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Esami di Stato 2025

Diario d’Esame 2024-2025 di Dario Cillo


Disponibili i dati relativi agli esiti degli scrutini e degli Esami di Stato della Scuola secondaria di primo e di secondo grado per l’anno scolastico 2024/2025.

Agli Esami del secondo ciclo, quest’anno è stato ammesso il 96,5% degli scrutinati e i diplomati risultano essere il 99,7% dei candidati che hanno svolto l’esame.


Nota 18 giugno 2025, AOODGOSV 24513
Esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione, a.s. 2024/2025 – Prove d’esame sessione suppletiva e sessione straordinaria

Nota 11 giugno 2025, AOODGOSV 23180
Scrutini finali nei percorsi del secondo ciclo di istruzione. Valutazione del comportamento. Legge 150/2024

Nota 6 giugno 2025, AOODGOSV 22227
Esame conclusivo del secondo ciclo di istruzione nelle scuole con progetti EsaBac ed EsaBac techno – a.s. 2024/2025

Nota 4 giugno 2025, AOODGCASIS 3779
Esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione a.s. 2024/2025 – Attività a supporto della procedura e adempimenti sulla comunicazione dei dati

Nota 30 maggio 2025, AOODGOSV 21373
Anno scolastico 2024/2025 – Svolgimento dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione – Custodia dei plichi cartacei contenenti le tracce della prima e della seconda prova scritta

Nota 29 maggio 2025, AOODGOSV 21147
Adempimenti di carattere operativo e organizzativo relativi all’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione – anno scolastico 2024-2025

Decreto Ministeriale 22 maggio 2025, AOOGABMI 94
Disposizioni per lo svolgimento dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione nelle classi sperimentali autorizzate – a.s. 2024/2025

Decreto Ministeriale 22 maggio 2025, AOOGABMI 93
Disposizioni per lo svolgimento dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione nelle sezioni con opzione internazionale tedesca funzionanti presso istituti statali e paritari – a.s. 2024/2025

Decreto Ministeriale 22 maggio 2025, AOOGABMI 92
Disposizioni per lo svolgimento dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione nelle sezioni con opzione internazionale spagnola funzionanti presso istituti statali e paritari – a.s. 2024/2025

Decreto Ministeriale 22 maggio 2025, AOOGABMI 91
Disposizioni per lo svolgimento dell’esame di Stato nelle sezioni con opzione internazionale cinese funzionanti presso il Convitto nazionale “V. Emanuele II” di Roma, il Convitto nazionale “Umberto I” di Torino, il Convitto nazionale “Cicognini” di Prato, l’Educandato statale “Collegio Uccellis” di Udine, il Convitto nazionale “Vittorio Emanuele II” di Cagliari e il Convitto nazionale “Canopoleno” di Sassari – a.s. 2024/2025

Decreto Ministeriale 22 maggio 2025, AOOGABMI 90
Disposizioni per lo svolgimento dell’esame di Stato nelle sezioni di liceo classico europeo – a.s. 2024/2025

Decreto Ministeriale 22 maggio 2025, AOOGABMI 89
Disposizioni per lo svolgimento dell’esame conclusivo del secondo ciclo di istruzione nelle istituzioni scolastiche statali e paritarie con progetti EsaBac ed EsaBac techno – a.s. 2024/2025

Nota 19 maggio 2025, AOODGOSV 19659
Esame di Stato a conclusione del secondo ciclo di istruzione a.s. 2024/25 – indicazioni operative per la predisposizione del Curriculum dello studente da parte degli studenti frequentanti sezioni carcerarie

Nota 17 maggio 2025, AOODGOSV 19625
Esame di Stato a conclusione del secondo ciclo di istruzione a.s. 2024/25 – indicazioni operative per la compilazione del Curriculum dello studente da parte degli studenti degenti in luoghi di cura/ospedali o in istruzione domiciliare

Nota 12 maggio 2025, AOODGOSV 19040
Esame di Stato a conclusione del secondo ciclo di istruzione a.s. 2024/25 – indicazioni operative per la predisposizione e il rilascio del Curriculum dello studente e della studentessa

Nota 30 aprile 2025, AOODGCASIS 3065
Nomina dei Referenti di sede delle istituzioni scolastiche e modalità di funzionamento del Plico Telematico per l’invio delle tracce delle prove scritte degli esami di stato della scuola secondaria di II grado a.s. 2024-2025.

Nota 3 aprile 2025, AOODGOSV 13946
Requisiti di ammissione all’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione. O.M. 31 marzo 2025, n. 67. Chiarimenti

Ordinanza Ministeriale 31 marzo 2025, AOOGABMI 67
Esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione per l’anno scolastico 2024/2025

Nota 24 marzo 2025, AOODGOSV 11942
Formazione delle commissioni dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione per l’a.s. 2024/2025

Decreto Ministeriale 28 gennaio 2025, AOOGABMI 13
Individuazione delle discipline oggetto della seconda prova scritta e di scelta delle discipline affidate ai commissari esterni delle commissioni dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione per l’anno scolastico 2024/2025

Legge 1 ottobre 2024, n. 150
Revisione della disciplina in materia di valutazione delle studentesse e degli studenti, di tutela dell’autorevolezza del personale scolastico nonché di indirizzi scolastici differenziati





Le prove suppletive, nei casi previsti per legge, si svolgono secondo il seguente calemdario:

  • prima prova scritta suppletiva, mercoledì 2 luglio 2025, dalle ore 8:30;
  • seconda prova scritta suppletiva, giovedì 3 luglio 2025, con eventuale prosecuzione nei giorni successivi per gli indirizzi nei quali detta prova si svolge in più giorni;
  • terza prova scritta suppletiva, per gli istituti interessati, martedì 8 luglio 2025, dalle ore 8:30.

Le prove scritte si svolgono secondo il seguente calendario:


Il messaggio di auguri del Ministro

Il 16 e 17 giugno si svolgono le riunioni preliminari delle Commissioni d’Esame.


Sul sito del Ministero dell’Istruzione e del Merito sono disponibili, dal 4 giugno, le commissioni dell’Esame conclusivo del II ciclo di istruzione. L’apposito motore di ricerca con le commissioni è raggiungibile all’indirizzo: https://matesami.pubblica.istruzione.it/

Quest’anno saranno 524.415 gli studenti coinvolti nelle prove (511.349 candidati interni e 13.066 esterni), mentre le commissioni sono 13.900 per un totale di 27.698 classi.

La ripartizione dei candidati per tipologia di percorso di studio è la seguente:

  • Licei: 268.577
  • Istituti Tecnici: 169.682
  • Istituti Professionali: 86.156

Le commissioni d’Esame sono composte da un Presidente esterno, da tre membri esterni e tre interni all’istituzione scolastica. La pubblicazione delle commissioni rappresenta un’altra tappa di avvicinamento alle prove di giugno. Si parte mercoledì 18 giugno, alle 8.30, con il primo scritto, italiano, comune a tutti gli indirizzi. Si prosegue il 19 giugno con la seconda prova, che riguarda le discipline caratterizzanti i singoli percorsi di studio. È previsto, poi, un colloquio che ha l’obiettivo di accertare il conseguimento del profilo educativo, culturale e professionale di ciascun candidato.

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha realizzato una pagina informativa sugli Esami di Stato consultabile da studenti, famiglie, personale della scuola.


L’Esame preliminare dei candidati esterni si svolge di norma nel mese di maggio e, comunque, non oltre il termine delle lezioni, davanti al consiglio della classe collegata alla commissione alla quale il candidato esterno è stato assegnato. Il consiglio di classe, ove necessario, è integrato dai docenti delle discipline insegnate negli anni precedenti l’ultimo.


Entro il 15 maggio 2025: il consiglio di classe elabora un documento che esplicita i contenuti, i metodi, i mezzi, gli spazi e i tempi del percorso formativo, i criteri, gli strumenti di valutazione adottati e gli obiettivi raggiunti, nonché ogni altro elemento che lo stesso consiglio di classe ritenga utile e significativo ai fini dello svolgimento dell’esame.


A partire dal 6 Maggio 2025: i Dirigenti Scolastici e i Referenti della Sicurezza degli Uffici Territoriali procedono all’abilitazione
dei referenti del Plico telematico di ogni sede di esame, accedendo al portale SIDI e selezionando la funzione
Gestione UtenzeReferenti Plico telematico.


Firmata l’Ordinanza Ministeriale 31 marzo 2025, AOOGABMI 67 che definisce le modalità di svolgimento dell’Esame di Stato per l’anno scolastico 2024/2025, che avrà inizio mercoledì 18 giugno 2025 alle ore 8:30 con lo svolgimento della prima prova scritta.

Dall’anno scolastico in corso costituisce requisito per l’ammissione all’Esame di Stato lo svolgimento dei Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (PCTO) e/o delle attività assimilabili. Per i candidati esterni le attività assimilabili ai PCTO sono accertate e valutate dal Consiglio della classe dell’istituzione scolastica, statale o paritaria.

Inoltre, in attuazione delle disposizioni introdotte dalla legge 150/2024 in materia di valutazione del comportamento degli studenti della Scuola secondaria di secondo grado, qualora il candidato riporti, in sede di scrutinio finale, una valutazione inferiore a sei decimi, non sarà ammesso all’Esame di Stato, se invece, la valutazione del comportamento sarà pari a sei decimi, in sede di colloquio discuterà un elaborato critico in materia di cittadinanza attiva e solidale fondata sul rispetto dei principi costituzionali.

La definizione dell’argomento oggetto dell’elaborato sarà effettuata dal Consiglio di classe nel corso dello scrutinio finale; l’assegnazione dell’elaborato ed eventuali altre indicazioni ritenute utili, anche in relazione a tempi e modalità di consegna, saranno comunicate al candidato entro il giorno successivo a quello in cui ha avuto luogo lo scrutinio stesso.

La valutazione della condotta inciderà sui crediti per l’ammissione all’Esame di Stato. Infatti, il punteggio più alto potrà essere assegnato esclusivamente agli studenti che avranno ottenuto un voto di comportamento pari o superiore a nove decimi. Tale disposizione trova applicazione anche ai fini del calcolo del credito degli studenti frequentanti, nel corrente anno scolastico, il terzultimo e penultimo anno.

“Con queste misure compiamo un nuovo passo avanti per una scuola seria, formativa, che educhi al rispetto e alla responsabilità”, ha dichiarato il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. “Vogliamo una scuola che premi il merito e prepari gli studenti ad affrontare il futuro con consapevolezza e competenza. Valorizzare il comportamento dei nostri ragazzi è funzionale a ristabilire il principio della responsabilità individuale, un elemento cruciale nella formazione dei cittadini di domani”, ha concluso il Ministro.


Con la Nota 24 marzo 2025, AOODGOSV 11942, sono fornite le procedure e la tempistica per la formazione delle commissioni dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione per l’a.s. 2024/2025

Guida pratica per la verifica e convalida delle istanze di iscrizione all’elenco regionale dei Presidenti e di partecipazione all’esame di Stato 2025.
Le date di disponibilità delle funzioni sono le seguenti: dal 11/4/2025 al 30/4/2025.


Latino al Liceo classico; Matematica al Liceo scientifico; Lingua e cultura straniera 1 al Liceo linguistico; Lingua inglese per gli Istituti tecnici del Settore economico indirizzo “Turismo”; Geopedologia, Economia ed Estimo per l’indirizzo “Costruzioni, Ambiente e Territorio”. Queste alcune delle discipline scelte per la seconda prova scritta della #Maturità2025, secondo quanto prevede il decreto firmato dal Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.

