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Presentazione domande Esami di Stato

Nota 12 ottobre 2023, AOODGOSV 33701
Esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione per l’anno scolastico 2023/2024 – Candidati interni ed esterni: termini e modalità di presentazione delle domande di partecipazione


I candidati interni ed esterni presentano domanda di ammissione all’Esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di Istruzione nei tempi indicati dal prospetto riportato, secondo quanto previsto dalla Nota 12 ottobre 2023, AOODGOSV 33701.

Terza prova scritta Esame II Ciclo

Si svolge il 27 giugno la terza prova scritta dell’Esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di Istruzione:

  • nei licei ed istituti tecnici presso i quali sono presenti i progetti sperimentali ESABAC e ESABAC TECHNO

nei licei con sezioni ad opzione internazionale cinese, spagnola, tedesca


Le prove d’Esame dal 1985 ad oggi


Diario d’Esame 2022-2023 di Dario Cillo

Seconda prova scritta Esame II Ciclo

Si svolge il 22 giugno la seconda prova scritta dell’Esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di Istruzione.

Seconda prova scritta Esame II Ciclo – 2023

Le prove d’Esame dal 1985 ad oggi


Diario d’Esame 2022-2023 di Dario Cillo

Prima prova scritta Esame II Ciclo

Si svolge il 21 giugno la prima prova scritta dell’Esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di Istruzione.

Prima prova scritta Esame II Ciclo – 2023


Le prove d’Esame dal 1985 ad oggi


È la traccia dedicata al testo “Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp”, di Marco Belpoliti, la più gettonata dagli studenti che hanno affrontato la prima prova scritta dell’Esame di Stato. Si tratta della seconda proposta nell’ambito della “Tipologia C – Riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su tematiche di attualità” ed è stata svolta dal 43,4% dei maturandi. Il 23,3% dei candidati ha invece optato per la traccia che parte da un testo di Piero Angela, “Dieci cose che ho imparato”, testo argomentativo in ambito tecnico-scientifico. Al terzo posto nelle scelte dei ragazzi la traccia di “Tipologia B – Analisi e produzione di un testo argomentativo” con un testo di Oriana Fallaci, “Intervista con la storia”, svolta dal 9,8% degli studenti.

A seguire, il 9,7% degli studenti ha preferito l’analisi e interpretazione di un testo letterario, con un brano tratto da “Gli indifferenti” di Alberto Moravia. Il 5,8%dei candidati ha svolto la traccia di attualità sulla base di una lettera inviata al Ministro Patrizio Bianchi sugli Esami di Maturità nel 2021 da parte di alcuni esponenti del mondo accademico e intellettuale italiano. Il 4% dei candidati si è cimentato nell’analisi e interpretazione di un testo letterario, con una lirica di Salvatore Quasimodo, “Alla nuova luna”, in “Tutte le poesie”. Infine, il 4%degli studenti ha preferito svolgere l’analisi e la produzione di un testo argomentativo con un testo tratto da Federico Chabod su “L’idea di nazione”.

La traccia di attualità sul valore dell’attesa nella società del “tempo reale” è stata la più gettonata anche nei Licei e negli Istituti tecnici con, rispettivamente, il 38,7% e il 46,4% delle scelte. Anche negli Istituti professionali più di un maturando su due ha scelto la traccia di attualità: è il 52,6% dei candidati. I dati derivano da un’indagine campionaria rappresentativa a livello nazionale.


Diario d’Esame 2022-2023 di Dario Cillo

La seconda prova nei Nuovi istituti professionali

La seconda prova nei Nuovi istituti professionali

di Gennaro Palmisciano

Il presente contributo scaturisce dalle richieste di alcuni presidenti di commissione d’esame di stato 2023 nominati presso istituti professionali. 

Si tratta di dirigenti o più spesso docenti, i quali non hanno mai insegnato nei nuovi professionali e chiedono lumi sull’organizzazione della didattica in tale tipo di istituto.

Va premesso che si tratta di istituti professionali mattinali, perché nei corsi serali non è prevista l’applicazione del riordino disciplinato dal Decreto legislativo 61 del 13 aprile 2017.

Il calendario delle prove d’esame, per l’anno scolastico 2022/2023, prevede una prima prova scritta, per mercoledì 21 giugno 2023, dalle ore 8:30, con una durata massima della prova di sei ore. 

Segue una seconda prova in forma scritta, grafica o scritto-grafica, pratica, compositivo/esecutiva, musicale e coreutica per giovedì 22 giugno 2023. La durata della seconda prova è prevista nei quadri di riferimento allegati al d.m. n. 769 del 2018. Per i soli istituti professionali di nuovo ordinamento, i cui quadri di riferimento sono stati adottati con decreto del Ministro dell’istruzione 15 giugno 2022, n. 164, la durata della prova è definita nei limiti previsti dai suddetti quadri. Negli istituti professionali Servizi per la sanità e l’assistenza sociale la durata è 6 ore, perché non si prevede una prova a carattere pratico, dunque. In tutti gli altri indirizzi professionali la durata può essere maggiore, e si può strutturare un uso dei laboratori, ma la stragrande parte degli istituti si è orientata nel documento del 15 maggio 2023 verso seconde prove senza pratica. Nel caso di durata maggiore di 6 ore, la prova può svolgersi in due giorni.

Ordinariamente nel liceo artistico la seconda prova dura tre giorni, proseguendo nei giorni successivi, a eccezione del sabato; in tal caso, la prova continua il lunedì successivo. 

Per i percorsi EsaBac ed EsaBac techno e nei licei con sezioni ad opzione internazionale cinese, spagnola e tedesca è prevista una terza prova scritta, martedì 27 giugno 2023, dalle ore 8:30. 

Per i candidati assenti giustificati sono previste forme di recupero. La prima prova scritta suppletiva si svolge mercoledì 5 luglio 2023, dalle ore 8:30; la seconda prova 

suppletiva si svolge giovedì 6 luglio 2023, con eventuale prosecuzione nei giorni successivi per gli indirizzi nei quali detta prova si svolge in più giorni; la terza prova scritta suppletiva, per gli istituti interessati, si svolge martedì 11 luglio 2023, dalle ore 8:30. 

L’eventuale ripresa dei colloqui, per le commissioni/classi che li abbiano interrotti perché impegnate nelle prove suppletive, avviene il giorno successivo al termine delle prove scritte suppletive. I colloqui possono essere programmati di sabato. Non possono essere programmati 5 colloqui al mattino e 5 colloqui al pomeriggio nella stessa giornata.

L’invio dei plichi delle prove scritte avviene per via telematica, tranne nelle sezioni carcerarie, per le quali è meglio provvedano i carabinieri, che hanno minori problemi ad entrare nelle carceri rispetto al personale scolastico. 

La prima prova scritta, ai sensi dell’art. 17, comma 3, del d.lgs. 62/2017, accerta la padronanza della lingua italiana o della diversa lingua nella quale si svolge l’insegnamento, nonché le capacità espressive, logico-linguistiche e critiche del candidato. 

La seconda prova, ai sensi dell’art. 17, comma 4, del d. lgs. 62/2017, si svolge in forma scritta, grafica o scritto-grafica, pratica, compositivo/esecutiva musicale e coreutica, e ha per oggetto una disciplina caratterizzante il corso di studio ed è intesa ad accertare le conoscenze, le abilità e le competenze attese dal profilo educativo culturale e professionale dello studente dello specifico indirizzo. 

