Scuola, le supplenze non finiscono mai

Scuola, le supplenze non finiscono mai

Franco Buccino

Repubblica ed. Napoli, 18 marzo2024

Si sono svolte in questi giorni le prove scritte del concorso a cattedre: quasi 375 mila candidati per 45mila posti. Contemporaneamente è arrivata l’ordinanza sulla “mobilità” per il prossimo anno scolastico, è a dire su trasferimenti definitivi o annuali, passaggi di ruolo o di cattedra, assegnazioni provvisorie. Poi verranno le “utilizzazioni” e infine le supplenze annuali, fino al 30 giugno o fino al 31 agosto. Operazioni analoghe anche per il personale Ata, amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici.

Ad oggi per le supplenze dei docenti siamo a quota 240mila: più di metà sul sostegno, più di metà nel Nord Ovest (Piemonte e Lombardia), i tre quarti sono donne. Altre 60mila supplenze riguardano il personale Ata. Il ministro Valditara nella lunga intervista, nel mese di settembre scorso, a Repubblica  parlava di 130-140mila supplenze annuali: sono più del doppio.

Poi ci sono le supplenze temporanee: spendevamo 800 milioni di euro, di recente siamo passati a oltre un miliardo all’anno. Per supplenze che nel 60% dei casi hanno una durata inferiore ai dieci giorni!

Nonostante il consistente calo della popolazione scolastica, i concorsi e le immissioni in ruolo, purtroppo le supplenze annuali e temporanee aumentano, aumenta il precariato, peggiorano le condizioni economiche del personale. E peggiorano le condizioni, già precarie, delle scuole: carenze di strutture, carenze di spazi, laboratori e palestre.

Spesso ci siamo soffermati sulle cause di queste evidenti contraddizioni. Veniamo ai rimedi. Alcuni interni al sistema scuola, altri compresi in sistemi più ampi.

Il primo rimedio, secondo me, è una profonda revisione della mobilità. Non possono esserci tutti gli anni i “trasferimenti” e tutte le operazioni collegate. E di sicuro non per tutti. Non avviene per nessuna categoria di lavoratori, né pubblica, né privata. E chiaramente la revisione della mobilità riguarda docenti, Ata e dirigenti.

Il secondo rimedio è scuole con un organico autosufficiente. Varie volte si è pensato a organici aggiuntivi, a disposizione delle scuole,collocati sui territori. A livello di singola scuola sembra irrealizzabile. Ci sono le “classi di concorso”, soprattutto nella secondaria: troppe per essere presenti in tutte le scuole. La novità sarebbe quella di creare ambiti disciplinari: veri e propri raggruppamenti di classi di concorso affini. Ai quali si accede con titoli di studio di quell’area, di quell’ambito. Si tien conto anche di seconde lauree, di piani di studio, di specializzazioni, di interessi, di esperienze. All’organico tradizionale della singola scuola si aggiungerebbe un organico snello ed essenziale, ma in grado di coprire tutti gli ambiti disciplinari. Anzi, l’idea è ancora più ambiziosa: quella di una scuola con un unico  organico  più che con due organici, il titolare e l’aggiuntivo. Una scuola che non ha bisogno di supplenti, se non in casi molto particolari. Una scuola che è in rete con altre scuole, con le quali può fare scambi di iniziative didattiche e anche di personale.

Stiamo parlando di scuole autonome. Solo l’autonomia delle singole scuole ci può far risolvere problemi annosi. Si garantirebbe tra l’altro maggiore continuità didattica ai ragazzi e anche, con i notevoli risparmi, una migliore retribuzione del personale.

Valditara: “Impegnati per una formazione tecnica e professionale di eccellenza nei settori strategici”

da OrizzonteScuola

Di redazione

Compiuto un altro importante passo per la realizzazione del Piano Mattei per l’Africa. In occasione della missione istituzionale in Egitto guidata dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha firmato un Memorandum di Intesa con il Ministro dell’Istruzione e dell’Istruzione Tecnica egiziano, Reda Hegazy.

Alla luce della centralità che il Piano Mattei riserva al tema dell’istruzione, l’incontro con il Ministro Hegazy e la firma del Memorandum rappresentano un’azione strategica per rafforzare la cooperazione tra l’Italia e l’Egitto e favorire lo sviluppo e la crescita di entrambi i Paesi.