L’Esame conclusivo del secondo ciclo d’istruzione – per l’ammissione al quale è previsto, dal corrente anno scolastico, lo svolgimento da parte dei candidati anche dei Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (PCTO) e/o delle attività assimilabili secondo quanto previsto dall’indirizzo di studio – si svolge secondo la struttura definita dal decreto legislativo 62/2017: una prima prova scritta di Italiano, comune a tutti gli indirizzi di studio, che si svolgerà dalle ore 8.30 di mercoledì 18 giugno 2025; una seconda prova scritta, riguardante le discipline caratterizzanti i singoli percorsi di studio (per i Professionali delineati dal d.lgs. n. 61/2017, la seconda prova scritta non riguarda specifiche discipline ma le competenze in uscita e i nuclei tematici fondamentali di indirizzo alle stesse correlati); il colloquio, che ha l’obiettivo di accertare il conseguimento del profilo educativo, culturale e professionale della studentessa e dello studente. Nel corso del colloquio, il candidato espone anche le esperienze svolte nell’ambito dei Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (PCTO) e le competenze acquisite nell’ambito dell’Educazione civica.

Nel caso in cui il candidato interno abbia riportato, in sede di scrutinio finale, una valutazione del comportamento pari a sei decimi, il colloquio ha altresì a oggetto la trattazione di un elaborato critico in materia di cittadinanza attiva e solidale, assegnato dal consiglio di classe. “Sarà un esame che consentirà a ogni ragazzo di esprimere il meglio di quanto ha appreso negli anni e che terrà conto anche della valutazione del comportamento”, dichiara Valditara, “il nostro obiettivo è una scuola con standard di qualità sempre più alti, in cui la centralità della persona e la cultura del rispetto sono fondamentali”.

Le Commissioni d’esame sono composte da un Presidente esterno, da tre membri esterni e da tre interni all’istituzione scolastica.

È prevista una terza prova scritta in alcuni indirizzi di studio (sezioni EsaBac, EsaBac techno, sezioni con opzione internazionale, scuole della Regione autonoma Valle d’Aosta, della Provincia autonoma di Bolzano e scuole con lingua d’insegnamento slovena del Friuli Venezia Giulia).

Per conoscere tutte le discipline oggetto della seconda prova e quelle affidate ai commissari esterni è disponibile un apposito motore di ricerca. Le stesse saranno altresì consultabili all’interno della piattaforma Unica.

Per i Licei, le materie scelte sono: Latino per il Classico; Matematica per lo Scientifico, anche per l’opzione Scienze applicate e la Sezione a indirizzo Sportivo; Lingua e cultura straniera 1 per il Liceo linguistico; Scienze umane per il Liceo delle Scienze umane (Diritto ed Economia politica all’opzione Economico-sociale); Discipline progettuali caratteristiche dei singoli indirizzi per il Liceo artistico; Teoria, analisi e composizione per il Liceo musicale; Tecniche della danza per il Liceo coreutico.

Per gli Istituti tecnici: Economia aziendale per l’indirizzo “Amministrazione, Finanza e Marketing” (Lingua inglese nell’articolazione “Relazioni internazionali per il marketing”, Informatica nell’articolazione “Sistemi informativi aziendali”) e Lingua inglese per l’indirizzo Turismo; Geopedologia, Economia ed Estimo per l’indirizzo “Costruzioni, Ambiente e Territorio”; nell’indirizzo “Informatica e telecomunicazioni”, Informatica per l’articolazione “Informatica” e Telecomunicazioni per l’articolazione “Telecomunicazioni”; Progettazione multimediale nell’indirizzo “Grafica e comunicazione”; Economia, Estimo, Marketing e Legislazione per le articolazioni “Produzioni e trasformazioni” e “Gestione dell’ambiente e del territorio” degli Istituti agrari (Enologia per l’articolazione “Viticoltura ed enologia”).

Uno sfregio al sacro rito della Maturità

Uno sfregio al sacro rito della Maturità

di Giovanni Fioravanti

Non sono capace di celebrare l’esame di “Stato” né tanto meno quello di “Maturità” come il ministro Valditara promette di tornare a chiamarlo.  Non amo i riti di passaggio che considero una esclusiva tribale. Non mi piacciono gli adulti che stabiliscono cosa sia positivo o negativo per i giovani, che sentenziano che mettersi alla prova aiuta a formare alla vita.

Specie se questi adulti politicamente e professionalmente si occupano di scuola e non hanno alcun pudore nel manifestare la loro mancanza di equilibrio e di razionalità nel relazionarsi con le condotte, per loro sempre sorprendenti, dei giovani.

Persistono nell’assurda reazione di punire l’impegno nell’apprendimento a causa di un comportamento riprovevole, inaugurata con l’introduzione del cinque in condotta e della conseguente bocciatura.

Ti castigo nell’apprendimento dove invece meriteresti, anziché  a conseguenza dei tuoi comportamenti per i quali hai demeritato, finendo per penalizzare una buona condotta al posto di quella oggetto di riprovazione. In questo modo gli adulti educatori della scuola riescono a toccare il vertice dell’assurdità, pretendendo semmai che i giovani poi comprendano la lezione impartita. Ti avvilisco, non riconosco le tue capacità, i tuoi risultati, ti umilio, ti abbasso, ti faccio ripetere l’anno, come se questo potesse migliorare il tuo comportamento anziché inasprirlo, con quale nesso logico resta inesorabilmente inspiegato.

Su tutto prevale la sindrome del peccato da espiare, il valore morale della pena, l’annullarti, il cancellarti,   insieme alla più eclatante irrazionalità di sommare le mele con le pere.

Così, anziché il rigore razionale che la scuola dovrebbe praticare come luogo di istruzione, si persiste senza vergogna un’inquietante irrazionalità anche di fronte allo studente che si rifiuta di rispondere all’orale dell’esame di Stato perché lo ritiene uno strumento inadeguato a valutarlo.

E il ministro non esita a rassicurare che dal prossimo anno chi ancora osasse farlo sarà bocciato a prescindere dagli esiti del suo percorso scolastico.

Ancora una volta ci si ostina convinti a punire la preparazione dello studente, il suo impegno nello studio anziché la condotta per le conseguenze che, a detta del stesso ministro, consisterebbero nella mancanza di rispetto  verso l’autorità dell’istituzione, rappresentata dalla commissione esaminatrice, e in una manifestazione inaccettabile di  indisciplina.

Tutto ciò nonostante lo Statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria, DPR 24 giugno 1998, n. 249, all’articolo 4, comma 3 prescriva che “Nessuna infrazione disciplinare connessa al comportamento può influire sulla valutazione del profitto”.

Se il non rispondere all’orale dell’esame già di per sé comporta non poter sommare altro punteggio a quello già totalizzato per effetto del proprio curricolo, dei crediti acquisiti e della valutazione delle prove scritte, quale altra conseguenza deve essere pagata?

Solo chi è ispirato dalla logica che un affronto va lavato con il sangue dell’avversario può pensare ad una punizione esemplare, di fronte a una condotta del resto già contemplata dalla normativa e che attiene alla libera determinazione del candidato o della candidata.

Ed è sempre il DPR richiamato che al comma 4 dell’articolo citato recita: “In nessun caso può essere sanzionata, né direttamente né indirettamente, la libera espressione di opinioni correttamente manifestata e non lesiva dell’altrui personalità”.

Allora qui entra in causa la suscettibilità degli adulti che di fronte al silenzio o alle ragioni del candidato si sentirebbero sminuiti, “lesi nella loro personalità”, offrendo un terreno su cui sarebbe il caso di cogliere l’opportunità di riflettere seriamente, anziché lasciarsi andare a comportamenti irrazionali, scavando un baratro tra adulti e giovani generazioni che per di più giungono all’esame di stato già maggiorenni.

Deve trattarsi di un virus che affligge la nostra scuola quello di punire i suoi studenti sul profitto a causa della loro condotta. Ricordate il caso di Daniele Doronzo, 17 anni di Barletta? Studente brillante, ma che dal punto di vista del comportamento lasciava a desiderare e che i suoi insegnanti punirono con un sette in condotta e soprattutto abbassandogli il voto in fisica dove eccelleva, impedendogli così di anticipare l’esame di Stato e mettendo a rischio il suo sogno di andare al Cern.

Ma sull’obiettivo di raddrizzarti la schiena per la tua insolenza, ancora una volta prevale l’irrazionalità per effetto della paura che una condotta disdicevole possa restare impunita.

È un segno di debolezza imporre l’autorità attraverso il meccanismo della punizione anziché come effetto dell’autorevolezza dell’istituzione per la sua significatività, è evidente a tutti che, nel caso della scuola, luogo di apprendimento, di formazione e di pretesa educazione, è una solenne dichiarazione di fallimento.

Così, invece di interrogarsi sullo stato del nostro sistema scolastico, ormai fuori dal tempo, soprattutto fuori dal tempo presente e futuro dei giovani che pretenderebbe di formare, si spara al piccione, si colpisce il più debole, precludendo ogni dialogo, ogni atteggiamento di riflessione da parte dell’istituzione stessa.

Come in una sorta di crociata contro gli eretici e l’eresia si starnazza alla dissacrazione dell’ufficio celebrativo, alla condotta sacrilega di quattro giovani che hanno avuto l’ardire di osare di mettere in discussione il sacro rito dell’esame di Stato, che adulti immaturi ora vorrebbero riportare a strumento di valutazione della “maturità” delle giovani generazioni. Semmai brandendo la Costituzione che all’articolo 33 prescrive l’esame di Stato  per l’ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi, dimenticando che lo stesso comma non ha impedito a suo tempo che si procedesse all’abolizione dell’esame di quinta elementare e, ancora prima, quello di ammissione nel passaggio da un ordine scolastico all’altro.

Ma a colpire l’opinione pubblica è lo scoop che la stampa ha fatto dando risonanza alla lesa maestà dell’esame di Stato, anziché denunciare la preoccupante inadeguatezza, per  tacere d’altro, di quanti a cui questo paese ha affidato le sorti del suo sistema formativo.

Il Colloquio d’Esame

Maturità: il colloquio come ascolto attivo e incontro tra generazioni

di Piervincenzo Di Terlizzi

Ogni anno l’esame di Stato del secondo ciclo (o di maturità, come tornerà ad essere chiamato) rappresenta per migliaia di studenti italiani un rito di passaggio. È un momento carico di significato, non solo per ciò che certifica, ma per ciò che simbolicamente racchiude. Tra tutte le prove, il colloquio orale è quella più specifica dell’esame stesso, muovendosi tra uno spunto di partenza, argomenti diversi e le riflessioni sul cosiddetto PCTO.

Il colloquio assume una valenza particolarmente intensa, che viene manifestata, in questi ultimi anni, dalle varie forme di festeggiamento che seguono le prove dei candidati, rispetto alle quali, oltre alle considerazioni di colore, tra mazzi di fiori, calici di Prosecco, corone d’alloro, vanno fatte anche delle riflessioni sulla latente domanda di senso generazionale che esse implicano.  In questi giorni d’esame, mi è capitato spesso di riflettere su questi aspetti generazionali e su come il colloquio sia non solo una doverosa forma di verifica, ma come spazio di parola, di espressione, di riconoscimento: un tempo in cui la scuola ha l’opportunità di ascoltare davvero chi ha accompagnato per cinque anni.

