Quando Cottarelli fece arrabbiare le persone con disabilita’

Redattore Sociale del 28-05-2018

Quando Cottarelli fece arrabbiare le persone con disabilita’

Il nuovo premier incaricato da Mattarella aveva già intercettato la politica cinque anni fa, quando Enrico Letta gli chiese di indicare come e dove tagliare le inefficienze della spesa pubblica. Indicando anche il taglio di pensioni di invalidità e indennità di accompagnamento si attirò l’ira funesta delle associazioni. E non se ne fece niente.

ROMA. Nel paese della spesa pubblica impazzita e inefficiente, era stato visto come l’uomo adatto per indicare dove e come tagliare gli “sprechi” della Pubblica Amministrazione. Un lavoro complesso che si attirò tante speranze ma anche tante critiche, e che a distanza di cinque anni dal suo avvio è rimasto in gran parte lettera morta. Ora, per il fu Commissario straordinario per la revisione della spesa pubblica, Carlo Cottarelli (incarico avuto dal premier Enrico Letta nel 2013), si riaprono le porte della politica, con l’ingresso principale del Quirinale che si spalanca per accogliere il nuovo presidente del Consiglio incaricato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella di formare un governo. Governo che, in carica piena o dimissionario, guiderà l’Italia fino al voto, a distanza di pochi mesi dalle elezioni dello scorso 4 marzo.

Sul “Dossier” di Cottarelli, in questi anni, si è scritto e detto molto. Un lavoro che riteneva possibili “risparmi significativi”, inizialmente dell’entità di 7 miliardi di euro su base annua (l’indicazione era per il 2014), per poi, crescere fino a 18 miliardi (ipotesi 2015) e 24 miliardi (ipotesi 2016). Tutto ciò con “grandi e difficili riforme strutturali” e non solo con una “azione di ordinaria manutenzione”.

Fra le tantissimi voci di quel “Dossier”, ce ne fu una che fece arrabbiare moltissimo le associazioni delle persone con disabilità, che minacciarono proteste clamorose per evitare che venissero ridotti i trasferimenti monetari a loro dedicati. Nel dossier, sotto la categoria “Riduzioni trasferimenti inefficienti”, comparivano due voci: la “prova del reddito per indennità accompagnamento” e “abusi pensioni di invalidità”, per un risparmio previsto per entrambi pari il primo anno a zero, e i successivi 0,1 e 0,2 miliardi da ciascuna voce (per un totale complessivo di 0.6 miliardi in due anni). Sotto la categoria “spese settori”, comparivano invece sia la “Revisione pensioni di guerra (per un risparmio di 0,2 miliardi già nel primo anno, e di 0,3 nel secondo e terzo), sia le “Pensioni reversibilità” (nessun risparmio i primi due anni, di 0,1 miliardi nel terzo). Complessivamente, quindi, si parlava di un rientro di spesa di 1,5 miliardi derivante da pensioni d’invalidità, indennità di accompagnamento, pensioni di guerra e reversibilità.

Ipotesi che scatenarono a suo tempo la reazione delle associazioni delle persone con disabilità, che cercarono un incontro con il governo (il ministro del Lavoro Poletti) minacciando anche la protesta di piazza. Anche le associazioni degli invalidi di guerra alzarono la voce. A conti fatti, non se ne fece niente, anche perché la scelta – come lo stesso Cottarelli aveva evidenziato – era eminentemente “politica”. Lui, da tecnico, aveva individuato un’azione possibile: alla politica toccava scegliere se seguirla o meno. E il governo di allora (con Renzi, Poletti e Delrio) lasciò cadere la cosa.

