Genitorialità, oralità della vita

Genitorialità, oralità della vita

di Margherita Marzario

 

Nell’antica Roma il Genio (Genius, con la stessa radice di “gens” e del verbo “gignere”, generare) era una divinità relativa al culto domestico, cioè la divinità tutelare della forza generativa di ogni uomo e quindi anche di ogni famiglia (mentre ogni donna pare aver avuto la propria Giunone, Iuno) cui si dedicavano dei riti. Genio, perciò, è da intendersi in senso lato come l’identità e intimità della famiglia, nel bene e nel male. Come potrebbe (o dovrebbe) essere intesa la genitorialità (che deriva da “genio”) tenendo conto della forza creativa delle parole. 

“Genitorialità” contiene la parola “arte”, perché è un’arte. Può essere assimilata all’arte pasticcera, perché bisogna rispettare la miscela degli ingredienti, le dosi, i tempi di lievitazione, di infornatura, avere passione, pazienza, dedizione, saper inventare, guarnire, decorare, e ogni regione geografica ha le sue varianti e peculiarità come ogni famiglia. 

Dalla parola “genitorialità” si possono ricavare altre parole e creare dei giochi di parole, per cui genitorialità è dare: “origine” alla vita; “alito” di vita; “altare” all’amore; “torte” da preparare; forza come “tori”; “giornate” da condividere; “ali” per librarsi; “orti” da coltivare; “ori” da conservare e “altro” di più; “arti” da esercitare; “originale”, perché ogni genitore lo è a suo modo come l’unicità di ogni figlio. 

Le R della genitorialità: relazione, responsabilità; responsività; rituali educativi da costruire; ricatti affettivi da evitare; riconoscimento; ristrutturazione della rete familiare e parentale, ricordi (tra l’altro i genitori devono tenere a mente che i bambini acquisiscono competenze linguistiche sin dalla nascita o dal grembo materno); rispetto; ruoli; rischio. 

Genitorialità: è accudire, custodire la vita dei figli. Entrambi i verbi contengono “dire” perché la genitorialità è un dire di sé, mediante l’esempio, l’essenza, l’esserci. 

Ogni persona è un essere omeostatico e la genitorialità è una delle esperienze di vita che richiede ancor di più questa ricerca di equilibrio. Anche ogni processo cellulare è un equilibrio tanto che, quando qualcosa non va, si manifestano alterazioni o patologie. In questa ricerca di equilibrio della genitorialità il legislatore fornisce varie indicazioni, tra cui quelle dell’art. 147 cod. civ.. In particolare, sono significative le locuzione “assistere moralmente” e “nel rispetto delle loro […] inclinazioni naturali”, ovvero i genitori non devono far mancare la loro presenza, il loro sguardo educativo lungimirante, non assecondare ma rispettare le inclinazioni naturali dei figli (che, altrimenti, potrebbero pure non voler far nulla) senza forzarli a fare quello che loro avrebbero voluto fare o vorrebbero farne (per esempio far studiare pianoforte anziché batteria) e non essere amici dei figli. 

Anche l’art. 315 bis del codice civile offre una guida ai genitori. Nei primi commi si parla dei diritti del figlio e nell’ultimo si parla dei doveri del figlio non perché il senso del dovere sia ultimo, ma perché il figlio deve prima vivere e crescere nel rispetto per poi contraccambiarlo. Come si legge pure nell’art. 29 della Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia, articolo relativo all’educazione, dove alla lettera a prima si parla dello sviluppo della personalità del fanciullo e, poi, alla lettera c si parla di rispetto dei genitori. La relazione e il rispetto sono circolari e reciproci come si ricava altresì dall’etimologia delle due parole. La genitorialità non è né possesso né potere sul figlio ma ponte verso il figlio e ponte di vita, forse un ponte tibetano perché frammezzato da difficoltà e, al tempo stesso, da forti emozioni.