L’Ordinanza Ministeriale n. 67 del 31 marzo 2025, che ha disciplinato quest’anno l’Esame di Stato, richiamando la normativa che vige da anni sottolinea chiaramente la portata del colloquio: esso ha carattere multidisciplinare e serve ad accertare “il conseguimento del profilo educativo, culturale e professionale dello studente”, ponendo l’accento sulla “capacità di argomentazione, di pensiero critico e riflessivo, nonché di collegamento tra le conoscenze acquisite”. Sono parole che delineano non una semplice interrogazione, ma un’occasione formativa profonda, che si realizza pienamente solo se sostenuta da un ascolto attivo: un ascolto che accoglie, che rispetta i tempi e i modi con cui ogni studente sceglie di raccontare sé stesso. Perché è proprio questo che accade nel colloquio, quando è autentico: lo studente prende parola non solo per mostrare ciò che ha studiato, ma per far emergere chi è diventato lungo il cammino.

L’ascolto che educa

Nel mondo della scuola, l’ascolto è spesso sacrificato alla necessità di misurare, valutare, classificare. Ma il colloquio ci ricorda che educare significa prima di tutto saper ascoltare. Come scrive Duccio Demetrio, “chi ascolta davvero educa due volte: perché custodisce la narrazione dell’altro, e perché apre lo spazio in cui quella narrazione può trasformarsi in consapevolezza”. Ascoltare uno studente che collega un testo letterario a una questione etica, che rielabora un’esperienza personale a partire da un concetto di fisica o di storia, significa offrirgli la possibilità di dare forma al proprio pensiero, di assumersi la responsabilità di ciò che dice, e quindi di ciò che è.

Ma l’ascolto attivo, per essere tale, implica una presenza reale da parte dell’adulto. Significa lasciarsi interrogare, sospendere il giudizio, essere disposti a restare in silenzio per dare valore a ogni parola, anche a quelle più esitanti. Il colloquio è anche questo: un esercizio di attenzione reciproca, che educa alla democrazia, alla responsabilità, alla cura della relazione.

Un incontro tra generazioni

Il colloquio è inoltre uno spazio prezioso di incontro tra generazioni. Da una parte il giovane che si affaccia alla vita adulta, dall’altra docenti che rappresentano la scuola come comunità educante. In quel dialogo si gioca qualcosa di profondo: la possibilità che avvenga una trasmissione simbolica, un riconoscimento che non si limita alla prestazione scolastica, ma tocca la persona.

Francesco Stoppa, ne La restituzione. Perché si è rotto il patto tra le generazioni, scrive che la rottura generazionale nasce quando gli adulti smettono di trasmettere e i giovani smettono di ricevere. Recuperare quel patto significa costruire scene in cui la parola dei giovani trovi spazio, ascolto e legittimità. Il colloquio di maturità può diventare proprio una di queste scene di restituzione: uno spazio in cui lo studente restituisce ciò che ha ricevuto, e l’adulto restituisce riconoscimento e fiducia.

Una comunità che ascolta

A offrire un’altra prospettiva illuminante è bell hooks, teorica dell’educazione e del pensiero critico. Nel suo Teaching to Transgress, afferma che “la classe resta lo spazio più radicale di possibilità” e che una comunità educativa è tale solo quando si fonda sull’interesse reciproco, sulla valorizzazione delle voci, sulla reale presenza degli uni per gli altri. Scrive:

“La nostra capacità di generare entusiasmo è profondamente influenzata dal nostro interesse reciproco, dal desiderio di ascoltarci davvero, dal riconoscere la presenza dell’altro.”

Il colloquio, se vissuto con questo spirito, può diventare l’esercizio più alto di comunità scolastica. Non un rituale burocratico, ma un tempo in cui l’adulto si fa testimone e non solo giudice, e in cui il giovane può sentirsi finalmente riconosciuto come soggetto di pensiero, di parola, di storia.

Un’occasione educativa più ampia

In questo senso, il colloquio è molto più che una prova d’esame. È una scena educativa che coinvolge tutti i protagonisti della scuola.

Per lo studente, è un’occasione per riappropriarsi della parola, per collegare saperi e vissuto, per dire la propria storia attraverso ciò che ha imparato. È un gesto di responsabilità, ma anche un atto di libertà.

Per la commissione e per i docenti, è un tempo per riconoscere la singolarità di ogni percorso. Un invito ad ascoltare, non per misurare, ma per comprendere. Perché ogni discorso, ogni scelta, ogni esitazione è carica di significato e merita attenzione.

E per la scuola intera, è il momento per mettere in atto ciò che afferma nei documenti, ma che troppo spesso rischia di restare sulla carta: centralità della persona, personalizzazione dei percorsi, valorizzazione delle competenze trasversali. Il colloquio di maturità è la verifica finale anche di quanto la scuola è stata capace di educare all’interiorità, alla riflessione, alla relazione.

Lentezza, ascolto, cura

In un tempo che spesso premia la velocità, l’efficienza e la prestazione, il colloquio ci ricorda il valore della lentezza, dell’ascolto e della cura. È una soglia che si attraversa insieme: chi lascia la scuola lo fa con le proprie parole, chi vi resta lo accompagna con lo sguardo di chi sa riconoscere.

Se al termine del colloquio uno studente può dire, anche solo dentro di sé, “mi hanno ascoltato davvero”, allora la scuola avrà fatto ciò per cui esiste: educare alla vita, attraverso l’incontro.

Credito da attribuire ai candidati privatisti

Il credito da attribuire ai candidati privatisti in occasione degli esami preliminari

di Gennaro Palmisciano (*)

Continuo l’analisi delle criticità degli Esami di Stato con un argomento fonte di interpretazioni che non sono in linea con la volontà dell’estensore dell’atto che li regolamenta, pubblicato quest’anno con Ordinanza Ministeriale n. 67 del 31 marzo 2025.

Si tratta del credito da attribuire ai candidati privatisti in occasione degli esami preliminari.

Detto punteggio va attribuito a norma del comma 7 dell’Articolo 11, rubricato (Credito scolastico).

7. Per i candidati esterni il credito scolastico è attribuito dal consiglio di classe davanti al quale è sostenuto l’esame preliminare, sulla base della documentazione del curriculum scolastico e dei risultati delle prove preliminari, secondo quanto previsto nella tabella di cui all’Allegato A al d.lgs. 62/2017. L’attribuzione del credito deve essere deliberata, motivata e verbalizzata.

Non deve trarre in inganno il successivo comma 8, che disciplina un caso particolare, quello di un candidato esterno che si fosse presentato all’esame di Stato in possesso di idoneità conseguita in occasione di un precedente esame preliminare a cui sia seguito il non superamento dell’esame stesso, tanto prima dell’introduzione del D.M. n. 42 del 22 maggio 2007. Questo decreto ha disciplinato le Modalità di attribuzione del credito scolastico e di recupero dei debiti formativi nei corsi di studio di istruzione secondaria superiore. Col D.M. n. 99/2009 della ministra Gelmini, è stato modificato il sistema di ammissione all’esame di Stato, quello dell’assegnazione dei crediti scolastici e sono stati stabiliti diversi criteri di assegnazione della lode in aggiunta al punteggio massimo di 100/100. L’attuale disciplina fa riferimento al D.lgs. 62/2017.

Nel caso particolare, per il candidato non si può applicare l’art. 7, perché all’idoneità conseguita non è stato correlato alcun credito. Ed allora viene assegnato un punteggio minimo nella misura di punti otto per la classe quarta e nella misura di punti sette per la classe terza. È questo il senso della parte del comma 8, che si riporta di seguito.

8. Per i candidati esterni sono previsti e disciplinati i seguenti casi particolari:

a) per i candidati esterni che siano stati ammessi o dichiarati idonei all’ultima classe a seguito di esami di maturità o di Stato, il credito scolastico è attribuito dal consiglio di classe davanti al quale sostengono l’esame preliminare:

i. sulla base dei risultati delle prove preliminari per la classe quinta;

ii. nella misura di punti otto per la classe quarta, qualora il candidato non sia in possesso di promozione o idoneità alla classe quarta;

iii. nella misura di punti sette per la classe terza, qualora il candidato non sia in possesso di promozione o idoneità alla classe terza.

Si può discutere sulla chiarezza del testo, ma non sull’applicazione della norma.


(*) Dirigente Ispettore Tecnico

Terza prova scritta Esame II Ciclo – 2025

Si svolge il 25 giugno la prima prova scritta dell’Esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di Istruzione:

  • nei licei ed istituti tecnici presso i quali sono presenti i progetti sperimentali ESABAC e ESABAC TECHNO
  • nei licei con sezioni ad opzione internazionale cinese, spagnola, tedesca

Le prove d’Esame dal 1985 ad oggi


Diario d’Esame 2024-2025 di Dario Cillo

Esami di maturità e titoli secondari di primo grado

Esami di maturità e titoli secondari di primo grado

di Gennaro Palmisciano (*)

In occasione degli esami conclusivi del secondo ciclo, per antonomasia gli esami di maturità, rispunta una problematica, la cui rilevanza ha richiesto un intervento specifico del ministro. 

All’art. 3 comma 2 dell’ordinanza ministeriale sugli Esami di Stato 2025, relativo ai requisiti degli alunni interni, infatti si legge “L’ammissione all’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione è disposta anche in mancanza del diploma conclusivo del primo ciclo di istruzione per gli studenti di nazionalità italiana o straniera i quali, ai sensi dell’art. 192, comma 3, del Testo unico, sono stati regolarmente iscritti al percorso di studi avendo svolto parte della propria carriera scolastica presso sistemi formativi stranieri che non contemplano il rilascio del titolo conclusivo del primo ciclo di istruzione”.

Sono molto numerosi i paesi, anche confinanti con l’Italia, i quali non prevedono l’esame di Stato alla fine dell’ottava classe o lo prevedono in modo non allineato con l’Italia. Basti pensare al caso della Francia,  in cui il brevet, equivalente del diploma di scuola secondaria di primo grado, si consegue alla fine del nono anno.

Quindi per gli alunni interni si può prescindere dalla esibizione del diploma, il conseguimento del quale comunque non era e non è da alcuni anni un requisito di ammissione.

Diverso è il caso degli alunni canditati esterni, i quali possono certificare l’assolvimento dell’obbligo di istruzione nel paese di provenienza in modo diverso a seconda che siano cittadini italiani e equivalenti (comunitari, profughi, richiedenti diritto d’asilo) oppure cittadini extracomunitari.

I candidati esterni cittadini italiani possono documentare l’assolvimento dell’obbligo nel paese di provenienza esibendo il titolo straniero accompagnato da una dichiarazione di valore. Non inganni il fatto che quest’ultimo documento viene emesso dall’ambasciatore italiano nel paese  straniero di conseguimento del titolo concludendo con un’affermazione di rito:  “La presente dichiarazione di Valore non implica alcun riconoscimento, equipollenza od omologazione del titolo”. In effetti spetta all’Autorità scolastica italiana il riconoscimento del titolo estero nell’ordinamento italiano, tramite una procedura di equipollenza che in genere richiede almeno 6 mesi.

In occasione degli Esami di Stato il caso è diverso. Il presidente non deve dichiarare equipollente il titolo straniero, ma verificare l’esistenza in documentazione: 

  • per i cittadini italiani o equivalenti del titolo straniero pari alla promozione alla nona classe, accompagnato da una dichiarazione di valore dell’ambasciata o del consolato italiani nel paese di riferimento;
  • per i cittadini extracomunitari del documento e della sua traduzione giurata in lingua italiana, dalla quale risulti la promozione alla nona classe.

In costanza della presenza di questi due atti NON è fondata la richiesta di ulteriore documentazione. Nei casi dubbi, comunque, appare consigliabile rivolgersi al personale ispettivo di riferimento tecnico per la commissione.


