M. Stramaglia, Pedagogia e alta sensibilità

Massimiliano Stramaglia, Pedagogia e alta sensibilità. Una nuova sfida per l’educazione, Educazioni Studium, Roma, 2023 p. 138

di Maria Buccolo

L’alta sensibilità è un tratto del temperamento che coinvolge il 15-20 per cento della popolazione mondiale. Le domande più comuni che ognuno di noi si è posto nella propria vita riguardano la sensibilità come problema da gestire associato a volte anche alla vulnerabilità e alla fragilità.  La risposta a questo interrogativo, con riflessioni, teorie e strategie di lavoro pratico nei contesti scolastici sono contenuti nel libro dove Massimiliano Stramaglia ci mostra come sia possibile riconoscere le Persone Altamente Sensibili (PAS) sin dalla prima infanzia ed apre una prospettiva pedagogica, psicologica e neuroscientifica sulle strategie che la scuola deve mettere in campo per educare e formare. Il libro parte proprio dall’analisi introspettiva dell’autore nel rintracciare l’alta sensibilità presente nella propria vita sin dall’ infanzia (infra p. 10) e la constatazione di averlo scoperto solo tre anni fa attraverso gli studi e le ricerche in campo psico-pedagogico. Il volume si propone come uno strumento utile per i genitori, gli educatori e i docenti   per aiutare ad individuare, riconoscere e valorizzare i PAS,  poiché la società ancora oggi interpreta la sensibilità come un limite e non un vantaggio.  Se ci fermiamo e riflettiamo, possiamo capire bene come tutto ciò che impariamo nella vita sia influenzato dalle nostre dinamiche emotive e come queste siano in grado di determinare il modo in cui costruiamo le nostre idee e quindi il nostro comportamento con gli altri nel quotidiano. Infatti, i PAS presentano caratteristiche uniche come l’attenta osservazione e la percezione dei dettagli, molti di loro hanno un carattere chiuso e introverso mentre il 30% risulta essere estroverso. L’alta sensibilità non rappresenta un disturbo, pertanto, non è diagnosticabile ma si può identificare attraverso una attenta osservazione in famiglia e a scuola creando così un’alleanza educativa che ponga delle basi sicure nel processo di apprendimento che si deve centrare soprattutto sulla comprensione e l’empatia per accogliere gli interessi del bambino o della bambina.  Quello che dobbiamo capire dalla lettura di questo libro, è proprio il fatto che l’Autore ci consegna una visione positiva della sensibilità, considerata come un valore aggiunto, come una risorsa che serve per conoscere, agire attraverso un sentire più profondo che si lega all’empatia e cioè alla capacità di connettersi all’altro.   Molto utili risultano, infine, le indicazioni relative all’educazione a misura di bambino altamente sensibile (infra p. 96) e il ricorso alle arti e alla natura per dare la possibilità di esprimere il potenziale emotivo presente che può dar vita ad una rifioritura facendo acquisire maggiore sicurezza su se stesso e sul proprio modo di comunicare il proprio “sentire”.