Il pedagogista Daniele Novara scrive: “I bambini manifestano tante paure, più o meno razionali, semplicemente perché sono piccoli e avvertono un senso di impotenza legata alla loro condizione. Il genitore ansioso e iperemotivo alimenta questi timori oltre misura con le classiche esortazioni: «Dai su, perché fai così?», «Forza, sei grande, smettila di fare il bambino spaventato» o frasi analoghe che finiscono per segnalare l’apprensione del papà o della mamma”. Essere genitori non è solo dare la vita ma fornire anche l’alfabeto della vita, gli strumenti per codificare e decodificare situazioni ed emozioni. Per fare ciò è necessario che la genitorialità sia espressione di adultità, maturità, idoneità ad approntare e/o affrontare le varie circostanze della vita e le conseguenti reazioni ed emozioni (come nei tempi del coronavirus). “La salute è creata e vissuta dalle persone all’interno degli ambienti organizzativi della vita quotidiana: dove si studia, si lavora, si gioca e si ama. La salute è creata prendendosi cura di se stessi e degli altri, essendo capaci di prendere decisioni e di avere il controllo sulle diverse circostanze della vita, garantendo che la società in cui uno vive sia in grado di creare le condizioni che permettono a tutti i suoi membri di raggiungere la salute” (dal paragrafo “Entrare nel futuro” della Carta di Ottawa per la promozione della salute, 1986).

Per gli insegnanti c’è un minimo di criterio di selezione mentre per i genitori no. Per la genitorialità non ci sono regole da dettare perché la genitorialità è quotidianità, singolarità, originalità. Si possono fornire, però, “con-sigli” per il percorso, quali accorgimenti e accortezza, conforto e confronto, rispetto e reciprocità (tra i genitori e tra genitori e figli), che sono tra gli elementi che più spesso mancano. In passato si chiedevano e si ascoltavano i consigli delle proprie mamme, delle vicine, degli insegnanti. Oggi, invece, sembra che ci si armi dello slogan: “Il figlio è mio, tutto mio e me lo gestisco a modo mio!”. La genitorialità è una capacità che cresce (o dovrebbe crescere) con l’età dei figli facendosi “com-petenza” e “com-potenza” (anche per prevenire “crisi di impotenza” o “deliri di onnipotenza”, propri o dei figli). Queste indicazioni si possono ricavare pure dalle fonti normative tra cui la Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia e in particolare dall’art. 18 che si riferisce direttamente ai genitori.

Nel 2019 è stata pubblicata la “Child-Focused Parenting Time Guide” (“Guida ad un Piano dei tempi genitoriali centrato sul minore”), a cura del Minnesota State Court Administrator’s Advisory Committee on Child-Focused Parenting Time(amministratore del tribunale statale del Minnesota Comitato consultivo sul tempo dei genitori incentrato sui minori). Questa preziosa e analitica guida (che ha aggiornato e approfondito un precedente documento, frutto di uno studio concluso nel 1997) contiene informazioni mirate a favorire l’esercizio della genitorialità di entrambi i genitori a seguito della separazione, nel tentativo di limitare al massimo gli effetti negativi sui figli delle eventuali conflittualità tra i partner. Di particolare interesse l’individuazione di linee operative analiticamente suddivise secondo le età dei figli, a conferma della centralità del “best interest of the child”, e nella realistica consapevolezza che i bisogni dei bambini e le modalità di interazione con i due genitori non possono non cambiare – a volte anche radicalmente – nel corso del tempo, dalla prima infanzia fino all’adolescenza. Perché i bambini hanno diritto al tempo, al loro tempo, alla loro età e anche alla distinzione tra infanzia e adolescenza, a maggior ragione nelle situazioni di separazione e divorzio che sono scelte dai loro genitori (tutto ciò è espresso nella Carta dei diritti dei figli nella separazione dei genitori, 2018).

Alla luce dell’aumento di genitori incompetenti, di matrimoni falliti, di rapporti conflittuali e di bambini contesi, ragazzi devianti, sarebbe necessario istituire o costituire “scuole” sulla genitorialità. Vari sono gli indici normativi che supportano questa necessità, a partire dall’art. 31 della Costituzione da cui si ricava la tutela della formazione della famiglia e della protezione della maternità e dell’infanzia. E già prima dell’art. 31, l’art. 2 sulla solidarietà e l’art. 3 sulla rimozione degli ostacoli. Ai principi costituzionali si aggiungono alcuni atti internazionali, tra cui le summenzionate Carta di Ottawa per la promozione della salute e Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia. 