Dure furono in particolare le due federazioni Fand e Fish. “Nel mirino della spending review ci sono soprattutto le indennità di accompagnamento, attualmente l’unico sostegno certo alle persone con grave disabilità e sulle famiglie che prevalentemente rappresentano per loro l’unico supporto in assenza o carenza di servizi pubblici. Secondo Cottarelli – spiegavano – bisogna introdurre un limite reddituale alle indennità di accompagnamento, specialmente per gli ultra65enni, e intensificare i controlli verso i presunti abusi. Quello del Commissario straordinario è un documento che ripropone vetuste e discutibili proiezioni evidenziando come in alcune regioni vi siano percentuali maggiori di indennità di accompagnamento, rispetto ad altre. Abusi, quindi, che sarebbero dimostrati appunto dai “picchi territoriali” e da un aumento della spesa non dimostrata da “flussi demografici”. Il Commissario non ha incrociato i dati con la spesa per i non autosufficienti in quelle stesse Regioni. Scoprirebbe che laddove le Regioni (esempio Calabria) spendono pochissimo per i disabili gravi il numero delle indennità di accompagnamento lievita proporzionalmente. E soprattutto non ha presente i tagli massicci che la spesa sociale ha subito nell’ultimo decennio che spingono gli stessi Comuni a consigliare i propri cittadini ad avviare le procedure di riconoscimento dell’indennità di accompagnamento”. Quanto al piano di controlli straordinari contro gli abusi, Fand e Fish invitavano Cottarelli a “valutare l’efficienza e l’efficacia del milione di controlli sugli invalidi civili negli ultimi 5 anni, verifiche che hanno prodotto costi spaventosi (30 milioni di euro solo per medici esterni all’INPS lo scorso anno) e scarsi risultati, e peraltro prodotto ritardi spaventosi negli ordinari accertamenti (sfiorano i 300 giorni di attesa per un verbale di invalidità) e enormi disagi in chi ha necessità di sostegno e aiuto”.

In anni in cui il governo era impegnato nel rifinanziare i fondi sociali (in particolare quello per le Politiche sociali e per la Non autosufficienza) dopo annate al minimo, intervenire sulle pensioni di invalidità e sull’indennità di accompagnamento si sarebbe rivelato politicamente azzardato, un vero e proprio boomerang. E infatti il governo Renzi scelse di non farlo.

Congresso

Congresso FISH 2018: mozioni e rinnovo degli organi

 

Si è concluso, dunque, il Congresso 2018 della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, all’insegna dello slogan liberi di scegliere, liberi di vivere, liberi, fra donne e uomini liberi”. Una due-giorni aperta molto intensa in cui si sono alternate sessioni dedicate ai diritti umani, al contrasto alla discriminazione e alla segregazione, ma anche con una forte attenzione al contesto istituzionale e politico e spazi riservati alla discussione e al confronto fra i delegati delle organizzazioni, nazionali e territoriali, che aderiscono alla FISH.

Ed è proprio il Congresso dei delegati che ha approvato l’articolata Mozione Generale che impegna l’azione politica e culturale di FISH a tutti i livelli per l’anno a venire. Gli ambiti e le prospettive di azione investono moltissimi aspetti della quotidianità dei milioni di persone con disabilità, ma investono anche strategie organizzative interne nella direzione di rendere la Federazione un luogo sempre più partecipato e connesso con altre organizzazioni della società civile. Oltre a questo ponderoso documento di indirizzo, oggetto di ampia discussione, il Congresso ha approvato a larghissima maggioranza anche una Mozione particolare su bambine, ragazze e donne con disabilità emersa come istanza forte dalla sessione del giorno precedente dedicata proprio a questi aspetti. Discriminazione multipla e ripensamento di tutti i servizi e le politiche anche in una prospettiva di genere, contrasto alla violenza e agli abusi sulle donne con disabilità sono gli elementi portanti di una mozione che merita di essere letta e diffusa.

Altre tre mozioni particolari sono indirizzate al tema della videosorveglianza, a quello dei concorsi pubblici e dei rischi di discriminazione per le persone con disabilità, ed infine alla proposta di modifiche statutarie funzionali ad una possibile maggiore incidenza di FISH nelle relazioni con enti pubblici e privati.