(*) dirigente ispettore tecnico

Seconda prova scritta Esame II Ciclo – 2025

Si svolge il 19 giugno la seconda prova scritta dell’Esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di Istruzione.


Seconda prova scritta Esame II Ciclo – 2025

Le prove d’Esame dal 1985 ad oggi


Diario d’Esame 2024-2025 di Dario Cillo

Prima prova scritta Esame II Ciclo – 2025

Si svolge il 18 giugno la prima prova scritta dell’Esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di Istruzione.


Le prove d’Esame dal 1985 ad oggi


La traccia più scelta dagli studenti nella prima prova scritta odierna dell’Esame di Stato di quest’anno è quella relativa al testo di Riccardo Maccioni“‘Rispetto’ è la parola dell’anno Treccani. E serve per respirare”. Si tratta della seconda proposta nell’ambito della “Tipologia B – Analisi e produzione di un testo argomentativo” ed è stata svolta dal 40,3% degli studenti.

A seguire, è stata svolta dal 15,4% dei maturandi la seconda traccia della “Tipologia C – Riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su tematiche di attualità”, dedicata al testo di Anna Meldolesi e Chiara Lalli “L’indignazione è il motore del mondo social. Ma serve a qualcosa?”.

La traccia dedicata al brano tratto da “I giovani, la mia speranza” di Paolo Borsellino, sempre appartenente alla Tipologia C, è stata preferita dal 13,6%.

Il 12,8% dei candidati ha optato per la prima traccia della Tipologia B, tratta da “Gli anni trenta. Il decennio che sconvolse il mondo” di Piers Brendon.

Segue ancora la Tipologia B: l’8,2% ha scelto il brano di Telmo Pievani “Un quarto d’era (geologica) di celebrità”.

Ha optato per la traccia dedicata a Pier Paolo Pasolini, basata sulla poesia Appendice I a “Dal diario” (1943-1944), il 7,4% degli studenti. Si tratta della prima traccia appartenente alla “Tipologia A – Analisi e interpretazione di un testo letterario italiano”.

Infine, il 2,3% dei candidati ha scelto la seconda traccia della Tipologia A, basata su un brano del romanzo “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.

La traccia sul rispetto è stata la più scelta sia nei Licei (dal 39,3%), sia nei Tecnici (dal 39%), sia nei Professionali (dal 45,7%). I dati derivano da un’indagine campionaria rappresentativa a livello nazionale.


Diario d’Esame 2024-2025 di Dario Cillo

Esami di Stato per l’abilitazione all’esercizio della libera professione di perito agrario, geometra e agrotecnico

Pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale le ordinanze ministeriali che indicono la sessione 2025 degli esami di Stato per l’abilitazione all’esercizio della libera professione di perito agrario, geometra e agrotecnico.

Le prove si svolgeranno in presenza e consisteranno in due prove scritte, eventualmente integrate da elaborati grafici, e in una prova orale.

I programmi d’esame sono allegati alle rispettive ordinanze. È possibile consultare i testi integrali nella sezione dedicata.

Comincia l’Esame di Stato

Comincia l’Esame di Stato, la scuola accompagna i suoi ragazzi

Il ruolo degli insegnanti come accompagnatori silenziosi nel percorso finale

 di Bruno Lorenzo Castrovinci

Tempo di Esami di Stato, tempo di studenti che affrontano il secondo grande passaggio valutativo della loro carriera scolastica, dopo quello della scuola secondaria di primo grado. Sono giovani che arrivano a questo appuntamento dopo un cammino lungo cinque anni, durante il quale sono cresciuti, maturati, hanno affinato il proprio senso critico, definito la propria personalità e cominciato a intravedere il ruolo che desiderano assumere nella società. Una società che, sempre più, richiede competenze specifiche e capacità trasversali, inserite in un quadro di partecipazione attiva e consapevole all’interno di un sistema basato sulla suddivisione complessa del lavoro e sull’interdipendenza dei saperi.

L’Esame di Stato rappresenta l’apice del percorso formativo nella scuola secondaria di secondo grado, un momento liminale che assume una valenza tanto valutativa quanto simbolica, segnando il confine tra la dipendenza educativa e l’autonomia adulta. Dal punto di vista didattico-pedagogico, esso si configura come una tappa di consolidamento delle competenze chiave di cittadinanza, secondo le linee guida europee, ma anche come momento di sintesi dell’intero impianto formativo costruito negli anni. È una verifica dell’apprendimento, ma anche un’occasione per rileggere, con maturità e consapevolezza, il proprio percorso di crescita culturale, sociale e personale.

In tale contesto, la figura dell’insegnante non si limita alla funzione trasmissiva del sapere, ma assume un ruolo di regia pedagogica implicita, orchestrando in modo discreto ma strategico le risorse cognitive, emotive e motivazionali dello studente. È il docente che, con sensibilità e intelligenza educativa, aiuta i ragazzi a riconoscere e valorizzare le proprie risorse, a sviluppare autostima e capacità metacognitive, a trasformare l’esame in un’opportunità di autoaffermazione.

Sul piano psicologico, l’esame rappresenta un evento fortemente investito di aspettative e proiezioni, che attiva dinamiche complesse legate all’autoefficacia percepita, al bisogno di riconoscimento sociale e alla gestione dell’ansia da prestazione. È un rito di passaggio moderno, in cui la valutazione oggettiva dei saperi si intreccia con la soggettività dell’esperienza e con l’interiorizzazione di un’identità adulta emergente. In questo scenario, la scuola non è più soltanto un luogo di istruzione, ma uno spazio relazionale affettivamente significativo, in cui la relazione docente-discente si carica di implicazioni formative profonde, favorendo processi di maturazione personale, simbolizzazione e costruzione di senso.

La soglia dell’ultimo viaggio

Nel silenzio teso dei corridoi, tra banchi ordinati e sguardi ansiosi, si apre quindi il tempo dell’Esame di Stato. È l’ultima soglia, quella che separa il prima e il dopo, la scuola e il mondo, l’adolescenza e la giovinezza consapevole. I ragazzi la varcano con il cuore gonfio di domande, desideri, paure. Ogni passo è carico di emozioni contrastanti, di aspettative familiari, di sogni appena abbozzati. Tuttavia, in questa apparente solitudine, non sono davvero soli. Anche se sembrano avanzare da soli, hanno dietro di sé una presenza discreta e costante: quella degli insegnanti.

Sono loro i custodi silenziosi di quel viaggio, non protagonisti, ma testimoni attenti di una trasformazione interiore. Con un ruolo affine a quello del mentore nei modelli narrativi, l’insegnante osserva senza invadere, accompagna senza dirigere. Non conducono più per mano, ma vigilano con sguardo profondo, offrendo fiducia dove il dubbio prende il sopravvento. In quel momento, diventano risorsa simbolica, funzione affettiva e contenitiva, capaci di sostenere con la sola forza dell’essere presenti. La loro presenza non è ingombrante, ma necessaria: è la garanzia di un legame costruito nel tempo, capace di restituire allo studente la percezione di sé come soggetto competente e degno.

Il valore dell’ombra: l’arte dell’accompagnare

Accompagnare non è trattenere, né guidare con forza. È piuttosto un gesto gentile, che rispetta la distanza e lascia spazio all’errore, alla scoperta, all’inciampo, rimanendo presenti senza invadere. L’accompagnamento educativo si configura come una pratica relazionale ad alta densità emotiva, in cui il docente, facendo leva su empatia, ascolto attivo e sintonizzazione affettiva, costruisce una cornice di sicurezza all’interno della quale lo studente può mettersi alla prova.

Con l’Esame di Stato, il compito dell’insegnante si trasforma profondamente, poiché non è più trasmettitore di contenuti, ma facilitatore del processo di autoregolazione e riflessione metacognitiva. La sua presenza non è più esplicitamente didattica, ma simbolica. Pedagogicamente, è il momento in cui il docente assume la funzione di “base sicura”, come suggerisce la teoria dell’attaccamento di Bowlby, che garantisce stabilità affettiva e riconoscimento identitario.

Non più figura autoritaria ma presenza rassicurante, il docente diventa punto di riferimento interno, interiorizzato dallo studente sotto forma di fiducia acquisita, di coraggio interiore, di competenza sentita. È l’arte dell’educare che raggiunge il suo culmine nel lasciare andare, sapendo di essere rimasti, dentro, come voce interiore che orienta e conforta, come orizzonte simbolico di appartenenza e valore.

Psicologia dell’attesa e della fiducia

Per gli studenti, l’Esame di Stato è molto più di una prova scolastica. È una soglia identitaria, un momento di transizione che mette in discussione la rappresentazione di sé e attiva meccanismi profondi di ristrutturazione dell’immagine personale e sociale. Non si tratta soltanto di dimostrare competenze disciplinari, ma di confrontarsi con la propria storia scolastica, con il giudizio dell’altro e con le aspettative interiorizzate nel tempo. Si apre una fase di verifica esistenziale, in cui il valore personale viene messo in gioco attraverso la lente del rendimento.

È un passaggio psicologico cruciale, in cui si intrecciano ansia anticipatoria, paura del fallimento, senso del dovere e bisogno di approvazione. Le neuroscienze affettive hanno evidenziato come, in questi momenti di elevato carico emotivo, si attivino strutture cerebrali legate alla sopravvivenza e alla memoria emotiva, rendendo essenziale la presenza di figure contenitive e rassicuranti. Gli insegnanti, in questa fase, svolgono un ruolo regolativo ed equilibratore. Sono come argini emotivi che contengono, rassicurano, sostengono, offrendo una cornice sicura che protegge dal crollo e favorisce la resilienza.

Con un gesto, uno sguardo, un consiglio sussurrato, mettono in atto ciò che Winnicott chiamava “holding”: la capacità di sorreggere emotivamente l’altro, di contenerne l’angoscia senza annullarne l’autonomia. In questo modo, il docente diventa carezza invisibile, presenza stabile e forza tranquilla che sostiene senza imporsi, offrendo agli studenti la possibilità di affrontare la prova non come minaccia, ma come occasione per affermare il proprio sé in modo maturo e consapevole.

Un’eredità non visibile ma duratura

L’insegnante, quando accompagna all’Esame, consegna molto più che una preparazione disciplinare. Affida ai suoi studenti una visione integrale del sapere, come ricerca di senso e strumento per interpretare la realtà, e trasmette implicitamente una filosofia dell’impegno, del rigore intellettuale, della responsabilità verso se stessi e verso il mondo. È un’eredità educativa che non si misura in voti o certificazioni, ma nella qualità delle domande che lo studente saprà porsi e nella sua capacità di stare nel mondo con pensiero critico e apertura etica.

Non si limita a correggere un elaborato o a spiegare un concetto difficile ma ha seminato fiducia, perseveranza, umanità, senso di appartenenza e desiderio di contribuire. È attraverso le relazioni costruite negli anni, la coerenza tra parole e gesti, l’attenzione silenziosa ai bisogni inespressi, che l’insegnante lascia un’impronta profonda e duratura. Quello che resta, alla fine, non è solo il contenuto appreso, ma il modo in cui quel contenuto è stato abitato, amato, condiviso, trasformato in esperienza viva e in visione del mondo.

Il docente è il custode di una memoria educativa che si imprime nei gesti degli studenti, nel modo in cui guarderanno il mondo e affronteranno le prove della vita. È figura liminale, ponte tra ciò che è stato e ciò che sarà, guida discreta che continua ad abitare la coscienza dei suoi alunni anche quando il percorso comune si è concluso. In questa presenza che resta, nella coscienza e nel cuore, si manifesta il senso più profondo dell’essere educatori.