Negli USA, soprattutto dopo l’emergenza sanitaria del coronavirus, sono stati attivati percorsi formativi online sulla genitorialità, dai temi più generali fino alle situazioni più specifiche e complesse. I corsi sono a pagamento, e molti di loro sono accreditati presso numerosi tribunali dei vari Stati, dal momento che molti giudici prescrivono ai genitori percorsi formativi obbligatori. Per quanto apprezzabile c’è da chiedersi se la genitorialità possa essere una competenza da acquisire o maturare online e se si possa sostituire/costituire ogni relazione con la modalità digitale. Occorre, piuttosto, risalire all’etimo di “digitale” che deriva dal latino “digitalis”, a sua volta da “digĭtus”, “dito”: la genitorialità dovrebbe riacquisire la capacità di usare le “dita” con i figli, riappropriandosi delle attività manuali di una volta, dal contadino al tornitore.

Genitorialità: maternità e paternità, latte e miele, dolcezza e tenerezza. “Ogni fanciullo ha il diritto di avere dei genitori o, in loro mancanza, di avere a sua disposizione persone o istituzioni che li sostituiscano” (art. 8.11 Carta europea dei diritti del fanciullo): una delle poche disposizioni in cui si afferma il “diritto ai genitori”, in cui si ribadisce la soggettività piena del bambino guardando le cose dalla sua posizione e non da quella dei genitori. 

La genitorialità è una scelta e i figli non sono impegnativi ma sono un impegno. “Ogni fanciullo ha un diritto innato alla vita” (art. 6 par. 1 Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia). Il pediatra spagnolo Carlos Gonzalez sostiene: “Se volete portare vostro figlio in braccio, fatelo. Se volete smettere di lavorare per mesi o per anni per crescerlo, o rifiutare una magnifica opportunità di lavoro all’estero per stare con la vostra famiglia, fatelo. Ma solo se volete. Se non volete, non fatelo. Dire: ”Ho sacrificato la mia carriera per stare con mio figlio” è assurdo tanto quanto: “Ho sacrificato la relazione con mio figlio per la carriera”. Non sono sacrifici, sono scelte. Vivere è scegliere, le giornate hanno solo ventiquattro ore e chi fa una cosa non può farne un’altra contemporaneamente. Scegliete quello che in ogni momento vi sembra opportuno, e basta. Chi fa quel che vuole non sta rinunciando, sta riuscendo, non si sacrifica, ma trionfa” (in “Un dono per tutta la vita”, 2018).

“Coraggio” etimologicamente deriva da “cuore”: entrambe le parole rappresentano (o dovrebbero rappresentare) la famiglia perché la genitorialità è atto di coraggio e di cuore. 

Consapevolezza, altra parola chiave: addirittura si organizzano percorsi di consapevolezza perché mancano la maturità, l’adultità, la responsabilità. Quello che dovrebbe essere la genitorialità, percorso di consapevolezza sull’essere genitori e sull’avere figli. 

“Tutti i bambini adottati portano con sé l’esperienza dell’abbandono e della perdita. Sono bambini che si sentono privi di valore affettivo e che pensano di non meritare l’amore dei genitori. Ma sono anche bambini con grandi risorse, aperti alle esperienze positive che l’adozione può regalare loro e desiderosi di credere in un mondo migliore di quello che hanno conosciuto” (cit.). La genitorialità adottiva parte da una maggiore consapevolezza che i figli non sono “propri” e che hanno un loro bagaglio di vita che può presentare ogni sorta di imprevisto. La genitorialità adottiva dovrebbe “fare scuola” ad ogni forma di genitorialità.  

La genitorialità adottiva insegna e conferma che la genitorialità non è geneticità (trasmettere il proprio patrimonio genetico) ma oralità, ovvero trasmettere, diffondere, comunicare amore, vita. 

