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Esami di Stato 2024

Disponibili i dati relativi agli esiti degli scrutini e degli Esami di Stato della Scuola secondaria di primo e di secondo grado per l’anno scolastico 2023/2024.

Agli Esami del secondo ciclo, quest’anno è stato ammesso il 96,3% degli scrutinati e i diplomati risultano essere il 99,8% dei candidati che hanno svolto l’esame; si confermano le percentuali dell’anno precedente.


Diario d’Esame 2023-2024 di Dario Cillo


  • Nota 5 giugno 2024, AOODGSIS 3225
    Comunicazione Esami di Stato secondo ciclo a.s. 2023/2024 – Attività a supporto della procedura e adempimenti sulla comunicazione dei dati
  • Nota 30 maggio 2024, AOODGOSV 22479
    Adempimenti di carattere operativo e organizzativo relativi all’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione – anno scolastico 2023-2024
  • Nota 29 maggio 2024, AOODGOSV 22213
    Utilizzo delle calcolatrici elettroniche nelle prove scritte dell’esame di Stato del secondo ciclo di istruzione – a.s. 2023/2024. Integrazione elenco
  • Nota 27 maggio 2024, AOODGOSV 21709
    Esame conclusivo del secondo ciclo di istruzione nelle scuole con progetti EsaBac ed EsaBac techno – a.s. 2023/2024
  • Decreto Ministeriale 22 maggio 2024, AOOGABMI 93
    Disposizioni per lo svolgimento dell’’esame conclusivo del secondo ciclo di istruzione nelle istituzioni scolastiche statali e paritarie con progetti EsaBac ed EsaBac techno – a.s. 2023/2024
  • Decreto Ministeriale 22 maggio 2024, AOOGABMI 94
    Disposizioni per lo svolgimento dell’esame di Stato nelle sezioni di liceo classico europeo – a.s . 2023 /2024
  • Decreto Ministeriale 22 maggio 2024, AOOGABMI 95
    Disposizioni per lo svolgimento dell’esame di Stato nelle sezioni con opzione internazionale cinese funzionanti presso il Convitto nazionale “V. Emanuele II” di Roma, presso il Convitto nazionale “Umberto I” di Torino, presso il Convitto nazionale “Cicognini” di Prato, presso l’Educandato statale “Collegio Uccellis” di Udine, presso il Convitto nazionale “Vittorio Emanuele II” di Cagliari e presso il Convitto nazionale “Canopoleno” di Sassari – a.s. 2023 /2024
  • Decreto Ministeriale 22 maggio 2024, AOOGABMI 96
    Disposizioni per lo svolgimento dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione nelle sezioni con opzione internazionale spagnola funzionanti presso istituti statali e paritari – a.s. 2023/2024
  • Decreto Ministeriale 22 maggio 2024, AOOGABMI 97
    Disposizioni per lo svolgimento dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione nelle sezioni con opzione internazionale tedesca funzionanti presso istituti statali e paritari – a.s. 2023/2024
  • Decreto Ministeriale 22 maggio 2024, AOOGABMI 98
    Disposizioni per lo svolgimento dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione nelle classi sperimentali autorizzate – a.s. 2023/2024
  • Nota 17 maggio 2024, AOODGSIP 1616
    E-Portfolio. Linee operative per la compilazione della Sezione ‘Capolavoro’
  • Nota 9 maggio 2024, AOODGCASIS 2727
    Rilascio della pagina dedicata alla predisposizione del Curriculum dello studente nella piattaforma UNICA – indicazioni operative
  • Nota 7 maggio 2024, AOODGOSV 17978
    Esami di Stato conclusivi del secondo ciclo di istruzione a.s. 2023/24. Pubblicazione elenchi dei Presidenti delle commissioni
  • Nota 30 aprile 2024, AOODGSIS 2551
    Esami di stato 2023/24. Nomina dei Referenti di sede delle istituzioni scolastiche e modalità di funzionamento del Plico Telematico per l’invio delle tracce delle prove scritte degli esami di stato della scuola secondaria di II grado
  • Nota 26 marzo 2024, AOODGOSV 12423
    Formazione delle commissioni dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione per l’a.s. 2023/2024
  • Ordinanza Ministeriale 22 marzo 2024, AOOGABMI 55
    Esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione per l’anno scolastico 2023/2024
  • Nota 8 marzo 2024, AOODGOSV 9801
    Esame di Stato a conclusione del secondo ciclo di istruzione a.s. 2023/24 – indicazioni operative per la compilazione del Curriculum dello studente da parte degli studenti degenti in luoghi di cura/ospedali e istruzione domiciliare
  • Nota 6 marzo 2024, AOODGOSV 9466
    Utilizzo delle calcolatrici elettroniche nelle prove scritte dell’esame di Stato del secondo ciclo di istruzione – a.s. 2023/2024
  • Nota 22 febbraio 2024, AOODGOSV 7557
    Esame di Stato a conclusione del secondo ciclo di istruzione a.s. 2023/24 – indicazioni operative per la predisposizione e il rilascio del Curriculum dello studente
  • Decreto Ministeriale 26 gennaio 2024, AOOGABMI 10
    Esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione: individuazione delle discipline oggetto della seconda prova scritta e scelta delle discipline affidate ai commissari esterni delle commissoni d’esame



Le prove suppletive si svolgono nei seguenti giorni:

  • prima prova scritta: 3 luglio, ore 8,30
  • seconda prova scritta: 4 luglio, con eventuale prosecuzione nei giorni successivi per gli indirizzi nei quali detta prova si svolge in più giorni
  • terza prova scritta, per gli istituti interessati: 9 luglio, ore 8,30

Le prove scritte si svolgono secondo il seguente calendario:


Il 18 giugno 2024 disponibile la chiave ministeriale per aprire la cornice nazionale generale di riferimento per l’elaborazione della seconda prova degli Istituti professionali.


Le Commissioni d’Esame si insediano il 17 giugno alle ore 8.30.


Quest’anno saranno 526.317 gli studenti coinvolti nelle prove (512.530 candidati interni e 13.787 esterni), mentre le commissioni sono 14.072, per un totale di 28.038 classi.
La ripartizione dei candidati per tipologia di percorso di studio è la seguente:

Licei: 266.057
Istituti Tecnici: 172.504
Istituti Professionali: 87.756

Pubblicati i dati regionali sugli studenti ammessi all’Esame di Stato per il secondo ciclo d’istruzione per l’anno scolastico 2023/2024.


Disponibili dal 5 giugno 2024 le commissioni dell’Esame conclusivo del II ciclo di istruzione. L’apposito motore di ricerca con le commissioni è raggiungibile all’indirizzo: https://matesami.pubblica.istruzione.it/

Le commissioni d’Esame sono composte da un Presidente esterno, da tre membri esterni e tre interni all’istituzione scolastica. La pubblicazione delle commissioni rappresenta un’altra tappa di avvicinamento alle prove di giugno. Si parte mercoledì 19 giugno, alle 8.30, con il primo scritto, italiano, comune a tutti gli indirizzi. Si prosegue il 20 giugno con la seconda prova, che riguarda le discipline caratterizzanti i singoli percorsi di studio. È previsto, poi, un colloquio che ha l’obiettivo di accertare il conseguimento del profilo educativo, culturale e professionale di ciascun candidato.


Nella Nota 17 maggio 2024, AOODGSIP 1616, relativa all’E-Portfolio ed alle Linee operative per la compilazione della Sezione ‘Capolavoro’, il MIM precisa “(…) che Il capolavoro non è oggetto del colloquio di esame di stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione e non va a confluire direttamente nel Curriculum dello studente, di cui tiene conto la Commissione nello svolgimento del colloquio. In base all’art. 22, c. 1 dell’O.M. n. 55/2024 (Esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione per l’anno scolastico 2023/2024) «Nello svolgimento dei colloqui la commissione d’esame tiene conto delle informazioni contenute nel Curriculum dello studente». In sede d’esame, dunque, il candidato mette a disposizione della Commissione il Curriculum dello studente, il cui contenuto è dettagliato dall’art. 21 del D.Lgs. n. 62/2017 e il cui modello è stato adottato con D.M. n. 88/2020.


Entro il 15 maggio 2024 il consiglio di classe elabora un documento che esplicita i contenuti, i metodi, i mezzi, gli spazi e i tempi del percorso formativo, i criteri, gli strumenti di valutazione adottati e gli obiettivi raggiunti, nonché ogni altro elemento che lo stesso consiglio di classe ritenga utile e significativo ai fini dello svolgimento dell’esame. Per le discipline coinvolte sono altresì evidenziati gli obiettivi specifici di
apprendimento ovvero i risultati di apprendimento oggetto di valutazione specifica per l’insegnamento trasversale di Educazione civica.

  • Il documento indica inoltre, per i corsi di studio che lo prevedano, le modalità con le quali l’insegnamento di una disciplina non linguistica (DNL) in lingua straniera è stato attivato con metodologia CLIL.
  • Al documento possono essere allegati atti e certificazioni relativi alle prove effettuate e alle iniziative realizzate durante l’anno in preparazione dell’esame di Stato, ai PCTO, agli stage e ai tirocini eventualmente effettuati, alle attività, ai percorsi ed ai progetti svolti nell’ambito dell’insegnamento di Educazione Civica riferito agli aa.ss.
    2021/22 e 2022/23, nonché alla partecipazione studentesca ai sensi dello Statuto delle studentesse e degli studenti.
  • Per le classi articolate e per i corsi destinati a studenti provenienti da più classi, il documento del consiglio di classe è comprensivo della documentazione relativa ai gruppi componenti.
    Nella redazione del documento i consigli di classe tengono conto delle indicazioni fornite dal Garante per la protezione dei dati personali con nota del 21 marzo 2017, prot. 10719.
    Il documento del consiglio di classe è immediatamente pubblicato all’albo dell’istituto.
    La commissione si attiene ai contenuti del documento nell’espletamento del colloquio.

La Nota 7 maggio 2024, AOODGOSV 17978, stabilisce che, “con riferimento alle modalità di costituzione e di nomina delle commissioni dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione per l’anno scolastico 2023/2024 di cui alla nota della scrivente del 26 marzo 2024, n. 12423, si comunica che la data di pubblicazione degli elenchi dei Presidenti delle commissioni d’esame è fissata per il giorno 13 maggio 2024.”


Come previsto dalla Nota 9 maggio 2024, AOODGCASIS 2727 gli studenti frequentanti la scuola secondaria di secondo grado, in particolar modo quelli frequentanti l’ultimo anno, e i candidati esterni all’Esame di Stato a conclusione del secondo ciclo di istruzione a.s. 2023/24, possono consultare la pagina dedicata alla predisposizione e al rilascio del Curriculum dello studente sul sito web della piattaforma Unica.


