti talenti».

La «grande alleanza»

Nella sua lettera Valditara sottolinea come «il problema allo stesso tempo più delicato e importante della scuola e della famiglia» sia quello di «ascoltare con pazienza, intelligenza e profondità i ragazzi per scoprire i loro talenti». Un concetto su cui l’esponente leghista torna alla fine delle due pagine quando – invocando lo spirito di una «grande alleanza» – augura «a tutte le studentesse e a tutti gli studenti, con l’aiuto di Voi genitori e il supporto dei docenti che li hanno seguiti in questi anni, di fare le scelte più conformi ai loro sogni, ai loro talenti e ai loro progetti di vita».

Gli sbocchi occupazionali

Alle sue parole sono allegate una serie di grafici e tabelle sulle possibili scelte post -diploma e sul loro ritorno occupazionale. Ad esempio, viene evidenziato come dopo il liceo abbia ottenuto un contratto di lavoro il 25% dei ragazzi, dopo l’istituto tecnico il 49%, dopo l’istituto professionale il 60%. In sintesi, sul totale dei diplomati, il 38% ha un contratto di lavoro a due anni di distanza. E ancora, su due milioni e mezzo di contratti (2.495.050), siglati nel 2022, il 4,5% circa ha riguardato diplomati liceali, il 55% dei tecnici e il 40,5% con una qualifica o un diploma professionale.
I dati che variano da regione a regione. Ad esempio, la Lombardia, nel 2022 ha assorbito quasi 22.000 diplomati di liceo, 270.000 diplomati di istituti tecnici, e quasi 188.000 diplomati o qualificati professionali (fonte Unioncamere).

I profili più richiesti

Altra fonte citata dalla lettera professionali è l’Osservatorio DataLab di Assolavoro che, nell’ultimo rapporto (del 2022), indica quali sono i 30 profili più richiesti dalle aziende. Gran parte delle quali tecniche. Del gruppo fanno parte alcune provenienti da un istituto professionale (manutentori termoidraulici), altre da un istituto tecnico (tecnici meccatronici, geometri di cantiere), altre ancora con formazione universitaria (architetti, ingegneri), compresi i diplomati degli Istituti Tecnici Superiori (Its). In definitiva, risultano molto richieste le nuove professioni dell’ambito digitale e informatico, ma è ancora alta la domanda di tecnici, progettisti, geometri, come anche molto richiesti sono tuttora gli operai specializzati.

La scelta della facoltà

Dalle tavole allegate alla missiva ministeriale emerge anche lo spaccato di chi, una volta conseguita la maturità, preferisce iscriversi a un ateneo. Ebbene, su dieci ragazzi iscritti all’università, sette hanno frequentato il liceo, due l’istituto tecnico e una quello professionale. Con il dettaglio delle scelte universitarie fatte con maggiore frequenza dai diplomati a seconda del percorso svolto (ad esempio, per chi ha frequentato il liceo, gli indirizzi scientifici, ingegneristici ed economici sono quelli prevalenti mentre tra i professionali sul podio troviamo anche educazione e formazione e il settore medico-sanitario.

Lo step successivo

Nel ricordare che a disposizione delle famiglie c’è anche il portale Scuola in chiaro del ministero che contiene tutte le informazioni rilevanti sulle singole scuole il ministro annuncia già il secondo tempo dell’operazione: «Stiamo lavorando, inoltre, anche a una specifica Piattaforma per l’orientamento che sarà riservata a questo compito strategico». Quello di fare della scelta della scuola una scelta sempre più «consapevole».