 

Caos al Concorso riservato per dirigenti e la contraddizione che si contraddice

da La Tecnica della Scuola

Di Pasquale Almirante

Il ministro, saputo in quale clima di caos  e in quali condizioni  di disorganizzazione si è svolto il concorso riservato per dirigenti scolastici svoltosi il 6 maggio scorso a Roma, si indigna e manda accertamenti.

Che si indigni gli fa onore, come pure che mandi accertamenti, ma è una indignazione fuori tempo massimo che assomiglia un po’ all’andazzo generale della nostra Italia: si sa che gli argini dei fiumi sono deboli, che gli alveoli sono intasati ma si interviene, indignandosi, dopo che le alluvioni hanno fatto i disastri.

E così è successo con questo ennesimo concorso speciale.

Al ministero sapevano bene che si trattava di oltre 2300 candidati che avrebbero invaso gli Hangar di Roma, approntati alla meglio per espletare le prove. E sapendolo, i responsabili al ministero, avrebbero dovuto implementare tutte quelle risorse necessarie per svolgere gli esami in piena serenità, normalità e correttezza, senza stress e senza dovere costringere a gridare, come pare sia avvenuto durante l’attesa delle prove, da parte di alcuni candidati dirigenti: vergogna, vergogna.

In altri termini, pare che gli esami approntati dal ministero, coinvolgendo le ditte esterne abilitate all’uopo, si siano svolti senza fare tesoro delle precedenti esperienze, come se le passate incongruenze non avessero fatto scuola.

Si fa iniziare infatti una prova per 2300 persone alla 10,30, ignorando che occorre accertarsi dei documenti, assegnare un pass, una postazione e un tablet.

E invece si aprono i primi cancelli alle 8,30 e poi a uno a uno si fanno entrare in questi enormi locali senza sedie, senza mezzi, senza bagni, nell’afa in attesa che scocchino le 10,30, anche se le operazioni iniziano pure dopo.  E così,  dopo ore e ore di attesa finalmente si incominciano a prendere le generalità.

Certamente, c’è gente che si sente male, dopo tante ore in piedi, mentre il personale di sorveglianza non sa dove mettere le mani e cosa fare.

Tuttavia, le altre cronache non interessano, non serve a nulla raccontarle e ognuno di quei 2300 dirigenti in pectore avrà qualcosa da dire e lamentare.

Il succo della faccenda è però un altro: perché tanta cattiva organizzazione? E ripetiamo: non è il primo concorso questo con tanti candidati, per cui l’esperienza avrebbe dovuto essere maestra. E invece?

Ma non solo: questo era un concorso riservato perché in quello ordinario furono individuate delle irregolarità, stigmatizzate con parole di fuoco dall’ allora opposizione che però è ora al governo e che ha voluto, come aveva promesso, che si ripetesse la prova ma che organizza questa prova “speciale” senza gli speciali accorgimenti, quegli stessi in pratica che contestava alla maggioranza ma che anche ora sono mancati. In pratica, contraddizioni nella contraddizione che contraddice la contraddizione stessa.  Che contraddizione!


Concorso dirigenti scolastici riservato, prova nel caos: la supera l’85% dei candidati, Valditara dispone accertamenti

da La Tecnica della Scuola

Di Redazione

Come abbiamo scritto, ieri, 6 maggio, si è svolta la prova scritta di accesso al corso intensivo di formazione per il concorso riservato per dirigenti scolastici riservato ai ricorrenti del 2017. La prova si è svolta presso il padiglione n. 7 della Nuova Fiera di Romacon alcune criticità che hanno sollevato molte polemiche.

Concorso dirigenti scolastici riservato, i dati

Oggi, 7 maggio, con un comunicato, ha fornito i dati relativi ai risultati: a fronte di 2.321 candidati partecipanti alla prova scritta, il numero di ammessi è pari a 1.971, e cioè l’84,9%. Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha anche discusso in merito alle criticità.

“Le disfunzioni di cui stiamo avendo notizia sono inammissibili e, per questo, ho disposto che gli Uffici ministeriali acquisiscano immediatamente tutti gli elementi necessari per individuare, tra i vari enti competenti per la procedura, quelli cui siano addebitabili i problemi riscontrati, affinché ne possano rispondere”, queste le sue parole.