Per l’anno scolastico 2022/2023, le discipline oggetto della seconda prova scritta per tutti i percorsi di studio, fatta eccezione per gli istituti professionali di nuovo ordinamento, sono individuate dal d.m. n. 11 del 25 gennaio 2023. 

Negli istituti professionali di nuovo ordinamento, la seconda prova non verte su discipline ma sulle competenze in uscita e sui nuclei fondamentali di indirizzo correlati. Pertanto, la seconda prova d’esame degli istituti professionali di nuovo ordinamento è un’unica prova integrata, la cui parte ministeriale contiene la “cornice nazionale generale di riferimento” che indica: 

a. la tipologia della prova da costruire, tra quelle previste nel Quadro di riferimento dell’indirizzo (adottato con d.m. 15 giugno 2022, n. 164); 

b. il/i nucleo/i tematico/i fondamentale/i d’indirizzo, scelto/i tra quelli presenti nel suddetto Quadro, cui la prova dovrà riferirsi. 

Se l’anno scorso le commissioni dipingevano il quadro delle seconde prove con la limitazione di riferirsi a quanto effettivamente percorso, nel corrente anno il quadro delle seconde prove viene dipinto dai professori delle discipline individuate sempre con la limitazione di riferirsi a quanto effettivamente percorso con l’ulteriore obbligo di armonizzarsi ad una cornice nazionale fornita nel plico telematico. In questo viene indicato il/i nucleo/i tematico/i e la tipologia di prova prescelta.

Ricordiamo che quattro sono le tipologie:

  • redazione di una relazione sull’argomento;
  • studio di caso;
  • fasi e delle modalità di realizzazione di un prodotto o di un servizio;
  • progetto finalizzato alla promozione del territorio e/o all’innovazione delle filiere di indirizzo.

Le commissioni declinano le indicazioni ministeriali in relazione allo specifico percorso formativo attivato (o agli specifici percorsi attivati) dall’istituzione scolastica, con riguardo al codice ATECO, in coerenza con le specificità del Piano dell’offerta formativa e tenendo conto della dotazione tecnologica e laboratoriale d’istituto. Viene posto all’attenzione delle commissioni il codice dell’Attività Economica (ATECO) ed il NUP (che è un codice della Nomenclatura Unità Professionali Istat). Il riferimento al NUP compare nell’allegato al certificato di diploma e dovrebbe essere utilizzato ai fini del collocamento lavorativo. Va fatto presente che l’Istat dal 2023 utilizza il codice CP (Classificazione delle Professioni). Molto probabilmente nel prossimo anno anche il mondo della scuola utilizzerà il CP, anziché il NUP.

Nei soli istituti professionali Servizi per la sanità e l’assistenza sociale è presente un membro esterno (quello di psciologia), che dovrà provvedere alla redazione della seconda prova; in tutti gli altri indirizzi le tre proposte di seconda prova saranno elaborate da membri interni.

La trasmissione della parte ministeriale della prova avviene tramite plico telematico, il martedì precedente il giorno di svolgimento della seconda prova. La chiave per l’apertura del plico viene fornita alle ore 8:30; le commissioni elaborano, entro il mercoledì 21 giugno per la sessione ordinaria ed entro il mercoledì 6 luglio per la sessione suppletiva, tre proposte di traccia. Tra tali proposte viene sorteggiata, il giorno dello svolgimento della seconda prova scritta, la traccia che verrà svolta dai candidati.

Gli argomenti presenti nella simulazione della seconda prova eventualmente presente nel documento del 15 maggio non possono essere utilizzati nelle tre proposte di traccia.

Si possono verificare due casi. 

1. Se nell’istituzione scolastica è presente, nell’ambito di un indirizzo, un’unica classe di un determinato percorso, l’elaborazione delle proposte di traccia è effettuata dai docenti della commissione/classe titolari degli insegnamenti di Area di indirizzo che concorrono al conseguimento delle competenze oggetto della prova, sulla base della parte ministeriale della prova, tenendo conto anche delle informazioni contenute nel documento del consiglio di classe. 

2. Se nell’istituzione scolastica sono presenti più classi quinte che, nell’ambito dello stesso indirizzo, seguono lo stesso percorso e hanno perciò il medesimo quadro orario (“classi parallele”), i docenti titolari degli insegnamenti di Area di indirizzo che concorrono al conseguimento delle competenze oggetto della prova di tutte le commissioni/classi coinvolte elaborano collegialmente le proposte di traccia per tali classi quinte, sulla base della parte ministeriale della prova, tenendo conto anche delle informazioni contenute nei documenti del consiglio di classe di tutte le classi coinvolte. In questo caso, poiché la traccia della prova è comune a più classi, è necessario utilizzare, per la valutazione della stessa, il medesimo strumento di valutazione, elaborato collegialmente da tutti i docenti coinvolti nella stesura della traccia in un’apposita riunione, da svolgersi prima dell’inizio delle operazioni di correzione della prova. Non rileva il fatto che eventualmente le classi si trovino in plessi diversi dello stesso istituto o che abbiano svolto alcuni argomenti con maggiore o minore approfondimento.

Nel caso di classi parallele si può verificare per docenti che abbiano figli, parenti o affini in altra classe parallela una condizione di incompatibilità non assoluta, ma relativa all’elaborazione delle sole seconde prove. Pertanto costoro vanno senz’altro esclusi dalla redazione delle seconde prove, ma non dai lavori della classe parallela a cui hanno insegnato e della quale non fa parte il figlio, il parente o l’affine.

In fase di stesura delle proposte di traccia della prova, si procede inoltre a definirne la durata, nei limiti e con le modalità previste dai Quadri di riferimento, e l’eventuale prosecuzione della stessa il giorno successivo, laddove ricorrano le condizioni che consentono l’articolazione della prova in due giorni. È buona norma tenere ben presenti le indicazioni contenute nel documento del 15 maggio, perché dettaglia il tipo di organizzazione alla quale gli alunni sono stati abituati. Nel caso di articolazione della prova in due giorni, come previsto nei Quadri di riferimento, ai candidati sono fornite specifiche consegne all’inizio di ciascuna giornata d’esame. Le indicazioni relative alla durata della prova e alla sua eventuale articolazione in due giorni sono comunicate ai candidati tramite affissione di apposito avviso presso l’istituzione scolastica sede della commissione/classe, nonché, distintamente per ogni classe, solo e unicamente nell’area documentale riservata del registro elettronico, cui accedono gli studenti della classe di riferimento. 

Ulteriore compito è la redazione della griglia per la valutazione della seconda prova, dal momento che nei Quadri di riferimento sono dettagliati gli indicatori ed i soli valori massimi, ma non i descrittori ed i valori per i vari livelli.

Pertanto ai presidenti si può consigliare di verificare attentamente le griglie predisposte, perché molto spesso non si riferiscono agli indicatori previsti dai Quadri di riferimento oppure non rispettano i valori massimi indicati.

Si sottolinea che la Griglia di valutazione evidenzia le richieste al candidato, che deve essere stato preparato ad averle ben presenti.