Ma il Congresso dei delegati era anche chiamato al rinnovo degli organi statutari e segnatamente della Giunta Nazionale, del Collegio dei Revisori dei conti e del Comitato dei Garanti.

Circa la Giunta, il Congresso ha deliberato che nel novero dei componenti (15), al fine di garantire una più ampia partecipazione dei territori, sia prevista la presenza di 5 rappresentanti delle federazioni regionali. I risultati delle votazioni sono quelli riportati di seguito.

Per la componente delle organizzazioni nazionali

Vincenzo Falabella

89

Silvia Cutrera

61

Antonio Cotura

55

Roberto Speziale

47

Paolo Virgilio Grillo

47

Mario Alberto Battaglia

36

Marco Espa

35

Alberto Fontana

30

Francesco Diomede

30

Germano Tosi

27

Benedetta Demartis

24

Giovanni Battista Pesce

21

Vincenzo Soverino

16

Ivana Cannoni

16

Per la componente di rappresentanza regionale

Daniele Stavolo

54

Giampiero Licinio

44

Annunziata Coppedè

38

Donata Grazia Pagetti

36

Luisella Paola Bosisio

35

Daniele Romano

30

Pericle Farris

12

Ermelinda Delogu

11

I componenti della nuova Giunta FISH conseguentemente risultano: Vincenzo Falabella, Silvia Cutrera, Antonio Cotura, Roberto Speziale, Paolo Virgilio Grillo, Mario Alberto Battaglia, Marco Espa, Alberto Fontana, Francesco Diomede, Germano Tosi, Daniele Stavolo, Giampiero Licinio, Annunziata Coppedè, Donata Grazia Pagetti, Luisella Paola Bosisio.

Nel corso della prima seduta la Giunta provvederà alla nomina del presidente, dei vicepresidenti, del segretario e del tesoriere.

Rinnovato anche il Collegio dei Revisori dei conti, composto da tre membri e due supplenti: Franco Giona (66 voti), Dino Barlaam (54), Francesco Marconetti (34), Andrea Tonucci (30), Antonio Sacco (24).

E infine anche l’esito delle votazioni per il Comitato dei Garanti che ha visto l’elezione di Salvatore Nocera (80 voti), Generoso Di Benedetto (48), Paolo Giuseppe Fogar (47); i membri supplenti, Guido Trincheri (36), Carlo Hanau (11).

Nel sito ufficiale FISH sono disponibili i testi delle Mozioni approvate.

L’alternanza scuola-lavoro premia i licei

da Il Sole 24 Ore

L’alternanza scuola-lavoro premia i licei

di Claudio Tucci

Gli istituti tecnici confermano il legame «molto stretto» con il tessuto produttivo: nei primi due anni di alternanza scuola-lavoro “obbligatoria” il 49,9% dei futuri diplomati in questi percorsi perfeziona le proprie competenze direttamente nelle imprese; e, per di più, con progetti di assoluta qualità. Oltre il 50% dei ragazzi del terzo e quarto anno supera 300 delle 400 ore “on the job” previste nell’ultimo triennio in classe.

I professionali mantengono la percentuale maggiore di giovani in alternanza: nelle quinte classi dell’anno 2016/2017, ancora quindi fuori dalle nuove regole introdotte dalla legge 107, si è superato il 40% (in queste scuole, tuttavia, da sempre la formazione “on the job” è strutturata nell’offerta didattica). Ma la novità maggiore arriva dai licei. Esentati fino al 2014/2015, in due anni hanno letteralmente cambiato passo: gli alunni di terza e quarta in alternanza sono stati 443.533, il 90,6% del totale, e di questi oltre il 25% ha già sorpassato le 200 ore oggi obbligatorie, “on the job”.

