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Scuola: cresce la formazione per i gemellaggi eTwinning

Scuola: cresce la formazione per i gemellaggi eTwinning,
oltre 6000 docenti coinvolti nel 2015
A marzo webinar sul Piano nazionale per la scuola digitale con il MIUR

Crescono le opportunità di formazione eTwinning per i docenti italiani. L’Unità nazionale eTwinning Indire stila un bilancio sulle attività di formazione (in presenza e online) attivate nel 2015 per i docenti italiani iscritti alla piattaforma, che rappresenta la più grande community europea di insegnanti attivi nei gemellaggi elettronici.

Quanto alla formazione in presenza a livello nazionale sono stati organizzati un totale di 167 incontri nell’anno, in collaborazione con gli Uffici Scolastici Regionali. Il numero è circa il doppio rispetto alla media degli anni precedenti.  I seminari hanno coinvolto nel 2015 complessivamente circa 6000 docenti (+300% circa rispetto a quelli del 2014) di tutte le regioni.

Sono stati invece circa 150 gli insegnanti coinvolti per seminari di formazione all’estero, per favorire la nascita di nuovi progetti di collaborazione con colleghi stranieri. Sul versante della formazione online l’offerta è stata pensata per chi muove i primi passi in eTwinning e desidera ricevere un supporto mirato per la conoscenza degli strumenti della piattaforma, anche per la ricerca di partner di progetto e la partecipazione alla community. Sono stati realizzati 9 mini-corsi di due settimane ciascuno con attività in sincrono (2 webinar) e asincrono (lavoro nei forum e nei TwinSpace/Gruppi) che hanno coinvolto 500 docenti, un aumento di oltre il doppio rispetto agli anni passati. Inoltre sono stati formati più di 450 docenti durante 8 webinar con esperti su tematiche inerenti l’innovazione didattica, la sicurezza nel web, strumenti online, bullismo e approfondimenti su sistemi scolastici stranieri.

Quanto agli appuntamenti previsti quest’anno, martedì 1 marzo si terrà un webinar sul Piano Nazionale Scuola Digitale ed il ruolo dei nuovi animatori digitali con la partecipazione di Daniele Barca, dirigente dell’ufficio Innovazione digitale del Miur, mentre mercoledì 2 marzo parte il primo corso online introduzione a eTwinning, a seguire un secondo appuntamento giovedì 10 marzo con un webinar di metà percorso, per concludere poi martedì 22 marzo con una sessione finale. I webinar saranno intervallati da attività specifiche da svolgere autonomamente sulla piattaforma. Si tratta di una formazione mirata per gli insegnanti che si avvicinano per la prima volta ad eTwinning e intende fornire una guida alla personalizzazione dello spazio di lavoro e della propria partecipazione alla community di eTwinning, grazie all’utilizzo più efficace delle potenzialità della piattaforma stessa.

Per informazioni su come partecipare: www.etwinning.it.

Anno di formazione e periodo di prova

Formazione per neoassunti in ruolo

“Anno di formazione e periodo di prova”

La UIL Scuola di Lecce, in collaborazione con l’Irase Nazionale, offre

  • supporto gratuito ai Docenti neoassunti di ogni ordine e grado, nell’anno di formazione e di prova;
  • consulenza, assistenza e supporto ai Tutors.

 

Il primo incontro formativo si terrà

Lunedì 29 febbraio 2016, dalle 15,30 alle 19,30

presso l’Aula Magna dell’IISS “G. Galilei” – piazza Palio – Lecce

 

Interviene

Francesca SEVERA, Segretaria Irase Nazionale

 

Argomenti trattati:

  • Percorso formativo nell’anno di prova
  • Bilancio delle competenze, analisi dei bisogni formativi e obiettivi della formazione
  • Laboratori formativi dedicati
  • Peer to Peer (osservazione in classe)
  • Formazione online (portfolio formativo digitale)
  • Adempimenti amministrativi del personale neoassunto
  • Mobilità

 

 

L’adesione all’iniziativa è gratuita, aperta a tutti (iscritti e non iscritti alla UILScuola) e si configura come attività di aggiornamento.