L’Italia si impegna a cooperare con l’Egitto per promuovere una formazione professionale di eccellenza. In particolare, puntiamo a favorire lo sviluppo in Egitto di percorsi tecnico-professionali di qualità e di Its Academy che sono strategici per la crescita economica”, ha dichiarato il Ministro Valditara.

Occorre partire dalla promozione della conoscenza della lingua italiana per favorire l’acquisizione di competenze tecniche adeguate alle esigenze specifiche del sistema produttivo italiano ed egiziano e assicurare una più forte integrazione”, ha concluso il Ministro.

Il Memorandum persegue l’obiettivo di rafforzare la collaborazione tra il sistema scolastico italiano e quello egiziano, a partire dalla formazione dei docenti di lingua italiana delle scuole secondarie egiziane e gli scambi di studenti e docenti. Facendo leva sulla conoscenza della lingua italiana, la cooperazione nel settore dell’istruzione tecnica e professionale sarà finalizzata all’innalzamento della qualità dei percorsi e delle opportunità di mobilità per l’apprendimento e l’occupazione, consolidando i legami tra il mondo della scuola e il mondo del lavoro, con particolare attenzione ai settori dell’energia, del turismo, dell’industria, della meccatronica, del tessile, dell’agrifood e della salute.

Primo esempio concreto di tale collaborazione sarà l’istituzione, nella Scuola italiana Don Bosco del Cairo, del nuovo percorso che prevede 4 anni di scuola tecnica, seguiti da 2 anni di percorso post-diploma attuati in collaborazione con l’ITS Academy Malignani di Udine. Anche gli studenti egiziani in possesso di un diploma tecnico potranno iscriversi ai percorsi ITS. Grazie al Memorandum sarà possibile non solo incoraggiare l’apprendimento e la mobilità per l’occupazione in Italia dei giovani egiziani, già formati nella lingua e nella cultura italiana, ma anche sostenere le imprese egiziane e le imprese italiane che operano nel nostro Paese e in Egitto.


I docenti idonei dei vecchi concorsi trattati da “invisibili”: mai assunti, presto scalzati dai 70.000 delle selezioni Pnrr e 200mila cattedre sempre a supplenza

da La Tecnica della Scuola

Di Alessandro Giuliani

Perché si fanno concorsi nuovi per assumere docenti di ruolo e non si stabilizzano i candidati idonei delle procedure già svolte negli ultimi anni? A chiederlo sono stati i componenti del movimento ‘Idonei 2020 per il ruolo, gli invisibili’: sabato 16 marzo i due portavoce nazionali – Gian Michele Mostardini e Alessandra Torrioni – sono stati ricevuti alla Camera dei Deputati dalla vicepresidente della Commissione cultura Valentina Grippo e da Maria Stella Gelmini, vice presidente vicario del Gruppo parlamentare di “Azione” ed ex ministro dell’Istruzione nell’ultimo Governo Berlusconi.

Mostardini e Torrioni hanno voluto rappresentare le preoccupazioni delle migliaia di persone che hanno definito “parcheggiate” nelle graduatorie di merito del personale docente: il problema, hanno detto ai parlamentari, è che in questi giorni è partito uno dei tre concorsi Pnrr per diventare insegnanti di ruolo; i vincitori, secondo l’attuale disposizione normativa, avranno la precedenza assoluta nelle assunzioni rispetto a chi già ha sostenuto il medesimo concorso (sempre con i parametri europei) ma due anni prima ed è attualmente in graduatoria, avendo maturato il diritto giuridico all’assunzione.

Il movimento chiede una soluzione rapida, che sancisca la difesa del diritto degli idonei 2020 all’assunzione fin dalla prima occasione utile, chiarisca l’impiego di queste graduatorie e stabilisca una volta per tutte il pari scorrimento rispetto a quelle che emergeranno dai nuovi concorsi.

Per completezza, vale la pena ricordare che sono oltre 70.000 gli insegnanti che secondo le previsioni del ministero dell’Istruzione e del Merito dovrebbero essere immessi in ruolo nell’arco di un biennio. Sono tre le procedure selettive che serviranno a questo scopo: la prima è quella in corso e che a breve prevederà lo svolgimento dell’orale; la seconda verrà avviata nel prossimo autunno; la terza sessione concorsuale, invece, è prevista entro le fine del prossimo anno solare.

A rigor di logica, comunque, le cattedre vacanti per assorbirli in ruolo dovrebbero esserci. Nel frattempo, infatti, continua ad essere altissimo il numero di supplenti: quest’anno hanno ancora una volta superato quota 200.000 i contratti annuali con scadenza almeno 30 giugno 2024 e di questi un po’ meno della metà sono in organico di diritto, quindi utili anche per eventuali immissioni in ruolo.


Concorsi: ammessi in massa. E ora 350 mila prove orali da sostenere

da Tuttoscuola

In base ai dati ufficiali della prova scritta del concorso di infanzia e primaria, svolta la settimana scorsa, il numero dei candidati che hanno superato la prova e potranno accedere direttamente all’orale sono stati 44.615 su 55.676 (80,1%) presenti alla prova.

Rispetto ai 69.101 candidati che avevano presentato domanda di partecipazione al concorso di infanzia e primaria, oltre 13 mila non si sono proprio presentati alla prova, mentre circa 11 mila non l’hanno superata. Insomma dei 69 mila ai nastri di partenza sono ancora in gara – e dovranno essere esaminati all’orale – in quasi 45 mila (circa due su tre).

Se si considera che mediamente per i suddetti concorsi ogni candidato ha presentato poco meno di due domande di partecipazione (esattamente 1,7 domande a testa), le commissioni di concorso potrebbero essere impegnate ad esaminare complessivamente circa 75mila candidati, alcuni dei quali per due, tre o fino a quattro tipologie tra posti comuni e posti di sostegno sia per il concorso di scuola dell’infanzia che per quello di scuola primaria.

Per quanto riguarda il concorso di scuola secondaria per il quale le prove scritte sono tuttora in corso, una prima comunicazione ministeriale ha riferito che nei primi quattro turni di prove hanno superato lo scritto 113.543 candidati su 130.252 presenti (l’87,2%).

Per la secondaria è opportuno tenere presente anche l’elevato numero di candidati (303.687) che hanno presentato 437.351 domande (in media circa 1,4 a testa).

Da questi esiti parziali della prova scritta, sta emergendo, come e più di quanto avvenuto per il concorso di infanzia e primaria, un’elevata percentuale di ammessi, tanto che potrebbe risultare attendibile una stima finale di ammessi di poco inferiore a due terzi, quantificabile, pertanto, intorno a 200 mila persone.

Se il dato finale sarà confermato, le commissioni di concorso potranno essere impegnate ad esaminare complessivamente circa 280 mila candidati, alcuni dei quali per due, tre o fino a quattro tipologie tra posti comuni e posti di sostegno.

Tra infanzia-primaria e secondaria i candidati ancora in gioco dopo lo scritto potrebbero essere 245 mila, e le prove orali da sostenere ben 355 mila.

Il concorso che non seleziona

da Tuttoscuola

“Di che colore era il cavallo bianco di Napoleone?”. L’ammissione in massa all’orale nel concorso per docenti richiama alla mente un vecchio, surreale indovinello. Tra i quiz dell’ultimo concorso per insegnanti non ci sono domande come questa. Ma in alcuni casi, poco ci manca.

Di fronte a 158.158 ammessi su 185.928 candidati (tasso di ammissione: 85%) che la scorsa settimana hanno affollato migliaia di scuole – con uno sforzo organizzativo non indifferente – per la prova scritta del concorso a cattedre previsto dal Pnrr, i casi sono due: o il livello medio di preparazione dei candidati è altissimo, oppure l’“asticella” dei quiz della prova scritta è stata posta a livello ginocchia.

Il ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara non ha dubbi: “L’alta percentuale di ammessi all’orale testimonia la preparazione dei futuri componenti di una classe docente che verrà selezionata anche in base all’attitudine all’insegnamento”. Ma i commenti di chi ha sostenuto la prova (50 domande a risposta chiusa) fanno pensare alla seconda ipotesi, a prescindere dalla preparazione dei candidati che in molti casi può essere stata elevata (ma certo non è stata granché sollecitata). Quel che è certo è che ora si scaricano sulla macchina organizzativa della prova orale numeri monstre, di cui parliamo separatamente.

C’è chi ha risposto a tutte le domande in un quarto d’ora (il tempo a disposizione era di 100 minuti) conseguendo il punteggio pressoché massimo. Da tantissime testimonianze raccolte emerge che alcune domande erano banali. Ma soprattutto che la struttura delle quattro risposte era tale da poterne escludere con certezza almeno due, mentre delle restanti due una pur verosimile aveva spesso un dettaglio che portava a individuare l’ultima risposta come quella “da accendere”.

Qualche esempio? Dal tam tam delle chat rimbalzano alcuni quesiti e relative risposte chiuse tra cui scegliere (seguiti da un nostro commento), che non si possono non definire imbarazzanti, se si ha in mente che un concorso ha il delicato compito di individuare la classe docente da cui dipenderà la formazione delle generazioni di domani, e che dovrebbe contribuire a risollevare il prestigio e l’autorevolezza di questa straordinaria professione.

Domanda: “Quale tra i seguenti non è un organo collegiale?

Risposte possibili:

  1. Collegio docenti
  2. Consiglio di interclasse
  3. Consiglio di intersezione
  4. Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF)

Il PTOF è un documento, non è un organo…

Vediamone altre:

Domanda: “Chi è l’autore della riforma della scuola del 1923

Risposte possibili:

  1. Luigi Berlinguer
  2.  Tina Anselmi
  3. Aldo Moro
  4. Giovanni Gentile

No comment.

Domanda: “Il pedagogista Piero Bertolini afferma che ‘l’educatore non ha che un mezzo per comunicare all’educando un certo valore o un certo modo di intendere e di impostare la vita, il metterli in pratica’. Che cosa sta affermando?”

Risposte possibili:

  1. Il valore pedagogico del discorso retorico
  2. Il valore pedagogico della semplicità nello spiegare i concetti più difficili
  3. Il valore pedagogico dell’indottrinamento
  4. Il valore pedagogico dell’esempio e della testimonianza

Non occorre aver studiato il pensiero del pedagogista e filosofo dell’educazione torinese per rispondere correttamente.

Domanda: “Da chi è redatto il Piano Didattico Personalizzato (PDP)?

Risposte possibili:

  1. Dalla famiglia
  2. Dallo studente
  3. Dall’azienda sanitaria
  4. Dalla scuola

Chi potrebbe redigere un piano didattico?

Domanda: “Un evento stressante:”

Risposte possibili:

  1. Ha effetto solo durante l’adolescenza
  2. Ha lo stesso effetto su tutti gli alunni
  3. Può avere effetti solo nel contesto familiare
  4. Può avere effetti diversi in base alle caratteristiche degli alunni

Bisogna aver studiato pedagogia per individuare la risposta giusta?

Domanda: “Nelle attività didattiche è possibile utilizzare immagini o fotografie prodotte da altri e reperite online. Cosa è però necessario fare?

Risposte possibili:

  1. E’ bene ricordarsi di eliminare i credits in fondo, per non rovinarne l’estetica
  2. E’ sufficiente scaricarle e inserirle nella propria presentazione
  3. E’ possibile farne uno screenshot, anche se il sito su cui sono ospitate non permette di scaricarle
  4. Verificare se ne è concesso il riuso e citarne la fonte

Crediamo di non sbagliare nel ritenere che un quiz del genere possa essere appropriato per testare le competenze di cittadinanza digitale di un alunno della scuola media, mentre non è sufficiente a valutare le competenze professionali di un suo insegnante.

Se e quando il ministero dell’istruzione e del merito pubblicherà integralmente i quesiti delle prove scritte dei concorsi che si stanno svolgendo in questi giorni, si potrà capire meglio.

Ad oggi, a parte casi estremi come quelli che abbiamo riportato, quel che emerge dall’ascolto di tanti candidati dopo la prova è che chi ha un minimo di preparazione e magari ha fatto qualche lezione in una scuola (ricordiamo che è prevista una riserva del 30% dei posti per chi ha più di tre anni di servizio negli ultimi dieci) ha avuto ben pochi problemi a passare (non c’è quindi scrematura dei migliori). Ma quel che è peggio, è che la formulazione delle domande e soprattutto delle risposte è tale che utilizzando la logica si poteva rispondere correttamente a molti quesiti non solo senza essere profondi conoscitori della materia, ma anche senza saperne quasi nulla. Del resto diversi candidati hanno ammesso di avere affrontato il concorso senza preparazione, ottenendo risultati insperati grazie ad una facilità disarmante delle prove. E ricordiamo che non si tratta di una prova preselettiva ma di una delle due prove del concorso, il cui punteggio concorre all’esito finale della selezione.

L’indice è puntato soprattutto sulle quattro risposte al quesito. In molti dei 50 quesiti della prova scritta tre delle quattro risposte presentate erano palesemente sbagliate, consentendo al candidato di scegliere la risposta ad excludendum, pur non conoscendo la risposta esatta. Insomma, anche se non sai, puoi arrivare alla risposta giusta. E così potrebbe aver passato lo scritto anche chi non ha la preparazione necessaria per ambire al delicato ruolo di insegnante.

Cui prodest? La Costituzione prevede che nel pubblico impiego si acceda per concorso. E in tanti abbiamo sempre sostenuto che si devono fare i concorsi. Sì, ma fatti bene. Con il giusto livello di selezione (intesa come accertamento delle qualità necessarie a ricoprire quel ruolo), altrimenti hanno poco senso. E attenzione, non è una scusa per non fare i concorsi (come in tanti vorrebbero), ma un serio motivo per organizzarli meglio.

Il vero punto è: quale preparazione ci aspettiamo per salire in cattedra? Il resto è una conseguenza, e se le prove sono queste, vengono molti dubbi.

I numeri monstre della prova orale: immissioni in ruolo a settembre a rischio

da Tuttoscuola

Almeno 350 mila prove orali da sostenere, tenuto conto che molti candidati hanno presentato più domande (per posti comuni e posti di sostegno, su più gradi di scuola). Ci vorranno circa mille tra commissioni e sottocommissioni, con almeno 4 o 5 mila tra commissari e segretari di commissione (e, virtualmente, altrettanti sostituti pronti a intervenire in caso di assenza dei titolari).

Prima ancora di incontrare i candidati ammessi alla prova orale, i componenti delle commissioni e sottocommissioni saranno impegnati in un duro lavoro di predisposizione delle prove.

Infatti, oltre a predisporre per ciascun candidato un test didattico specifico per una lezione simulata (comunicato 24 ore prima e da svolgere in 15 minuti per il concorso di infanzia e primaria o in 22-23 minuti per quello di secondaria), i commissari dovranno anche predisporre i quesiti da porre ai candidati, nella misura del triplo dei candidati da esaminare (da sorteggiare all’inizio della prova e da svolgere in un tempo uguale a quello riservato alla trattazione della lezione simulata).

Le tracce estratte saranno escluse dai successivi sorteggi.

Se ogni commissione/sottocommissione sarà impegnata ad esaminare mediamente circa 350 candidati, dovrà anche predisporre preventivamente 350 test di lezione simulata e 1.050 quesiti. Ci vorrà molto tempo.

Nota 18 marzo 2024, AOODGSIP 931

Ministero dell’istruzione e del merito
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Direzione generale per lo studente, l’inclusione e l’orientamento scolastico
Ufficio II

Ai Direttori Generali e ai Dirigenti titolari degli Uffici Scolastici Regionali
Al Dipartimento istruzione – Provincia Autonoma di Trento
Alla Sovrintendenza Scolastica per la Provincia di Bolzano
All’Intendenza Scolastica per la Scuola in lingua tedesca – Bolzano
All’Intendenza Scolastica per le Località Ladine – Bolzano
Alla Sovrintendenza agli studi per la Regione Valle d’Aosta
e,p.c. All’Ufficio di Gabinetto uffgabinetto@postacert.istruzione.it
Al Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione dpit@postacert.istruzione.it

Oggetto: Concorso nazionale di idee “Quando i ragazzi ci insegnano” e Premio nazionale di idee BooktuberPrize dedicato alle Scuole secondarie di I e II grado italiane, in Italia e all’estero, per l’a.s. 2023-2024.

Nota 18 marzo 2024, AOODGOSV 11143

Ministero dell’Istruzione e del Merito
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici, la valutazione e l’internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione
Ufficio IV

Ai Direttori Generali e ai Dirigenti preposti agli Uffici Scolastici Regionali
per il loro tramite Ai Dirigenti Scolastici LORO SEDI
E, p.c., Al Capo del Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione SEDE
Al Dirigente del Dipartimento Istruzione e Cultura per la provincia di Trento
Al Sovrintendente Scolastico per la Scuola in lingua italiana di Bolzano
Al Sovrintendente Scolastico per la Scuola delle località ladine di Bolzano
All’Intendente Scolastico per la Scuola in lingua tedesca di Bolzano
Al Sovrintendente Scolastico per la Regione Valle d’Aosta LORO SEDI
Al Ministero della Giustizia
Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità
D.G. per l’esecuzione penale esterna e la messa alla prova
D.G. del personale, delle risorse e per l’attuazione dei provvedimenti del giudice minorile – Ufficio I dgmc@giustizia.it
Al Ministero della Giustizia
Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria
D.G. Detenuti e Trattamento – Ufficio II dgdetenutietrattamento.dap@giustizia.it

OGGETTO: Prove INVALSI per candidati detenuti, sottoposti a restrizioni della libertà personale o sottoposti a provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria Minorile – percorsi di secondo livello, terzo periodo didattico (articolo 4, comma 1, lett. b, e comma 3, lett. c), del Decreto del Presidente della Repubblica 29 ottobre 2012, n. 263)


Nota 11 maggio 2023, AOODGOSV 15531
Prove INVALSI per candidati detenuti, sottoposti a restrizioni della libertà personale o sottoposti a provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria Minorile – percorsi di secondo livello, terzo periodo didattico (articolo 4, comma 1, lett. b, e comma 3, lett. c), del Decreto del Presidente della Repubblica 29 ottobre 2012, n. 263)

Nota 18 marzo 2024, AOODGSIP 930

Ministero dell’istruzione e del merito
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Direzione generale per lo studente, l’inclusione e l’orientamento scolastico
Ufficio II

Agli Uffici Scolastici Regionali
Al Dipartimento istruzione della Provincia Autonoma di Trento
Alla Sovrintendenza Scolastica per la Provincia di Bolzano
All’Intendenza Scolastica per la Scuola in lingua tedesca di Bolzano
All’Intendenza Scolastica per le Località Ladine di Bolzano
Alla Sovrintendenza agli studi per la Regione Valle d’Aosta
Ai Dirigenti scolastici delle istituzioni primarie e secondarie di primo e di secondo grado
e, p.c. All’Ufficio di Gabinetto uffgabinetto@postacert.istruzione.it
Al Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione dpit@postacert.istruzione.it

Oggetto: Concorso pubblico per titoli per l’assegnazione di Borse di studio in favore delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata nonché dei loro superstiti, delle vittime del dovere e
dei loro superstiti, riservate agli studenti della scuola primaria e secondaria di primo grado e scuola secondaria di secondo grado riferite all’anno scolastico 2022/2023.

Dati adesione Sciopero 23 febbraio 2024

Ministero dell’Istruzione e del Merito
Ufficio di Gabinetto

COMPARTO E AREA ISTRUZIONE E RICERCA

Settore scuola

Sciopero generale dell’intera intera giornata del 23 febbraio 2024 proclamato da SI Cobas (con adesione di Cobas Scuola Terni, Cobas Scuola Cagliari, Cobas Scuola Grosseto), Ass. Lav. Cobas, Fed. Autisti Operai, LMO, Sindacato Generale di classe, SlaiProlCobas, Sindacato Operai Autorganizzati

Dati di adesione

In ottemperanza a quanto previsto dalla Legge 146/90 e successive modifiche e integrazioni, si comunicano i dati definitivi di adesione allo sciopero generale del personale docente, dirigente educativo ed ATA, di ruolo e non di ruolo, e digitati dalle istituzioni scolastiche nell’apposito programma di rilevazione presente sul portale SIDI.

A tal proposito risulta che i dati definitivi dello sciopero in questione sono i seguenti:

  • le scuole che hanno comunicato i dati di adesione sono state 6.758 su un totale di 8.373 (1,44%) comprese le istituzioni scolastiche di Trento e Bolzano.
  • per quanto attiene il personale, gli aderenti allo sciopero sono stati 13.257, cioè l’1,44% delle 921.617 unità di personale tenuto al servizio. Questo numero non comprende le 96.594 unità di personale assente per altri motivi (es: malattia, ferie, permesso, etc…).