Lasciare andare per far volare

Il momento del distacco è sempre una forma di amore. Non si lascia andare chi non si è amato profondamente, chi non ha abitato quotidianamente il nostro sguardo e i nostri pensieri. L’Esame di Stato è anche, per l’insegnante, una prova emotiva intensa e silenziosa, carica di responsabilità morale e di consapevolezza affettiva. È il momento in cui il docente è chiamato a rinunciare al controllo per abbracciare la fiducia. Fiducia nel futuro, nella solidità del legame costruito, nella resilienza dei propri alunni, e soprattutto nel lavoro educativo compiuto, visibile e invisibile.

Il docente sa che non può più agire direttamente, che il tempo dell’intervento è finito, ma sa anche che può affidare. Può credere che ciò che ha trasmesso, anche nel non detto, anche attraverso le fragilità e i silenzi, continuerà a vivere nel modo in cui lo studente affronterà la realtà. In quell’istante sospeso in cui lo studente varca la soglia dell’aula d’esame, l’insegnante resta lì. Non per controllare, ma per esserci. Per testimoniare con la propria presenza discreta un patto silenzioso: io ci sono stato, tu puoi andare.

Con discrezione, con affetto, con orgoglio, egli incarna il significato più alto del termine educare, che etimologicamente significa proprio “condurre fuori”. E nel restare indietro, l’insegnante permette allo studente di avanzare. Come chi ha saputo restare nell’ombra per accendere una luce, e ora ne contempla la direzione, fiducioso che quella luce saprà illuminare anche altri cammini.

Conclusioni

L’Esame di Stato è l’epilogo di un lungo processo di crescita individuale, cognitiva e relazionale, che si compie sotto lo sguardo attento e discreto della comunità educante. Gli insegnanti, nella loro funzione silenziosa ma cruciale, assumono il ruolo di mediatori di senso, facilitatori di autonomia, catalizzatori di consapevolezza e custodi del divenire degli studenti. Essi incarnano una pedagogia della presenza, fatta di ascolto, coerenza e responsabilità, che genera fiducia epistemica e sostiene la costruzione dell’identità personale e collettiva.

Attraverso un accompagnamento rispettoso, empatico e pedagogicamente consapevole, dimostrano che l’educazione non si esaurisce nella trasmissione di contenuti, ma si sostanzia nella costruzione di relazioni significative, nella promozione di contesti generativi, nella cura del potenziale umano. La loro opera, spesso invisibile all’occhio esterno, si sedimenta nelle strutture profonde della memoria affettiva ed etica degli studenti, divenendo parte integrante del loro modo di pensare, agire, scegliere.

Il valore di questo accompagnamento non risiede nella visibilità del gesto, ma nella sua incidenza trasformativa sul futuro umano e culturale delle nuove generazioni. È un’azione che si proietta oltre il tempo scolastico, capace di attivare processi di cambiamento durevoli, di stimolare la responsabilità sociale, la cittadinanza attiva, l’etica della cura. È lì, in quell’ultimo miglio del percorso, che l’insegnante si fa davvero educatore: colui che, restando, permette agli altri di partire.

Diario d’Esame 2024-2025

Diario d’Esame 2024-2025

Una guida, passo per passo, al lavoro delle Commissioni
XXVII edizione – vers. 1.0

a cura di Dario Cillo

Esami di Stato 2024

Disponibili i dati relativi agli esiti degli scrutini e degli Esami di Stato della Scuola secondaria di primo e di secondo grado per l’anno scolastico 2023/2024.

Agli Esami del secondo ciclo, quest’anno è stato ammesso il 96,3% degli scrutinati e i diplomati risultano essere il 99,8% dei candidati che hanno svolto l’esame; si confermano le percentuali dell’anno precedente.


Diario d’Esame 2023-2024 di Dario Cillo


  • Nota 5 giugno 2024, AOODGSIS 3225
    Comunicazione Esami di Stato secondo ciclo a.s. 2023/2024 – Attività a supporto della procedura e adempimenti sulla comunicazione dei dati
  • Nota 30 maggio 2024, AOODGOSV 22479
    Adempimenti di carattere operativo e organizzativo relativi all’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione – anno scolastico 2023-2024
  • Nota 29 maggio 2024, AOODGOSV 22213
    Utilizzo delle calcolatrici elettroniche nelle prove scritte dell’esame di Stato del secondo ciclo di istruzione – a.s. 2023/2024. Integrazione elenco
  • Nota 27 maggio 2024, AOODGOSV 21709
    Esame conclusivo del secondo ciclo di istruzione nelle scuole con progetti EsaBac ed EsaBac techno – a.s. 2023/2024
  • Decreto Ministeriale 22 maggio 2024, AOOGABMI 93
    Disposizioni per lo svolgimento dell’’esame conclusivo del secondo ciclo di istruzione nelle istituzioni scolastiche statali e paritarie con progetti EsaBac ed EsaBac techno – a.s. 2023/2024
  • Decreto Ministeriale 22 maggio 2024, AOOGABMI 94
    Disposizioni per lo svolgimento dell’esame di Stato nelle sezioni di liceo classico europeo – a.s . 2023 /2024
  • Decreto Ministeriale 22 maggio 2024, AOOGABMI 95
    Disposizioni per lo svolgimento dell’esame di Stato nelle sezioni con opzione internazionale cinese funzionanti presso il Convitto nazionale “V. Emanuele II” di Roma, presso il Convitto nazionale “Umberto I” di Torino, presso il Convitto nazionale “Cicognini” di Prato, presso l’Educandato statale “Collegio Uccellis” di Udine, presso il Convitto nazionale “Vittorio Emanuele II” di Cagliari e presso il Convitto nazionale “Canopoleno” di Sassari – a.s. 2023 /2024
  • Decreto Ministeriale 22 maggio 2024, AOOGABMI 96
    Disposizioni per lo svolgimento dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione nelle sezioni con opzione internazionale spagnola funzionanti presso istituti statali e paritari – a.s. 2023/2024
  • Decreto Ministeriale 22 maggio 2024, AOOGABMI 97
    Disposizioni per lo svolgimento dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione nelle sezioni con opzione internazionale tedesca funzionanti presso istituti statali e paritari – a.s. 2023/2024
  • Decreto Ministeriale 22 maggio 2024, AOOGABMI 98
    Disposizioni per lo svolgimento dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione nelle classi sperimentali autorizzate – a.s. 2023/2024
  • Nota 17 maggio 2024, AOODGSIP 1616
    E-Portfolio. Linee operative per la compilazione della Sezione ‘Capolavoro’
  • Nota 9 maggio 2024, AOODGCASIS 2727
    Rilascio della pagina dedicata alla predisposizione del Curriculum dello studente nella piattaforma UNICA – indicazioni operative
  • Nota 7 maggio 2024, AOODGOSV 17978
    Esami di Stato conclusivi del secondo ciclo di istruzione a.s. 2023/24. Pubblicazione elenchi dei Presidenti delle commissioni
  • Nota 30 aprile 2024, AOODGSIS 2551
    Esami di stato 2023/24. Nomina dei Referenti di sede delle istituzioni scolastiche e modalità di funzionamento del Plico Telematico per l’invio delle tracce delle prove scritte degli esami di stato della scuola secondaria di II grado
  • Nota 26 marzo 2024, AOODGOSV 12423
    Formazione delle commissioni dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione per l’a.s. 2023/2024
  • Ordinanza Ministeriale 22 marzo 2024, AOOGABMI 55
    Esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione per l’anno scolastico 2023/2024
  • Nota 8 marzo 2024, AOODGOSV 9801
    Esame di Stato a conclusione del secondo ciclo di istruzione a.s. 2023/24 – indicazioni operative per la compilazione del Curriculum dello studente da parte degli studenti degenti in luoghi di cura/ospedali e istruzione domiciliare
  • Nota 6 marzo 2024, AOODGOSV 9466
    Utilizzo delle calcolatrici elettroniche nelle prove scritte dell’esame di Stato del secondo ciclo di istruzione – a.s. 2023/2024
  • Nota 22 febbraio 2024, AOODGOSV 7557
    Esame di Stato a conclusione del secondo ciclo di istruzione a.s. 2023/24 – indicazioni operative per la predisposizione e il rilascio del Curriculum dello studente
  • Decreto Ministeriale 26 gennaio 2024, AOOGABMI 10
    Esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione: individuazione delle discipline oggetto della seconda prova scritta e scelta delle discipline affidate ai commissari esterni delle commissoni d’esame



Le prove suppletive si svolgono nei seguenti giorni:

  • prima prova scritta: 3 luglio, ore 8,30
  • seconda prova scritta: 4 luglio, con eventuale prosecuzione nei giorni successivi per gli indirizzi nei quali detta prova si svolge in più giorni
  • terza prova scritta, per gli istituti interessati: 9 luglio, ore 8,30

Le prove scritte si svolgono secondo il seguente calendario:


Il 18 giugno 2024 disponibile la chiave ministeriale per aprire la cornice nazionale generale di riferimento per l’elaborazione della seconda prova degli Istituti professionali.


Le Commissioni d’Esame si insediano il 17 giugno alle ore 8.30.


Quest’anno saranno 526.317 gli studenti coinvolti nelle prove (512.530 candidati interni e 13.787 esterni), mentre le commissioni sono 14.072, per un totale di 28.038 classi.
La ripartizione dei candidati per tipologia di percorso di studio è la seguente:

Licei: 266.057
Istituti Tecnici: 172.504
Istituti Professionali: 87.756

Pubblicati i dati regionali sugli studenti ammessi all’Esame di Stato per il secondo ciclo d’istruzione per l’anno scolastico 2023/2024.


Disponibili dal 5 giugno 2024 le commissioni dell’Esame conclusivo del II ciclo di istruzione. L’apposito motore di ricerca con le commissioni è raggiungibile all’indirizzo: https://matesami.pubblica.istruzione.it/

Le commissioni d’Esame sono composte da un Presidente esterno, da tre membri esterni e tre interni all’istituzione scolastica. La pubblicazione delle commissioni rappresenta un’altra tappa di avvicinamento alle prove di giugno. Si parte mercoledì 19 giugno, alle 8.30, con il primo scritto, italiano, comune a tutti gli indirizzi. Si prosegue il 20 giugno con la seconda prova, che riguarda le discipline caratterizzanti i singoli percorsi di studio. È previsto, poi, un colloquio che ha l’obiettivo di accertare il conseguimento del profilo educativo, culturale e professionale di ciascun candidato.


Nella Nota 17 maggio 2024, AOODGSIP 1616, relativa all’E-Portfolio ed alle Linee operative per la compilazione della Sezione ‘Capolavoro’, il MIM precisa “(…) che Il capolavoro non è oggetto del colloquio di esame di stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione e non va a confluire direttamente nel Curriculum dello studente, di cui tiene conto la Commissione nello svolgimento del colloquio. In base all’art. 22, c. 1 dell’O.M. n. 55/2024 (Esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione per l’anno scolastico 2023/2024) «Nello svolgimento dei colloqui la commissione d’esame tiene conto delle informazioni contenute nel Curriculum dello studente». In sede d’esame, dunque, il candidato mette a disposizione della Commissione il Curriculum dello studente, il cui contenuto è dettagliato dall’art. 21 del D.Lgs. n. 62/2017 e il cui modello è stato adottato con D.M. n. 88/2020.