I dati sui primi due anni di attuazione dell’alternanza scuola-lavoro targata legge 107, elaborati dal Miur, e che Il Sole 24Ore è in grado di anticipare, parlano di una innovazione didattica importante (sostenuta dalla ministra uscente Valeria Fedeli e dal sottosegretario Gabriele Toccafondi), seppur con luci e ombre. Ma su cui il prossimo esecutivo M5S-Lega ha già acceso un faro. Nel «contratto per il governo» infatti la formazione “on the job” viene definita «dannosa» laddove slegata da qualità dei moduli e coerenza con il ciclo di studi. Di qui l’idea di «mantenere la vera alternanza – spiega Mario Pittoni, responsabile scuola del Carroccio -. Ma le ore andranno rimodulate in funzione dei singoli indirizzi».

«Il ministero ha disciplinato i diritti e doveri degli studenti, c’è una piattaforma su cui poi possono essere segnalati eventuali criticità, e da giugno 2019 l’alternanza diventa requisito per l’esame di maturità – sottolinea Fabrizio Proietti, dirigente del Miur che si occupa di alternanza -. A maggiore garanzia della qualità dei percorsi, si potrebbe introdurre un bollino per monitorare tutte le strutture che accolgono ragazzi».

La fotografia che emerge dai numeri è articolata: lo scorso anno gli studenti di terza e quarta “in alternanza” sono stati 873.470 (si sale a quasi 938mila ragazzi, considerando anche le quinte), con una crescita del 300% rispetto ai 273mila del 2014/2015, prima cioè della legge 107. A spingere su la percentuale sono stati in larga parte i licei (55% dei percorsi). In alcuni casi con “moduli” interessanti: è il caso, per esempio, del liceo classico romano, Ennio Quirino Visconti, dove gli alunni sono entrati in contatto con i “manuali antichi” conservati nella pontificia università “Gregoriana; o come all’Ettore Molinari, a Milano, liceo scientifico – c’è anche un indirizzo tecnico: «Qui strutturiamo percorsi legati ad aziende e territori – racconta la preside Marzia Campioni – I nostri ragazzi vengono impegnati in indagini scientifiche di alto livello legate a Industria 4.0. Si fanno anche laboratori sperimentali in raccordo con l’università».

Certo, in giro per l’Italia, ci sono pure storie di studenti che l’alternanza l’hanno finora sentita solo raccontare (per gli ostacoli messi dai professori o per i troppi oneri burocratici). In azienda poi è andato il 43,2% degli 873mila alunni di terza e quarta, una percentuale sostanzialmente in linea con la “vecchia” alternanza facoltativa . Negli studi professionali, invece, la formazione “on the job” ha riguardato appena il 2,7% di alunni.

«Serve buon senso e pazienza – commenta il vice presidente di Confindustria per il Capitale umano, Giovanni Brugnoli -. Vedo segnali di miglioramento che testimoniano il tanto lavoro delle scuole e la disponibilità delle imprese. Ora si punti su quanto di buono si è fatto finora. Ci siamo accorti che, dove le imprese più sono messe in condizione di partecipare a tutte le fasi del percorso, dalla progettazione alla valutazione, anche nei licei, i risultati sono positivi e insegnanti, famiglie e studenti sono soddisfatti».

Educazione adulti: oltre 100mila iscritti ai Cpia, in aumento gli stranieri

da Il Sole 24 Ore

Educazione adulti: oltre 100mila iscritti ai Cpia, in aumento gli stranieri

di Alessia Tripodi

Sono 108.539 gli adulti iscritti nel 2016/2017 ai percorsi formativi di primo e secondo livello dei Cpia, i centri provinciali di istruzione, il 18,4% rispetto all’anno precedente. Aumentano gli iscritti stranieri, che arrivano a quota 14.132 (+14,1% rispetto all’anno precedente) e gli iscritti ai corsi per conseguire il diploma di istruzione secondaria tecnica, professionale e artistica (16,9%). Sono i dati del monitoraggio condotto da Indire e presentati nei giorni scorsi a Torino da Indire in occasione di FierIDA, la manifestazione organizzata dalla Rete Italiana Istruzione degli Adulti – Ridap.