È previsto l’esonero dal servizio ai sensi degli artt. 64 e 67 del CCNL 2006/09.

 

Verrà rilasciato attestato di partecipazione.

 

 

È gradita prenotazione entro venerdì 26 p.v. inviando la scheda di adesione al fax 0832 253351 oppure alla mail, uilscuolalecce@gmail.com

Entro il 31 maggio le iscrizioni ai percorsi di istruzione per gli adulti

da Il Sole 24 Ore

Entro il 31 maggio le iscrizioni ai percorsi di istruzione per gli adulti

di Eugenio Bruno

Per l’iscrizione a un corso di istruzione per gli adulti ci sarà tempo fino al 31 maggio 2016. E comunque non oltre il 15 ottobre 2016. È una delle precisazioni fornite dal ministero dell’Istruzione con una circolare emanata ieri. Il termine varrà per tutte e tre le tipologie di corsi attivati presso i Cpia: primo livello, per il conseguimento della licenza media; secondo livello, per il conseguimento di un diploma tecnico, professionale o artistico; alfabetizzazione alla lingua italiana. Vediamo nel dettaglio le istruzioni fornite dal Miur.

I requisiti generali
Nel ricordare che ogni studente dovrà ottenere un piano formativo individuale il ministero rammenta la scadenza entro la quale andrà formalizzato: il 15 novembre 2016. Al tempo stesso la circolare fa presente che per la gestione delle procedure di iscrizione ogni centro dovrà aver sottoscritto un accordo di rete con le istituzioni scolastiche nelle quali andranno attivati i corsi di secondo livello. Al momento tutti i soggetti interessati ne hanno sottoscritto uno. Ma avranno comunque tempo fino al 30 settembre 2016 per integrarli o modificarli. Requisito generale per l’iscrizione è aver compiuto il diciottesimo anno di età. Eventuali deroghe anche sui termini (31 maggio e non oltre comunque il 15 ottobre 2016) dovranno essere autorizzati dal collegio docenti.

Corsi di primo livello
La domanda può essere presentata dagli adulti maggiorenni (anche non italiani) e sprovvisti del titolo di studio conclusivo del primo ciclo. Utilizzando il modello A allegato alla circolare. Ammessi anche i sedicenni che non lo hanno conseguito e, in caso di particolari e motivate esigenze, anche chi ha compiuto 15 anni. I corsi si articolano in due periodi didattici e la scelta tra uno dei due va indicata all’atto dell’iscrizione.

Percorsi di secondo livello
Possono iscriversi gli adulti che hanno conseguito la licenza media purché utilizzino il modello B. Lo stesso possono fare i 16enni che dimostrano di non poter frequentare un corso diurno. Si può scegliere tra istruzione tecnica, professionale e artistica e va indicato quale dei tre periodi didattici seguire.

Alfabetizzazione alla lingua italiana
Interessano gli adulti stranieri anche in possesso di titoli di studio conseguiti nel paese di origine. Va utilizzato il modello C allegato alla circolare. Si dividono in due livelli e sono finalizzati al conseguimento di un attestato di conoscenza del livello A1 o A2 della lingua italiana. Un ultimo accenno lo meritano i moduli D ed E. il primo va utilizzato per comunicare la scelta relativa alla religione cattolica. Chi opta per il no deve indicare sul secondo quali attività alternative preferisce svolgere.

In Umbria e Abruzzo le vacanze pasquali più lunghe

da Il Sole 24 Ore

In Umbria e Abruzzo le vacanze pasquali più lunghe

Via al conto alla rovescia per le vacanze di Pasqua 2016. Per tutti gli studenti avranno inizio giovedì 24. Il rientro a scuola invece varia da regione a regione: la maggioranza resterà a casa fino al 29.