Entro il 15 maggio 2024 il consiglio di classe elabora un documento che esplicita i contenuti, i metodi, i mezzi, gli spazi e i tempi del percorso formativo, i criteri, gli strumenti di valutazione adottati e gli obiettivi raggiunti, nonché ogni altro elemento che lo stesso consiglio di classe ritenga utile e significativo ai fini dello svolgimento dell’esame. Per le discipline coinvolte sono altresì evidenziati gli obiettivi specifici di
apprendimento ovvero i risultati di apprendimento oggetto di valutazione specifica per l’insegnamento trasversale di Educazione civica.

  • Il documento indica inoltre, per i corsi di studio che lo prevedano, le modalità con le quali l’insegnamento di una disciplina non linguistica (DNL) in lingua straniera è stato attivato con metodologia CLIL.
  • Al documento possono essere allegati atti e certificazioni relativi alle prove effettuate e alle iniziative realizzate durante l’anno in preparazione dell’esame di Stato, ai PCTO, agli stage e ai tirocini eventualmente effettuati, alle attività, ai percorsi ed ai progetti svolti nell’ambito dell’insegnamento di Educazione Civica riferito agli aa.ss.
    2021/22 e 2022/23, nonché alla partecipazione studentesca ai sensi dello Statuto delle studentesse e degli studenti.
  • Per le classi articolate e per i corsi destinati a studenti provenienti da più classi, il documento del consiglio di classe è comprensivo della documentazione relativa ai gruppi componenti.
    Nella redazione del documento i consigli di classe tengono conto delle indicazioni fornite dal Garante per la protezione dei dati personali con nota del 21 marzo 2017, prot. 10719.
    Il documento del consiglio di classe è immediatamente pubblicato all’albo dell’istituto.
    La commissione si attiene ai contenuti del documento nell’espletamento del colloquio.

La Nota 7 maggio 2024, AOODGOSV 17978, stabilisce che, “con riferimento alle modalità di costituzione e di nomina delle commissioni dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione per l’anno scolastico 2023/2024 di cui alla nota della scrivente del 26 marzo 2024, n. 12423, si comunica che la data di pubblicazione degli elenchi dei Presidenti delle commissioni d’esame è fissata per il giorno 13 maggio 2024.”


Come previsto dalla Nota 9 maggio 2024, AOODGCASIS 2727 gli studenti frequentanti la scuola secondaria di secondo grado, in particolar modo quelli frequentanti l’ultimo anno, e i candidati esterni all’Esame di Stato a conclusione del secondo ciclo di istruzione a.s. 2023/24, possono consultare la pagina dedicata alla predisposizione e al rilascio del Curriculum dello studente sul sito web della piattaforma Unica.


Con la Nota 26 marzo 2024, AOODGOSV 12423, vengono fornite le disposizioni per la formazione delle commissioni dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione per l’a.s. 2023/2024.
La trasmissione, tramite istanza POLIS, delle domande di partecipazione degli aspiranti (Modelli ES-E e ES-1) deve avvenire dal 27 marzo al 12 aprile 2024.


Pubblicata l’Ordinanza Ministeriale 22 marzo 2024, AOOGABMI 55 che disciplina lo svolgimento dell’Esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione per l’anno scolastico 2023/2024


Greco al Liceo classico; Matematica al Liceo scientifico; Economia Aziendale per gli Istituti tecnici del Settore economico indirizzo “Amministrazione, Finanza e Marketing”; Topografia per l’indirizzo “Costruzioni, Ambiente e Territorio”. Queste alcune delle discipline scelte per la seconda prova scritta della #Maturità2024, secondo quanto prevede il decreto firmato dal Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.

L’Esame conclusivo del secondo ciclo d’istruzione si svolge secondo la struttura definita dal decreto legislativo 62/2017: una prima prova scritta di Italiano, comune a tutti gli indirizzi di studio, che si svolgerà dalle ore 8.30 di mercoledì 19 giugno 2024; una seconda prova scritta, riguardante le discipline caratterizzanti i singoli percorsi di studio (per i Professionali delineati dal d.lgs. n. 61/2017, la seconda prova scritta non riguarda specifiche discipline ma le competenze in uscita e i nuclei tematici fondamentali di indirizzo alle stesse correlati); il colloquio, che ha l’obiettivo di accertare il conseguimento del profilo educativo, culturale e professionale della studentessa e dello studente. Nel corso del colloquio, il candidato espone anche le esperienze svolte nell’ambito dei Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (PCTO) e le competenze acquisite nell’ambito dell’Educazione civica.

Le Commissioni d’esame sono composte da un Presidente esterno, da tre membri esterni e da tre interni all’istituzione scolastica.

È prevista una terza prova scritta in alcuni indirizzi di studio (sezioni EsaBac, EsaBac techno, sezioni con opzione internazionale, scuole della Regione autonoma Valle d’Aosta, della Provincia autonoma di Bolzano e scuole con lingua d’insegnamento slovena e bilingui sloveno/italiano del Friuli Venezia Giulia).

Per conoscere le discipline oggetto della seconda prova e quelle affidate ai commissari esterni è disponibile un apposito motore di ricerca.

Licei

Greco per il Liceo classico; Matematica per il Liceo scientifico, anche per l’opzione Scienze applicate e la Sezione a indirizzo Sportivo; Lingua e cultura straniera 3 per il Liceo linguistico; Scienze umane per il Liceo delle Scienze umane (Diritto ed Economia politica all’opzione Economico-sociale); Discipline progettuali caratteristiche dei singoli indirizzi per il Liceo artistico; Teoria, analisi e composizione per il Liceo musicale; Tecniche della danza per il Liceo coreutico.

Istituti tecnici

Economia aziendale per l’indirizzo “Amministrazione, Finanza e Marketing” (Economia aziendale e Geo-politica nell’articolazione “Relazioni internazionali per il marketing”) e Discipline turistiche e aziendali per l’indirizzo Turismo; Topografia per l’indirizzo “Costruzioni, Ambiente e Territorio”; Sistemi e reti per entrambe le articolazioni dell’indirizzo “Informatica e Telecomunicazioni”; Progettazione multimediale nell’indirizzo “Grafica e comunicazione”; Trasformazione dei prodotti per l’articolazione “Produzioni e trasformazioni” degli Istituti agrari (Viticoltura e difesa della vite per l’articolazione “Viticoltura ed enologia”).


Valditara: “Esame segna passaggio nel percorso personale e formativo. Da quest’anno il supporto del docente orientatore per una scuola sempre più vicina ai propri ragazzi”

“La maturità 2024 si svolgerà in continuità con le modalità stabilite per lo scorso anno”, ha dichiarato il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, firmando il Decreto di individuazione delle discipline oggetto della seconda prova scritta dell’Esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione dell’anno scolastico 2023/24 e le discipline affidate ai commissari esterni delle relative commissioni d’esame. “La pubblicazione delle materie della seconda prova è il primo passo verso l’Esame di Stato che ha un valore fondamentale, anche simbolico, nel percorso di crescita di ogni ragazza e ragazzo. È infatti un momento di svolta nel percorso personale e formativo: l’esperienza scolastica si conclude e si è chiamati a decidere sul proseguimento dei propri studi o sull’ingresso nel mondo del lavoro. Quest’anno i maturandi e le loro famiglie potranno contare anche sul supporto dei docenti orientatori che, in collaborazione con il gruppo docenti della classe, potranno aiutarli a compiere scelte consapevoli, alla luce delle inclinazioni dei ragazzi e dell’offerta formativa successiva, università o Its, ma anche dell’offerta occupazionale del territorio. Una figura, quella del docente orientatore, che abbiamo fortemente voluto perché la scuola sia sempre più vicina ai propri ragazzi nella costruzione del loro futuro”.

Il Percorso di Studi dopo il Primo Ciclo

La Scelta del Percorso di Studi dopo gli Esami del Primo Ciclo

Un Viaggio tra Orientamenti, Riorientamenti e Destinazioni Future

di Bruno Lorenzo Castrovinci

L’iscrizione alle classi prime della scuola secondaria di secondo grado rappresenta un momento cruciale nella vita degli studenti italiani, un momento carico di emozioni, speranze e sogni. Dopo aver superato gli esami del primo ciclo, i giovani si trovano di fronte a una delle prime scelte significative del loro percorso educativo e formativo. Questa decisione, intrisa di possibilità e incertezze, richiede una riflessione profonda sulle proprie inclinazioni, capacità e aspirazioni future. In questo panorama, gli istituti tecnici si ergono come fari di opportunità, offrendo percorsi formativi che rispondono con precisione alle esigenze del mondo contemporaneo.

Orientamenti: La Scelta del Percorso Scolastico

Il sistema scolastico italiano è un mosaico di opportunità, ogni tessera rappresenta un percorso formativo unico, pensato per accogliere le diverse anime degli studenti. I principali indirizzi di studio della scuola secondaria di secondo grado includono:

1. Licei: Offrono una formazione culturale ampia e approfondita, abbracciando il classico, lo scientifico, le scienze umane, le arti e le lingue straniere. I licei sono il regno della conoscenza teorica e del pensiero critico, preparando gli studenti per l’accesso all’università e alle professioni intellettuali. Tuttavia, sebbene ricchi di sapere e cultura, i licei spesso non garantiscono un’occupazione immediata e prestigiosa al termine del percorso di studi, ponendo una sfida ai giovani che cercano un futuro professionale concreto.

2. Istituti Tecnici: Sono l’incarnazione di un equilibrio perfetto tra teoria e pratica, offrendo indirizzi che spaziano dall’economia al turismo, dalla meccanica all’informatica, fino al settore agroalimentare. Questi istituti preparano gli studenti sia per l’accesso all’università che per un ingresso diretto e trionfale nel mondo del lavoro, rispondendo alle richieste di un mercato in continua evoluzione.

3. Istituti Professionali: Sono laboratori di vita e di mestiere, dove la teoria si fonde con la pratica, formando gli studenti per entrare immediatamente nel mondo del lavoro. Offrono una gamma di indirizzi che includono l’artigianato, i servizi, l’industria e l’agricoltura, garantendo una formazione che è immediatamente spendibile sul mercato del lavoro.

Riorientamenti: Adattarsi ai Cambiamenti

La vita è un viaggio imprevedibile, e a volte la strada scelta inizialmente non è quella più adatta. In questi casi, il sistema scolastico italiano offre il dono del riorientamento, permettendo agli studenti di cambiare indirizzo di studio e trovare la propria vera vocazione. Questo processo, sebbene possa essere sfidante, è fondamentale per assicurare che ogni studente possa esplorare e scoprire il proprio potenziale.

Il riorientamento può avvenire in vari modi:

• Passaggio ad altro indirizzo di studio: La possibilità di trasferirsi da un liceo a un istituto tecnico o professionale, o viceversa, consente agli studenti di seguire nuovi percorsi in base alle loro nuove inclinazioni e necessità.

• Percorsi integrativi: Alcuni istituti offrono corsi aggiuntivi per colmare le differenze formative tra i vari indirizzi, facilitando così un passaggio sereno e produttivo.

L’integrazione del percorso di studi avviene anche attraverso le passerelle per gli anni successivi al primo, con esami di integrazione specifici che permettono agli studenti di colmare eventuali lacune e di entrare pienamente nel nuovo indirizzo scelto.

Istituti Tecnici di Qualità: Un Valore Aggiunto

Non tutti gli istituti tecnici possiedono le caratteristiche per offrire un’educazione d’eccellenza. In Italia, sono pochissimi quelli che si distinguono realmente, come per citarne alcuni: il Malignani di Udine, l’Ettore Majorana di Brindisi e l’Ettore Majorana di Milazzo. Questi istituti non solo offrono una formazione tecnica di altissimo livello, ma rappresentano anche centri di innovazione e eccellenza.