Inoltre, in ogni item delle prove predisposte dovrebbe essere chiaramente esplicitato il riferimento alla/e competenza/e del profilo in uscita. Esemplificando un item per prova nell’istituto alberghiero dopo indicazione ministeriale per il secondo nucleo tematico(Pianificazione e gestione di prodotti e/o di servizi, con particolare riguardo ai seguenti ambiti: identificazione delle risorse, valutazione dei mutamenti delle tendenze di acquisto e di consumo, controllo della qualità, ottimizzazione dei risultati, efficienza aziendale e sostenibilità ambientale) e tipologia 1:

1) Haccp e sistema di autocontrollo della qualità non sono sinonimi. Il candidato faccia un esempio pratico. (Competenza 3 del profilo dell’Istituto professionale Alberghiero 24.1.2018)

In tal modo risulta più chiara la finalizzazione degli item proposti alla valutazione delle competenze. I presidenti dovrebbero verificare e sollecitare tale chiaro riferimento alle competenze del profilo di uscita, che dovrebbe emergere nelle programmazioni per unità di apprendimento, operate dai docenti nel percorso dei nuovi professionali.

Nei percorsi di secondo livello dell’istruzione professionale che fanno riferimento al previgente ordinamento, la seconda prova d’esame è costituita, come nello scorso anno, da una prima parte nazionale della traccia, inviata tramite plico telematico, e da una seconda parte elaborata dalle commissioni, in coerenza con quanto previsto dai quadri di riferimento di cui al d.m. 769 del 2018. Pertanto, le commissioni: 

– predispongono la seconda parte della seconda prova tenendo conto del piano dell’offerta formativa della scuola; 

– in sede di riunione preliminare definiscono le modalità organizzative per lo svolgimento della prova, che può essere svolta lo stesso giorno o il giorno successivo tenendo conto della specificità dell’indirizzo e della disponibilità di attrezzature e laboratori. Le modalità organizzative e gli orari di svolgimento sono immediatamente comunicati alla scuola e ai candidati il giorno della prima prova; 

– il giorno stabilito per lo svolgimento della seconda parte della seconda prova, elaborano il testo della parte di loro competenza tenendo in debito conto i contenuti e la tipologia della parte nazionale della traccia. 

La commissione d’esame tiene conto, altresì, del percorso di studio personalizzato (PSP) formalizzato nel patto formativo individuale (PFI), privilegiando tipologie funzionali alla specificità dell’utenza. 

La commissione/classe è tenuta a iniziare la correzione e valutazione delle prove scritte al termine della seconda prova, dedicando un numero di giorni congruo rispetto al numero dei candidati da esaminare. Si deve pensare ad un tempo medio di correzione tra i venti e i trenta minuti.

La commissione/classe dispone di un massimo di venti punti per la valutazione di ciascuna prova scritta, per un totale di quaranta punti. 

Il punteggio attribuito a ciascuna prova scritta è pubblicato per tutti i candidati, ivi compresi i candidati con DSA che abbiano sostenuto prove orali sostitutive delle prove scritte in lingua straniera e i candidati con disabilità che abbiano sostenuto gli esami con prove relative al percorso didattico differenziato, tramite affissione di tabelloni presso l’istituzione scolastica sede della commissione/classe, nonché, distintamente per ogni classe, solo e unicamente nell’area documentale riservata del registro elettronico, cui accedono gli studenti della classe di riferimento, almeno 48 ore prima della data fissata per l’inizio dello svolgimento dei colloqui. Vanno esclusi dal computo le domeniche e i giorni festivi intermedi. 

Ai sensi dell’art. 16, comma 6, del d. lgs. n. 62 del 2017, le commissioni possono procedere alla correzione delle prove scritte operando per aree disciplinari. Le commissioni/classi dovranno fare riferimento al Decreto Ministeriale n. 319 del 29 maggio 2015. Per gli istituti professionali di nuovo ordinamento che non sono inclusi in questo decreto, le commissioni procederanno per analogia con la suddivisione delle discipline degli istituti professionali di ordinamento precedente. Nel caso dei nuovi professionali la prima prova può essere corretta dai docenti di italiano, storia e lingua straniera, mentre gli altri provvederanno alla correzione della seconda prova. Considerato che le Scienze motorie e sportive, per finalità, obiettivi e contenuti specifici, possono trovare collocazione sia nell’area linguistico-storico-filosofica che in quella scientifica, si rimette all’autonoma valutazione delle commissioni, nel rispetto dei citati enunciati, l’assegnazione della stessa all’una o all’altra delle aree succitate.

Alla valutazione provvede l’intera commissione.

Prepararsi al colloquio d’Esame

Una forte esperienza formativa: prepararsi al colloquio d’esame con serenità

di Annalisa Filipponi [1]

                L’esame di stato conclusivo del primo ciclo dell’istruzione torna nella sua veste conosciuta (tre prove scritte e un colloquio orale) prima della pandemia. La Nota ministeriale informativa n° 4155 del 7 febbraio 2023 del Ministero dell’Istruzione del Merito in relazione al colloquio conclusivo recita: “Il colloquio (DM. 741/2017, articolo 10), condotto collegialmente dalla sottocommissione, valuta il livello di acquisizione delle conoscenze, abilità e competenze descritte nel profilo finale dello studente previsto dalle Indicazioni nazionali per il curricolo, con particolare attenzione alle capacità di argomentazione, di risoluzione di problemi, di pensiero critico e riflessivo, di collegamento organico e significativo tra le varie discipline di studio. Il colloquio accerta anche il livello di padronanza delle competenze connesse all’insegnamento trasversale di educazione civica.

                La prima domanda da porsi è quella relativa all’efficacia del colloquio d’esame della Secondaria di I grado, condotto dagli insegnanti di classe a pochi giorni dalla fine della scuola e come ultimo momento di un ciclo di studi, con una modalità che molto spesso si risolve in una carrellata di contenuti raccolti in una “tesina” o con risposte del discente a domande specifiche dell’insegnante quasi esclusivamente correlate alle singole discipline. Una attenta lettura della nota ministeriale nella parte centrale del suo articolato sul colloquio (“particolare attenzione alle capacità di argomentazione, di risoluzione di problemi, di pensiero critico e riflessivo, di collegamento organico e significativo tra le varie discipline di studio”) apre la possibilità a valutare se vi possono essere altre modalità, oltre a quelle conosciute, per condurre un esame che soddisfi appieno la norma e al tempo stesso costituisca un elemento di novità e un’occasione formativa per gli studenti nell’ultima parte e nel primo esame del loro percorso scolastico nel Primo ciclo d’istruzione.

                Per questo l’Accademia di Argomentazione e Debate del Friuli-Venezia Giulia- DeAFVG.APS- ha avviato in due importanti Istituti comprensivi del Friuli-Venezia Giulia delle azioni formative per preparare gli studenti e le studentesse a nuove modalità e nuovi moduli didattici che li conducano con rinnovata motivazione al colloquio d’esame. Una delle due esperienze innovative ha carattere sperimentale e introduce il Debate come modalità facoltativa di svolgimento del colloquio d’esame; l’altra invece si sviluppa in alcuni moduli formativi propedeutici al colloquio, liberamente scelti da allievi e famiglie, e utilizza la metodologia del Dialogo euristico peer to peer in Comunità di ricerca oltre a porre le basi del Public Speaking.

Entrambe le sperimentazioni sono tese verso uno sviluppo problematizzante della dialettica argomentativa per costruire, insieme agli studenti e ai loro insegnanti, una modalità che sposti la comunicazione in sede d’esame dalla sola esposizione ad una argomentazione ragionata. Dunque, la finalità che accomuna le due diverse esperienze è quella di poter osservare e valutare le competenze acquisite da ciascun discente nel processo cognitivo maturato nel corso del triennio della Secondaria di I grado.


