Concorso docenti, attenzione ai siti Miur non originali: l’Iban della tassa di 10 euro è sbagliato

da La Tecnica della Scuola

Concorso docenti, attenzione ai siti Miur non originali: l’Iban della tassa di 10 euro è sbagliato

In Italia il paradosso è dietro l’angolo, sempre in agguato. Come un “avvoltoio”. Se poi c’è di mezzo la scuola, i rischi di incrociarlo aumentano.

Così accade che, tra le tante polemiche che ha già suscitato, con tanti ricorsi nascosti nel bando già annunciati, il nuovoconcorso per diventare insegnanti può diventare terreno di fraintendimenti.

Lo conferma alla Tecnica della Scuola il candidato docente A.C., uno dei tanti precari ufficiali in procinto di essere messo alla prova per sapere se merita o no di stare dietro alla cattedra in modo stabile.

Lo incontriamo in una Roma uggiosa, il 3 marzo, il quarto giorno utile al pagamento della tassa di iscrizione di 10 euro. Che, se sarà rispettato il tetto dei 200mila partecipanti abilitati, porterà nella casse del Miur almeno 2 milioni di euro.

A.C. è abilitato alle superiori da qualche anno e preferisce rimanere nell’anonimato: conosce poco i meandri della burocrazia scolastica. Ma quanto basta per dire che non è infastidito dall’obolo dei 10 euro, richiesto per la prima volta per partecipare al concorso a cattedra, ma dall’invio della tassa di segreteria attraverso il codice Iban indicato.

“È fantastico – ci dice con un tono tra l’allarmato e il meravigliato – come il codice Iban sia diverso tra quello che ho trovato su internet e quello che invece è stampato nel bando ufficiale della Gazzetta del 26 febbraio. Perché il primo riporta una O, circa a metà del codice indicato. Il secondo, invece, uno 0 (zero). Allora, mi sono chiesto: quale sarà quello giusto?”.

Nel dubbio il prof precario ha cercato di aggirare l’ostacolo: “non mi sono perso d’animo – racconta – e ho deciso di inviare la ‘tassa’ dei dieci euro con entrambi i codici. Avrei speso dieci euro di più, pagando due bonifici distinti: uno sarebbe andato perso, ma in ogni caso sarei risultato iscritto”.

Tutto risolto, quindi? “Invece niente: non sono riuscito a fare il bonifico con BancoPosta online, perché il codice bancario non esiste, trattandosi di una tesoreria, e nel bando nulla è specificato sul pagamento della tassa tramite Posta”.

Anche in questo caso, il nostro precario non aspetterà la risposta: “ho deciso che presto mi metterò in fila in una qualsiasi banca”.

Salutiamo A.C. e facciamo una verifica. Per scoprire, stavolta noi con meraviglia, che il sito internet che ci ha indicato il precario non è quello ufficiale del Miur. Ma un contenitore on line di documenti e di normativa scolastica, chiamato “Miur Istruzione”. Con notizie fornite attraverso una grafica istituzionale. Tanto basta per far cadere nell’errore gli aspiranti docenti.

E non sono pochi. Perché, nel frattempo, colleghiamo questa denuncia con le tante che stanno arrivando in redazione di invii Iban non andati a buon fine.

Ricordiamo, a tal proposito, come indicato nella guida al concorso fornita dalla Tecnica della Scuola, le corrette modalità di pagamento dei 10 euro di iscrizione al concorso per titoli ed esami:

“Ricevuta di versamento tramite bonifico bancario di dieci € intestato a: sezione di tesoreria 348 ROMA SUCCURSALE, IBAN: IT 28S 01000 03245348 0 13 241000 Causale: “regione procedura concorsuale/posto comune – nome e cognome – codice fiscale del candidato”.