1. Formazione Specializzata: Gli studenti ricevono una preparazione approfondita in settori specifici, con competenze immediatamente spendibili nel mondo del lavoro.

2. Collaborazione con le Imprese: Molti istituti tecnici collaborano strettamente con aziende e industrie, offrendo stage e tirocini che facilitano l’inserimento professionale e offrono un assaggio della vita lavorativa reale.

3. Aggiornamento Costante: I programmi di studio vengono continuamente aggiornati per riflettere le innovazioni tecnologiche e le evoluzioni del mercato.

4. Orientamento a un Nuovo Umanesimo: Gli istituti tecnici di qualità integrano “La teoria della complessità” e la “Testa ben fatta” di Edgar Morin, promuovendo un’educazione che sviluppa capacità critiche, interdisciplinari e adattative. Preparano gli studenti a diventare ingegneri di alto livello, capaci di occupare posizioni di vertice negli organigrammi delle grandi industrie e di ottenere prestigio sociale.

5. Industria 4.0, 5.0 e 6.0: Gli istituti tecnici di qualità sono orientati verso le tecnologie e le metodologie delle industrie moderne:

o Industria 4.0: Caratterizzata dall’integrazione delle tecnologie digitali nei processi produttivi, tra cui l’Internet of Things (IoT), l’intelligenza artificiale (IA), la robotica avanzata e i big data. Gli studenti imparano a gestire e sfruttare queste tecnologie per migliorare l’efficienza e la produttività delle aziende.

o Industria 5.0: Pone l’accento sulla collaborazione tra uomini e macchine intelligenti, promuovendo un’interazione sinergica per creare un ambiente di lavoro più umano e personalizzato. La formazione si concentra su come le tecnologie avanzate possano essere utilizzate per migliorare la qualità della vita lavorativa e la sostenibilità.

o Industria 6.0: Ancora in fase di sviluppo teorico, si prevede che coinvolgerà l’ulteriore integrazione di tecnologie avanzate con un focus su innovazioni ancora più rivoluzionarie e sulla creazione di ecosistemi industriali intelligenti e sostenibili. Gli studenti vengono preparati per affrontare e guidare queste future evoluzioni.

6. Opportunità di Prosecuzione degli Studi: Gli istituti tecnici offrono solide basi anche per chi desidera proseguire gli studi universitari, specialmente in ambiti tecnico-scientifici. Coloro che non intendono proseguire all’università possono optare per i percorsi ITS (Istituti Tecnici Superiori), che in soli due anni formano tecnici superiori altamente specializzati e richiesti dal mercato del lavoro. In alternativa, gli studenti possono trovare impiego immediato come tecnici specializzati dopo l’esame di maturità.

Destinazioni Future: Le Opportunità Professionali

Gli istituti tecnici offrono percorsi ben delineati verso carriere di successo. Gli studenti degli istituti tecnici industriali possono aspirare a diventare ingegneri, figure chiave nei vertici delle grandi industrie, con un elevato prestigio sociale e professionale. Questa formazione specializzata li rende particolarmente adatti a ricoprire ruoli di responsabilità e leadership, grazie alla combinazione di competenze teoriche e pratiche acquisite durante il percorso di studi.

Gli istituti tecnici economici preparano gli studenti per professioni contabili e manageriali, offrendo solide basi per ruoli di responsabili delle risorse umane, consulenti finanziari e operatori turistici. Questi indirizzi forniscono competenze altamente spendibili nel mercato del lavoro, con ottime prospettive di impiego in settori dinamici e in continua espansione.

Gli istituti professionali, con il loro forte orientamento pratico, offrono agli studenti una preparazione specifica e mirata per entrare direttamente nel mondo del lavoro. Gli studenti possono diventare tecnici specializzati in settori come l’artigianato, i servizi, l’industria e l’agricoltura. Questi percorsi formativi rispondono in modo immediato alle esigenze del mercato del lavoro locale e nazionale, garantendo un’occupazione solida e spesso ben retribuita.

Per coloro che completano il percorso nei licei classici, le destinazioni future si orientano principalmente verso percorsi accademici e professioni umanistiche, mentre quelle dei licei artistici e linguistici verso quelle creative o che prevedono conoscenze di più lingue. Gli studenti del liceo delle scienze umane possono proseguire gli studi in psicologia, scienze della comunicazione, filosofia o settori destinati all’insegnamento. Questi indirizzi formano professionisti capaci di analizzare e comprendere le dinamiche sociali, offrendo un contributo significativo al settore educativo e culturale.

Il liceo scientifico, invece, prepara gli studenti per lauree STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics), con un’attenzione particolare a matematica, fisica e scienze naturali. Tuttavia, queste lauree, sebbene molto prestigiose, non sempre garantiscono un’immediata spendibilità nel mercato del lavoro, spesso conducendo gli studenti verso l’insegnamento o, per i più fortunati, verso la ricerca scientifica. Un’eccezione significativa è rappresentata dai laureati in matematica, che sono molto richiesti nel mercato del lavoro grazie alla loro capacità di analisi e risoluzione di problemi complessi, competenze particolarmente apprezzate in vari settori professionali.

Conclusione

La scelta del percorso di studi dopo gli esami del primo ciclo è un passaggio delicato e fondamentale nella formazione di ogni giovane. Orientamenti e riorientamenti sono strumenti essenziali per garantire che ogni studente possa trovare la propria strada e realizzare le proprie ambizioni. In questo panorama, gli istituti tecnici di qualità emergono come opzioni particolarmente vantaggiose, capaci di offrire una formazione equilibrata e altamente professionalizzante, in sintonia con le esigenze del mondo del lavoro e della società contemporanea. Le destinazioni future offerte da questi istituti sono numerose e diversificate, offrendo agli studenti l’opportunità di costruire carriere gratificanti e di successo, sia nel mondo accademico che professionale. I licei, pur rappresentando un’alternativa valida per una formazione culturale, offrono percorsi meno diretti verso l’occupazione immediata e prestigiosa, privilegiando invece una preparazione teorica e umanistica. Gli istituti professionali, infine, garantiscono un ingresso diretto eefficace nel mondo del lavoro, rispondendo prontamente alle richieste del mercato e offrendo una formazione pratica e specializzata.

L’inestimabile potere della lode

L’inestimabile potere della lode

di Bruno Lorenzo Castrovinci

La lode, traguardo desiderato da moltissimi studenti che si impegnano in Italia a sostenere gli esami del primo e secondo ciclo o universitari, rappresenta un riconoscimento cruciale dell’eccellenza accademica e scolastica. Attualmente, la legislazione italiana riserva la lode esclusivamente alla valutazione finale degli esami sia scolastici che universitari, trascurando il suo potenziale durante il periodo scolastico ordinario. Tuttavia, in un’epoca in cui motivare e consolidare l’autostima degli studenti è più importante che mai, l’uso della lode come strumento quotidiano potrebbe essere di grande efficacia. Un utilizzo consapevole e bilanciato della stessa potrebbe risolvere la triste consuetudine di modulare i voti in base alle prestazioni di punta all’interno delle classi, superando la semplice scala di misurazione e offrendo un valore aggiunto che motiva e sprona gli studenti a dare sempre di più.

Neuroscienze: Attribuzione della lode effetti nel cervello umano

Le neuroscienze, attraverso l’analisi delle risposte del cervello ai vari stimoli, offrono preziose intuizioni sull’efficacia della lode come strumento educativo. Quando una persona riceve una lode, il sistema di ricompensa del cervello viene attivato, in particolare attraverso il rilascio di neurotrasmettitori come la dopamina, che generano sensazioni di piacere e soddisfazione. Questo processo rinforza i circuiti neurali associati ai comportamenti e alle attività che hanno portato alla lode, aumentando la motivazione intrinseca e la probabilità di ripetere tali comportamenti positivi di nuovo.

Studi neuroscientifici hanno dimostrato che la lode attiva anche la corteccia prefrontale, un’area del cervello associata alla pianificazione, alla presa di decisioni e alla risoluzione dei problemi. Questo non solo facilita un miglioramento delle capacità cognitive, ma anche un’accresciuta capacità di affrontare e superare le sfide. Lodare gli studenti per il loro impegno e il processo di apprendimento, piuttosto che per le loro capacità innate, può promuovere una mentalità di crescita. Secondo Carol Dweck, questo approccio incoraggia gli studenti a vedere le sfide come opportunità di sviluppo, piuttosto che temere il fallimento.

La lode, quindi, non è solo un semplice atto di riconoscimento, ma un potente catalizzatore che influenza il cervello a vari livelli. Attivando il sistema di ricompensa, essa motiva gli studenti a continuare a impegnarsi e a perseguire l’eccellenza. Stimolando la corteccia prefrontale, la lode supporta lo sviluppo di abilità cognitive avanzate e una maggiore resilienza. Queste scoperte neuroscientifiche sottolineano l’importanza di un uso consapevole della lode nel contesto educativo, per potenziare non solo il rendimento scolastico, ma anche il benessere psicologico e la crescita personale degli studenti.

In sintesi, le neuroscienze rivelano che la lode può avere effetti profondi e duraturi sul cervello degli studenti, rafforzando i comportamenti positivi e migliorando le capacità cognitive. Un approccio educativo che integra queste conoscenze può contribuire a creare un ambiente di apprendimento più efficace e inclusivo, dove ogni studente è motivato a raggiungere il proprio pieno potenziale.

La Lode nella Valutazione degli Studenti: Prospettive Pedagogiche e Psicologiche

L’uso della lode nella valutazione degli studenti è un argomento complesso che coinvolge molteplici dimensioni pedagogiche e sociali. Diversi pedagogisti e psicologi dell’educazione hanno esplorato questo tema, offrendo prospettive e approcci che variano significativamente ma che convergono sull’importanza di un uso consapevole e bilanciato della lode.

Burrhus Frederic Skinner, uno dei pionieri del comportamentismo, ha introdotto il concetto di rinforzo positivo, di cui la lode è un esempio classico. Skinner ha dimostrato che comportamenti desiderabili possono essere rafforzati e ripetuti se seguiti da una ricompensa positiva. Nella pratica educativa, questo si traduce nell’uso della lode per incentivare gli studenti a ripetere comportamenti e atteggiamenti positivi verso l’apprendimento. Tuttavia, un’eccessiva dipendenza dalla lode può ridurre la motivazione intrinseca degli studenti, facendoli diventare più dipendenti dai riconoscimenti esterni piuttosto che trovare soddisfazione nel processo stesso dell’apprendimento.

Alfie Kohn, critico del sistema tradizionale di premi e punizioni, argomenta che la lode può essere controproducente. Kohn sostiene che l’uso della lode come strumento di controllo può ridurre la motivazione intrinseca degli studenti, portandoli a cercare approvazione esterna piuttosto che coltivare una genuina passione per l’apprendimento. Egli propone che gli educatori si concentrino maggiormente sull’incoraggiare la curiosità naturale degli studenti e il loro desiderio di apprendere, piuttosto che lodarli semplicemente per i risultati ottenuti.

Carol Dweck, con la sua teoria della “mentalità fissa” e della “mentalità di crescita”, ha offerto un’importante prospettiva sull’uso della lode. Secondo Dweck, lodare gli studenti per il loro impegno e processo, piuttosto che per le loro capacità innate, può promuovere una mentalità di crescita. Questo approccio incoraggia gli studenti a vedere le sfide come opportunità di sviluppo e a perseverare di fronte alle difficoltà, piuttosto che temere il fallimento.