Il calendario regione per regione
I più fortunati sono i ragazzi di Umbria e Abruzzo, che torneranno sui banchi giovedì 31. Va peggio agli studenti liguri, che come ultimo giorno di vacanza avranno la Pasquetta. Ma vediamo le date dei calendari scolastici regionali pubblicate dal Miur:
– Valle d’Aosta: dal 24 al 29 marzo 2016;
– Piemonte: dal 24 al 29 marzo 2016 ;
– Lombardia: dal 24 al 29 marzo 2016;
– Liguria: dal 24 al 28 marzo 2016
– Provincia autonoma di Trento: dal 24 al 29 marzo 2016;
– Provincia autonoma di Bolzano: dal 24 al 29 marzo 2016;
– Friuli Venezia Giulia dal 24 al 29 marzo 2016;
– Veneto: dal 24 al 29 marzo 2016;
– Emilia Romagna: dal 24 al 29 marzo 2016;
– Toscana: dal 24 al 29 marzo 2016;
– Marche: dal 24 al 29 marzo 2016;
– Umbria: dal 24 al 30 marzo 2016;
– Lazio: dal 24 al 29 marzo 2016;
– Molise: dal 24 al 29 marzo 2016;
– Abruzzo: dal 24 al 30 marzo 2016;
– Campania: dal 24 al 29 marzo 2016;
– Basilicata: dal 24 al 29 marzo 2016;
– Calabria: dal 24 al 29 marzo 2016;
– Puglia: dal 24 al 29 marzo 2016;
– Sicilia: dal 24 al 29 marzo 2016;
– Sardegna: dal 24 al 29 marzo 2016.

Ocse: la crisi abbassa i voti scolastici

da ItaliaOggi

Ocse: la crisi abbassa i voti scolastici

L’ultimo rapporto ocse pisa ha evidenziato una relazione tra i due fenomeni

Emanuela Micucci

Sotto il livello minimo in matematica, lettura, scienze. Lo sono in almeno una di queste tre materie circa 13 milioni di studenti 15enni dei 64 paesi Ocse che hanno partecipato al Rapporto Pisa 2012. Una questione che ha importanti effetti economici. Infatti, se nel 2030 tutti gli studenti di 15 anni avessero raggiunto la sufficienza nelle tre materie Pisa, il Pil di quel paese nel 2095 potrebbe essere fino al 18% superiore.

A spiegare che i guadagni della lotta agli scarsi rendimenti scolastici superano di gran lunga i costi del miglioramento è l’ultimo rapporto Ocse-Pisa sugli studenti 15enni low performer, cioè a basse prestazioni scolastiche, presentato mercoledì e basato sui dati delle indagini Pisa 2012 (Pisa Low performing students, www.oecd.org/education).

Più di uno studente su 4 non raggiunge la sufficienza in almeno uno delle competenze di base: in matematica il 25%, in comprensione della scrittura e scienze il 20% ciascuno. «Non solo questi ragazzi rischiano di lasciare la scuola prima di finirla», spiega il direttore dell’Education and Skills dell’Ocse Andreas Schleicher. «Una popolazione senza competenze di base rischia di compromettere anche l’intero sistema economico e la crescita del proprio paese» a lungo termine. Infatti, sottolinea il rapporto, «le perdite economiche derivanti dall’attuazione di politiche inadeguate e le pratiche educative lasciano molti Paesi in quello che potrebbe essere definito uno stato di recessione economica permanente». Una recessione che «potrebbe anche essere più ampia e più profonda che a quella a seguito della recessione finanziaria dei primi anni 2000 e da cui molti paesi stanno ancora lottando per uscire».