I numeri
In Italia nel 2016/2017 i percorsi di primo livello (ovvero il dipl tenuti nei Cpia, spiega Indire, sono aumentati del 7% (1.057) rispetto all’anno precedente, quelli di secondo livello sono cresciuti del 40% (1.336), mentre i percorsi di alfabetizzazione in italiano L2 del 17% (3.764). In crescita anche i percorsi organizzati in carcere, di circa il 9% per il primo livello, del 4% per il secondo livello e di oltre il 20% per l’alfabetizzazione in carcere.
Nel 2016/2017, i corsisti in carcere iscritti al primo livello passano da 2.995 a 3.645 (+21,7%), quelli al secondo livello da 2.613 a 2.875 (+10,1%), mentre i percorsi di alfabetizzazione registrano un +8 per cento.
La percentuale di iscritti che raggiunge il titolo di studio desiderato è in media superiore al 50%, percentuale che sale all’83% nel caso del diploma di scuola superiore. Tra gli stranieri, sottolinea Indire, le percentuali di successo sono ancora maggiori, fino all’85,3% di quelli che hanno conseguito il titolo del secondo periodo del primo livello.

Mensa scolastica, niente sconto se la famiglia ha un’auto di grossa cilindrata

da Il Sole 24 Ore

Mensa scolastica, niente sconto se la famiglia ha un’auto di grossa cilindrata

di

Chi accompagna i figli a scuola con un’auto di grossa cilindrata non può chiedere la tariffa agevolata per la mensa. Lo ha deciso la Corte di Cassazione che, con la sentenza n. 13193/2018, ha stabilito la legittimità dei regolamenti comunali che in base a una sorta di “redditometro” escludono la tariffa scontata per la mensa scolastica se a chiedere lo sconto sono genitori che hanno una macchina di cilindrata superiore ai 2500 cavalli.

Il caso arrivato davanti ai giudici della Cassazione riguarda una donna che aveva impugnano una cartella esattoriale con la quale il Comune di Chieri, in provincia di Torino, aveva chiesto il pagamento del servizio mensa a prezzo pieno e non agevolato sulla base del fatto che il nucleo familiare era «in possesso a titolo di proprietà o di utilizzo di un’autovettura di cilindrata superiore a 2500 cc», soglia indicata nel regolamento comunale approvato con una deliberazione. Secondo il regolamento dalla tariffa agevolata erano escluse le famiglie con veicoli di grossa cilindrata perché il possesso di una vettura del genere proverebbe la ricchezza del nucleo.

La donna si era opposta alla richiesta del Comune sostenendo che l’auto era intestata all’ex convivente, padre del bambino, e che in ogni caso si trattava di un modello vecchio.

Secondo la Cassazione non è «irragionevole» la «scelta discrezionale» messa in campo dal Comune che in tema di accesso alla prestazione agevolata aveva escluso che la riduzione del prezzo per la mensa potesse essere accordata a genitori che hanno una macchina ‘potente’. Allo stesso tempo, però, la Cassazione ha anche spezzato una lancia in favore delle famiglie, riconoscendo ai genitori il potere di fare ricorso al giudice ordinario per contestare le delibere sulle tariffe dei servizi nel caso in cui violino dei diritti, e non solo perché utilizzano un parametro anziché un altro.

I giudici hanno stabilito che non è «discriminatoria» la previsione del regolamento comunale «perché riferita al solo elemento della cilindrata del veicolo, senza tenere conto della vetustà dello stesso e della frequenza del suo uso».

