Una stagione di “certezze… incerte”

Una stagione di “certezze… incerte”

di Dino Castiglioni

Superata la fase di iniziale disorientamento nel Paese si sta manifestando, come era prevedibile, una forte esigenza di riprendere ritmi di vita che in una certa misura possano definirsi “normali”. Tutto questo è ovvio e legittimo, ne va della tenuta sociale del Paese, della sua economia ma soprattutto del bisogno di riacquistare certezze e visione di prospettiva anche attraverso l’adozione di procedure di tutela individuale e collettiva che interessano il comportamento di ciascuno ma che devono essere necessariamente definite con indicatori di “garanzia istituzionale”.

Se il parametro di riferimento quale forma di protezione diverrà, almeno per un determinato periodo di tempo, il distanziamento sociale, sarà sulla base di questo che dovrà essere gestita ogni singola fase di riorganizzazione della quotidianità.

Partendo da questo presupposto propongo alcune riflessioni:

è cresciuta una maggiore sensibilità sulla necessità di assicurare in ogni ambiente lavorativo la piena tutela della salute della persona;

è maturata una diffusa consapevolezza sul ruolo fondamentale del servizio sanitario; torna alla mente l’articolo 32 della nostra Costituzione: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.“. Tale articolo per alcuni versi è complementare all’articolo 3, “E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.” Significa che per la Repubblica la tutela della salute ha valenza prioritaria, in quanto permette la piena affermazione del singolo alla sua partecipazione attiva alla vita del Paese. Per la Costituzione non esistono cittadini “più” cittadini di altri, tutti hanno pari dignità e a maggior ragione devono averla coloro che costituiscono la nostra memoria storica e che hanno contribuito all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Se l’obiettivo è tutelare l’individuo nell’interesse della collettività, non possiamo dimenticare le centinaia di decessi avvenuti nelle strutture per anziani che per antonomasia sono definite “protette”.

I comportamenti non potranno essere più gli stessi, il sistema delle relazioni sociali complessivamente intese risulta profondamente modificato, ogni aspetto della vita ordinaria andrà “curvato” in funzione della tutela prioritaria della salute individuale e collettiva.

La scuola in questo periodo ha sperimentato, generalizzandolo, un modello finora adottato occasionalmente e che ha reimpostato radicalmente il concetto di lezione. Alla luce di tali esperienze, possiamo chiederci se tutto questo potrà diventare sistema, trovare continuità e soprattutto complementarietà con i modelli tradizionali.

Il modello didattico/educativo del nostro Paese è sostanzialmente fondato fin dalla scuola dell’infanzia sul rapporto diretto docente e studente; tutta la nostra pedagogia si basa su tale principio, essendo considerato essenziale ai fini dello sviluppo della persona. L’adulto assume il ruolo di formatore oltre che per la propria competenza anche per la propria presenza. Il tempo trascorso a scuola favorisce la crescita democratica attraverso il dialogo; ognuno ha modo di confrontarsi sistematicamente e costantemente; si impara a mediare, a non assolutizzare i propri punti di vista.

Questa parte così importante ora è sospesa e non sappiamo quando e come riprenderà. Con l’insegnamento a distanza, necessariamente complementare, almeno per un congruo periodo di tempo, a quello frontale, sarà importante continuare a garantire il punto focale del rapporto docente/discente. Alla “distanza” fisica andrà contrapposta la “vicinanza” di obiettivi. In questo sarà fondamentale il contributo di ognuno nel rielaborare culturalmente nuovi modelli di organizzazione/gestione del sistema scolastico del nostro Paese, con l’intento di assicurarne la tenuta unitaria nonchè l’omogeneità del sistema di valutazione, la definizione dei modelli di apprendimento, la tutela della libertà dell’insegnamento coniugata con nuovi modelli didattici.

Necessario sarà definire l’orizzonte per il quale operare, il presupposto pedagogico che sottostà alle nuove forme di insegnamento e su cui si fonda il sistema scolastico del Paese, che trova le sue radici nel dettato Costituzionale, agli articoli 34 “la scuola è aperta a tutti” e 33 “l’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento“.

Ne deriva, affinchè la scuola possa essere effettivamente aperta a tutti, che andranno rimossi gli ostacoli economici e sociali che impedirebbero il pieno sviluppo della persona umana. Nella prospettiva di una metodologia che non sostituirà ma affiancherà la didattica frontale, è necessario che ogni studente possa disporre di idonei strumenti e adeguate connessioni che gli permettano di vivere attivamente il gruppo classe.

Tutti i docenti della scuola italiana si sono trovati improvvisamente a dover far fronte a qualcosa che nella maggior parte dei casi non apparteneva al proprio vissuto professionale. Di qui il bisogno di predisporre azioni di formazione sistematica e continuativa per garantire un’azione equilibrata in tutto il Paese. La scuola è palestra di educazione: uno dei suoi punti cardine è quello riguardante l’inclusività, assicurata dal sistema scolastico del nostro Paese particolarmente nei confronti di chi è più fragile, di chi ha maggiori necessità di essere affiancato nel proprio percorso formativo. Fondamentale diventa pertanto elaborare modelli innovativi che assicurino tale principio, fornendo anche con la didattica a distanza continuità di azione al rapporto privilegiato e in alcuni casi personalizzato tra docente e studente.

Pur nella particolare situazione, il Paese tutto deve andare avanti, e la scuola con esso. Assicurate le tutele alla salute richiamate in premessa, vanno create le condizioni per garantire tutti gli altri diritti, tra i quali quello all’istruzione. Ognuno di noi è chiamato a farsi parte attiva nella costruzione di nuovi modelli sociali in cui l’aspetto delle relazioni interpersonali sarà determinato anche da contatti via web. Le stesse tutele del lavoro e del rapporto contrattuale esploreranno sicuramente nuove strade alla ricerca costante di equilibrio tra legittime tutele del singolo e della comunità.

Non è la prima volta che il nostro Paese si trova nella condizione di dover ricostruire; la nostra storia è piena di momenti in cui è stato necessario rimboccarsi le maniche, testimoniando senso di appartenenza e identità. Oggi siamo nuovamente chiamati a contribuire per realizzare una visione di prospettiva in una stagione in cui tutto sembra possibile e nulla garantito, cercando di rendere sicuro ciò che oggi appare incerto.