Con la Nota 26 marzo 2024, AOODGOSV 12423, vengono fornite le disposizioni per la formazione delle commissioni dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione per l’a.s. 2023/2024.
La trasmissione, tramite istanza POLIS, delle domande di partecipazione degli aspiranti (Modelli ES-E e ES-1) deve avvenire dal 27 marzo al 12 aprile 2024.


Pubblicata l’Ordinanza Ministeriale 22 marzo 2024, AOOGABMI 55 che disciplina lo svolgimento dell’Esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione per l’anno scolastico 2023/2024


Greco al Liceo classico; Matematica al Liceo scientifico; Economia Aziendale per gli Istituti tecnici del Settore economico indirizzo “Amministrazione, Finanza e Marketing”; Topografia per l’indirizzo “Costruzioni, Ambiente e Territorio”. Queste alcune delle discipline scelte per la seconda prova scritta della #Maturità2024, secondo quanto prevede il decreto firmato dal Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.

L’Esame conclusivo del secondo ciclo d’istruzione si svolge secondo la struttura definita dal decreto legislativo 62/2017: una prima prova scritta di Italiano, comune a tutti gli indirizzi di studio, che si svolgerà dalle ore 8.30 di mercoledì 19 giugno 2024; una seconda prova scritta, riguardante le discipline caratterizzanti i singoli percorsi di studio (per i Professionali delineati dal d.lgs. n. 61/2017, la seconda prova scritta non riguarda specifiche discipline ma le competenze in uscita e i nuclei tematici fondamentali di indirizzo alle stesse correlati); il colloquio, che ha l’obiettivo di accertare il conseguimento del profilo educativo, culturale e professionale della studentessa e dello studente. Nel corso del colloquio, il candidato espone anche le esperienze svolte nell’ambito dei Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (PCTO) e le competenze acquisite nell’ambito dell’Educazione civica.

Le Commissioni d’esame sono composte da un Presidente esterno, da tre membri esterni e da tre interni all’istituzione scolastica.

È prevista una terza prova scritta in alcuni indirizzi di studio (sezioni EsaBac, EsaBac techno, sezioni con opzione internazionale, scuole della Regione autonoma Valle d’Aosta, della Provincia autonoma di Bolzano e scuole con lingua d’insegnamento slovena e bilingui sloveno/italiano del Friuli Venezia Giulia).

Per conoscere le discipline oggetto della seconda prova e quelle affidate ai commissari esterni è disponibile un apposito motore di ricerca.

Licei

Greco per il Liceo classico; Matematica per il Liceo scientifico, anche per l’opzione Scienze applicate e la Sezione a indirizzo Sportivo; Lingua e cultura straniera 3 per il Liceo linguistico; Scienze umane per il Liceo delle Scienze umane (Diritto ed Economia politica all’opzione Economico-sociale); Discipline progettuali caratteristiche dei singoli indirizzi per il Liceo artistico; Teoria, analisi e composizione per il Liceo musicale; Tecniche della danza per il Liceo coreutico.

Istituti tecnici

Economia aziendale per l’indirizzo “Amministrazione, Finanza e Marketing” (Economia aziendale e Geo-politica nell’articolazione “Relazioni internazionali per il marketing”) e Discipline turistiche e aziendali per l’indirizzo Turismo; Topografia per l’indirizzo “Costruzioni, Ambiente e Territorio”; Sistemi e reti per entrambe le articolazioni dell’indirizzo “Informatica e Telecomunicazioni”; Progettazione multimediale nell’indirizzo “Grafica e comunicazione”; Trasformazione dei prodotti per l’articolazione “Produzioni e trasformazioni” degli Istituti agrari (Viticoltura e difesa della vite per l’articolazione “Viticoltura ed enologia”).


Valditara: “Esame segna passaggio nel percorso personale e formativo. Da quest’anno il supporto del docente orientatore per una scuola sempre più vicina ai propri ragazzi”

“La maturità 2024 si svolgerà in continuità con le modalità stabilite per lo scorso anno”, ha dichiarato il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, firmando il Decreto di individuazione delle discipline oggetto della seconda prova scritta dell’Esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione dell’anno scolastico 2023/24 e le discipline affidate ai commissari esterni delle relative commissioni d’esame. “La pubblicazione delle materie della seconda prova è il primo passo verso l’Esame di Stato che ha un valore fondamentale, anche simbolico, nel percorso di crescita di ogni ragazza e ragazzo. È infatti un momento di svolta nel percorso personale e formativo: l’esperienza scolastica si conclude e si è chiamati a decidere sul proseguimento dei propri studi o sull’ingresso nel mondo del lavoro. Quest’anno i maturandi e le loro famiglie potranno contare anche sul supporto dei docenti orientatori che, in collaborazione con il gruppo docenti della classe, potranno aiutarli a compiere scelte consapevoli, alla luce delle inclinazioni dei ragazzi e dell’offerta formativa successiva, università o Its, ma anche dell’offerta occupazionale del territorio. Una figura, quella del docente orientatore, che abbiamo fortemente voluto perché la scuola sia sempre più vicina ai propri ragazzi nella costruzione del loro futuro”.

Il Percorso di Studi dopo il Primo Ciclo

La Scelta del Percorso di Studi dopo gli Esami del Primo Ciclo

Un Viaggio tra Orientamenti, Riorientamenti e Destinazioni Future

di Bruno Lorenzo Castrovinci

L’iscrizione alle classi prime della scuola secondaria di secondo grado rappresenta un momento cruciale nella vita degli studenti italiani, un momento carico di emozioni, speranze e sogni. Dopo aver superato gli esami del primo ciclo, i giovani si trovano di fronte a una delle prime scelte significative del loro percorso educativo e formativo. Questa decisione, intrisa di possibilità e incertezze, richiede una riflessione profonda sulle proprie inclinazioni, capacità e aspirazioni future. In questo panorama, gli istituti tecnici si ergono come fari di opportunità, offrendo percorsi formativi che rispondono con precisione alle esigenze del mondo contemporaneo.

Orientamenti: La Scelta del Percorso Scolastico

Il sistema scolastico italiano è un mosaico di opportunità, ogni tessera rappresenta un percorso formativo unico, pensato per accogliere le diverse anime degli studenti. I principali indirizzi di studio della scuola secondaria di secondo grado includono:

1. Licei: Offrono una formazione culturale ampia e approfondita, abbracciando il classico, lo scientifico, le scienze umane, le arti e le lingue straniere. I licei sono il regno della conoscenza teorica e del pensiero critico, preparando gli studenti per l’accesso all’università e alle professioni intellettuali. Tuttavia, sebbene ricchi di sapere e cultura, i licei spesso non garantiscono un’occupazione immediata e prestigiosa al termine del percorso di studi, ponendo una sfida ai giovani che cercano un futuro professionale concreto.

2. Istituti Tecnici: Sono l’incarnazione di un equilibrio perfetto tra teoria e pratica, offrendo indirizzi che spaziano dall’economia al turismo, dalla meccanica all’informatica, fino al settore agroalimentare. Questi istituti preparano gli studenti sia per l’accesso all’università che per un ingresso diretto e trionfale nel mondo del lavoro, rispondendo alle richieste di un mercato in continua evoluzione.

3. Istituti Professionali: Sono laboratori di vita e di mestiere, dove la teoria si fonde con la pratica, formando gli studenti per entrare immediatamente nel mondo del lavoro. Offrono una gamma di indirizzi che includono l’artigianato, i servizi, l’industria e l’agricoltura, garantendo una formazione che è immediatamente spendibile sul mercato del lavoro.

Riorientamenti: Adattarsi ai Cambiamenti

La vita è un viaggio imprevedibile, e a volte la strada scelta inizialmente non è quella più adatta. In questi casi, il sistema scolastico italiano offre il dono del riorientamento, permettendo agli studenti di cambiare indirizzo di studio e trovare la propria vera vocazione. Questo processo, sebbene possa essere sfidante, è fondamentale per assicurare che ogni studente possa esplorare e scoprire il proprio potenziale.

Il riorientamento può avvenire in vari modi:

• Passaggio ad altro indirizzo di studio: La possibilità di trasferirsi da un liceo a un istituto tecnico o professionale, o viceversa, consente agli studenti di seguire nuovi percorsi in base alle loro nuove inclinazioni e necessità.

• Percorsi integrativi: Alcuni istituti offrono corsi aggiuntivi per colmare le differenze formative tra i vari indirizzi, facilitando così un passaggio sereno e produttivo.

L’integrazione del percorso di studi avviene anche attraverso le passerelle per gli anni successivi al primo, con esami di integrazione specifici che permettono agli studenti di colmare eventuali lacune e di entrare pienamente nel nuovo indirizzo scelto.

Istituti Tecnici di Qualità: Un Valore Aggiunto

Non tutti gli istituti tecnici possiedono le caratteristiche per offrire un’educazione d’eccellenza. In Italia, sono pochissimi quelli che si distinguono realmente, come per citarne alcuni: il Malignani di Udine, l’Ettore Majorana di Brindisi e l’Ettore Majorana di Milazzo. Questi istituti non solo offrono una formazione tecnica di altissimo livello, ma rappresentano anche centri di innovazione e eccellenza.

1. Formazione Specializzata: Gli studenti ricevono una preparazione approfondita in settori specifici, con competenze immediatamente spendibili nel mondo del lavoro.

2. Collaborazione con le Imprese: Molti istituti tecnici collaborano strettamente con aziende e industrie, offrendo stage e tirocini che facilitano l’inserimento professionale e offrono un assaggio della vita lavorativa reale.

3. Aggiornamento Costante: I programmi di studio vengono continuamente aggiornati per riflettere le innovazioni tecnologiche e le evoluzioni del mercato.

4. Orientamento a un Nuovo Umanesimo: Gli istituti tecnici di qualità integrano “La teoria della complessità” e la “Testa ben fatta” di Edgar Morin, promuovendo un’educazione che sviluppa capacità critiche, interdisciplinari e adattative. Preparano gli studenti a diventare ingegneri di alto livello, capaci di occupare posizioni di vertice negli organigrammi delle grandi industrie e di ottenere prestigio sociale.

5. Industria 4.0, 5.0 e 6.0: Gli istituti tecnici di qualità sono orientati verso le tecnologie e le metodologie delle industrie moderne:

o Industria 4.0: Caratterizzata dall’integrazione delle tecnologie digitali nei processi produttivi, tra cui l’Internet of Things (IoT), l’intelligenza artificiale (IA), la robotica avanzata e i big data. Gli studenti imparano a gestire e sfruttare queste tecnologie per migliorare l’efficienza e la produttività delle aziende.

o Industria 5.0: Pone l’accento sulla collaborazione tra uomini e macchine intelligenti, promuovendo un’interazione sinergica per creare un ambiente di lavoro più umano e personalizzato. La formazione si concentra su come le tecnologie avanzate possano essere utilizzate per migliorare la qualità della vita lavorativa e la sostenibilità.

o Industria 6.0: Ancora in fase di sviluppo teorico, si prevede che coinvolgerà l’ulteriore integrazione di tecnologie avanzate con un focus su innovazioni ancora più rivoluzionarie e sulla creazione di ecosistemi industriali intelligenti e sostenibili. Gli studenti vengono preparati per affrontare e guidare queste future evoluzioni.