Concorso dirigenti scolastici riservato, cosa è successo ieri

Purtroppo, però, a quanto pare le cose non sono andate benissimo, e la prova avrebbe avuto inizio alle 14.30 tra caos e disagi. Lo riporta Il Mattino. A quanto pare mancavano i tablet, le sedie, ma soprattutto c’era nella grande sala una tanfo di fogna insopportabile.

Molti i candidati che si sono sentiti male e sono intervenute le ambulanze. I risultati per i 2400 aspiranti dirigenti scolastici? Malgrado fosse un quiz al computer non sono stati dati nella giornata di ieri, arriveranno oggi. Quanto accaduto è stato verbalizzato alla presenza del dirigente del ministero dell’Istruzione e del Merito.


Concorsi insegnanti di religione, ci saranno due procedure per la copertura di 1.928 posti per il triennio 2022/2025

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

Il Ministero dell’Istruzione ha convocato le organizzazioni sindacali martedì 7 maggio per informarle sui bandi dei concorsi ordinari volti a stabilizzare gli insegnanti di religione cattolica nelle scuole di ogni ordine e grado.

Ne dà notizia la FLC CGIL.

Questi concorsi, suddivisi in due procedure, prevedono la copertura di 1.928 posti disponibili per il periodo 2022/2023-2024/2025, distribuiti tra scuole dell’infanzia e primaria (927 posti) e scuole secondarie (1.001 posti).

Nel caso di un numero esiguo di candidati, è possibile aggregare territorialmente la procedura concorsuale.

Questi bandi fanno seguito a un DPCM del 22 febbraio 2024, che autorizza il Ministero a coprire 6.428 posti, di cui il 70% tramite concorsi straordinari e il restante 30% tramite procedure ordinarie.

Requisiti richiesti

Per partecipare al concorso, oltre al possesso dei titoli richiesti dalla normativa, è necessaria una certificazione di idoneità rilasciata dal Responsabile dell’Ufficio diocesano nei novanta giorni precedenti la scadenza delle domande. Le prove del concorso consistono in un test scritto e un colloquio orale, con domande riguardanti aspetti pedagogici, psicopedagogici, didattici e metodologici, competenze linguistiche in inglese (livello B2) e competenze digitali.

Come si svolgerà il concorso

La prova scritta si tiene nella regione di competenza dell’Ufficio Scolastico Regionale (USR) che gestisce il concorso. Dura 100 minuti e consiste in 50 domande a risposta multipla, di cui 40 riguardanti aspetti pedagogici, psicopedagogici, didattici e metodologici, 5 sulla conoscenza della lingua inglese (livello B2) e 5 sulle competenze digitali applicate all’insegnamento. Le domande sono redatte a livello nazionale da una commissione nominata dal Ministero dell’Istruzione.

La prova orale, della durata massima di 30 minuti per le scuole dell’infanzia e primaria e 45 minuti per la scuola secondaria, mira a valutare la preparazione del candidato su questioni educative, competenze didattiche e progettuali, inclusa l’abilità nell’uso delle tecnologie e la padronanza della lingua inglese (livello B2). Include anche una lezione simulata. Le domande e le tracce della lezione sono estratte casualmente dal candidato all’inizio della prova e sono preparate dalla commissione esaminatrice.

Se il candidato non è presente al momento dell’estrazione della traccia, la commissione procede autonomamente e lo informa via email. Le tracce estratte non possono essere riutilizzate per estrazioni future. Alla fine di ogni sessione, la commissione esaminatrice comunica i risultati attraverso il Portale Unico all’USR responsabile della procedura, che li pubblica sul proprio sito istituzionale.

Punteggi

Il totale dei punti assegnati è di 250, suddivisi in 100 punti per la prova scritta, 100 punti per la prova orale e 50 punti per i titoli. Per superare le prove scritte e orali, è necessario ottenere almeno 70 punti.