È urgente agire. Come hanno fatto 9 paesi che sono riusciti a diminuire le percentuali di studenti insufficienti in matematica tra Pisa 2013 e Pisa 2012. In 4 di questi, Brasile, Messico, Tunisia e Turchia, il miglioramento ha diminuito gli alunni che raggiungono il livello 1. Mentre per gli altri 5, Germania, Italia, Russia, Polonia e Portogallo, hanno ridotto contemporaneamente al percentuale di alunni al livello 1 e al di sotto di questo.

Nel caso italiano, in particolare, nel 2012 erano circa 140 mila gli studenti scarsi in matematica, il 25% del totale, e oltre 67 mila, il 12% quelli scarsi in tutti e tre i campi esaminati dal test Pisa. Tuttavia l’Italia «ha ancora davanti molte sfide». Infatti, la percentuale dei low performer in matematica è superiore di 2 punti alla media Ocse, sebbene calata di 7 punti in dieci anni.

Anche per le altre materie la percentuale di allievi in difficoltà è scesa negli ultimi anni: 4 punti in meno per la lettura dal 2013 al 2012, 7 per le scienze dal 2006 al 2012. Entrambe restano però superiori alla media Ocse del 18%, rispettivamente al 20% e 19%.

«Tutti i paesi possono migliorare le prestazioni dei loro studenti a condizione che adottino misure appropriate e abbiano volontà di attuarle», conclude l’Ocse. Cause e fattori di rischio sono spesso interdipendenti. Ad esempio, le basse performance scolastiche sono più diffuse tra gli studenti in condizioni socio-economiche svantaggiate, il 38% contro il 12% per gli alunni di famiglie agiate, e tra gli allievi delle scuole professionali, con il 34%, contro 15% per i liceali. I ragazzi con risultati scarsi, inoltre, sono quelli che saltano più giorni di scuola, passano meno tempo a fare i compiti (5,6 ore a settimana, contro 9,7 per gli studenti con livello sufficiente o superiore). Occorre, quindi, «un approccio multidimensionale».

Nella ricetta dell’Ocse, tra l’altro, la creazione di incentivi per ambienti di apprendimento scolastico che offrono agli studenti il supporto necessario; proporre il più presto possibile l’assistenza agli studenti; promuovere il coinvolgimento di genitori e comunità locali; fornire un sostegno mirato alle famiglie e alle scuole svantaggiate. E ancora, proporre programmi specifici per gli studenti immigrati, ridurre le disuguaglianze nell’accesso all’istruzione della prima infanzia. Combattere contro gli stereotipi di genere e aiutare i genitori single.

Anno di prova: stop per quasi 10mila docenti

da La Tecnica della Scuola

Anno di prova: stop per quasi 10mila docenti

Potrebbero essere poco meno di 10mila i docenti assunti quest’anno che non avranno la possibilità di ottenere la conferma in ruolo.
Il problema riguarda quei docenti che sono entrati in ruolo su una determinata classe di concorso e che poi, per diversi motivi, stanno prestando servizio in un altro ordine di scuola.

Questa – almeno – è l’interpretazione che ne sta dando l’Ufficio scolastico regionale del Lazio, ufficio che nel proprio sito sta proponendo risposte ad alcune FAQ sull’argomento.

Per esempio, alla domanda “Se un docente ha ottenuto il ruolo su A059 (scuola secondaria di primo grado) e supplenza su AD01 (scuola secondaria di secondo grado) può svolgere l’anno di prova e di formazione?” la risposta è tassativa: “No, la normativa attuale non lo consente”.

Altrettanto tassativa è la risposta negativa a questa domanda:  “Un docente assunto in ruolo su classe di concorso A042, ha optato per restare in servizio in altra Regione su una diversa classe di concorso. Il servizio gli vale come anno di prova/formazione?”