                L’attività sperimentale condotta in un Istituto vuole verificare gli effetti della trasformazione del colloquio d’esame attraverso l’utilizzo del Debate, levando quella prova sia dalla sua forma tradizionale (esposizione di un argomento e poi eventuali domande sulle varie materie di studio), sia da forme sperimentali ma trasmissive (redazione ed illustrazione di tesine, power point, ricerche, ecc.). Si tratta di cercare di spostare il focus del colloquio dalla trasmissione di contenuti all’utilizzo, in quella sede, di abilità analitiche, critiche, argomentative e di vere competenze comunicative anche nell’ambito di diversi contenuti, da presentare e rielaborare per sostenere un colloquio d’esame sereno, divertente ma profondo.

                Il Debate possiede tutte le caratteristiche per toccare gli elementi sopra citati, nell’ambito di un apprendimento critico in cui l’argomentazione si costruisce per un’azione comunicativa efficace e approfondita. La sperimentazione trasforma il colloquio d’esame in una forma di innovazione didattica di Debate formativo, che non ha alcun valore agonistico, ma permette allo studente di usare la struttura argomentativa come strumento di comunicazione trasversale di contenuti didattici. Le conoscenze disciplinari saranno utilizzate per rendere solida la ricerca documentale, che costituisce la basa strutturale della prova, dato che l’esame si svolgerà a coppie di studenti e in forma dialettica, all’interno di argomentazioni PRO e CONTRO su una Mozione data. La Mozione, comunicata agli studenti una quindicina di giorni prima dell’esame, sarà formulata dai docenti esaminatori e verterà su argomenti afferenti ai curricoli disciplinari e/o di educazione civica analizzati in classe durante l’anno.

                Si tratta, dunque, di un modo innovativo di condurre l’esame di stato, in cui lo studente non deve solo assemblare contenuti e argomenti, ma scegliere quali contenuti e quali argomenti supportano la sua posizione (pro o contro) in rapporto alla Mozione. Si tratta della metodologia del Debate, adattata però ad una funzione non competitiva, ma solamente formativa. Ciascun allievo cercherà di convincere la commissione del livello di competenze acquisite lungo il triennio non attraverso la sola trasmissione di contenuti, ma utilizzando i contenuti come elemento cardine della loro rielaborazione cognitiva, che comunicherà tramite argomentazioni a sostegno o a confutazione di una tesi data.


                La seconda esperienza formativa coinvolge gran parte degli studenti di due Scuole secondarie di un Istituto comprensivo e si fonda su un processo formativo che tocca alcuni elementi del Debate e delle pratiche argomentative più collaudate come la Comunità di ricerca e il Public Speaking. Infatti, i moduli su cui si è sviluppato il percorso preparatorio hanno cercato di produrre un processo di apprendimento significativo, al fine di sviluppare un reale apprendimento cognitivo, con l’analisi e, quindi, lo sviluppo di diversi stili comunicativi dentro contesti plurali, con una base argomentativa preparata per cercare di coinvolgere chi ascolta. Il corso preparatorio è stato strutturato su tre cardini didattici:

  1. La Comunità di ricerca per un dialogo euristico tra pari (saper ascoltare, rielaborare un pensiero proprio su un testo dato, imparare a comunicarlo in modo corretto ed efficace).
  2. Saper comunicare in modo efficace: il Public Speaking.
  3. Saper tenere il focus in un colloquio rielaborando alcuni collegamenti interdisciplinari raccordandoli tra loro con i connettivi appropriati.

Gli esiti di queste nuove modalità di approccio al colloquio d’esame conclusivo del Primo ciclo dell’istruzione si potranno analizzare solo al termine dell’anno scolastico, ma fin d’ora si può indicare la metodologia formativa proposta, come esperienza vissuta con vero entusiasmo dai/dalle giovani studenti/studentesse che l’hanno scelta.

 Le docenti formatrici esperte esterne sono state affiancate, in entrambe le azioni formative, da un docente tutor facente parte della commissione d’esame. Il tirocinio formativo ha visto alunni ed alunne sperimentare il passaggio dalla trasmissione di contenuti (propria delle interrogazioni, anche delle più problematizzanti) allo sviluppo argomentativo di una tesi, incentrata su un’area tematica di interesse. In questo modo alunni ed alunne si confronteranno con un compagno o una compagna che sta sostenendo le tesi opposte in una delle due scuole; mentre trasformeranno l’esposizione di contenuti in una tesi argomentativa nell’altra scuola. Non si tratta di un esercizio di retorica, ma dello sviluppo della competenza che permette di verificare un argomento da diversi punti di vista. In questo modo si forniscono agli studenti competenze che rendono attivo l’ascolto, che permettono anche nella fase adolescenziale di affrontare questioni complesse, che consentono di esporre le proprie ragioni e ascoltare quelle degli altri interlocutori, ma solo dopo aver analizzato attentamente la Mozione o l’argomento scelto non sull’onda di un’interlocuzione basata sull’improvvisazione emotiva, ma attraverso un approfondimento centrato sul lavoro preparatorio.

                L’attività così progettata sposta le potenzialità argomentative da un indistinto luogo libero (in cui ognuno può dire quello che vuole) ad un esame di stato in cui la qualità della propria argomentazione viene valutata nella sua profondità, pertinenza, coerenza logica, anche nello scambio dialogico, dalla commissione d’esame. Si cerca di passare, in questo modo, dall’esposizione di una “tesina” o dall’illustrazione di un power point, ad una prova di dialettica argomentativa dentro una vera prova di realtà qual è l’esame di stato.


                Il colloquio d’esame si trasforma, dunque, in una vera prova esperta, dentro il campo reale dell’argomentazione, cogliendo in pieno il senso della nota ministeriale citata.

                Il lavoro è ambizioso, ma collega formazione, innovazione e ricerca didattica al fine di sperimentare le potenzialità del Debate e del Dialogo euristico tra pari in Comunità di ricerca in una logica che sposta l’attenzione dello studente dalla comunicazione trasmissiva (propria della scuola) o istintiva (propria dei social) a quella del discorso connesso ad un’organizzazione preventiva del sapere argomentato da comunicare.

Collocare tutto questo in un esame di stato vuol dire cercare di costruire percorsi di senso dentro una preparazione scolastica che, comunque, attesta la fine di un importantissimo ciclo dell’istruzione.


  1. Docente e formatrice. Presidentessa dell’Accademia di Argomentazione e Debate del Friuli Venezia Giulia e della Sezione Friuli Venezia Giulia della Società Nazionale Debate Italia.

Punteggi integrativi e lode nell’Esame di Stato

Quali criteri per i punteggi integrativi nell’esame di Stato?

di Gennaro Palmisciano (*)

Con la pubblicazione dell’Ordinanza Ministeriale 45 dell’8 marzo 2023 si è avviato il completamento della definizione dell’assetto operativo dell’Esame di Stato del II ciclo per il corrente anno scolastico. L’edizione 2023 è caratterizzata da un deciso rientro verso la normalità organizzativa, dopo l’emergenza pandemica, nell’alveo del decreto legislativo 62 del 13 aprile 2017, norma vigente in materia dell’Esame di Stato del II ciclo.

Si dà l’occasione per ribadire che nella riunione preliminare vanno definiti i criteri per l’attribuzione del punteggio integrativo e della lode. Detti criteri non possono limitarsi ai prerequisiti, ma devono definire quelle condizioni, al verificarsi delle quali vanno assegnati rispettivamente punteggio integrativo e lode.

Il punteggio integrativo è disciplinato dall’art. 16 co.9 lettera c e dall’art. 28 co.4.

