Coronavirus, il ministero dell’Istruzione rilancia: “Nuove risorse per la scuola e presto cantieri”

da la Repubblica

di CORRADO ZUNINO

ROMA – A breve il governo dirà, in maniera definitiva, che cosa farà dell’Anno scolastico 2019-2020. Lo spiegano fonti vicine alla ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina: “Gli scienziati si sono espressi pubblicamente e la ministra si atterrà come sempre”. Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di Sanità, e Giovanni Rezza, dell’Istituto superiore di Sanità, hanno chiesto di “posporre” la riapertura delle scuole a settembre. Il governo, a differenza di quanto deciso in Francia da Emmanuel Macron, seguirà la richiesta.

Sulla riapertura a settembre la Azzolina resta cauta. Dal ministero assicurano che, data certezza ai due esami di Stato, Terza media e Maturità, adesso l’attenzione della struttura è rivolta a settembre: “Sappiamo che ci dobbiamo muovere in fretta”. Le prossime due settimane saranno importanti per le scelte future, a partire da questa mattina. La ministra ha partecipato a una videoconferenza con i responsabili dell’Istruzione europei e in quella occasione potrebbero essere indicate nuove forme di finanziamento dirette alla scuola sul tema del diritto allo studio.

A proposito della richiesta del mondo della scuola di trovare 3 miliardi entro settembre, raccolta oggi da Repubblica, il ministero è in linea con la richiesta generale di risorse fresche necessarie per affrontare una fase straordinaria: “Per ora siamo riusciti a evitare la riduzione dei docenti”. Per domani è previsto un incontro con il sindacato per illustrare le decisioni prese in materia di concorsi, ma la Flc Cgil ha detto che senza discussione sugli argomenti i confederali non si presenteranno. Nell’agenda del Mi, ancora, sono previsti incontri con gli studenti e il Forum delle famiglie. Più avanti, il ministero vedrà le Regioni e proverà a costruire il nuovo calendario scolastico. L’Istruzione vuole far partire la stagione il primo settembre, con il richiamo degli studenti promossi con debiti, e avviare i recuperi, ma già Liguria e Toscana hanno detto che intendono utilizzare settembre per salvare una stagione turistica già in debito d’ossigeno.

La ministra Azzolina difende e rilancia la didattica a scuola, che “porteremo con noi nel tempo”. Ai 70 milioni di euro investiti in queste settimane per acquistare nuovi computer e tablet, andrà aggiunto il milione di “devices” che i singoli istituti hanno iniziato ad acquistare da novembre 2015: li distribuiranno in comodato d’uso agli studenti. Altri interventi sul tema sono in corso, in maniera autonoma, da parte di alcune Regioni.

Gissi: “Oggi una gestione estemporanea”

La Cisl scuola, il sindacato con più iscritti dopo le elezioni del 2018, conferma che non accetterà l’invito ministeriale per domani – “non possiamo discutere di informative su attività, i concorsi per i docenti, che forse non si potranno espletare”, dice la segretaria Maddalena Gissi. E sul ritorno a settembre sottolinea: “Non si considera abbastanza il problema dei più piccoli: infanzia e primaria. Con il rientro dei genitori alle attività lavorative, i bambini dovranno seguire da casa le attività scolastiche e non tutti hanno questa possibilità. Per loro il distanziamento preventivo è complicato, immaginiamo gli scuolabus e le mense”. La Cisl chiede un confronto “costante e sistematico” con la ministra, “come già avviene con la Sanità e la Pubblica amministrazione”. La richiesta è di entrare su “tutti i temi” che coinvolgono la scuola: “Valutazione e regole per la didattica a distanza, organi collegiali e programmazione delle attività fino alla fine dell’anno, oggi tutto questo è gestito in modo estemporaneo e a volte schizofrenico”. Anche la Cisl chiede risorse straordinarie: “Il momento è unico”. Se la scuola riapre i battenti, “avrà bisogno di recuperare sei mesi di attività per tanti adolescenti e bambini che non sono stati raggiunti con la Dad. Bisogna stringere alleanze con le associazioni che hanno lavorato da anni nei quartieri deprivati, creando sinergie tra il ministero per il Sud e l’Istruzione. Serve individuare le soluzioni anche sul piano contrattuale”. E sui concorsi, la Cisl ribadisce la volontà di aprire un bando facilitato: “I precari stanno lavorando tanto, si dovrebbe riconoscere loro l’impegno e la passione esercitata in condizioni difficili”.

Giannelli: “Docenti da formare sulla nuova didattica”

Sulla questione sollevata da “Repubblica” – rientro e risorse – interviene anche Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi. È scettico sulla possibilità del ritorno a scuola a fine estate, Giannelli, ma chiede finanziamenti speciali e la rimessa in moto della macchina dell’edilizia scolastica: “Quando ci sarà sicurezza per tutti, si rientrerà tutti. Non è possibile restare a scuola, il luogo per eccellenza dell’assembramento, a distanza di sicurezza e non c’è modo di garantire il distanziamento all’ingresso, all’uscita, in mensa. Noi non siamo cinesi e non abbiamo studenti cinesi capaci di una disciplina ferrea. I corridoi, i bagni, la ricreazione sono momenti di potenziale contagio. Non vedo i ragazzi in mascherina a lezione come se fossero in un reparto di Infettivologia. E poi, chi le paga le mascherine? Dovremo organizzarci per un periodo da vivere sotto l’assedio di un virus insidioso e utilizzare la didattica a distanza anche nel 2020-2021. Non credo in soluzioni che prevedano doppi turni, orari ridotti. Senza i ragazzi a scuola bisogna, invece, avviare una stagione di forte ripresa dell’edilizia scolastica. E’ necessario per le nostre scuole e aiuta a rilanciare aziende in difficoltà. E poi dobbiamo cogliere l’occasione per raggiungere con internet tutte le case degli italiani. La commessione è un diritto sociale e non la si dovrebbe pagare. Da qui a settembre, infine, tutti i docenti devono acquisire dimestichezza con le piattaforme telematiche. Questo aggiornamento deve essere pagato, anche con incrementi contrattuali”.