La questione era già stata sollevata nei giorni passati dall’Unicobas che aveva preso in carico il caso di un docente di latino e greco assegnato di fatto ad un istituto comprensivo.
L’Usr del Lazio aveva emanato una circolare in cui si diceva che in questi casi, docente neoassunto e docente tutor possono essere inseriti con riserva nei rispettivi elenchi.
Ma adesso le FAQ dello stesso USR sembrano rimettere tutto in discussione.
Il fatto è che la questione non riguarda alcuni casi sporadici ma coinvolge migliaia di docenti in tutta Italia.
“Ormai – commenta Stefano d’Errico – segretario nazionale Unicobas – è chiaro che l’amministrazione scolastica è del tutto inattendibile e non è in grado di dare risposte precise ai mille problemi legati all’applicazione della legge 107. Non ci resta altro da fare che sommergere il Ministero di proteste e soprattutto di ricorsi. Le decisioni verranno prese non a viale Trastevere ma nelle aule dei tribunali”.

Classi di concorso, il presidente Mattarella ha firmato il decreto di riforma

da La Tecnica della Scuola

Classi di concorso, il presidente Mattarella ha firmato il decreto di riforma

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato il regolamento che riforma le classi di concorso. Come si evince dagli atti firmati dal presidente dal 8 al 14 febbraio, troviamo anche il D.P.R. del 14 febbraio, “Regolamento recante disposizioni per la razionalizzazione ed accorpamento delle classi di concorso a cattedre e a posti di insegnamento, a norma dell’articolo 64, comma 4, lettera a), del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133”.

Il provvedimento adesso dovrà essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.

Ormai è conto alla rovescia per l’emanazione del prossimo concorso a cattedra. Dopo un’attesa spasmodica tra annunci e dietrofront, sembra ormai essere vicina la data dell’emanazione del bando

Integrazione graduatorie d’istituto docenti: il decreto con scadenze e modelli di domanda

da La Tecnica della Scuola

Integrazione graduatorie d’istituto docenti: il decreto con scadenze e modelli di domanda

L.L.

Con nota 4477 del 16 febbraio 2016 il Miur ha trasmesso il D.D.G. 89 del 16/02/2016 concernente l’integrazione delle graduatorie di Istituto del personale docente, in attuazione del D.M. 3 giugno 2015 n. 326.

Il decreto disciplina:

  • l’inserimento in II fascia delle graduatorie di istituto dei docenti che conseguono il titolo di abilitazione oltre il previsto termine di aggiornamento triennale delle graduatorie ed entro il 1° febbraio 2016, i quali verranno collocati in un ulteriore elenco aggiuntivo alle graduatorie di II fascia;
  • l’inserimento negli elenchi aggiuntivi di sostegno dei docenti che conseguono il titolo di specializzazione per il sostegno agli alunni con disabilità oltre il previsto termine di aggiornamento triennale delle graduatorie ed entro il 1° febbraio 2016, i quali verranno collocati in coda agli elenchi di sostegno della fascia ovvero dell’elenco aggiuntivo di appartenenza;
  • il consueto riconoscimento della precedenza nell’ attribuzione delle supplenze in III fascia di istituto, per i docenti che vi siano inseriti e che conseguono il titolo di abilitazione nelle more dell’inserimento nelle finestre semestrali di pertinenza.

Di seguito riportiamo i termini e le modalità per la presentazione delle domande di inserimento:

  • Inserimento negli elenchi aggiuntivi alle graduatorie di istituto di II fascia: il modello A3 dovrà essere trasmesso entro il 7 marzo 2016, tramite raccomandata AIR, PEC, o consegna a mano con rilascio di ricevuta ad una istituzione scolastica della provincia prescelta. Coloro che risultino già iscritti nelle graduatorie del presente triennio o che si sono iscritti in occasione delle finestre semestrali del 1° febbraio 2015 e del 1° agosto 2015 e che richiedano l’inserimento nell’elenco aggiuntivo relativo alla finestra del 1° febbraio 2016 per aver conseguito una nuova abilitazione, dovranno trasmettere il modello alla medesima Istituzione Scolastica destinataria dell’istanza di inclusione. Se l’interessato non risulti già iscritto in alcuna graduatoria il suddetto modello dovrà essere indirizzato ad una istituzione scolastica della provincia prescelta dall’ interessato. Le istituzioni scolastiche destinatarie delle domande dovranno valutarle e trasmetterle al sistema informativo tramite le relative funzioni che saranno disponibili nel periodo compreso tra il 22 febbraio 2016 e il 9 marzo 2016.
  • Inserimento negli elenchi aggiuntivi del sostegno: il modello 5 dovrà essere trasmesso esclusivamente in modalità telematica sul portale POLIS tra il 10 marzo 2016 e il 30 marzo 2016 (entro le ore 14,00). Non dovranno compilare il modello A5 i docenti che chiedono l’inserimento negli elenchi aggiuntivi di Il fascia con il modello A3 in quanto potranno dichiarare il titolo di specializzazione nella sezione del modello A3 appositamente predisposta.
  • Priorità nell’attribuzione delle supplenze di III fascia: potranno presentare istanza i docenti che conseguono il titolo di abilitazione nelle more dell’inserimento negli elenchi aggiuntivi alla II fascia. Per farlo dovranno utilizzare la funzione POLIS, disponibile per tutto il triennio di validità delle graduatorie, che consente di trasmettere l’apposito modello A4. L’istanza dovrà essere rivolta alla istituzione scolastica capofila prescelta all’atto di inclusione in III fascia che avrà cura di prenderla tempestivamente in carico con le funzioni SIDI appositamente predisposte.

Per quanto concerne la scelta delle sedi, coloro che sono collocati per altri insegnamenti nelle graduatorie di I, II, e III fascia delle graduatorie di istituto o negli elenchi aggiuntivi alla II fascia (in occasione delle finestre semestrali di febbraio 2015 e agosto 2015), qualora abbiano conseguito il titolo di abilitazione entro il 1° febbraio 2016, possono sostituire, nella stessa provincia di iscrizione, una o più istituzioni scolastiche già espresse all’atto della domanda di inserimento esclusivamente per i nuovi insegnamenti. In particolare, le sedi già espresse possono essere cambiate esclusivamente ai fini dei nuovi insegnamenti per i quali si chiede l’inserimento nel terzo elenco aggiuntivo alla II fascia, mentre non è consentito cambiare sedi qualora nelle stesse tali insegnamenti risultino già impartiti.

I presidi alzano la testa: sempre più compiti e pochi soldi, sarà “disobbedienza civile”

da La Tecnica della Scuola

I presidi alzano la testa: sempre più compiti e pochi soldi, sarà “disobbedienza civile”

Il blocco dei compensi comincia a provocare forti “mal di pancia” pure ai dirigenti scolastici. Alcuni dei quali presto metteranno in atto la “prima disobbedienza civile”.

Perché, dicono, “bisogna dare un primo segnale forte all’Amministrazione altrimenti la situazione peggiorerà sempre più”.

L’annuncio è arrivato dall’Associazione sindacale dirigenti scuola aderente alla Confedir, che ha anche spiegato i tanti motivi che hanno portato a questa decisione.

“Quale altra categoria sopporterebbe e accetterebbe passivamente quello che sta succedendo in questi giorni? Il Governo – sostiene il sindacato dei ds – è così convinto che non ci sarà alcuna reazione, che alza il tiro quotidianamente. Non solo non viene corrisposto quanto dovuto, non solo son si stipulano contratti da anni, non solo si continuano a pagare le reggenze con i soldi del fondo regionale, non solo non si incrementa il FUN, ma, addirittura la categoria dovrà restituire in media di 3-4.000 euro. Nel contempo aumentano le responsabilità, le competenze, gli impegni, i carichi di lavoro senza la previsione del ben che minimo compenso”.