Prerequisiti del punteggio integrativo sono:

  1. un credito scolastico di almeno 30 punti;
  2. un risultato nelle prove d’esame pari almeno a 50 punti.

I criteri possono essere formulati nei seguenti termini, per esempio.

La commissione concordemente decide di attribuire il punteggio integrativo, nella misura di un punto al verificarsi di ciascuno dei seguenti criteri, fino ad un massimo di cinque punti, al verificarsi di tutti i criteri:

1)            padronanza dei nuclei fondanti e dei metodi propri delle discipline;

2)            utilizzo dei concetti e dei fondamentali strumenti delle discipline per analizzare la realtà ed operare, con consapevolezza ed autonomia, nei campi applicativi del settore di riferimento;

3)            capacità di arricchire le conoscenze scolastiche con apporti personali;

4)            padronanza linguistica anche con riferimenti ai linguaggi settoriali e alla capacità di esposizione organica e coerente;

5) capacità di utilizzare strategie orientate al risultato e all’efficace risoluzione dei problemi.

Analogo discorso può essere fatto in merito ai criteri per l’attribuzione della lode (art. 16 co.9 lettera d e art. 28 co.5).

I prerequisiti della lode sono:

a) un punteggio massimo di 60 punti nelle prove senza bonus;

b) l’attribuzione del credito scolastico nella misura massima di 40 punti con voto unanime del consiglio di classe.

Si propone un esempio di criteri per la lode di seguito.

1)            Per la capacità di rielaborare gli argomenti in modo strutturato, originale e adeguatamente approfondito e di trasferire con sicurezza ed autonomia i saperi appresi in ambiti operativi, in particolare in riferimento allo specifico settore.

2)            Per aver dimostrato un’eccellente capacità nel cogliere i nessi trasversali delle discipline, nonché una capacità argomentativa rigorosa e approfondita.

3) Per aver dimostrato di possedere riferimenti culturali extrascolastici che denotano un atteggiamento di vivace curiosità, articolato desiderio di approfondimento, brillanti capacità di analisi e spirito critico.

(*) Dirigente Ispettore Tecnico

L’esame di stato: valutare le “varie ed eventuali”

L’esame di stato: valutare le “varie ed eventuali”

di Stefano Stefanel

L’accoglienza che questo 2022 sta dando al ritorno dell’esame di stato conclusivo dei due cicli in presenza e con i compiti scritti dimostra come nell’immaginario collettivo nazionale questo sia comunque un momento di passaggio ritenuto fondamentale. Il fatto che sia un esame stressante, contenutistico, ma privo di qualsivoglia selettività, non lo sminuisce nella sua portata sociale e culturale. Dunque facciamo i conti con questo esame, che la pandemia non è riuscita a seppellire, insieme al suo nozionismo, ai suoi stanchi rituali, al suo essere totalmente inutile nel defnire orientamenti ormai a tutti già noti.

Il fatto, poi, che sia un rito necessario dice, una volta di più, che deve essere preso sul serio e analizzato come fonte pedagogica primaria almeno degli anni conclusivi del ciclo di studi. Se l’esame fnale del primo ciclo è enciclopedico e inutile e condiziona probabilmente solo la parte conclusiva del terzo anno, l’esame di stato nel secondo ciclo invade tutto il triennio e produce una sorta di cappa pedagogica da cui praticamente nessuno vuole uscire o nessuno nemmeno fa fnta di voler uscire. Pagati, pertanto, i dovuti debiti ad un rito popolare che costituisce uno degli elementi distintivi del passaggio di età, va, però, considerata, la sua lateralità rispetto a quello che si fa normalmente nelle scuole. Sembra, infatti, che gli studenti studino una cosa e poi nell’esame di stato vengano verifcati su altro. L’impressione è che sarebbe come se una squadra si allenasse durante la settimana a giocare a pallacanestro, ma poi la domenica partecipasse al campionato di calcio.

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Molta passione nell’opinione pubblica la determinano le tracce della prima prova di italiano, uguale per tutti. E’ una prova che costituisce in prima battuta uno sfoggio di cultura di coloro che la predispongono, dato che producono un’antologia di proposte con molte tracce di difficile lettura. Questo esercizio di lettura di un’antologia di testi, di scelta del testo da analizzare/commentare, di redazione scritta costituisce un unicum nella vita dello studente. Dal punto di vista pedagogico è interessante notare, però, come lo studente nel suo percorso venga “interrogato” su contenuti e metodi legati alla disciplina, e come, nel frattempo, si costituisca una sua struttura di pensiero attraverso l’informale e poi debba farci sopra un tema (o un saggio breve). Poiché non conosco uno studente che durante l’anno sia stato invitato a colloquiare su un argomento di attualità e poi ne abbia ricevuto un voto, mi sembra che qui si raggiunga l’apice della pedagogia creativa, valutando qualcosa su cui la scuola non ha nulla da dire, relegando l’attualità ai compiti in classe di italiano o al compito dell’esame di stato.Questo rapporto tra una scuola che insegna il formale e che poi valuta l’informale è molto interessante, anche se forse pedagogicamente scollegato dall’idea di fondo per cui l’apprendimento comunque tende a passare, per lo più, dall’insegnamento. Fa dunque stupore questa tenerezza italiana per le “varie ed eventuali” che servono a valutare uno studente che ha studiato ed è stato interrogato su altro. Qualche tempo fa, all’inizio delle pandemia, avevo suggerito di trasformare, anche con l’uso del digitale, l’interrogazione (a domanda risponde o anche “fatti la domanda da solo e risponditi”) in un colloquio colto tra due soggetti non equo- ordinati (l’insegnante e lo studente), che però condividono le basi qualifcanti del discorso. Vedo che si è andati nella direzione opposta e che le interrogazioni sono tornate prepotentemente alla ribalta anche con distanziamenti e mascherine. Rimane però questo scarto tra ciò che viene insegnato di ogni disciplina e la richiesta che lo studente si eserciti con senso critico e autonomo, che però nessuno tiene in grande considerazione se non durante questi famosi scritti. Trasformati in articolisti di fondo o saggisti da elzeviro gli studenti dimostrano di apprendere altrove anche ciò che non viene loro insegnato a scuola (l’argomento musicale, che ha fatto felici tutti, non ha prodotto mai un voto durante l’anno).

L’opinione pubblica è simpaticamente colpita da questi testi di giugno, salvo poi disinteressarsi di una scuola che insegna e verifca – per tutto il resto del tempo – su contenuti, ma alla fne valuta lo studente su altro che, evidentemente, lo studente ha imparato da sé.

Pensare però di trasformare degli studenti in saggisti con qualche compito in classe è ritenere che tutto ciò che non è direttamente insegnato sta nelle “varie ed eventuali” in cui ognuno può dire quello che gli pare attingendo dove ritiene più opportuno. Pascoli e Verga antologicizzati sono dunque la foglia di fco dell’operazione di superfcializzazione del sapere, laddove lo studente deve prepararsi su un argomento, ma poi viene valutato su opinioni, anche non supporate da adeguate citazioni. Il fatto, poi, di afrontare un argomento con le sole carta e penna, senza poter accedere direttamente alle fonti per citarle, dice soltanto che si vuole insegnare ad essere “saggisti” nel modo sbagliato, perché quello giusto è scrivere con le fonti sott’occhio, non andando a ricordo (unici casi in cui perdoniamo il “ricordo” sono quelli di Gramsci e Pirenne, che hanno scritto dal carcere e quindi, non avendo le fonti sott’occhio, sono dovuti andare a memoria).