Esami Maturità, Udir: dirigenti primo grado devono partecipare. Altra sentenza

da Orizzontescuola

Esami Maturità, Udir: dirigenti primo grado devono partecipare. Altra sentenza

di redazione

Comunicato Udir – Le Commissioni degli Esami di Stato della scuola secondaria superiore non possono essere precluse ai dirigenti scolastici non in servizio alle superiori, a partire da quelli che operano nella scuola del primo ciclo. Forte dei ricorsi vinti di recente al Tar Lazio in sede cautelare (nn. 2534-6/2018), attraverso i quali il giudice monocratico del Tar del Lazio ha ammesso dieci dirigenti scolastici di istituti comprensivi a svolgere il ruolo di presidente di commissione, il giovane sindacato dei presidi continua a battersi contro l’illegittima incompatibilità introdotta con il decreto legislativo n. 62/2017, in base al quale i dirigenti scolastici non appartenenti alla secondaria di secondo grado non dovrebbero accedere alla presidenza delle commissioni della maturità del 2018.

Stavolta, con una sentenza pubblicata il 26 maggio il Tar Lazio ha condannato il Miur e ha accolto la domanda di una dirigente ricorrente che chiedeva “l’annullamento previa sospensione dell’efficacia della Circolare del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca n. N. 05826/2018 REG.RIC. 4537 del 16 marzo 2018, a.s. 2017/18 Esami di Stato conclusivi dei corsi di studio d’istruzione secondaria di secondo grado”. Attraverso “l’adozione di misura cautelare volta ad accogliere la domanda di nomina a Presidente degli Esami di Stato conclusivi dei corsi di studio d’istruzione secondaria di secondo grado degli odierni ricorrenti, secondo il modello allegato 1 di cui alla nota Miur impugnata, ovvero secondo il modello ES1, già predisposto per gli altri dirigenti scolastici della scuola secondaria o della scuola primaria (ex circolo didattico)”, il Tar ha ammesso il pieno “diritto di parte ricorrente a partecipare alla procedura di nomina a presidente di Commissione agli Esami di Stato del secondo ciclo, per cui è causa, con conseguente obbligo di adozione del relativo provvedimento di ammissione alla stessa”.

Vengono così meno quelle parti della Circolare 4537/18 e della Nota Miur 6078/18 che escludevano di fatto i presidi non in forza nelle scuole secondarie di secondo grado: esattamente come ha sostenuto il sindacato Udir, che in questo modo continua a far valere le proprie ragioni in tribunale, difendendo i diritti della categoria dirigenziale che rappresenta. Nello specifico, cadono quei “paletti” artificiosi messi su dal Ministero dell’Istruzione per impedire che i presidi possano vestirsi del ruolo di Presidente delle commissioni degli Esami di Stato della secondaria di secondo grado. Come la necessità di possedere “l’abilitazione all’insegnamento nella scuola secondaria di secondo grado” oppure la garanzia del “regolare svolgimento degli esami di stato del primo ciclo nella scuola di titolarità e/o di reggenza, individuando un docente collaboratore che soddisfi tutte le seguenti condizioni” o “essere docente di scuola secondaria” e “aver già svolto la funzione di Presidente di commissione per l’esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione”.

Marcello Pacifico, presidente nazionale Udir, si dice soddisfatto e sottolinea come “questi paletti voluti dal Miur sono stati censurati dai legali del nostro sindacato, considerando anche che dal 2008 è stato introdotto il ruolo unico della categoria: i dirigenti scolastici possono infatti essere nominati prescindendo dal grado scolastico dove operano. Far venire meno questo concetto, escludendoli a priori dalle commissioni della maturità, rappresenta quindi un atto illogico e discriminante e i giudici lo stanno confermando in modo inequivocabile. Ovviamente noi non ci fermiamo: molto è stato fatto, ma c’è tantissimo ancora da fare. Ci batteremo nei tribunali, fino a quando la giustizia non sarà riassettata per tutti i potenziali candidati a ricoprire quel ruolo”, conclude il leader di Udir.

Prove Invalsi e certificazione competenze, a breve nota. A chi spetta redigere sezione specifica?

da Orizzontescuola

Prove Invalsi e certificazione competenze, a breve nota. A chi spetta redigere sezione specifica?