Anche Maria Montessori ha influenzato profondamente il dibattito sulla lode attraverso il suo approccio educativo centrato sull’autonomia e sulla motivazione intrinseca. Montessori credeva che i bambini dovessero trovare soddisfazione nel proprio lavoro e nei propri successi personali, piuttosto che cercare costantemente l’approvazione degli adulti. La sua metodologia educativa sottolinea l’importanza di un ambiente di apprendimento che favorisca l’autonomia e il piacere intrinseco dell’apprendimento.

Jean Piaget, con la sua teoria dello sviluppo cognitivo, ha messo in luce l’importanza della motivazione intrinseca nell’apprendimento. Sebbene Piaget non si sia concentrato direttamente sulla lode, ha sottolineato che i bambini imparano meglio attraverso l’esplorazione autonoma e la scoperta personale. In questo contesto, la lode dovrebbe essere utilizzata per riconoscere i progressi e incoraggiare ulteriori esplorazioni, piuttosto che come ricompensa fine a sé stessa.

Lev Vygotsky, noto per la sua teoria socio-culturale dell’apprendimento, ha enfatizzato il ruolo delle interazioni sociali e del contesto culturale nello sviluppo cognitivo. Vygotsky ha riconosciuto l’importanza del feedback degli adulti, suggerendo che la lode può essere utile se fornita all’interno di un contesto di supporto e collaborazione. La lode, secondo Vygotsky, dovrebbe sostenere la zona di sviluppo prossimale degli studenti, aiutandoli a raggiungere obiettivi che non sarebbero in grado di conseguire da soli.

John Dewey, infine, ha promosso un approccio educativo centrato sullo studente e sull’esperienza pratica. Dewey ha sottolineato che il riconoscimento del progresso e del successo è una parte essenziale del processo educativo. Tuttavia, ha anche avvertito contro un uso eccessivo delle ricompense esterne che potrebbe distogliere l’attenzione degli studenti dall’apprendimento autentico.

In sintesi, la lode può essere un potente strumento pedagogico se utilizzata in modo consapevole e bilanciato. Essa ha il potere di motivare, rafforzare l’autostima e promuovere comportamenti positivi, ma deve essere utilizzata con cautela per evitare di ridurre la motivazione intrinseca e creare dipendenza dal riconoscimento esterno. Gli educatori devono essere consapevoli delle diverse prospettive teoriche e applicare la lode in modo che supporti realmente lo sviluppo e il benessere degli studenti, promuovendo un ambiente educativo stimolante e inclusivo.

La Lode nella Legislazione Scolastica Italiana

L’attribuzione della lode nella legislazione scolastica italiana è regolamentata in modo dettagliato e ha subito diverse modifiche nel corso degli anni. Un documento fondamentale che disciplina questo aspetto è il Decreto Legislativo n. 62 del 13 aprile 2017, che ha introdotto significative novità nel sistema di valutazione e certificazione delle competenze degli studenti.

La Lode nella Scuola Primaria e Secondaria di Primo Grado

Il Decreto Legislativo 62/2017 ha ridefinito il quadro normativo per la valutazione degli studenti, includendo la possibilità di attribuire la lode nei vari ordini di scuola.

  1. Scuola Primaria: La valutazione degli apprendimenti degli alunni della scuola primaria è espressa attraverso un giudizio descrittivo, integrato da una certificazione delle competenze al termine del quinto anno. Il decreto non prevede formalmente la lode per la scuola primaria, ma l’attenzione è posta sul riconoscimento e la valorizzazione delle eccellenze attraverso giudizi descrittivi positivi.
  2. Scuola Secondaria di Primo Grado: Per quanto riguarda la scuola secondaria di primo grado, il decreto prevede che, al termine del ciclo, la commissione d’esame possa attribuire la lode agli studenti che ottengono il voto massimo (10) all’esame di Stato. La lode è concessa a quegli studenti che dimostrano non solo eccellenti risultati accademici ma anche un comportamento esemplare e una partecipazione attiva e costruttiva al percorso di apprendimento.

La Lode nella Scuola Secondaria di Secondo Grado

Il Decreto Legislativo 62/2017 ha introdotto modifiche significative anche per la valutazione nella scuola secondaria di secondo grado, in particolare per l’esame di maturità.

  • Esame di Stato (Maturità): L’articolo 19 del D.Lgs 62/2017 prevede che, durante l’esame di Stato, gli studenti possano ottenere la lode se soddisfano determinate condizioni. La commissione può attribuire la lode agli studenti che, avendo ottenuto il punteggio massimo di 100/100, abbiano dimostrato un percorso di eccellenza negli ultimi tre anni del corso di studi. La lode è concessa se il consiglio di classe ha già attribuito il massimo dei crediti scolastici (40/40) e se il candidato ottiene il punteggio massimo in tutte le prove d’esame. L’assegnazione della lode richiede l’unanimità della commissione.

Valore Pedagogico e Sociale della Lode

Il riconoscimento della lode nella legislazione scolastica italiana ha un profondo valore pedagogico e sociale. La lode rappresenta un importante strumento per incentivare gli studenti a dare il meglio di sé e per riconoscere i loro sforzi e i loro successi. Essa ha il potere di rafforzare l’autostima e la fiducia in sé stessi, motivando gli studenti a perseguire l’eccellenza accademica e a sviluppare una mentalità di crescita.

Dal punto di vista sociale, l’attribuzione della lode promuove una cultura del merito e del riconoscimento del talento. Essa può fungere da modello per gli altri studenti, incoraggiando una competizione sana e costruttiva. Tuttavia, è fondamentale che la lode sia attribuita in modo equo e trasparente, per evitare sentimenti di ingiustizia e disparità.

Sfide e Critiche

Nonostante i suoi benefici, l’uso della lode presenta alcune sfide. Un’attenzione eccessiva alla lode può portare a una competizione sproporzionata e a uno stress significativo tra gli studenti. Inoltre, vi è il rischio che la lode possa accentuare le disuguaglianze, favorendo coloro che già dispongono di risorse e supporti adeguati.

Per mitigare questi rischi, è essenziale che la lode sia utilizzata come parte di una strategia educativa più ampia che valorizzi l’impegno individuale e il progresso personale, piuttosto che concentrarsi esclusivamente sui risultati finali. Gli educatori devono essere consapevoli delle diverse esigenze e potenzialità degli studenti e promuovere un ambiente di apprendimento inclusivo e stimolante.

Riformare la Lode: Verso un Sistema Scolastico Italiano più Equo e Inclusivo

L’attribuzione della lode nella legislazione scolastica italiana, regolamentata in particolare dal Decreto Legislativo 62/2017, rappresenta un importante riconoscimento dell’eccellenza accademica e dell’impegno degli studenti. Essa svolge un ruolo cruciale nel promuovere una cultura del merito e dell’eccellenza, ma deve essere utilizzata con attenzione per evitare effetti negativi come la competizione eccessiva e le disparità. Un utilizzo consapevole e bilanciato della lode può contribuire a creare un ambiente educativo stimolante, equo e inclusivo, dove ogni studente ha la possibilità di esprimere al meglio il proprio potenziale.

Limiti dell’Attuale Sistema di Attribuzione della Lode

L’attuale legislazione italiana prevede l’attribuzione della lode esclusivamente nella valutazione finale degli esami del primo e secondo ciclo e per gli esami universitari. Questa limitazione rappresenta un potenziale ostacolo nel valorizzare l’impegno e le eccellenze durante tutto il percorso scolastico ordinario. Limitare la lode agli esami finali riduce le opportunità di riconoscere e incentivare costantemente gli studenti durante l’intero percorso formativo, diminuendo l’efficacia di questo strumento motivazionale.

Proposta di Estensione della Lode a Tutte le Verifiche

Per superare questo limite, sarebbe auspicabile una revisione della legislazione che consenta l’utilizzo della lode anche nelle verifiche periodiche e nelle attività quotidiane. Estendere la possibilità di attribuire la lode a tutte le fasi del percorso scolastico ordinario permetterebbe di:

  1. Motivare Continuamente gli Studenti: Un riconoscimento costante dell’eccellenza può incentivare gli studenti a mantenere un alto livello di impegno e dedizione durante tutto l’anno scolastico.
  2. Riconoscere il Progresso: La lode potrebbe essere utilizzata per premiare non solo i risultati finali, ma anche i progressi significativi e l’impegno costante, valorizzando così anche gli sforzi di coloro che, pur partendo da situazioni di svantaggio, dimostrano miglioramenti notevoli.
  3. Promuovere un Ambiente Positivo: Un utilizzo regolare della lode può contribuire a creare un clima scolastico più positivo e motivante, favorendo la collaborazione e l’emulazione costruttiva tra gli studenti.

Revisione del Legame tra Lode e Credito Scolastico negli Esami di Stato

Un altro aspetto critico dell’attuale sistema è il legame stretto tra l’attribuzione della lode e il credito scolastico accumulato negli ultimi tre anni del corso di studi. Questo sistema può penalizzare gli studenti che, per vari motivi, non riescono a ottenere il massimo punteggio nei crediti scolastici, pur dimostrando eccellenza nelle prove finali. Questo è particolarmente vero per coloro che hanno subito interruzioni significative nel loro percorso di studi, come nel caso della pandemia COVID-19.

Proposta di Valutazione Autonoma dell’Esame di Stato

Per rendere il sistema più equo e inclusivo, si potrebbe considerare l’opzione di valutare l’esame di Stato come un momento a sé stante, slegato dal credito scolastico accumulato. Questo approccio consentirebbe di:

  1. Premiare il Merito: Valutare l’esame di Stato indipendentemente dai crediti scolastici permetterebbe di riconoscere pienamente il merito degli studenti che eccellono nelle prove finali.
  2. Equità e Inclusione: Questa modifica potrebbe ridurre le disparità create dalle diverse esperienze scolastiche e personali degli studenti, garantendo che tutti abbiano le stesse opportunità di ottenere la lode basandosi esclusivamente sulle loro prestazioni nell’esame di Stato.

Conclusione

In un mondo ideale, ogni studente avrebbe la possibilità di vedere riconosciuto il proprio impegno e la propria crescita attraverso la lode. Questa, oltre a essere un potente strumento motivazionale, rappresenta un faro che guida gli studenti verso la realizzazione del loro pieno potenziale. È essenziale che la legislazione scolastica italiana evolva per includere la lode in tutte le fasi del percorso educativo, riconoscendo e valorizzando non solo i risultati finali ma anche il percorso e i progressi individuali.

Riformare il sistema di attribuzione della lode per renderlo più inclusivo e rappresentativo delle diverse esperienze e potenzialità degli studenti non è solo un atto di giustizia, ma un investimento nel futuro della nostra società. Ogni studente ha il diritto di essere riconosciuto per il proprio impegno, indipendentemente dalle circostanze avverse che possono aver influenzato il suo percorso. La lode, se utilizzata in modo equo e trasparente, può trasformare le aule scolastiche in ambienti più stimolanti e inclusivi, dove il merito è celebrato e ogni studente è spinto a dare il meglio di sé.

In un sistema educativo rinnovato, la lode potrebbe essere non solo un premio, ma un simbolo di speranza e di possibilità, ispirando gli studenti a credere nelle proprie capacità e a perseguire i propri sogni con determinazione e passione. Un cambiamento legislativo in questa direzione non solo migliorerebbe l’efficacia e l’equità della valutazione scolastica, ma contribuirebbe a creare una cultura dell’eccellenza e dell’inclusione che riflette i valori più alti della nostra società.

Terza prova scritta Esame II Ciclo – 2024

Si svolge il 25 giugno la terza prova scritta dell’Esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di Istruzione:



Le prove d’Esame dal 1985 ad oggi

Diario d’Esame 2023-2024 di Dario Cillo