Per la Confedir è grave che a fronte di un incremento sensibile delle responsabilità, derivante prima dalla scuola dell’autonomia e poi dalla Legge 107/2015, i presidi delle scuole continuino a percepire stipendi lontanissimi da qualsiasi altro dirigente pubblico. Un esempio per tutti sono le indennità di reggenza, per scuole spesso anche lontane da raggiungere, davvero esigue rispetto all’alta mole di lavoro e di responsabilità che comportano.

“Si ha perfino il coraggio di mettere sul tavolo l’aumento di un caffè alla settimana, dopo anni di blocco illegittimo dei contratti, nella convinzione che la categoria sia così distratta e ingenua da accettare lo ‘scambio’ cadendo nella trappola: quattro caffè al mese al posto della vacanza contrattuale! 4 euro al posto di 24!”

Per questo, spiegano, è partito “l’invito a tutti i dirigenti scolastici a: non dare la propria disponibilità a far parte dei comitati di valutazione; a revocarla, qualora fosse stata già data; a rinunciare all’incarico qualora, nonostante la non disponibilità si è stati nominati. A rifiutare o a non accettare nessun incarico senza il corrispettivo compenso da concordare con le parti sociali”.

A questo punto, il sindacato auspica che l’intera categoria, quindi anche le altre organizzazioni sindacali, approvino l’iniziativa e agiscano di conseguenza.

Ricostruzione di carriera, la scuola ha 30 giorni di tempo per espletare gli adempimenti di competenza

da La Tecnica della Scuola

Ricostruzione di carriera, la scuola ha 30 giorni di tempo per espletare gli adempimenti di competenza

La domanda di ricostruzione di carriera deve essere redatta su carta semplice e presentata alla scuola di servizio dal personale scolastico assunto a tempo indeterminato dopo aver superato il periodo di prova. Serve a vedersi riconosciuti gli anni di servizio pre-ruolo unitamente al servizio militare di leva, per chi l’ha svolto.

Il periodo di presentazione della domanda è stato recentemente introdotto dal comma 209 art. 1 della legge 107/2015, e va dal 1° settembre al 31° dicembre di ogni anno scolastico. Entro il successivo 28 febbraio,il Miur comunica al Mef le risultanze dei dati relativi alle istanze per il riconoscimento dei servizi agli effetti della carriera del personale scolastico. Il diritto alla ricostruzione di carriera si prescrive dopo 10 anni dal primo giorno utile per poter presentare l’istanza: 1° settembre dell’anno scolastico successivo al superamento dell’anno scolastico di prova per i docenti, e per gli ata primo giorno utile dopo il superamento del periodo di prova.

Ma cosa accade o “non accade” a livello d’istituzione scolastica? Il personale di segreteria della scuola che riceve la domanda deve inserirla in un sistema informatico che alla fine del procedimento genera un “decreto di ricostruzione di carriera” da inviare per i successivi controlli di rito alla ragioneria provinciale dello stato. Questa procedura amministrativa, secondo la normativa vigente, deve concludersi entro e non oltre il termine di 30 giorni da quando il personale interessato presenta la domanda al protocollo dell’istituzione scolastica.

Così come prescrive la circolare della presidenza del consiglio dei ministri emanata il 4 luglio 2010 che attua l’art.7 della legge 69/2009. Ma purtroppo, stante la stringente norma che potrebbe far passare guai seri ai dirigenti scolastici, nella maggior parte delle scuole del regno tutto questo puntualmente non avviene, probabilmente per il numero ridotto all’osso del personale amministrativo, falcidiato dai tagli imposti dalle ultime riforme.