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Il colloquio su cui si chiude l’esame di stato è un altro esempio di “varie ed eventuali” fatte sistema. Nel corso dell’anno lo studente non viene mai interrogato nell’ambito di un colloquio interdisciplinare. Si fanno delle simulazioni, ma giusto per scriverlo nel documento programmatorio fnale. In realtà le discipline rimangono sempre ben distinte, per cui quando improvvidamente nell’esame appaiono in forma multidisciplinare o interdisciplinare si assiste al via vai dei collegamenti, alle strane sinergie, alle affinità elettive mai venute in mente a nessuno. Anche in questo caso la scuola verifca in un modo, l’esame fnale in un altro. Ciò vale anche per i Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (PCTO) di cui lo studente non parla mai in classe o con i suoi docenti, salvo che all’esame di stato.

In sintesi mi pare che la gioia per il ritorno dell’esame di stato in presenza e degli scritti sia un’ineludibile richiesta restaurativa di qualcosa che costituisce un vero e proprio tratto distintivo dell’italianità, laddove questo rito di passaggio è una sorta di iniziazione necessaria. Nel generale entusiasmo anche mediatico per l’esame mi pare stia sfuggendo la pedagogia e la sua richiesta di un certo rigore processuale. Personalmente toglierei le interrogazioni dalla scuola e le lascerei solo alla loro ineludibile trasformazione in interrogatorio nei tribunali e sposterei tutto sul concetto di colloquio: ma sempre, non solo all’esame. Trovo molto utile che gli studenti dialoghino sull’attualità, sui problemi, sulla cultura, su Pascoli e Verga (o Caproni), ma vorrei che questo fosse il sistema, non il lampo di giugno. Trovo plausibile che le materie di indirizzo vengano testate in rapporto alle reali competenze acquisite. Ma vorrei qualcosa di più strutturato e organico di un esame sulle “varie de eventuali” alla fne di una scuola legata a rigidi ordini del giorno (le materie) così come le ha codifcate Gentile al tempo del fascismo. La pandemia e la risposta della scuola a quella tragedia mi avevano fatto sperare nella ricerca di una nuova linea pedagogica. Il fusso mediatico dei pensieri (oramai tutti resi pubblici, questo incluso) mi fa ritenere che si continuerà ad essere valutati durante l’anno sulla battaglia del grano e nell’esame di stato su qualcos’altro di cui in classe non si è riusciti a parlare mai perché si doveva ascoltare la lezione sulla battaglia del grano. Non ho grande passione per le nozioni e il nozionismo testato da domandine, ma non credo si possano eliminare i problemi della pedagogia e dell’apprendimento con esami fnali fatti sulle “varie ed eventuali”.

Valutazione apprendimenti studenti ucraini


Il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha firmato l’Ordinanza per la valutazione degli apprendimenti negli scrutini finali e per gli Esami di Stato delle studentesse e degli studenti ucraini per l’anno scolastico 2021/2022. L’Ordinanza è valida per tutti gli alunni e studenti ucraini iscritti nelle scuole italiane del primo e del secondo ciclo a partire dal 24 febbraio scorso, a seguito del conflitto in Ucraina.

La valutazione nelle classi intermedie

Per gli scrutini delle classi intermedie del primo e del secondo ciclo, la valutazione è effettuata collegialmente dal consiglio di classe (dai docenti contitolari della classe per la scuola primaria), in riferimento all’eventuale Piano didattico personalizzato (PDP), predisposto tenendo conto dell’impatto psicologico e del livello delle competenze linguistico-comunicative in lingua italiana, nonché della complessità del processo di apprendimento maturato nel contesto della guerra e della conseguente emergenza umanitaria.

Nel primo ciclo, gli alunni vengono ammessi alla classe successiva anche in mancanza di elementi sufficienti per la valutazione che viene espressa tramite un giudizio globale sugli apprendimenti, sull’acquisizione di capacità linguistico-comunicative, sul livello di socializzazione e partecipazione alla didattica.

Nel secondo ciclo, in mancanza di sufficienti elementi di valutazione o con votazioni inferiori a sei decimi, si viene comunque ammessi alla classe successiva, ma il consiglio di classe predispone un Piano di apprendimento individualizzato con obiettivi e strategie per il raggiungimento dei relativi livelli di apprendimento. Nelle classi terza e quarta, l’attribuzione del credito scolastico è rinviata all’anno scolastico 2022/2023 a seguito di opportune verifiche sul raggiungimento degli obiettivi.

Per alunni e studenti ammessi alle classi successive, verrà predisposto un Piano di apprendimento individualizzato e, nell’anno scolastico 2022/2023, verranno realizzate attività idonee a sostenerne l’attuazione.

L’Esame di Stato del primo e del secondo ciclo

Per le studentesse e gli studenti ucraini che, secondo il consiglio di classe, non siano in grado di sostenere gli Esami conclusivi del primo e del secondo ciclo in considerazione del livello delle abilità linguistiche ricettive e produttive scritte e orali nella lingua italiana, o per il mancato raggiungimento delle competenze disciplinari previste dalle Indicazioni nazionali e dalle Linee guida, può essere deliberato l’esonero dallo svolgimento degli Esami di Stato.

A questi alunni e studenti, in sede di scrutinio finale, il consiglio di classe rilascia un attestato di credito formativo che, per gli alunni della terza classe di scuola secondaria di primo grado, diventa titolo per l’iscrizione alla scuola secondaria di secondo grado.

I percorsi di formazione per gli adulti

Nei percorsi d’istruzione per adulti presso i CPIA, la valutazione viene effettuata tenendo conto del Patto formativo individuale e in base alle attività didattiche svolte. L’Esame di primo livello è sostituito da una valutazione finale da parte dei docenti. Il consiglio di classe, tenendo conto di eventuali carenze, può modificare il Patto formativo individuale per l’anno scolastico successivo, per permettere di sostenere l’Esame di Stato conclusivo.

L’avvio del prossimo anno scolastico

L’Ordinanza contiene, inoltre, indicazioni per favorire la frequenza di alunni e studenti ucraini nell’anno scolastico 2022/2023.

Tema sì, tema no

Tema sì, tema no

di Maurizio Tiriticco

Sono semplicemente stupefatto! Ma come si permettono quarantamila studenti, replico… 40.000…. di firmare una petizione in cui si chiede l’abolizione della PROVA SCRITTA DI ITALIANO al termine del percorso di ISTRUZIONE? Nonché, aggiungerei, di FORMAZIONE ed EDUCAZIONE? Perché queste sono le finalità che la scuola oggi perseguein Italia. Replico: come si permettono? Un ALUNNO dovrebbe forse decidere che cosa deve fare l’INSEGNANTE? E non dovrebbe essere solo il linguista LUCA SERIANNI ad opporsi a questa stravagante richiesta! Si legga “la Repubblica” di oggi, 23 novembre 2021. Dovrebbero opporsi anche le altre migliaia di studenti seri, convinti che leggere, scrivere e far di conto sono COMPETENZE fondamentali per vivere, affermarsi, collaborare, partecipare alla convivenza sociale, lavorare. Competenze che bisogna acquisire, comunque! E non si tirino in ballo il covid, le assenze forzate dalla scuola ed altre giustificazioni! Io affrontai e superai gli esami di maturità classica nel lontano 1946, anche se a settembre (allora si poteva rinviare), con quattro prove scritte edinterrogazioni mirate (niente colloqui) su tutte le materie e relative a tutti e tre gli anni! E nessuno studente si mise in testa allora di dover “cambiare le cose”, quando la guerra, la fame, l’occupazione tedesca potevano costituire motivi validi per un esame “leggero”. Quindi, voglio solo sperare che questa assurda richiesta venga decisamente respinta!