Graduatorie di merito regionali

Le graduatorie sono formate da un numero di candidati pari al massimo al numero di posti previsti dal bando di concorso, con possibilità di integrazione successiva in caso di rinunce. Queste graduatorie hanno validità biennale, ma i vincitori mantengono il diritto all’assunzione anche negli anni successivi.

Per quanto riguarda i candidati con solo il diploma di scuola magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002, la loro posizione nelle graduatorie è rilevante esclusivamente per la nomina a tempo indeterminato nella scuola dell’infanzia.

Inoltro dell’istanza

L’istanza di partecipazione deve essere presentata online, pagando una tassa di 10 euro. Può essere inoltrata sul Portale Unico in un’unica regione nel cui ambito territoriale è situata la sede dell’ordinario diocesano che ha rilasciato la certificazione di idoneità, a partire dalle ore 14:00 del giorno di pubblicazione del bando e fino alle ore 23:59 del ventinovesimo giorno successivo a quello di apertura delle istanze.

Calendario e sedi delle prove

Il calendario e le sedi delle prove sono comunicati in anticipo, e i risultati vengono pubblicati sui siti istituzionali.

Graduatorie del personale docenti e ATA, attenzione alla pubblicazione dei dati non necessari

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

In più occasioni il Garante per la protezione dei dati personali si è trovato ad esprimersi in merito ai reclami di docenti e personale amministrativo tecnico e ausiliario (ATA) per l’illecita pubblicazione, da parte degli istituti scolastici, di dati non pertinenti nelle graduatorie.

Nel Vademecum “La scuola a prova di privacy”, l’Autorità riepiloga i principali aspetti che le scuole devono tenere presenti, per non incorrere in sanzioni.

Nelle graduatorie pubblicate on-line è possibile indicare il nome, il cognome, il punteggio e la posizione in graduatoria.

Al contrario, non devono essere riportati dati non pertinenti, quali, ad es., i numeri di telefono e gli indirizzi privati dei candidati. Tale diffusione dei contatti personali incrementa, tra l’altro, il rischio di decontestualizzazione e di perdita di controllo sui dati e potrebbe, in taluni casi, esporre i lavoratori interessati a forme di stalking o a eventuali furti di identità.

Non è neanche possibile pubblicare informazioni attinenti allo stato di salute (ad esempio riferimenti ai benefici di cui alla legge 104/92).

Recite e saggi di fine anno, sì a foto e video, ma per i Social serve il consenso. Le indicazioni del Garante

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

Si sta avvicinado la conclusione dell’anno scolastico, momento in cui in molte scuole si svolgeranno recite e saggi che vedono protagonisti bambini e ragazzi, per lo più minorenni.

Si tratta di occasioni in cui vengono invitate ad assistere anche le famiglie, che non mancano di scattare foto o effettuare riprese.

I video e le fotografie raccolte dai genitori e nonni durante le recite, le gite e i saggi scolastici violano la privacy?

Riepiloghiamo le più recenti indicazioni del Garante per la protezione dei dati personali, pubblicate nel recente aggiornamento del Vademecum La scuola a prova di privacy.

L’Autorità ha ribadito che non violano la privacy le riprese video e le fotografie raccolte dai genitori durante le recite, le gite e i saggi scolastici.

Le immagini, in questi casi, sono raccolte per fini personali e destinate a un ambito familiare o amicale e non alla diffusione.

Va però prestata particolare attenzione alla eventuale pubblicazione delle medesime immagini su Internet e sui social network. In tali casi la diffusione di immagini dei minori richiede, di regola, il consenso informato degli esercenti la responsabilità genitoriale e delle altre persone presenti nelle fotografie e nei video.