Il documento di certificazione delle competenze, al termine della scuola secondaria di primo grado, contiene una sezione dedicata all’Invalsi, come abbiamo già riferito.

Quando viene rilasciata la certificazione

La certificazione è effettuata dal consiglio di classe, al termine dello scrutinio finale della classe terza, soltanto per gli alunni ammessi all’esame di Stato ed è consegnata alle famiglie dei soli studenti che superano l’esame.

Sezione Invalsi

Una sezione del documento di certificazione è riservata alle Prove Invalsi.

La sezione indica in forma descrittiva il livello raggiunto nelle prove a carattere nazionale, distintamente per ciascuna disciplina oggetto della rilevazione, ossia Italiano, Matematica e Inglese.

Chi redige la sezione Invalsi

Nel DM n. 742/2017, leggiamo:

Il modello di cui al comma 1 è integrato da una sezione, predisposta e redatta a cura di INVALSI che descrive i livelli conseguiti dall’alunna e dall’alunno nelle prove nazionali di italiano e matematica.

Il modello è, altresì, integrato da una ulteriore sezione, predisposta e redatta a cura di INVALSI che certifica le abilità di comprensione e uso della lingua inglese ad esito della prova scritta nazionale, di cui all’articolo 7, comma 3, del decreto legislativo n. 62/2017.

Spetta, dunque, all’Invalsi predisporre e redigere la sezione dedicata alle prove nazionali.

Nota Informativa e indicatori

L’Istituto di Valutazione, in vista degli scrutini finali, ha  comunicato che il 30 maggio sarà pubblicata una nota informativa, che fornirà apposite indicazioni.

Sempre il 30 maggio, saranno pubblicati i descrittori dei livelli di risultato della certificazione di competenza delle prove e gli esempi di domande per ciascun livello di competenza.

La pubblicazione dei descrittori è prevista dal DM 741/2017, articolo 4/4:

Il repertorio dei descrittori relativi alle prove nazionali è predisposto da INVALSI e comunicato annualmente alle istituzioni scolastiche.”

Ecco cosa sarà pubblicato:

Italiano

  • Descrittori dei livelli di risultato della certificazione di competenza prove INVALSI – ITALIANO [Pubblicazione il 30.05.2018]
  • Descrittori analitici dei livelli di competenza – ITALIANO [Pubblicazione il 30.05.2018]
  • Esempi di domande per ciascun livello di competenza – ITALIANO [di prossima pubblicazione]

Matematica

  • Descrittori dei livelli di risultato della certificazione di competenza prove INVALSI – MATEMATICA [Pubblicazione il 30.05.2018]
  • Descrittori analitici dei livelli di competenza – MATEMATICA [Pubblicazione il 30.05.2018]
  • Esempi di domande per ciascun livello di competenza – MATEMATICA [di prossima pubblicazione]

Inglese

  • Descrittori dei livelli di risultato della certificazione di competenza prove INVALSI – INGLESE [Pubblicazione il 30.05.2018]
  • Descrittori analitici dei livelli di competenza – INGLESE [Pubblicazione il 30.05.2018]
  • Esempi di domande per ciascun livello di competenza – INGLESE [di prossima pubblicazione]

“Inclusione sociale e lotta al disagio 2a ed.” e “Competenze di base 2a ed.”: proroga

Fondi Strutturali Europei – Programma Operativo Nazionale “Per la scuola – Competenze e ambienti per l’apprendimento” 2014-2020. Fondo Sociale Europeo Asse I Avviso AOODGEFID\4395 del 09/03/2018 progetti di inclusione sociale e lotta al disagio nonché per garantire l’apertura delle scuole oltre l’orario scolastico soprattutto nella aree a rischio e in quelle periferiche “Scuola al Centro” e AOODGEFID/4396 del 09/03/2018 progetti per la realizzazione di progetti di potenziamento delle competenze di base in chiave innovativa, a supporto dell’offerta formativa.
Proroga presentazione proposte formative.

Prot. 12283 del 28 maggio 2018