Ma facciamo un po’ di storia! Da più parti si continua a parlare ancora oggi di “esame di maturità”, quando invece l’esame di maturità non esiste più, e da ben 24 anni! E’ segno, purtroppo, che a volte certe inveterate abitudini sono dure a morire! Ma, veniamo ai fatti, ovvero alle norme. Carta canta! E’ opportuno riandare al lontano 1969. Il Paese, lo Stato e la scuola dovevano rispondere a un movimento studentesco che chiedeva una scuola aperta a tutti, contro “l’autoritarismo dei professori e dei baroni” e contro “una cultura fatta solo per i ricchi”, al fine di comprendere come e perché la “riforma” dovesse nascere più per dare un contentino alla piazza che per avviare “nuovi” percorsi secondari e “nuovi” esami di Stato. Insomma la scelta fu quella di “facilitare il vecchio” più che di “adottare il nuovo”!

Così, con la legge di riforma n.119 del 1969, si sancì che “l’esame di maturità ha come fine la valutazione globale della personalità del candidato” (art. 5) e che “a conclusione dell’esame di maturità viene formulato, per ciascun candidato, un motivato giudizio sulla base delle risultanze tratte dall’esito dell’esame, del curriculum degli studi e da ogni altro elemento posto a disposizione della commissione” (art. 8). La curvatura “psicologica” – se si può dir così – era evidente: la PERSONALITA’ del candidato doveva avere un ruolo preponderante a fronte della sua PREPARAZIONE CULTURALE considerata, invece, preminente fin dai lontani tempi dalla riforma Gentile. In effetti, con il nuovo disposto, si poteva essere maturi anche in presenza di una preparazione non ottimale.

Seguirono anni in cui aumentò il numero dei diplomati, forse a dismisura, e più tardi quello dei laureati – l’Italia era pur sempre il paese dei dottori! – ma non è detto che aumentasse anche il fattore qualità. Tutto andò per il meglio finché dovevamo giocare in casa – chi controllava la qualità dei nuovi maturi? – ma le cose cominciarono a scricchiolare con gli anni Novanta, dopo Maastricht, quando la CEEcedette il posto all’Unione europea e quando la politica dell’istruzione superò gli ambiti nazionali e divenne una questione transnazionale. E l’Europa cominciò a chiederci: che cosa significa “maturo”, con 60 o con 36? Ricordo che i voti considerati erano appunto 60; e il 36 indicava la sufficienza. Ed ancora; che cosa conosce e cosa sa concretamente fare il vostro studente maturo? Come dobbiamo “leggere” i vostri titoli di studio? Come compararli con quelli degli altri Paesi dell’Unione? Insomma, il concettodi maturità – stando alla definizione della legge 119/69 – per la sua genericità, implicava da parte degli esaminatori la ricerca di atteggiamenti e aspetti della persona che non è sempre facile rilevare e che rinviano più a un’indagine psicologica che a un esame di Stato. Ne fanno fede quelle migliaia di giudizi vaghi e generici che le commissioni formulavano a giustificazione della votazione ottenuta dal candidato. Ed io stesso… quanti ne scrissi…

Cambiare contenuti e fini dell’esame di Stato conclusivo dei percorsi di istruzione secondaria era quindi oltremodo necessario! Ci si accorse che ciò che conta è il SAPER FARE più che il SAPER ESSERE. E l’esame fu cambiato! Tutta colpa di Berlinguer! Il Ministro comunista! Così si disse da molte parti. E la Legge 425/97 rinnovò profondamente gli “esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore”. Il clou del rinnovamento lo ritroviamo in larga misura nell’articolo 6, relativo alle certificazioni finali,che testualmente recita “Il rilascio e il contenuto delle certificazioni di promozione, di idoneità e di superamento dell’esame di Stato sono ridisciplinati in armonia con le nuove disposizioni al fine di dare trasparenza alle COMPETENZE, CONOSCENZE e CAPACITA’ acquisite, secondo il piano di studi seguito, tenendo conto delle esigenze di circolazione dei titoli di studio nell’ambito dell’Unione europea”. Le maiuscole sono mie. In effetti, si doveva trattare di una rivoluzione copernicana! Scusatemi l’enfasi! Si intendeva dire finalmente basta al concetto stesso di MATURITA’! Che, per la sua genericità, implicavapoi da parte degli esaminatori la ricerca di atteggiamenti e aspetti della persona che però non sempre è facile individuare e valutare, a fronte, invece, della rilevazione di – repetita iuvant – CONOSCENZE, ABILITA’ e COMPETENZE che, per la loro stessa natura, sono circoscritte e definite. Qualche esempio: l’esaminando CONOSCE il teorema di Pitagora; è ABILE nell’utilizzarlo in una situazione problematica data; è COMPETENTE nel rilevare la necessità di utilizzarlo in una situazione problematica complessa.

In conclusione, va detto che il concetto di maturità, per la sua genericità, implica da parte degli esaminatori la ricerca di atteggiamenti e di comportamenti dello studente, che in realtà non è sempre facile individuare e valutare! Invece, la rilevazione di conoscenze, abilità e competenze, che sono di fatto circoscritte e definite, sono facilmente misurabili. Maoccorre anche pensare che tale rilevazione non esclude il concetto di maturità, che però si esplicita e si oggettivizza in concreti savoir faire. E non è un caso che in quasi tutte le scuole dei Paesi avanzai gli studi secondari si concludono con un esame che intende verificare le effettive conoscenze, abilità e competenze acquisite dallo studente. Ed il concetto di maturità compare raramente dei diplomi finali di molti altri Paesi.

Risultati Esami di Stato 2021

Anche per il 2021, a seguito dell’emergenza sanitaria, è stata mantenuta una sola prova, quella orale. Con una formulazione, però, diversa da quella dello scorso anno: il colloquio partiva da un elaborato, riguardante le discipline caratterizzanti, ma aperto a una prospettiva multidisciplinare, assegnato dal Consiglio di classe, che le studentesse e gli studenti hanno dovuto predisporre e consegnare prima degli Esami. Una novità voluta per consentire a ciascun ragazzo e ciascuna ragazza di valorizzare il proprio percorso attraverso un lavoro (per la cui realizzazione è stato assegnato un mese di tempo) idoneo a mettere in relazione fra loro le diverse discipline, a partire da quelle caratterizzanti l’indirizzo di studi.  

I risultati 
Quest’anno è stato ammesso all’Esame di Stato del secondo ciclo il 96,2% dei frequentanti. I diplomati risultano essere il 99,8% delle studentesse e degli studenti che hanno sostenuto l’esame (erano il 99,5% nell’anno scolastico 2019/20). I diplomati con lode sono il 3,1% rispetto al 2,6% di un anno fa. Più di un diplomato su due prende un voto superiore a 80: il 52,9% delle studentesse e degli studenti si colloca infatti nella fascia di valutazione 80-100, rispetto al 48,9% dell’anno scorso. Praticamente stabili le valutazioni comprese tra 91 e 99 (al 15,6%) e nella fascia di voto 81-90 (passati dal 21,1% al 20,7%). 