Concorso DS riservato, candidati denunciano caos della prova scritta. Valditara: ‘Disfunzioni inammissibili. Disposto accertamento di responsabilità’

da Tuttoscuola

Quattro ore di ritardo, puzza di fogna e candidati che, nonostante abbiano svolto una prova computerizzata, non hanno potuto conoscerne immediatamente gli esiti. Ieri, presso la Nuova Fiera di Roma, si è svolta la prova scritta della procedura concorsuale riservata ai ricorrenti del concorso per dirigente scolastico del 2017, prova prevista dal D.M. prot. 107 dell’8 giugno 2023, attuativo dell’art. 5 del decreto-legge 29 dicembre 2022, n. 198, convertito dalla legge 24 febbraio 2023, n. 14. I risultati ufficiali riportano, a fronte di 2.321 candidati partecipanti alla prova scritta, un numero di ammessi pari a 1.971, e cioè l’84,9%. Una prova questa che sembra abbia registrato non poche criticità.
“Una giornata da dimenticare per il MIM – commenta Giuseppe D’Aprile, Uil Scuola -. Stiamo ricevendo da ogni parte d’Italia una serie di denunce per quanto accaduto nella giornata di ieri durante il concorso riservato per dirigenti scolastici. Il concorso, svolto in condizioni inappropriate, ha avuto un costo di partecipazione di 350 euro, è iniziato con 4 ore di ritardo e con puzza di fogna in sala. Inoltre a distanza di 24 ore, arrivano i risultati di una prova computerizzata di cui, invece, i candidati avrebbero dovuto conoscerne immediatamente gli esiti. Questo concorso è stato indetto anche per sanare una mole di contenziosi che si protraggono dal 2017 e invece ha creato ancora più confusione – sottolinea il Segretario – uno degli aspetti più gravi è che la società incaricata dal ministero di gestire il concorso non fosse a conoscenza delle domande di lingua straniera per i singoli candidati. Il risultato? Ai candidati sono state assegnate 20 domande di lingua (francese, inglese, tedesco e spagnolo), 5 da selezionare immediatamente da parte del candidato in base alla lingua prescelta e 15 da escludere senza una direttiva precisa. Non solo, a peggiorare le cose, i candidati hanno appreso solo all’inizio della prova di questo grave errore di programmazione”.
Su queste criticità registrate prima dello svolgimento del concorso DS riservato è intervenuto anche il Ministro dell’istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, che ha dichiarato: “Le disfunzioni di cui stiamo avendo notizia sono inammissibili e, per questo, ho disposto che gli Uffici ministeriali acquisiscano immediatamente tutti gli elementi necessari per individuare, tra i vari enti competenti per la procedura, quelli cui siano addebitabili i problemi riscontrati, affinché ne possano rispondere”.

Nota 8 maggio 2024, AOODGOSV 18374

Ministero dell’istruzione e del merito
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici, la valutazione e l’internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione
Ufficio IV

Ai Direttori degli Uffici Scolastici Regionali LORO SEDI
A tutte le Istituzioni di istruzione secondaria di secondo grado del territorio
e, p.c. Al Direttore Generale di Innova Camera Azienda Speciale della C.C.I.A.A. di Roma Massimiliano Colella LORO SEDE

OGGETTO: Manifestazione “Maker Faire Rome – The European Edition 2024” – Call for School 2024 – Invito alle scuole per la presentazione di progetti innovativi

Nota 8 maggio 2024, AOODGOSV 18332

Ministero dell’istruzione e del merito
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale ordinamenti scolastici, valutazione e internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione

Ai Direttori generali e ai Dirigenti preposti degli Uffici scolastici regionali – LORO SEDI
Ai Dirigenti degli Uffici di Ambito Territoriale per il tramite dell’USR di competenza
Al Sovrintendente scolastico per la Regione Valle di AOSTA
Al Sovrintendente scolastico per la scuola in lingua italiana BOLZANO
All’Intendente scolastico per la scuola in lingua tedesca BOLZANO
All’Intendente scolastico per la scuola delle località ladine BOLZANO
Al Dirigente del Dipartimento istruzione per la Provincia di TRENTO
Ai Dirigenti delle Istituzioni scolastiche statali di ogni grado LORO SEDI
e, p.c. Al Capo dell’Ufficio di Gabinetto – SEDE
Al Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione – SEDE

OGGETTO: Urgentissimo. Trasmissione verbali e tabelle riassuntive. Elezioni CSPI 2024.

Nota 24 aprile 2024, AOODGOSV 16379
Indicazioni operative – Elezione Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione