Subito assunzioni e alternanza, solo dal 2016 via a chiamata diretta, organico dell’autonomia e merito

da Il Sole 24 Ore

Subito assunzioni e alternanza, solo dal 2016 via a chiamata diretta, organico dell’autonomia e merito

di Claudio Tucci

Il primo “adempimento” della riforma della scuola sarà l’immissione in ruolo di 36mila docenti precari entro il 1° settembre (la tranche iniziale delle oltre 102mila stabilizzazioni previste dalla legge Renzi-Giannini che si completeranno con 11mila ingressi nei giorni successivi e poi, entro settembre 2016, con l’immissione in ruolo, dal punto di vista economico, dei restanti 55mila docenti del nuovo organico dell’autonomia (che decollerà appunto dall’anno scolastico 2016-2017). E porterà in dote mediamente 7 docenti in più in ogni istituto per arricchire progettazione e offerta formativa.

Alternanza
L’anno scolastico che inizierà tra meno di due mesi segnerà una svolta per quanto riguarda l’alternanza scuola-lavoro, che diventerà obbligatoria: le ore di formazione “on the job” saliranno ad almeno 400 negli istituti tecnici e professionali (almeno 200 nei licei) e coinvolgeranno i ragazzi a partire dal terzo anno (si potrà andare anche all’estero). Per gli studenti scatterà pure il rafforzamento di alcune discipline (musica, arte, lingue, competenze digitali ed economia); e le scuole superiori potranno attivare materie opzionali (decollerà il cosiddetto “curriculum dello studente”, flessibile, che avrà un peso specifico all’esame di maturità).

Valutazione docenti
Per un’altra grande novità della riforma, l’inizio di un processo di valutazione degli insegnanti, bisognerà attendere il 2016 con l’avvio del fondo da 200 milioni annui che verranno assegnati dal preside ai docenti meritevoli sulla base di criteri individuati da un comitato di valutazione composto in prevalenza da insegnanti stessi, ma anche da genitori, studenti e da un membro esterno.

Ruolo del preside
A cambiare (ma molto meno rispetto a quanto annunciava trionfalisticamente il progetto iniziale del governo) è poi la figura del dirigente scolastico: anche qui però la principale novità, la possibilità di “scegliersi” i docenti, sarà possibile solo da settembre 2016. Slitterà quindi di un anno, con la partenza del nuovo organico dell’autonomia. E così a settembre «i dirigenti si troveranno di fronte a una doppia sfida – spiega il numero uno dell’Anp, l’Associazione nazionale presidi, Giorgio Rembado -. Gestire il piano dell’offerta formativa, Pof, del 2015-2016 secondo le vecchie regole e mettere a punto entro ottobre l’ipotesi del nuovo piano triennale che diventerà attivo con il 2016-2017. Il tutto senza nessuna certezza, almeno in tempi brevi, circa la misura delle risorse spettanti alla scuola per quanto riguarda l’organico per il potenziamento». Il decollo dell’autonomia scolastica (rimasta sulla carta dai tempi di Luigi Berlinguer) passerà infatti, oltre che dai professori aggiuntivi, dal nuovo Pof triennale: questo documento, una sorta di carta d’identità dell’istituto, sarà elaborato dal collegio docenti, sulla base di indirizzi definiti dal preside, per essere poi approvato dal consiglio di istituto.

Formazione
Partirà subito invece la Card di 500 euro per l’aggiornamento professionale dei professori; la formazione in servizio diventa obbligatoria e coerente con il piano triennale dell’offerta formativa, con uno stanziamento strutturale di 40 milioni di euro l’anno. La riforma conferma poi la detraibilità, già dal prossimo anno scolastico 2015-2016, delle spese sostenute dalle famiglie i cui figli frequentano una scuola paritaria, mentre lo school bonus, il beneficio fiscale (credito d’imposta al 65%, che poi scende al 50%) per i privati che investono nell’istruzione potrà essere utilizzato dalla dichiarazione dei redditi 2016.

Nuovo concorso e supplenze
Entro il 1° dicembre 2015 dovrà essere bandito un nuovo concorso a cattedre per circa 60mila posti per il triennio 2016-2018; e dal 1° settembre inizieranno a chiudersi le «Gae», le graduatorie a esaurimento, ma solo se esaurite. Dal 1° settembre 2016 l’inserimento nelle liste per le supplenze (che quindi rimangono nonostante le oltre 102mila stabilizzazioni) potranno avvenire solo se si è in possesso dell’abilitazione. E i contratti a tempo sottoscritti non potranno superare i 36 mesi, anche non continuativi (si risponde così alla sentenza Ue dello scorso anno che ha bacchettato l’Italia per abuso nella reiterazione dei contratti a termine).