I voti 60 passano dal 5,5% del 2020 al 4,8% di quest’anno: sono dunque in calo. I voti nella fascia 71-80 passano dal 25% al 23,7%, i 61-70 dal 20,7% al 18,5%. Le percentuali delle studentesse e degli studenti con 100 salgono dal 9,6% dell’anno scorso al 13,5%

I docenti hanno assegnato la lode a 15.353 studentesse e studenti. Guardando al rapporto tra diplomati con lode e diplomati totali, la percentuale più alta si registra, così come lo scorso anno, in Puglia (5,9%). Seguono Umbria (4,8%), Marche (4,4%), Calabria (4,4%). 

La media dei voti più alta si conferma nei Licei, dove il 4,7% dei candidati ha conseguito la lode, il 17,3% ha raggiunto 100 (numero in aumento rispetto al 12,9% dell’anno scorso), il 18,1% tra 91 e 99, il 21,9% tra 81 e 90. Nello specifico, il Classico si conferma al primo posto per numero di diplomati con lode (8,5%), seguito dal liceo Europeo (7,5%) e dal liceo Scientifico (7%).  

Seguono gli indirizzi Tecnici, nei quali ha conseguito la lode l’1,7% dei ragazzi (in aumento rispetto all’1,4% di un anno fa), il 10,4% ha ottenuto 100, il 13,1% tra 91 e 99, il 19,3% tra 81 e 90. Nei Professionali, lode per lo 0,8% (rispetto allo 0,5% del 2020), 100 per l’8,4%, la fascia di voto 91-99 per il 13% e 81-90 per il 20,1%.

#Maturità2021 al via

Al via mercoledì 16 giugno, l’edizione 2021 degli Esami di Stato della scuola secondaria di secondo grado, con oltre mezzo milione di candidate e candidati. Ammesso il 96,2% delle studentesse e degli studenti (in allegato la tabella con le percentuali regionali). L’appuntamento è per domani mattina, alle 8.30, con l’avvio dei colloqui.

Anche quest’anno, come lo scorso anno, le Commissioni sono presiedute da un Presidente esterno all’istituzione scolastica e sono composte da sei commissari interni. In particolare, le Commissioni saranno 13.353, per un totale di 26.555 classi coinvolte.  

“Anche in quest’anno così difficile siamo arrivati al momento dell’Esame – ha sottolineato il Ministro Patrizio Bianchi, in un video di saluto alle maturande e ai maturandi sui suoi canali social -. È un momento importante, perché è un momento di passaggio. È il momento in cui farete l’Esame, ma dovete anche fare un esame a voi stessi, per capire cosa avete imparato, cosa avete fatto, ma anche come vi siete trasformati, come siete cambiati in questi cinque anni”.

L’Esame, ha proseguito il Ministro, “fatelo con tutta l’attenzione che richiede un momento di così grande rilievo nella vita. Ma fatelo anche con la gioia di andare in una nuova fase. Fatelo facendo un sorriso a tutti i vostri compagni, ai vostri insegnanti e pensando che comincia veramente una nuova pagina. Forza ragazze, forza ragazzi!”.

L’Esame di quest’anno è stato ridefinito tenendo conto dell’impatto dell’emergenza sanitaria sulla vita del Paese e su quella scolastica. È previsto un colloquio, che partirà dalla discussione di un elaborato il cui argomento è stato assegnato a ciascuna studentessa e a ciascuno studente dai Consigli di classe. I candidati hanno avuto un mese per produrlo con il supporto di un docente. L’elaborato è stato assegnato sulla base del percorso svolto e delle discipline caratterizzanti l’indirizzo di studi.

Dopo la discussione dell’elaborato, il colloquio proseguirà con la discussione di un testo già oggetto di studio nell’ambito dell’insegnamento di Lingua e letteratura italiana, con l’analisi di materiali (un testo, un documento, un’esperienza, un problema, un progetto) predisposti dalla commissione con trattazione di nodi concettuali caratterizzanti le diverse discipline.

Ci sarà spazio per l’esposizione dell’esperienza svolta nei PCTO (Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento). Il candidato dovrà dimostrare, nel corso del colloquio, di aver maturato le competenze e le conoscenze previste nell’ambito dell’Educazione civica. La durata indicativa del colloquio sarà di 60 minuti.

Il credito scolastico sarà attribuito fino a un massimo di 60 punti. Al colloquio verranno assegnati fino a 40 punti. La valutazione finale sarà espressa in centesimi, sarà possibile ottenere la lode.

RegioneNon AmmessiAmmessi
Piemonte3,60%96,40%
Lombardia3,50%96,50%
Trentino-Alto Adige3,40%96,60%
Veneto2,90%97,10%
Friuli-Venezia Giulia3,60%96,40%
Liguria5,20%94,80%
Emilia-Romagna4,00%96,00%
Toscana4,50%95,50%
Umbria4,10%95,90%
Marche3,30%96,70%
Lazio3,60%96,40%
Abruzzo3,90%96,10%
Molise2,90%97,10%
Campania2,40%97,60%
Puglia4,30%95,70%
Basilicata3,10%96,90%
Calabria4,00%96,00%
Sicilia4,80%95,20%
Sardegna8,50%91,50%
Italia3,80%96,20%

Notte prima degli esami, i prof si raccontano

MATURITÀ 2021

Notte prima degli esami, i prof si raccontano: “dovremo essere rispettosi ed empatici”

La Tecnica della Scuola quest’anno vuole mandare un “in bocca al lupo” speciale a tutti gli studenti e a tutte le studentesse che dovranno sostenere gli esami di Maturità, dopo due anni scolastici molto difficili e, sicuramente, indimenticabili.

Come affrontare in maniera più leggera questi giorni ricchi di ansia, adrenalina e anche paura che accompagnano la fatidica “Notte prima degli esami“? A rispondere a questa domanda, le testimonianze fornite alla Tecnica della Scuola, testata di informazione scolastica, di alcuni social prof.

Da venerdì 11 e fino a martedì 15 giugno, verranno pubblicati una serie di video con protagonisti diversi prof. che sono diventati dei veri e propri influencer” e che racconteranno alcuni aneddoti della loro carriera. Un modo per accorciare la distanza docenti-alunni/e, mostrando un supporto anche affettivo a tutti gli studenti e le studentesse di quinta superiore. 

Vedremo gli auguri del professore e youtuber Elia Bombardelli, il racconto della propria notte prima degli esami della docente e blogger Maestra Mary e dell’insegnante di storia e youtuber Adriano Di Gregorio e, infine, ascolteremo le possibili emozioni di un professore in commissione con il prof. tiktoker Sandro Marenco.

Proprio quest’ultimo, nel suo video ha manifestato l’importanza che gli insegnanti siano rispettosi ed empatici nei confronti dei ragazzi che si troveranno davanti, in un momento particolarmente importante della loro vita: “Il terrore di farvi la domanda sbagliata è la cosa che mi mette più agitazione. Infatti, la notte prima degli orali io dormo pochissimo.”

E aggiunge: “La cosa più importante in quel momento lì è che possiate essere messi a vostro agio per dare il meglio, eliminando completamente la paura e la tensione, perché altrimenti andate in panico e dite cose che non vanno bene.” 

I video saranno disponibili sul nostro canale Youtube e sulle nostre pagine social FacebookInstagram e Twitter.

Ecco il trailer https://www.youtube.com/watch?v=YT_CPETHJ_g

Il video del prof. Sandro Marenco https://www.youtube.com/watch?v=OTX9h6RiLQw