Test invalsi 2015, studenti italiani sempre a due velocità. Immigrati accelerano

da Repubblica.it

Test invalsi 2015, studenti italiani sempre a due velocità. Immigrati accelerano

Il bilancio delle prove che hanno coinvolto oltre due milioni di alunni di elementari e medie. Si ripropone la differenza tra il nord e il sud del Paese. Nei primi anni differenze minime, poi il divario in italiano e matematica aumenta. E l’Invalsi rilancia: “Test personalizzati e al computer”

di SALVO INTRAVAIA

I test Invalsi 2015 descrivono ancora un’Italia a due velocità: le regioni settentrionali con performance dei propri alunni al di sopra della media nazionale e gli alunni delle realtà meridionali che continuano ad arrancare. Ma che in alcune regioni recuperano qualche posizione rispetto all’anno scorso. E, quest’anno, si profila una novità: anche le otto regioni meridionali presentano due velocità: l’estremo Sud  –  Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna  –  che recupera posizioni rispetto all’anno scorso e il Sud più continentale  –  Abruzzo, Molise, Campania e Puglia  –  che dopo la crescita degli anni scorsi fa segnare un passo indietro. Si riduce invece il gap tra italiani e immigrati di II generazione. In generale, mentre gli esiti delle prove Invalsi degli allievi stranieri rimangono distanti da quelli degli studenti autoctoni, emerge una considerevole riduzione del divario per gli stranieri di II generazione, quelli cioè nati nel nostro Paese e che, solitamente, hanno interamente frequentato la scuola in Italia.

Il Rapporto sui test Invalsi somministrati ad oltre 2 milioni e 200mila di quattro classi  –  seconda e quinta elementare, terza media e seconda superiore  –  è stato presentato oggi. Con una difesa della utilità di queste prove e un rilancio dei test che l’Invalsi propone siano realizzate al computer, personalizzate e obbligatorie.

All’elementare, le differenze tra le performance nelle diverse regioni sono sempre meno evidenti. Anche se la rilevazione odierna conferma anche un altro aspetto già delineato nelle edizioni precedenti del rapporto: le differenze di prestazioni in Italiano e Matematica si accentuano maledettamente avanzando con le classi frequentate. Dalla seconda elementare alla seconda classe della scuola superiore, dove gli scarti tra le diverse regioni si fanno imbarazzanti. E dal rapporto emerge anche la vera dimensione della protesta dei genitori che quest’anno hanno boicottato le prove Invalsi per dire No alla Buona scuola di Renzi che viene approvata oggi alla Camera. In Sicilia, Campania, Puglia e Sardegna, l’Invalsi avverte che “la partecipazione alla rilevazione 2015 è inferiore al 75 per cento delle classi campionate”.
All’elementare, quattro regioni meridionali  –  Abbruzzo, Molise, Campania e Puglia  –  peggiorano le proprie performance. L’anno scorso, in seconda elementare, i rispettivi bambini avevano totalizzato in Italiano 200 punti, in linea con la media nazionale che è proprio di 200 punti per tutti i livelli scolastici. Mentre quest’anno scendono a 196 punti. Trend che si presenta inverso per le altre quattro regioni meridionali: che da 196 punti passano a 198. Forbice che si allarga in matematica e che mantiene lo stesso andamento anche in quinta elementare. Mentre le regioni dell’Italia centrale e settentrionale mantengono gli stessi livelli di 12 mesi fa o li migliorano addirittura.

Un trend che si arresta passando alla scuola media, dove le differenze tra i vari ambiti della Penisola restano praticamente invariati rispetto all’anno scorso. Con differenze fra alcune regioni piuttosto evidenti. Come i 28 punti in Italiano che separano i ragazzini di terza media siciliani e i compagni liguri o i 33 punti di scarto che separano i giovanissimi calabresi e friulani in Matematica. Situazione che permane anche al superiore, dove le distanze tra le regioni sembrano quasi incolmabili. Ma l’Invalsi, dopo avere denunciato la cronica carenza di personale, rilancia le prove in cinque mosse. Nei prossimi anni è prevista “la somministrazione delle prove per via informatica a partire dalla scuola secondaria di secondo grado”.

Ma anche “il rafforzamento delle prove come parte del Sistema nazionale di valutazione e come strumenti per promuovere la conoscenza e il miglioramento del sistema scolastico nazionale”, “l’ampliamento degli ambiti di rilevazione e dei livelli scolastici indagati” e “l’ulteriore rafforzamento del legame tra le prove e gli obiettivi e i traguardi posti dalle Indicazioni nazionali e dalle Linee guide”. In futuro potrebbero spuntare le prove in lingua Inglese e un ultimo step di prove all’ultimo anno della scuola superiore. I tecnici dell’Invalsi sono al lavoro su quest’ultimo obiettivo ormai da qualche anno perché l’obiettivo è quello di sondare le conoscenze dei nostri alunni all’inizio al termine di ogni segmento d’istruzione.