6. Opportunità di Prosecuzione degli Studi: Gli istituti tecnici offrono solide basi anche per chi desidera proseguire gli studi universitari, specialmente in ambiti tecnico-scientifici. Coloro che non intendono proseguire all’università possono optare per i percorsi ITS (Istituti Tecnici Superiori), che in soli due anni formano tecnici superiori altamente specializzati e richiesti dal mercato del lavoro. In alternativa, gli studenti possono trovare impiego immediato come tecnici specializzati dopo l’esame di maturità.

Destinazioni Future: Le Opportunità Professionali

Gli istituti tecnici offrono percorsi ben delineati verso carriere di successo. Gli studenti degli istituti tecnici industriali possono aspirare a diventare ingegneri, figure chiave nei vertici delle grandi industrie, con un elevato prestigio sociale e professionale. Questa formazione specializzata li rende particolarmente adatti a ricoprire ruoli di responsabilità e leadership, grazie alla combinazione di competenze teoriche e pratiche acquisite durante il percorso di studi.

Gli istituti tecnici economici preparano gli studenti per professioni contabili e manageriali, offrendo solide basi per ruoli di responsabili delle risorse umane, consulenti finanziari e operatori turistici. Questi indirizzi forniscono competenze altamente spendibili nel mercato del lavoro, con ottime prospettive di impiego in settori dinamici e in continua espansione.

Gli istituti professionali, con il loro forte orientamento pratico, offrono agli studenti una preparazione specifica e mirata per entrare direttamente nel mondo del lavoro. Gli studenti possono diventare tecnici specializzati in settori come l’artigianato, i servizi, l’industria e l’agricoltura. Questi percorsi formativi rispondono in modo immediato alle esigenze del mercato del lavoro locale e nazionale, garantendo un’occupazione solida e spesso ben retribuita.

Per coloro che completano il percorso nei licei classici, le destinazioni future si orientano principalmente verso percorsi accademici e professioni umanistiche, mentre quelle dei licei artistici e linguistici verso quelle creative o che prevedono conoscenze di più lingue. Gli studenti del liceo delle scienze umane possono proseguire gli studi in psicologia, scienze della comunicazione, filosofia o settori destinati all’insegnamento. Questi indirizzi formano professionisti capaci di analizzare e comprendere le dinamiche sociali, offrendo un contributo significativo al settore educativo e culturale.

Il liceo scientifico, invece, prepara gli studenti per lauree STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics), con un’attenzione particolare a matematica, fisica e scienze naturali. Tuttavia, queste lauree, sebbene molto prestigiose, non sempre garantiscono un’immediata spendibilità nel mercato del lavoro, spesso conducendo gli studenti verso l’insegnamento o, per i più fortunati, verso la ricerca scientifica. Un’eccezione significativa è rappresentata dai laureati in matematica, che sono molto richiesti nel mercato del lavoro grazie alla loro capacità di analisi e risoluzione di problemi complessi, competenze particolarmente apprezzate in vari settori professionali.

Conclusione

La scelta del percorso di studi dopo gli esami del primo ciclo è un passaggio delicato e fondamentale nella formazione di ogni giovane. Orientamenti e riorientamenti sono strumenti essenziali per garantire che ogni studente possa trovare la propria strada e realizzare le proprie ambizioni. In questo panorama, gli istituti tecnici di qualità emergono come opzioni particolarmente vantaggiose, capaci di offrire una formazione equilibrata e altamente professionalizzante, in sintonia con le esigenze del mondo del lavoro e della società contemporanea. Le destinazioni future offerte da questi istituti sono numerose e diversificate, offrendo agli studenti l’opportunità di costruire carriere gratificanti e di successo, sia nel mondo accademico che professionale. I licei, pur rappresentando un’alternativa valida per una formazione culturale, offrono percorsi meno diretti verso l’occupazione immediata e prestigiosa, privilegiando invece una preparazione teorica e umanistica. Gli istituti professionali, infine, garantiscono un ingresso diretto eefficace nel mondo del lavoro, rispondendo prontamente alle richieste del mercato e offrendo una formazione pratica e specializzata.

L’inestimabile potere della lode

L’inestimabile potere della lode

di Bruno Lorenzo Castrovinci

La lode, traguardo desiderato da moltissimi studenti che si impegnano in Italia a sostenere gli esami del primo e secondo ciclo o universitari, rappresenta un riconoscimento cruciale dell’eccellenza accademica e scolastica. Attualmente, la legislazione italiana riserva la lode esclusivamente alla valutazione finale degli esami sia scolastici che universitari, trascurando il suo potenziale durante il periodo scolastico ordinario. Tuttavia, in un’epoca in cui motivare e consolidare l’autostima degli studenti è più importante che mai, l’uso della lode come strumento quotidiano potrebbe essere di grande efficacia. Un utilizzo consapevole e bilanciato della stessa potrebbe risolvere la triste consuetudine di modulare i voti in base alle prestazioni di punta all’interno delle classi, superando la semplice scala di misurazione e offrendo un valore aggiunto che motiva e sprona gli studenti a dare sempre di più.

Neuroscienze: Attribuzione della lode effetti nel cervello umano

Le neuroscienze, attraverso l’analisi delle risposte del cervello ai vari stimoli, offrono preziose intuizioni sull’efficacia della lode come strumento educativo. Quando una persona riceve una lode, il sistema di ricompensa del cervello viene attivato, in particolare attraverso il rilascio di neurotrasmettitori come la dopamina, che generano sensazioni di piacere e soddisfazione. Questo processo rinforza i circuiti neurali associati ai comportamenti e alle attività che hanno portato alla lode, aumentando la motivazione intrinseca e la probabilità di ripetere tali comportamenti positivi di nuovo.

Studi neuroscientifici hanno dimostrato che la lode attiva anche la corteccia prefrontale, un’area del cervello associata alla pianificazione, alla presa di decisioni e alla risoluzione dei problemi. Questo non solo facilita un miglioramento delle capacità cognitive, ma anche un’accresciuta capacità di affrontare e superare le sfide. Lodare gli studenti per il loro impegno e il processo di apprendimento, piuttosto che per le loro capacità innate, può promuovere una mentalità di crescita. Secondo Carol Dweck, questo approccio incoraggia gli studenti a vedere le sfide come opportunità di sviluppo, piuttosto che temere il fallimento.

La lode, quindi, non è solo un semplice atto di riconoscimento, ma un potente catalizzatore che influenza il cervello a vari livelli. Attivando il sistema di ricompensa, essa motiva gli studenti a continuare a impegnarsi e a perseguire l’eccellenza. Stimolando la corteccia prefrontale, la lode supporta lo sviluppo di abilità cognitive avanzate e una maggiore resilienza. Queste scoperte neuroscientifiche sottolineano l’importanza di un uso consapevole della lode nel contesto educativo, per potenziare non solo il rendimento scolastico, ma anche il benessere psicologico e la crescita personale degli studenti.

In sintesi, le neuroscienze rivelano che la lode può avere effetti profondi e duraturi sul cervello degli studenti, rafforzando i comportamenti positivi e migliorando le capacità cognitive. Un approccio educativo che integra queste conoscenze può contribuire a creare un ambiente di apprendimento più efficace e inclusivo, dove ogni studente è motivato a raggiungere il proprio pieno potenziale.

La Lode nella Valutazione degli Studenti: Prospettive Pedagogiche e Psicologiche

L’uso della lode nella valutazione degli studenti è un argomento complesso che coinvolge molteplici dimensioni pedagogiche e sociali. Diversi pedagogisti e psicologi dell’educazione hanno esplorato questo tema, offrendo prospettive e approcci che variano significativamente ma che convergono sull’importanza di un uso consapevole e bilanciato della lode.

Burrhus Frederic Skinner, uno dei pionieri del comportamentismo, ha introdotto il concetto di rinforzo positivo, di cui la lode è un esempio classico. Skinner ha dimostrato che comportamenti desiderabili possono essere rafforzati e ripetuti se seguiti da una ricompensa positiva. Nella pratica educativa, questo si traduce nell’uso della lode per incentivare gli studenti a ripetere comportamenti e atteggiamenti positivi verso l’apprendimento. Tuttavia, un’eccessiva dipendenza dalla lode può ridurre la motivazione intrinseca degli studenti, facendoli diventare più dipendenti dai riconoscimenti esterni piuttosto che trovare soddisfazione nel processo stesso dell’apprendimento.

Alfie Kohn, critico del sistema tradizionale di premi e punizioni, argomenta che la lode può essere controproducente. Kohn sostiene che l’uso della lode come strumento di controllo può ridurre la motivazione intrinseca degli studenti, portandoli a cercare approvazione esterna piuttosto che coltivare una genuina passione per l’apprendimento. Egli propone che gli educatori si concentrino maggiormente sull’incoraggiare la curiosità naturale degli studenti e il loro desiderio di apprendere, piuttosto che lodarli semplicemente per i risultati ottenuti.

Carol Dweck, con la sua teoria della “mentalità fissa” e della “mentalità di crescita”, ha offerto un’importante prospettiva sull’uso della lode. Secondo Dweck, lodare gli studenti per il loro impegno e processo, piuttosto che per le loro capacità innate, può promuovere una mentalità di crescita. Questo approccio incoraggia gli studenti a vedere le sfide come opportunità di sviluppo e a perseverare di fronte alle difficoltà, piuttosto che temere il fallimento.

Anche Maria Montessori ha influenzato profondamente il dibattito sulla lode attraverso il suo approccio educativo centrato sull’autonomia e sulla motivazione intrinseca. Montessori credeva che i bambini dovessero trovare soddisfazione nel proprio lavoro e nei propri successi personali, piuttosto che cercare costantemente l’approvazione degli adulti. La sua metodologia educativa sottolinea l’importanza di un ambiente di apprendimento che favorisca l’autonomia e il piacere intrinseco dell’apprendimento.

Jean Piaget, con la sua teoria dello sviluppo cognitivo, ha messo in luce l’importanza della motivazione intrinseca nell’apprendimento. Sebbene Piaget non si sia concentrato direttamente sulla lode, ha sottolineato che i bambini imparano meglio attraverso l’esplorazione autonoma e la scoperta personale. In questo contesto, la lode dovrebbe essere utilizzata per riconoscere i progressi e incoraggiare ulteriori esplorazioni, piuttosto che come ricompensa fine a sé stessa.

Lev Vygotsky, noto per la sua teoria socio-culturale dell’apprendimento, ha enfatizzato il ruolo delle interazioni sociali e del contesto culturale nello sviluppo cognitivo. Vygotsky ha riconosciuto l’importanza del feedback degli adulti, suggerendo che la lode può essere utile se fornita all’interno di un contesto di supporto e collaborazione. La lode, secondo Vygotsky, dovrebbe sostenere la zona di sviluppo prossimale degli studenti, aiutandoli a raggiungere obiettivi che non sarebbero in grado di conseguire da soli.

John Dewey, infine, ha promosso un approccio educativo centrato sullo studente e sull’esperienza pratica. Dewey ha sottolineato che il riconoscimento del progresso e del successo è una parte essenziale del processo educativo. Tuttavia, ha anche avvertito contro un uso eccessivo delle ricompense esterne che potrebbe distogliere l’attenzione degli studenti dall’apprendimento autentico.

In sintesi, la lode può essere un potente strumento pedagogico se utilizzata in modo consapevole e bilanciato. Essa ha il potere di motivare, rafforzare l’autostima e promuovere comportamenti positivi, ma deve essere utilizzata con cautela per evitare di ridurre la motivazione intrinseca e creare dipendenza dal riconoscimento esterno. Gli educatori devono essere consapevoli delle diverse prospettive teoriche e applicare la lode in modo che supporti realmente lo sviluppo e il benessere degli studenti, promuovendo un ambiente educativo stimolante e inclusivo.

La Lode nella Legislazione Scolastica Italiana

L’attribuzione della lode nella legislazione scolastica italiana è regolamentata in modo dettagliato e ha subito diverse modifiche nel corso degli anni. Un documento fondamentale che disciplina questo aspetto è il Decreto Legislativo n. 62 del 13 aprile 2017, che ha introdotto significative novità nel sistema di valutazione e certificazione delle competenze degli studenti.

La Lode nella Scuola Primaria e Secondaria di Primo Grado

Il Decreto Legislativo 62/2017 ha ridefinito il quadro normativo per la valutazione degli studenti, includendo la possibilità di attribuire la lode nei vari ordini di scuola.

  1. Scuola Primaria: La valutazione degli apprendimenti degli alunni della scuola primaria è espressa attraverso un giudizio descrittivo, integrato da una certificazione delle competenze al termine del quinto anno. Il decreto non prevede formalmente la lode per la scuola primaria, ma l’attenzione è posta sul riconoscimento e la valorizzazione delle eccellenze attraverso giudizi descrittivi positivi.
  2. Scuola Secondaria di Primo Grado: Per quanto riguarda la scuola secondaria di primo grado, il decreto prevede che, al termine del ciclo, la commissione d’esame possa attribuire la lode agli studenti che ottengono il voto massimo (10) all’esame di Stato. La lode è concessa a quegli studenti che dimostrano non solo eccellenti risultati accademici ma anche un comportamento esemplare e una partecipazione attiva e costruttiva al percorso di apprendimento.

La Lode nella Scuola Secondaria di Secondo Grado

Il Decreto Legislativo 62/2017 ha introdotto modifiche significative anche per la valutazione nella scuola secondaria di secondo grado, in particolare per l’esame di maturità.

  • Esame di Stato (Maturità): L’articolo 19 del D.Lgs 62/2017 prevede che, durante l’esame di Stato, gli studenti possano ottenere la lode se soddisfano determinate condizioni. La commissione può attribuire la lode agli studenti che, avendo ottenuto il punteggio massimo di 100/100, abbiano dimostrato un percorso di eccellenza negli ultimi tre anni del corso di studi. La lode è concessa se il consiglio di classe ha già attribuito il massimo dei crediti scolastici (40/40) e se il candidato ottiene il punteggio massimo in tutte le prove d’esame. L’assegnazione della lode richiede l’unanimità della commissione.

Valore Pedagogico e Sociale della Lode

Il riconoscimento della lode nella legislazione scolastica italiana ha un profondo valore pedagogico e sociale. La lode rappresenta un importante strumento per incentivare gli studenti a dare il meglio di sé e per riconoscere i loro sforzi e i loro successi. Essa ha il potere di rafforzare l’autostima e la fiducia in sé stessi, motivando gli studenti a perseguire l’eccellenza accademica e a sviluppare una mentalità di crescita.

Dal punto di vista sociale, l’attribuzione della lode promuove una cultura del merito e del riconoscimento del talento. Essa può fungere da modello per gli altri studenti, incoraggiando una competizione sana e costruttiva. Tuttavia, è fondamentale che la lode sia attribuita in modo equo e trasparente, per evitare sentimenti di ingiustizia e disparità.

Sfide e Critiche

Nonostante i suoi benefici, l’uso della lode presenta alcune sfide. Un’attenzione eccessiva alla lode può portare a una competizione sproporzionata e a uno stress significativo tra gli studenti. Inoltre, vi è il rischio che la lode possa accentuare le disuguaglianze, favorendo coloro che già dispongono di risorse e supporti adeguati.

Per mitigare questi rischi, è essenziale che la lode sia utilizzata come parte di una strategia educativa più ampia che valorizzi l’impegno individuale e il progresso personale, piuttosto che concentrarsi esclusivamente sui risultati finali. Gli educatori devono essere consapevoli delle diverse esigenze e potenzialità degli studenti e promuovere un ambiente di apprendimento inclusivo e stimolante.

Riformare la Lode: Verso un Sistema Scolastico Italiano più Equo e Inclusivo

L’attribuzione della lode nella legislazione scolastica italiana, regolamentata in particolare dal Decreto Legislativo 62/2017, rappresenta un importante riconoscimento dell’eccellenza accademica e dell’impegno degli studenti. Essa svolge un ruolo cruciale nel promuovere una cultura del merito e dell’eccellenza, ma deve essere utilizzata con attenzione per evitare effetti negativi come la competizione eccessiva e le disparità. Un utilizzo consapevole e bilanciato della lode può contribuire a creare un ambiente educativo stimolante, equo e inclusivo, dove ogni studente ha la possibilità di esprimere al meglio il proprio potenziale.

Limiti dell’Attuale Sistema di Attribuzione della Lode

L’attuale legislazione italiana prevede l’attribuzione della lode esclusivamente nella valutazione finale degli esami del primo e secondo ciclo e per gli esami universitari. Questa limitazione rappresenta un potenziale ostacolo nel valorizzare l’impegno e le eccellenze durante tutto il percorso scolastico ordinario. Limitare la lode agli esami finali riduce le opportunità di riconoscere e incentivare costantemente gli studenti durante l’intero percorso formativo, diminuendo l’efficacia di questo strumento motivazionale.

Proposta di Estensione della Lode a Tutte le Verifiche

Per superare questo limite, sarebbe auspicabile una revisione della legislazione che consenta l’utilizzo della lode anche nelle verifiche periodiche e nelle attività quotidiane. Estendere la possibilità di attribuire la lode a tutte le fasi del percorso scolastico ordinario permetterebbe di:

  1. Motivare Continuamente gli Studenti: Un riconoscimento costante dell’eccellenza può incentivare gli studenti a mantenere un alto livello di impegno e dedizione durante tutto l’anno scolastico.
  2. Riconoscere il Progresso: La lode potrebbe essere utilizzata per premiare non solo i risultati finali, ma anche i progressi significativi e l’impegno costante, valorizzando così anche gli sforzi di coloro che, pur partendo da situazioni di svantaggio, dimostrano miglioramenti notevoli.
  3. Promuovere un Ambiente Positivo: Un utilizzo regolare della lode può contribuire a creare un clima scolastico più positivo e motivante, favorendo la collaborazione e l’emulazione costruttiva tra gli studenti.

Revisione del Legame tra Lode e Credito Scolastico negli Esami di Stato

Un altro aspetto critico dell’attuale sistema è il legame stretto tra l’attribuzione della lode e il credito scolastico accumulato negli ultimi tre anni del corso di studi. Questo sistema può penalizzare gli studenti che, per vari motivi, non riescono a ottenere il massimo punteggio nei crediti scolastici, pur dimostrando eccellenza nelle prove finali. Questo è particolarmente vero per coloro che hanno subito interruzioni significative nel loro percorso di studi, come nel caso della pandemia COVID-19.

Proposta di Valutazione Autonoma dell’Esame di Stato

Per rendere il sistema più equo e inclusivo, si potrebbe considerare l’opzione di valutare l’esame di Stato come un momento a sé stante, slegato dal credito scolastico accumulato. Questo approccio consentirebbe di:

  1. Premiare il Merito: Valutare l’esame di Stato indipendentemente dai crediti scolastici permetterebbe di riconoscere pienamente il merito degli studenti che eccellono nelle prove finali.
  2. Equità e Inclusione: Questa modifica potrebbe ridurre le disparità create dalle diverse esperienze scolastiche e personali degli studenti, garantendo che tutti abbiano le stesse opportunità di ottenere la lode basandosi esclusivamente sulle loro prestazioni nell’esame di Stato.

Conclusione

In un mondo ideale, ogni studente avrebbe la possibilità di vedere riconosciuto il proprio impegno e la propria crescita attraverso la lode. Questa, oltre a essere un potente strumento motivazionale, rappresenta un faro che guida gli studenti verso la realizzazione del loro pieno potenziale. È essenziale che la legislazione scolastica italiana evolva per includere la lode in tutte le fasi del percorso educativo, riconoscendo e valorizzando non solo i risultati finali ma anche il percorso e i progressi individuali.

Riformare il sistema di attribuzione della lode per renderlo più inclusivo e rappresentativo delle diverse esperienze e potenzialità degli studenti non è solo un atto di giustizia, ma un investimento nel futuro della nostra società. Ogni studente ha il diritto di essere riconosciuto per il proprio impegno, indipendentemente dalle circostanze avverse che possono aver influenzato il suo percorso. La lode, se utilizzata in modo equo e trasparente, può trasformare le aule scolastiche in ambienti più stimolanti e inclusivi, dove il merito è celebrato e ogni studente è spinto a dare il meglio di sé.

In un sistema educativo rinnovato, la lode potrebbe essere non solo un premio, ma un simbolo di speranza e di possibilità, ispirando gli studenti a credere nelle proprie capacità e a perseguire i propri sogni con determinazione e passione. Un cambiamento legislativo in questa direzione non solo migliorerebbe l’efficacia e l’equità della valutazione scolastica, ma contribuirebbe a creare una cultura dell’eccellenza e dell’inclusione che riflette i valori più alti della nostra società.

Terza prova scritta Esame II Ciclo – 2024

Si svolge il 25 giugno la terza prova scritta dell’Esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di Istruzione:



Le prove d’Esame dal 1985 ad oggi

Diario d’Esame 2023-2024 di Dario Cillo

Seconda prova scritta Esame II Ciclo – 2024

Si è svolta il 20 giugno la seconda prova scritta dell’Esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di Istruzione.

Seconda prova scritta Esame II Ciclo – 2024

Le prove d’Esame dal 1985 ad oggi

Diario d’Esame 2023-2024 di Dario Cillo

Prima prova scritta Esame II Ciclo – 2024

Si è svolta il 19 giugno la prima prova scritta dell’Esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di Istruzione.

Pubblicato il report relativo alle preferenze dei candidati in merito alle tracce della prima prova scritta dell’Esame di Stato del secondo ciclo d’istruzione per l’a.s. 2023/2024.

I dati derivano da un’indagine campionaria rappresentativa a livello nazionale.


Le prove d’Esame dal 1985 ad oggi

Diario d’Esame 2023-2024 di Dario Cillo

La Storia dell’Esame di Maturità in Italia

Dal 1923 a Oggi: La Storia dell’Esame di Maturità in Italia

di Bruno Lorenzo Castrovinci

Esame di maturità, momento di passaggio da un ciclo all’altro, come lo era un tempo quello dalla scuola elementare, oggi primaria, alla scuola secondaria di primo grado, e come continua ad essere anche l’esame del primo ciclo che di fatto rappresenta il primo approccio per gli studenti all’esame.

Molte critiche sull’esame di stato oggi, chi lo vorrebbe eliminare, considerandolo superfluo, per la crescita degli studenti, una prassi anacronistica, in uno stato che si ostina a mantenere il valore legale dei titoli di studio.

Ma questo è solo un aspetto dell’importanza dell’esame di maturità, come di quello del primo ciclo, che va oltre la mera misurazione, verifica, valutazione e riconoscimento di competenza, anche se non possiamo parlare di una certificazione vera e propria in quanto sussistono ancora membri interni all’interno delle singole commissioni.

L’esame rappresenta la prima tappa, dopo il primo approccio con l’esperienza dell’esame del primo ciclo, dove gli insegnanti delle classi accompagnano per mano i ragazzi in questa esperienza, emotivamente complessa, difficile per certi versi, nuova, il primo passo per diventare grandi, per assaporare il domani quando colloqui, prove e esami universitari segneranno il passo, cadenzando il temo della loro giovinezza, il più bello in assoluto nel vissuto di ognuno di noi.

L’esame di maturità, fine di un ciclo, momento di separazione, dalla scuola, dai miei compagni, dai docenti che si sono avvicendati fino alla fine, a volte punti di riferimento e ascolto indispensabili nella fase difficile di crescita con tutte le difficoltà che la vita pone ogni giorno davanti.

Da piccoli a grandi, cinque anni di crescita, fisica, emotiva, un lungo percorso per diventare maturi, uomini e donne pronti ad affacciarsi alla vita ad essere indipendenti, autonomi, a determinarsi e rideterminarsi ogni giorno, ognuno sulla strada del proprio destino.

Esame di maturità, come rito di passaggio quindi, ma anche momento di sintesi e valutazione di un percorso svolto, e in sestesso, prova, esperienza, necessaria, per acquisire quelle competenze che mi consentiranno domani a sostenere e saper gestire una prova concorsuale per l’accesso al mondo del lavoro o a quello accademico e per sostenere gli esami universitari.

Le Radici dell’Esame: La Riforma Gentile

La riforma scolastica del 1923, promossa da Giovanni Gentile, ha segnato una svolta cruciale nella storia dell’educazione italiana. Gentile, influenzato dalla filosofia idealista e dalla concezione elitista dell’educazione, ha creato un sistema che mirava a formare una classe dirigente altamente istruita e culturalmente preparata. L’esame di maturità, introdotto con questa riforma, era caratterizzato da una rigorosa selezione basata su un curriculum classico che includeva materie come latino, greco, filosofia, matematica e storia. La difficoltà e la profondità delle prove riflettevano l’intento di distinguere gli studenti più brillanti e prepararli per l’accesso alle migliori università italiane.

Il Dopoguerra: Democratizzazione e Inclusività

Nel secondo dopoguerra, l’Italia si trovò a dover ricostruire non solo le sue infrastrutture fisiche, ma anche quelle sociali ededucative. Le riforme degli anni ’60 furono influenzate dai principi di democratizzazione e inclusività. La riforma del 1969, in particolare, estese l’esame di maturità a tutti i tipi di scuole secondarie superiori, riconoscendo l’importanza di diverse forme di istruzione e non solo quella classica. Questo periodo vide anche l’introduzione di nuove materie e l’adeguamento delle prove d’esame ai vari indirizzi di studio, rendendo l’esame più equo e accessibile a una platea più vasta di studenti.

La Riforma Berlinguer e le Sfide degli Anni ’90

La riforma Berlinguer del 1997 rappresentò un momento di grande trasformazione per il sistema educativo italiano. Luigi Berlinguer, allora ministro dell’Istruzione, introdusse novità significative per modernizzare e rendere più equo l’esame di maturità. La riforma stabilì che l’esame fosse costituito da tre prove scritte e un colloquio orale, e reintrodusse i commissari esterni per garantire una maggiore imparzialità nella valutazione. Le prime due prove scritte, una di italiano e una specifica per ciascun indirizzo di studio, venivano predisposte a livello nazionale, mentre la terza prova, multidisciplinare, era elaborata dalle singole commissioni. Questa struttura cercava di bilanciare un controllo centrale con una certa flessibilità locale, garantendo al contempo un livello di standardizzazione nelle valutazioni.

L’Impatto della Digitalizzazione

Con l’avvento del nuovo millennio, la digitalizzazione ha iniziato a influenzare anche il mondo dell’istruzione. L’introduzione delle tecnologie digitali nelle scuole ha portato a cambiamenti significativi, non solo nel modo in cui si insegnava e si apprendeva, ma anche nelle modalità di svolgimento dell’esame di maturità. La digitalizzazione ha permesso una migliore gestione delle prove e una maggiore trasparenza nel processo di valutazione. Inoltre, ha facilitato l’accesso a risorse educative per studenti e insegnanti, migliorando la preparazione degli studenti per l’esame.

“L’Esame di Maturità: Dal D.P.R. 122/2009 al D.lgs. 62/2017 – Le Trasformazioni Post ‘Buona Scuola’ di Renzi”

L’esame di maturità è un momento cruciale nel percorso educativo degli studenti italiani e, come tale, è stato oggetto di numerose riforme normative che hanno cercato di adattarlo alle esigenze di una società in continua evoluzione. Tra queste riforme, un periodo particolarmente significativo è quello compreso tra il Decreto del Presidente della Repubblica 122/2009 e il Decreto Legislativo 62/2017, figlio della riforma conosciuta come “Buona Scuola” promossa e realizzata dal governo Renzi. Questo periodo ha visto cambiamenti importanti nell’organizzazione e nella struttura dell’esame, mirati a rendere il sistema educativo più moderno, inclusivo ed efficace.

Il Decreto del Presidente della Repubblica 122/2009, emanato durante il governo Berlusconi, introdusse modifiche sostanziali nella valutazione degli studenti. Tra le novità più rilevanti vi era l’introduzione del voto in condotta, che influiva sulla promozione degli studenti e sulla loro ammissione all’esame di maturità. Il comportamento scolastico divenne, quindi, un parametro di valutazione ufficiale, riflettendo l’importanza attribuita alla formazione del carattere e al rispetto delle regole oltre che alle competenze accademiche. Questo decreto prevedeva anche che gli studenti dovessero conseguire almeno la sufficienza in tutte le materie per poter essere ammessi all’esame finale, alzando l’asticella delle aspettative scolastiche e comportamentali.

Con il passare degli anni e con l’alternarsi dei governi, si avvertì la necessità di ulteriori riforme. La riforma “Buona Scuola”, introdotta con la Legge 107/2015 dal governo Renzi, segnò un punto di svolta nel tentativo di modernizzare il sistema educativo italiano. Questa riforma non solo toccò vari aspetti dell’istruzione, ma introdusse anche significativi cambiamenti all’esame di maturità. Uno degli obiettivi principali era quello di rendere il sistema educativo più dinamico e in grado di rispondere alle sfide del XXI secolo. La “Buona Scuola” mirava a migliorare la qualità dell’insegnamento, potenziando l’autonomia scolastica e introducendo l’alternanza scuola-lavoro come parte integrante del curriculum scolastico. Gli studenti, durante il loro percorso di studi, dovevano completare un certo numero di ore di esperienza lavorativa, il che aveva anche un impatto diretto sulla loro preparazione all’esame di maturità.

Il Decreto Legislativo 62/2017, emanato in attuazione della “Buona Scuola”, introdusse ulteriori novità nell’esame di maturità. Una delle modifiche più significative fu la riduzione del numero delle prove scritte da tre a due. Questo cambiamento mirava a semplificare l’esame e a renderlo più focalizzato sulle competenze fondamentali degli studenti. La prima prova scritta, di italiano, restava invariata, mentre la seconda prova diventava specifica per ciascun indirizzo di studio. La terza prova scritta, che in passato era multidisciplinare e formulata dalle commissioni interne, venne eliminata, riducendo così il carico di lavoro per gli studenti e cercando di rendere la valutazione più oggettiva e standardizzata.

Il colloquio orale fu anch’esso rinnovato. Vennero introdotte le cosiddette “buste”, che contenevano materiali di partenza per il colloquio orale, con l’obiettivo di rendere questa parte dell’esame più dinamica e meno prevedibile. Gli studenti dovevano dimostrare non solo le loro conoscenze, ma anche la capacità di collegare concetti diversi e di ragionare criticamente. Inoltre, l’esame di maturità post-2017 attribuiva maggiore importanza al percorso scolastico complessivo degli studenti, con un maggior peso dato ai crediti scolastici accumulati durante gli ultimi tre anni di scuola superiore. Questo cambiamento era inteso a valorizzare la costanza e l’impegno degli studenti nel lungo periodo, piuttosto che concentrarsi solo sulla performance finale.

La riforma “Buona Scuola” e le modifiche apportate dal Decreto Legislativo 62/2017 riflettevano un cambiamento di paradigma nell’istruzione italiana, puntando a un approccio più olistico e moderno. Tuttavia, come per tutte le riforme, vi furono anche critiche e difficoltà di attuazione. Alcuni critici sostenevano che le nuove norme potevano mettere sotto pressione gli studenti e gli insegnanti, mentre altri ritenevano che la riduzione delle prove potesse ridurre la profondità della valutazione. Nonostante le critiche, queste riforme rappresentarono un tentativo significativo di allineare l’istruzione italiana con le migliori pratiche internazionali e di preparare meglio gli studenti alle sfide future.

In conclusione, il periodo compreso tra l’emanazione del DPR 122/2009 e il D.lgs. 62/2017, attuativo della “Buona Scuola” di Renzi, rappresenta un’era di cambiamenti significativi per l’esame di maturità in Italia. Queste riforme hanno cercato di modernizzare il sistema educativo, rendendolo più inclusivo e adatto a preparare gli studenti per il mondo contemporaneo. Guardando al futuro, sarà fondamentale continuare a monitorare e adattare queste politiche per garantire che l’istruzione italiana possa affrontare efficacemente le sfide del XXI secolo.

“La Riforma Bussetti: Una Nuova Era per l’Esame di Stato”

La riforma Bussetti, introdotta nel 2019, pur mantenendo alcune delle innovazioni del Decreto 62/2017, apportò ulteriori modifiche con l’intento di semplificare l’esame e renderlo più aderente alle esigenze degli studenti e del mondo del lavoro. Una delle principali differenze rispetto alla riforma precedente riguarda la struttura del colloquio orale. Sebbene le “buste” siano state mantenute, il contenuto delle stesse venne ridefinito per rendere l’esame meno imprevedibile e più focalizzato sulle reali competenze degli studenti. Il colloquio includeva, inoltre, una riflessione critica sulle esperienze di alternanza scuola-lavoro, ma con una maggiore flessibilità nell’interpretazione e presentazione di queste esperienze. Bussetti reintrodusse anche la valutazione delle competenze acquisite nelle discipline di Cittadinanza e Costituzione durante il colloquio, sottolineando l’importanza dell’educazione civica nel percorso formativo degli studenti.

Un’altra differenza significativa riguarda la seconda prova scritta. Mentre il Decreto legislativo 62/2017 aveva introdotto una prova specifica per ciascun indirizzo di studio, la riforma Bussetti aggiunse ulteriori specificità a questa prova, combinando materie diverse all’interno della stessa prova per alcuni indirizzi. Ad esempio, per il liceo scientifico, la seconda prova poteva includere sia matematica che fisica, valutando le competenze integrate degli studenti in queste discipline. Questo approccio mirava a riflettere meglio la complessità e l’interdisciplinarità delle conoscenze richieste nel mondo moderno.

La riforma Bussetti, inoltre, semplificò alcuni aspetti amministrativi e organizzativi dell’esame, migliorando la trasparenza nella nomina dei commissari e definendo più chiaramente i criteri di valutazione. Questo contribuì a rendere l’esame di maturità più equo e omogeneo su tutto il territorio nazionale.

In sintesi, mentre il Decreto Legislativo 62/2017 introdusse una serie di innovazioni mirate a modernizzare l’esame di Stato e a valorizzare il percorso scolastico complessivo degli studenti, la riforma Bussetti del 2019 apportò ulteriori modifiche per semplificare l’esame e renderlo più aderente alle esigenze del mondo contemporaneo. Le principali differenze tra le due riforme riguardano la struttura e il contenuto del colloquio orale, la specificità delle prove scritte e le modalità di valutazione delle competenze degli studenti. Entrambe le riforme rappresentano tentativi significativi di migliorare il sistema educativo italiano, rispondendo alle sfide di una società in continua evoluzione e preparando meglio gli studenti per il futuro.

 

La Pandemia da COVID-19 e l’Esame di Maturità

L’emergenza sanitaria globale causata dalla pandemia di COVID-19 ha imposto cambiamenti drastici e improvvisi al sistema educativo. Nel 2020 e nel 2021, l’esame di maturità è stato adattato alle circostanze eccezionali, con la riduzione delle prove a un solo colloquio orale, svolto in presenza ma con misure di sicurezza straordinarie. Questo adattamento ha aperto un dibattito sulla necessità di rendere il sistema di valutazione più flessibile e resiliente di fronte a situazioni di crisi. Inoltre, ha evidenziato l’importanza di investire nelle infrastrutture digitali per garantire la continuità didattica e la possibilità di svolgere esami in modalità a distanza, se necessario.

Conclusione

L’esame di maturità in Italia ha attraversato numerose fasi di cambiamento, adattandosi ai mutamenti della società e rispondendo alle diverse esigenze educative nel corso dei decenni. Da strumento di selezione elitario a sistema di valutazione inclusivo, l’esame di maturità continua a rappresentare un momento cruciale nella vita degli studenti italiani. Guardando al futuro, è fondamentale che le istituzioni continuino a innovare e migliorare questo importante rito di passaggio, garantendo che possa rispondere efficacemente alle sfide di un mondo in continua evoluzione.

Presentazione domande Esami di Stato

Nota 12 ottobre 2023, AOODGOSV 33701
Esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione per l’anno scolastico 2023/2024 – Candidati interni ed esterni: termini e modalità di presentazione delle domande di partecipazione


I candidati interni ed esterni presentano domanda di ammissione all’Esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di Istruzione nei tempi indicati dal prospetto riportato, secondo quanto previsto dalla Nota 12 ottobre 2023, AOODGOSV 33701.

Terza prova scritta Esame II Ciclo

Si svolge il 27 giugno la terza prova scritta dell’Esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di Istruzione:

  • nei licei ed istituti tecnici presso i quali sono presenti i progetti sperimentali ESABAC e ESABAC TECHNO

nei licei con sezioni ad opzione internazionale cinese, spagnola, tedesca


Le prove d’Esame dal 1985 ad oggi


Diario d’Esame 2022-2023 di Dario Cillo

Seconda prova scritta Esame II Ciclo

Si svolge il 22 giugno la seconda prova scritta dell’Esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di Istruzione.

Seconda prova scritta Esame II Ciclo – 2023

Le prove d’Esame dal 1985 ad oggi


Diario d’Esame 2022-2023 di Dario Cillo

Prima prova scritta Esame II Ciclo

Si svolge il 21 giugno la prima prova scritta dell’Esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di Istruzione.

Prima prova scritta Esame II Ciclo – 2023


Le prove d’Esame dal 1985 ad oggi


È la traccia dedicata al testo “Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp”, di Marco Belpoliti, la più gettonata dagli studenti che hanno affrontato la prima prova scritta dell’Esame di Stato. Si tratta della seconda proposta nell’ambito della “Tipologia C – Riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su tematiche di attualità” ed è stata svolta dal 43,4% dei maturandi. Il 23,3% dei candidati ha invece optato per la traccia che parte da un testo di Piero Angela, “Dieci cose che ho imparato”, testo argomentativo in ambito tecnico-scientifico. Al terzo posto nelle scelte dei ragazzi la traccia di “Tipologia B – Analisi e produzione di un testo argomentativo” con un testo di Oriana Fallaci, “Intervista con la storia”, svolta dal 9,8% degli studenti.

A seguire, il 9,7% degli studenti ha preferito l’analisi e interpretazione di un testo letterario, con un brano tratto da “Gli indifferenti” di Alberto Moravia. Il 5,8%dei candidati ha svolto la traccia di attualità sulla base di una lettera inviata al Ministro Patrizio Bianchi sugli Esami di Maturità nel 2021 da parte di alcuni esponenti del mondo accademico e intellettuale italiano. Il 4% dei candidati si è cimentato nell’analisi e interpretazione di un testo letterario, con una lirica di Salvatore Quasimodo, “Alla nuova luna”, in “Tutte le poesie”. Infine, il 4%degli studenti ha preferito svolgere l’analisi e la produzione di un testo argomentativo con un testo tratto da Federico Chabod su “L’idea di nazione”.

La traccia di attualità sul valore dell’attesa nella società del “tempo reale” è stata la più gettonata anche nei Licei e negli Istituti tecnici con, rispettivamente, il 38,7% e il 46,4% delle scelte. Anche negli Istituti professionali più di un maturando su due ha scelto la traccia di attualità: è il 52,6% dei candidati. I dati derivano da un’indagine campionaria rappresentativa a livello nazionale.


Diario d’Esame 2022-2023 di Dario Cillo

La seconda prova nei Nuovi istituti professionali

La seconda prova nei Nuovi istituti professionali

di Gennaro Palmisciano

Il presente contributo scaturisce dalle richieste di alcuni presidenti di commissione d’esame di stato 2023 nominati presso istituti professionali. 

Si tratta di dirigenti o più spesso docenti, i quali non hanno mai insegnato nei nuovi professionali e chiedono lumi sull’organizzazione della didattica in tale tipo di istituto.

Va premesso che si tratta di istituti professionali mattinali, perché nei corsi serali non è prevista l’applicazione del riordino disciplinato dal Decreto legislativo 61 del 13 aprile 2017.

Il calendario delle prove d’esame, per l’anno scolastico 2022/2023, prevede una prima prova scritta, per mercoledì 21 giugno 2023, dalle ore 8:30, con una durata massima della prova di sei ore. 

Segue una seconda prova in forma scritta, grafica o scritto-grafica, pratica, compositivo/esecutiva, musicale e coreutica per giovedì 22 giugno 2023. La durata della seconda prova è prevista nei quadri di riferimento allegati al d.m. n. 769 del 2018. Per i soli istituti professionali di nuovo ordinamento, i cui quadri di riferimento sono stati adottati con decreto del Ministro dell’istruzione 15 giugno 2022, n. 164, la durata della prova è definita nei limiti previsti dai suddetti quadri. Negli istituti professionali Servizi per la sanità e l’assistenza sociale la durata è 6 ore, perché non si prevede una prova a carattere pratico, dunque. In tutti gli altri indirizzi professionali la durata può essere maggiore, e si può strutturare un uso dei laboratori, ma la stragrande parte degli istituti si è orientata nel documento del 15 maggio 2023 verso seconde prove senza pratica. Nel caso di durata maggiore di 6 ore, la prova può svolgersi in due giorni.

Ordinariamente nel liceo artistico la seconda prova dura tre giorni, proseguendo nei giorni successivi, a eccezione del sabato; in tal caso, la prova continua il lunedì successivo. 

Per i percorsi EsaBac ed EsaBac techno e nei licei con sezioni ad opzione internazionale cinese, spagnola e tedesca è prevista una terza prova scritta, martedì 27 giugno 2023, dalle ore 8:30. 

Per i candidati assenti giustificati sono previste forme di recupero. La prima prova scritta suppletiva si svolge mercoledì 5 luglio 2023, dalle ore 8:30; la seconda prova 

suppletiva si svolge giovedì 6 luglio 2023, con eventuale prosecuzione nei giorni successivi per gli indirizzi nei quali detta prova si svolge in più giorni; la terza prova scritta suppletiva, per gli istituti interessati, si svolge martedì 11 luglio 2023, dalle ore 8:30. 

L’eventuale ripresa dei colloqui, per le commissioni/classi che li abbiano interrotti perché impegnate nelle prove suppletive, avviene il giorno successivo al termine delle prove scritte suppletive. I colloqui possono essere programmati di sabato. Non possono essere programmati 5 colloqui al mattino e 5 colloqui al pomeriggio nella stessa giornata.

L’invio dei plichi delle prove scritte avviene per via telematica, tranne nelle sezioni carcerarie, per le quali è meglio provvedano i carabinieri, che hanno minori problemi ad entrare nelle carceri rispetto al personale scolastico. 

La prima prova scritta, ai sensi dell’art. 17, comma 3, del d.lgs. 62/2017, accerta la padronanza della lingua italiana o della diversa lingua nella quale si svolge l’insegnamento, nonché le capacità espressive, logico-linguistiche e critiche del candidato. 

La seconda prova, ai sensi dell’art. 17, comma 4, del d. lgs. 62/2017, si svolge in forma scritta, grafica o scritto-grafica, pratica, compositivo/esecutiva musicale e coreutica, e ha per oggetto una disciplina caratterizzante il corso di studio ed è intesa ad accertare le conoscenze, le abilità e le competenze attese dal profilo educativo culturale e professionale dello studente dello specifico indirizzo. 

Per l’anno scolastico 2022/2023, le discipline oggetto della seconda prova scritta per tutti i percorsi di studio, fatta eccezione per gli istituti professionali di nuovo ordinamento, sono individuate dal d.m. n. 11 del 25 gennaio 2023. 

Negli istituti professionali di nuovo ordinamento, la seconda prova non verte su discipline ma sulle competenze in uscita e sui nuclei fondamentali di indirizzo correlati. Pertanto, la seconda prova d’esame degli istituti professionali di nuovo ordinamento è un’unica prova integrata, la cui parte ministeriale contiene la “cornice nazionale generale di riferimento” che indica: 

a. la tipologia della prova da costruire, tra quelle previste nel Quadro di riferimento dell’indirizzo (adottato con d.m. 15 giugno 2022, n. 164); 

b. il/i nucleo/i tematico/i fondamentale/i d’indirizzo, scelto/i tra quelli presenti nel suddetto Quadro, cui la prova dovrà riferirsi. 

Se l’anno scorso le commissioni dipingevano il quadro delle seconde prove con la limitazione di riferirsi a quanto effettivamente percorso, nel corrente anno il quadro delle seconde prove viene dipinto dai professori delle discipline individuate sempre con la limitazione di riferirsi a quanto effettivamente percorso con l’ulteriore obbligo di armonizzarsi ad una cornice nazionale fornita nel plico telematico. In questo viene indicato il/i nucleo/i tematico/i e la tipologia di prova prescelta.

Ricordiamo che quattro sono le tipologie:

  • redazione di una relazione sull’argomento;
  • studio di caso;
  • fasi e delle modalità di realizzazione di un prodotto o di un servizio;
  • progetto finalizzato alla promozione del territorio e/o all’innovazione delle filiere di indirizzo.

Le commissioni declinano le indicazioni ministeriali in relazione allo specifico percorso formativo attivato (o agli specifici percorsi attivati) dall’istituzione scolastica, con riguardo al codice ATECO, in coerenza con le specificità del Piano dell’offerta formativa e tenendo conto della dotazione tecnologica e laboratoriale d’istituto. Viene posto all’attenzione delle commissioni il codice dell’Attività Economica (ATECO) ed il NUP (che è un codice della Nomenclatura Unità Professionali Istat). Il riferimento al NUP compare nell’allegato al certificato di diploma e dovrebbe essere utilizzato ai fini del collocamento lavorativo. Va fatto presente che l’Istat dal 2023 utilizza il codice CP (Classificazione delle Professioni). Molto probabilmente nel prossimo anno anche il mondo della scuola utilizzerà il CP, anziché il NUP.

Nei soli istituti professionali Servizi per la sanità e l’assistenza sociale è presente un membro esterno (quello di psciologia), che dovrà provvedere alla redazione della seconda prova; in tutti gli altri indirizzi le tre proposte di seconda prova saranno elaborate da membri interni.

La trasmissione della parte ministeriale della prova avviene tramite plico telematico, il martedì precedente il giorno di svolgimento della seconda prova. La chiave per l’apertura del plico viene fornita alle ore 8:30; le commissioni elaborano, entro il mercoledì 21 giugno per la sessione ordinaria ed entro il mercoledì 6 luglio per la sessione suppletiva, tre proposte di traccia. Tra tali proposte viene sorteggiata, il giorno dello svolgimento della seconda prova scritta, la traccia che verrà svolta dai candidati.

Gli argomenti presenti nella simulazione della seconda prova eventualmente presente nel documento del 15 maggio non possono essere utilizzati nelle tre proposte di traccia.

Si possono verificare due casi. 

1. Se nell’istituzione scolastica è presente, nell’ambito di un indirizzo, un’unica classe di un determinato percorso, l’elaborazione delle proposte di traccia è effettuata dai docenti della commissione/classe titolari degli insegnamenti di Area di indirizzo che concorrono al conseguimento delle competenze oggetto della prova, sulla base della parte ministeriale della prova, tenendo conto anche delle informazioni contenute nel documento del consiglio di classe. 

2. Se nell’istituzione scolastica sono presenti più classi quinte che, nell’ambito dello stesso indirizzo, seguono lo stesso percorso e hanno perciò il medesimo quadro orario (“classi parallele”), i docenti titolari degli insegnamenti di Area di indirizzo che concorrono al conseguimento delle competenze oggetto della prova di tutte le commissioni/classi coinvolte elaborano collegialmente le proposte di traccia per tali classi quinte, sulla base della parte ministeriale della prova, tenendo conto anche delle informazioni contenute nei documenti del consiglio di classe di tutte le classi coinvolte. In questo caso, poiché la traccia della prova è comune a più classi, è necessario utilizzare, per la valutazione della stessa, il medesimo strumento di valutazione, elaborato collegialmente da tutti i docenti coinvolti nella stesura della traccia in un’apposita riunione, da svolgersi prima dell’inizio delle operazioni di correzione della prova. Non rileva il fatto che eventualmente le classi si trovino in plessi diversi dello stesso istituto o che abbiano svolto alcuni argomenti con maggiore o minore approfondimento.

Nel caso di classi parallele si può verificare per docenti che abbiano figli, parenti o affini in altra classe parallela una condizione di incompatibilità non assoluta, ma relativa all’elaborazione delle sole seconde prove. Pertanto costoro vanno senz’altro esclusi dalla redazione delle seconde prove, ma non dai lavori della classe parallela a cui hanno insegnato e della quale non fa parte il figlio, il parente o l’affine.

In fase di stesura delle proposte di traccia della prova, si procede inoltre a definirne la durata, nei limiti e con le modalità previste dai Quadri di riferimento, e l’eventuale prosecuzione della stessa il giorno successivo, laddove ricorrano le condizioni che consentono l’articolazione della prova in due giorni. È buona norma tenere ben presenti le indicazioni contenute nel documento del 15 maggio, perché dettaglia il tipo di organizzazione alla quale gli alunni sono stati abituati. Nel caso di articolazione della prova in due giorni, come previsto nei Quadri di riferimento, ai candidati sono fornite specifiche consegne all’inizio di ciascuna giornata d’esame. Le indicazioni relative alla durata della prova e alla sua eventuale articolazione in due giorni sono comunicate ai candidati tramite affissione di apposito avviso presso l’istituzione scolastica sede della commissione/classe, nonché, distintamente per ogni classe, solo e unicamente nell’area documentale riservata del registro elettronico, cui accedono gli studenti della classe di riferimento. 

Ulteriore compito è la redazione della griglia per la valutazione della seconda prova, dal momento che nei Quadri di riferimento sono dettagliati gli indicatori ed i soli valori massimi, ma non i descrittori ed i valori per i vari livelli.

Pertanto ai presidenti si può consigliare di verificare attentamente le griglie predisposte, perché molto spesso non si riferiscono agli indicatori previsti dai Quadri di riferimento oppure non rispettano i valori massimi indicati.

Si sottolinea che la Griglia di valutazione evidenzia le richieste al candidato, che deve essere stato preparato ad averle ben presenti.

Inoltre, in ogni item delle prove predisposte dovrebbe essere chiaramente esplicitato il riferimento alla/e competenza/e del profilo in uscita. Esemplificando un item per prova nell’istituto alberghiero dopo indicazione ministeriale per il secondo nucleo tematico(Pianificazione e gestione di prodotti e/o di servizi, con particolare riguardo ai seguenti ambiti: identificazione delle risorse, valutazione dei mutamenti delle tendenze di acquisto e di consumo, controllo della qualità, ottimizzazione dei risultati, efficienza aziendale e sostenibilità ambientale) e tipologia 1:

1) Haccp e sistema di autocontrollo della qualità non sono sinonimi. Il candidato faccia un esempio pratico. (Competenza 3 del profilo dell’Istituto professionale Alberghiero 24.1.2018)

In tal modo risulta più chiara la finalizzazione degli item proposti alla valutazione delle competenze. I presidenti dovrebbero verificare e sollecitare tale chiaro riferimento alle competenze del profilo di uscita, che dovrebbe emergere nelle programmazioni per unità di apprendimento, operate dai docenti nel percorso dei nuovi professionali.

Nei percorsi di secondo livello dell’istruzione professionale che fanno riferimento al previgente ordinamento, la seconda prova d’esame è costituita, come nello scorso anno, da una prima parte nazionale della traccia, inviata tramite plico telematico, e da una seconda parte elaborata dalle commissioni, in coerenza con quanto previsto dai quadri di riferimento di cui al d.m. 769 del 2018. Pertanto, le commissioni: 

– predispongono la seconda parte della seconda prova tenendo conto del piano dell’offerta formativa della scuola; 

– in sede di riunione preliminare definiscono le modalità organizzative per lo svolgimento della prova, che può essere svolta lo stesso giorno o il giorno successivo tenendo conto della specificità dell’indirizzo e della disponibilità di attrezzature e laboratori. Le modalità organizzative e gli orari di svolgimento sono immediatamente comunicati alla scuola e ai candidati il giorno della prima prova; 

– il giorno stabilito per lo svolgimento della seconda parte della seconda prova, elaborano il testo della parte di loro competenza tenendo in debito conto i contenuti e la tipologia della parte nazionale della traccia. 

La commissione d’esame tiene conto, altresì, del percorso di studio personalizzato (PSP) formalizzato nel patto formativo individuale (PFI), privilegiando tipologie funzionali alla specificità dell’utenza. 

La commissione/classe è tenuta a iniziare la correzione e valutazione delle prove scritte al termine della seconda prova, dedicando un numero di giorni congruo rispetto al numero dei candidati da esaminare. Si deve pensare ad un tempo medio di correzione tra i venti e i trenta minuti.

La commissione/classe dispone di un massimo di venti punti per la valutazione di ciascuna prova scritta, per un totale di quaranta punti. 

Il punteggio attribuito a ciascuna prova scritta è pubblicato per tutti i candidati, ivi compresi i candidati con DSA che abbiano sostenuto prove orali sostitutive delle prove scritte in lingua straniera e i candidati con disabilità che abbiano sostenuto gli esami con prove relative al percorso didattico differenziato, tramite affissione di tabelloni presso l’istituzione scolastica sede della commissione/classe, nonché, distintamente per ogni classe, solo e unicamente nell’area documentale riservata del registro elettronico, cui accedono gli studenti della classe di riferimento, almeno 48 ore prima della data fissata per l’inizio dello svolgimento dei colloqui. Vanno esclusi dal computo le domeniche e i giorni festivi intermedi. 

Ai sensi dell’art. 16, comma 6, del d. lgs. n. 62 del 2017, le commissioni possono procedere alla correzione delle prove scritte operando per aree disciplinari. Le commissioni/classi dovranno fare riferimento al Decreto Ministeriale n. 319 del 29 maggio 2015. Per gli istituti professionali di nuovo ordinamento che non sono inclusi in questo decreto, le commissioni procederanno per analogia con la suddivisione delle discipline degli istituti professionali di ordinamento precedente. Nel caso dei nuovi professionali la prima prova può essere corretta dai docenti di italiano, storia e lingua straniera, mentre gli altri provvederanno alla correzione della seconda prova. Considerato che le Scienze motorie e sportive, per finalità, obiettivi e contenuti specifici, possono trovare collocazione sia nell’area linguistico-storico-filosofica che in quella scientifica, si rimette all’autonoma valutazione delle commissioni, nel rispetto dei citati enunciati, l’assegnazione della stessa all’una o all’altra delle aree succitate.

Alla valutazione provvede l’intera commissione.

Prepararsi al colloquio d’Esame

Una forte esperienza formativa: prepararsi al colloquio d’esame con serenità

di Annalisa Filipponi [1]

                L’esame di stato conclusivo del primo ciclo dell’istruzione torna nella sua veste conosciuta (tre prove scritte e un colloquio orale) prima della pandemia. La Nota ministeriale informativa n° 4155 del 7 febbraio 2023 del Ministero dell’Istruzione del Merito in relazione al colloquio conclusivo recita: “Il colloquio (DM. 741/2017, articolo 10), condotto collegialmente dalla sottocommissione, valuta il livello di acquisizione delle conoscenze, abilità e competenze descritte nel profilo finale dello studente previsto dalle Indicazioni nazionali per il curricolo, con particolare attenzione alle capacità di argomentazione, di risoluzione di problemi, di pensiero critico e riflessivo, di collegamento organico e significativo tra le varie discipline di studio. Il colloquio accerta anche il livello di padronanza delle competenze connesse all’insegnamento trasversale di educazione civica.

                La prima domanda da porsi è quella relativa all’efficacia del colloquio d’esame della Secondaria di I grado, condotto dagli insegnanti di classe a pochi giorni dalla fine della scuola e come ultimo momento di un ciclo di studi, con una modalità che molto spesso si risolve in una carrellata di contenuti raccolti in una “tesina” o con risposte del discente a domande specifiche dell’insegnante quasi esclusivamente correlate alle singole discipline. Una attenta lettura della nota ministeriale nella parte centrale del suo articolato sul colloquio (“particolare attenzione alle capacità di argomentazione, di risoluzione di problemi, di pensiero critico e riflessivo, di collegamento organico e significativo tra le varie discipline di studio”) apre la possibilità a valutare se vi possono essere altre modalità, oltre a quelle conosciute, per condurre un esame che soddisfi appieno la norma e al tempo stesso costituisca un elemento di novità e un’occasione formativa per gli studenti nell’ultima parte e nel primo esame del loro percorso scolastico nel Primo ciclo d’istruzione.

                Per questo l’Accademia di Argomentazione e Debate del Friuli-Venezia Giulia- DeAFVG.APS- ha avviato in due importanti Istituti comprensivi del Friuli-Venezia Giulia delle azioni formative per preparare gli studenti e le studentesse a nuove modalità e nuovi moduli didattici che li conducano con rinnovata motivazione al colloquio d’esame. Una delle due esperienze innovative ha carattere sperimentale e introduce il Debate come modalità facoltativa di svolgimento del colloquio d’esame; l’altra invece si sviluppa in alcuni moduli formativi propedeutici al colloquio, liberamente scelti da allievi e famiglie, e utilizza la metodologia del Dialogo euristico peer to peer in Comunità di ricerca oltre a porre le basi del Public Speaking.

Entrambe le sperimentazioni sono tese verso uno sviluppo problematizzante della dialettica argomentativa per costruire, insieme agli studenti e ai loro insegnanti, una modalità che sposti la comunicazione in sede d’esame dalla sola esposizione ad una argomentazione ragionata. Dunque, la finalità che accomuna le due diverse esperienze è quella di poter osservare e valutare le competenze acquisite da ciascun discente nel processo cognitivo maturato nel corso del triennio della Secondaria di I grado.


                L’attività sperimentale condotta in un Istituto vuole verificare gli effetti della trasformazione del colloquio d’esame attraverso l’utilizzo del Debate, levando quella prova sia dalla sua forma tradizionale (esposizione di un argomento e poi eventuali domande sulle varie materie di studio), sia da forme sperimentali ma trasmissive (redazione ed illustrazione di tesine, power point, ricerche, ecc.). Si tratta di cercare di spostare il focus del colloquio dalla trasmissione di contenuti all’utilizzo, in quella sede, di abilità analitiche, critiche, argomentative e di vere competenze comunicative anche nell’ambito di diversi contenuti, da presentare e rielaborare per sostenere un colloquio d’esame sereno, divertente ma profondo.

                Il Debate possiede tutte le caratteristiche per toccare gli elementi sopra citati, nell’ambito di un apprendimento critico in cui l’argomentazione si costruisce per un’azione comunicativa efficace e approfondita. La sperimentazione trasforma il colloquio d’esame in una forma di innovazione didattica di Debate formativo, che non ha alcun valore agonistico, ma permette allo studente di usare la struttura argomentativa come strumento di comunicazione trasversale di contenuti didattici. Le conoscenze disciplinari saranno utilizzate per rendere solida la ricerca documentale, che costituisce la basa strutturale della prova, dato che l’esame si svolgerà a coppie di studenti e in forma dialettica, all’interno di argomentazioni PRO e CONTRO su una Mozione data. La Mozione, comunicata agli studenti una quindicina di giorni prima dell’esame, sarà formulata dai docenti esaminatori e verterà su argomenti afferenti ai curricoli disciplinari e/o di educazione civica analizzati in classe durante l’anno.

                Si tratta, dunque, di un modo innovativo di condurre l’esame di stato, in cui lo studente non deve solo assemblare contenuti e argomenti, ma scegliere quali contenuti e quali argomenti supportano la sua posizione (pro o contro) in rapporto alla Mozione. Si tratta della metodologia del Debate, adattata però ad una funzione non competitiva, ma solamente formativa. Ciascun allievo cercherà di convincere la commissione del livello di competenze acquisite lungo il triennio non attraverso la sola trasmissione di contenuti, ma utilizzando i contenuti come elemento cardine della loro rielaborazione cognitiva, che comunicherà tramite argomentazioni a sostegno o a confutazione di una tesi data.


                La seconda esperienza formativa coinvolge gran parte degli studenti di due Scuole secondarie di un Istituto comprensivo e si fonda su un processo formativo che tocca alcuni elementi del Debate e delle pratiche argomentative più collaudate come la Comunità di ricerca e il Public Speaking. Infatti, i moduli su cui si è sviluppato il percorso preparatorio hanno cercato di produrre un processo di apprendimento significativo, al fine di sviluppare un reale apprendimento cognitivo, con l’analisi e, quindi, lo sviluppo di diversi stili comunicativi dentro contesti plurali, con una base argomentativa preparata per cercare di coinvolgere chi ascolta. Il corso preparatorio è stato strutturato su tre cardini didattici:

  1. La Comunità di ricerca per un dialogo euristico tra pari (saper ascoltare, rielaborare un pensiero proprio su un testo dato, imparare a comunicarlo in modo corretto ed efficace).
  2. Saper comunicare in modo efficace: il Public Speaking.
  3. Saper tenere il focus in un colloquio rielaborando alcuni collegamenti interdisciplinari raccordandoli tra loro con i connettivi appropriati.

Gli esiti di queste nuove modalità di approccio al colloquio d’esame conclusivo del Primo ciclo dell’istruzione si potranno analizzare solo al termine dell’anno scolastico, ma fin d’ora si può indicare la metodologia formativa proposta, come esperienza vissuta con vero entusiasmo dai/dalle giovani studenti/studentesse che l’hanno scelta.

 Le docenti formatrici esperte esterne sono state affiancate, in entrambe le azioni formative, da un docente tutor facente parte della commissione d’esame. Il tirocinio formativo ha visto alunni ed alunne sperimentare il passaggio dalla trasmissione di contenuti (propria delle interrogazioni, anche delle più problematizzanti) allo sviluppo argomentativo di una tesi, incentrata su un’area tematica di interesse. In questo modo alunni ed alunne si confronteranno con un compagno o una compagna che sta sostenendo le tesi opposte in una delle due scuole; mentre trasformeranno l’esposizione di contenuti in una tesi argomentativa nell’altra scuola. Non si tratta di un esercizio di retorica, ma dello sviluppo della competenza che permette di verificare un argomento da diversi punti di vista. In questo modo si forniscono agli studenti competenze che rendono attivo l’ascolto, che permettono anche nella fase adolescenziale di affrontare questioni complesse, che consentono di esporre le proprie ragioni e ascoltare quelle degli altri interlocutori, ma solo dopo aver analizzato attentamente la Mozione o l’argomento scelto non sull’onda di un’interlocuzione basata sull’improvvisazione emotiva, ma attraverso un approfondimento centrato sul lavoro preparatorio.

                L’attività così progettata sposta le potenzialità argomentative da un indistinto luogo libero (in cui ognuno può dire quello che vuole) ad un esame di stato in cui la qualità della propria argomentazione viene valutata nella sua profondità, pertinenza, coerenza logica, anche nello scambio dialogico, dalla commissione d’esame. Si cerca di passare, in questo modo, dall’esposizione di una “tesina” o dall’illustrazione di un power point, ad una prova di dialettica argomentativa dentro una vera prova di realtà qual è l’esame di stato.


                Il colloquio d’esame si trasforma, dunque, in una vera prova esperta, dentro il campo reale dell’argomentazione, cogliendo in pieno il senso della nota ministeriale citata.

                Il lavoro è ambizioso, ma collega formazione, innovazione e ricerca didattica al fine di sperimentare le potenzialità del Debate e del Dialogo euristico tra pari in Comunità di ricerca in una logica che sposta l’attenzione dello studente dalla comunicazione trasmissiva (propria della scuola) o istintiva (propria dei social) a quella del discorso connesso ad un’organizzazione preventiva del sapere argomentato da comunicare.

Collocare tutto questo in un esame di stato vuol dire cercare di costruire percorsi di senso dentro una preparazione scolastica che, comunque, attesta la fine di un importantissimo ciclo dell’istruzione.


  1. Docente e formatrice. Presidentessa dell’Accademia di Argomentazione e Debate del Friuli Venezia Giulia e della Sezione Friuli Venezia Giulia della Società Nazionale Debate Italia.