Fondi per l’autonomia, -93% in dieci anni Il Miur potrebbe ridurre le quote alle scuole

da ItaliaOggi

Fondi per l’autonomia, -93% in dieci anni Il Miur potrebbe ridurre le quote alle scuole

Giunte 12 mila richieste. Boda: avvieremo nuovo sistema

Angela Iuliani

Arricchimento dell’offerta formativa ed autonomia scolastica a quota 12mila. Sono i progetti presentati al Miur dalle scuole italiane per accedere agli specifici fondi dell’ex legge 440. Un’ingente partecipazione con circa 1 istituto scolastico su 3 nel territorio nazionale interessati a queste risorse. Difficile per l’amministrazione poter rispondere a tutte le richieste di accesso ai finanziamenti, ha spiegato il direttore generale del Miur Giovanna Boda, sarà necessario ridurre la soglia destinata a ciascun progetto. Ma anche definire, per il prossimo anno, una priorità di ambiti ai quali ricondurre la progettualità scolastica che accede ai fondi della ex L.440. Una legge nata nel 1997 per sostenere l’autonomia delle scuole. Ma che ha visto le dotazioni finanziarie destinate ridursi progressivamente.

I finanziamenti hanno segnato un -93% in 10 anni: nel 2000 andavano direttamente nelle casse delle scuole 166,7 milioni di euro, nel 2011 gli arrivavano 11 milioni per i progetti del piano dell’offerta formativa. Circa 1.000 euro a scuola. Segno positivo però nel 2015: +66% rispetto all’anno precedente per il fondo ex L.440 con cui il Miur ha stanziato a giugno 93,2 milioni di euro. La maggior parte delle risorse disponibili, oltre 51 milioni, destinate al capitolo studenti. Mentre più di 25 milioni vanno alle scuole: di questi 7,5 milioni per realizzare l’autonomia e l’innovazione tecnologica. Fondi per i quali le scuole hanno presentato 12mila progetti. Una richiesta tanto numerosa, secondo Boda, se da un lato dimostra quanto poco corrispondano le risorse stanziate al reale bisogno di funzionamento didattico, progettuale e sperimentale delle scuole, dall’altro segna inequivocabilmente il limite delle attività realizzabili, dopo gli anni dei continui tagli che hanno spostato la prospettiva innovativa delle scuole dall’obiettivo atteso. Del resto, già nel 2009 Monitor 440, la prima indagine dell’Invalsi sui finanziamenti dell’ex legge 440, aveva mostrato che l’investimento pressoché totale dei fondi erogati dalla direttiva 56/05 era integrato da parte delle scuole con risorse di diversa provenienza rispetto alla legge, la cui quantità era all’incirca uguale ai finanziamenti assegnati attraverso la direttiva. Dall’altra parte l’Invalsi aveva anche spiegato che l’attenzione ad aspetti di grande ampiezza, come l’ampliamento dell’offerta formativa e le iniziative per gli studenti, sembrano indicare come i progetti e i fondi che li finanziano, «siano utilizzati per rispondere al fabbisogno ordinario della scuola, piuttosto che a una politica di intervento ed economica aperta a una progettualità di medio e lungo termine, per la quale probabilmente occorrerebbero interventi economici molto maggiori».

«La ricaduta dei finanziamenti deve essere commisurata con la riduzione dell’organico del personale, quello Ata in particolare», rimarcano a loro volta le sigle sindacali alle informazioni del Miur sugli attuali fondi ex L.440. Infatti, osserva la Fcl-Cgil, «redazione e quantificazione-risorse di progetti così dettagliati implicano grande lavoro aggiunto da parte delle segreterie ». Il Miur, da parte sua, si è impegnato ad affrontare in un prossimo incontro con i sindacati la definizione sia dei criteri sia degli ambiti o argomenti cui destinare con priorità il finanziamento