Pare che in molte scuole, il personale di segreteria ed a volte anche il dirigente scolastico, inviti i docenti o gli ata interessati alla ricostruzione di carriera a temporeggiare nel presentare l’istanza al protocollo, proprio perché la scuola in determinati periodo dell’anno scolastico non è in grado di rispettare la tempistica suddetta. In altri casi invece, sembrerebbe che venga addirittura imposto, con l’esclamazione: “il preside ha detto che si può protocollare solo quello che dice lui, quando dice lui e dopo che ha letto di cosa si tratta”. E’ dunque doveroso ricordare che il protocollo delle istanze è un atto dovuto per legge per la pubblica amministrazione, ed il lavoratore o comunque qualsiasi altro cittadino ha diritto ad avere nell’immediato il numero del protocollo.

In caso di rifiuto di protocollo delle istanze, si configurerebbe come reato penale e si può richiedere l’intervento delle forze dell’ordine seduta stante. La scuola pubblica, fino ad oggi, fortunatamente è ancora una pubblica amministrazione e non un’azienda privata, e chi vuol giocare a fare l’imprenditore o il titolare d’azienda può accomodarsi nel settore privato e soprattutto con i suoi soldi, sempre se ne abbia.

Corre d’uopo altresì tenere ben presente che la pubblica amministrazione in caso di ritardo o rifiuto è tenuta al risarcimento del danno ingiusto cagionato in conseguenza dell’inosservanza colposa o dolosa del termine di conclusione del procedimento e il dirigente dell’ufficio potrà essere valutato negativamente ai fini delle doti dirigenziali.

Non solo, la condotta negatoria o ritardata, potrebbe anche andare a finire sulla scrivania di un pubblico ministero per violazione dell’art. 328 c.p. omissione o rifiuto d’atti d’ufficio.

Formazione neoassunti: risorse per docenti dall’USR Lazio

da La Tecnica della Scuola

Formazione neoassunti: risorse per docenti dall’USR Lazio

L.L.

L’Ufficio scolastico regionale per il Lazio ha predisposto uno spazio apposito in cui sono raccolti materiali utili per i docenti neoassunti alle prese con l’anno di formazione e prova.

Collegandosi al link http://formazionedocenti-neoassuntiusrlazio.it/ sarà possibile visionare e scaricare numerose risorse riguardanti i diversi aspetti della formazione dei docenti.

Il sito è suddiviso in sezioni:

Sono anche disponibili le note dell’USR Lazio riguardanti il percorso formativo.

Ecco i ‘caschi blu della Cultura’

da tuttoscuola.com

Ecco i ‘caschi blu della Cultura’

Accordo tra Unesco e Italia per la costituzione dei ‘caschi blu della cultura’, una task force operativa d’urgenza per la tutela del patrimonio artistico mondiale.

L’accordo prevede che l’Unesco possa chiedere al governo italiano di far intervenire degli esperti della task force, composta da studiosi e da membri dell’Arma dei Carabinieri per la tutela del patrimonio artistico, per intervenire su beni culturali in aree in stato di crisi.

La task force, denominata “Unite for Heritage”, sarà composta da personale specializzato (esperti civili e Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale) e privati con riconosciuta esperienza nel settore, e avrà le funzioni di valutare i rischi e quantificare i danni al patrimonio culturale, ideare piani d’azione e misure urgenti, supervisione tecnica e corsi di formazione al personale nazionale locale, fornire assistenza al trasferimento di oggetti mobili in rifugi di sicurezza e rafforzare la lotta contro il saccheggio e il traffico illecito di beni culturali.

L’Italia è stata tra i primi Paesi a riconoscere la necessità di proteggere il patrimonio culturale quale elemento essenziale per la tutela del pluralismo culturale e religioso, anche nel quadro dell’azione internazionale di contrasto ideologico e finanziario al terrorismo. A tal fine, ha presentato all’Unesco la proposta dei “Caschi blu della cultura”, ovvero l’istituzione di un gruppo di pronto intervento per interventi di messa in sicurezza dei beni culturali e di contrasto ai traffici illeciti. La proposta italiana è stata adottata all’unanimità dalla 38° conferenza generale dell’organismo dell’Onu il 18 novembre 2015.