Didattica a distanza, qual è il ruolo del docente

da Orizzontescuola

di Antonio Fundaro

Se, fino a tempi molto recenti era abbastanza facile definire il ruolo specifico ed analizzare le funzioni pedagogico-didattiche dell’insegnante, oggi, e non solo in questo frangente della storia ma, in generale, in questo ultimo decennio, questo compito si è fatto più complicato e non privo di interrogativi e dubbi.

La multimedialità e la DaD, come cambia il ruolo del docente

Si può affermare che il problema della crisi della scuola contemporanea, possa essere avviato a soluzione preparando insegnanti all’altezza dei tempi, intanto preparati e competenti (non scopiazzatori di strapazzo), in grado di assicurare gli opportuni processi di insegnamento-apprendimento con una metodologia più scientifica e più aperta verso le istanze della cultura giovanile e delle trasformazioni sociali. Se con questa asserzione si intende ribadire la funzione insostituibile dell’insegnante, non c’è dubbio che essa vada accolta favorevolmente soprattutto in regime di “villaggio globale”.

Le aspettative di funzioni formative

L’insegnante, in quanto titolare di un ruolo al quale corrispondono rinnovate aspettative di comportamento e funzioni formative in continua evoluzione, rimane, comunque, uno dei principali responsabili del processo di socializzazione giovanile, l’esponente ufficiale della trasmissione della cultura e dell’innovazione didattica, ma non può pretendere di sottrarsi ai condizionamenti provenienti dall’interno della scuola e dalle altre agenzie di controllo. Se è vero che nella società complessa le fonti della conoscenza (e i diversi tipi di sapere) sono mediate e “messe in forma” da istituzioni sociali diverse dalla scuola e dalla famiglia, non si può certo pretendere che l’insegnante, da solo, sia in grado di far concorrenza ai centri del potere culturale, ai mass-media, alle immagini che sono prodotte e diffuse dalle tecnologie della comunicazione.

La verità assoluta

L’insegnante di oggi, di fronte alle tecnologie multimediali, non ha più il conforto di una verità assoluta in virtù della quale giustificare il suo ruolo di fronte ai giovani, alla società intera e a se stesso, ma deve sostituire questa forma di legittimità scomparsa con altre forme, come la professionalità, l’abilità nell’insegnamento, la competenza che gli viene da una conoscenza di tipo superiore, se vuole avere la garanzia che il suo lavoro abbia senso e significato.

Rinunciare alle facili scorciatoie ideologiche

I rapporti società-scuola sono problematici, passibili di infiniti contenuti, approcci, strategie di intervento: compito dell’insegnante di oggi, in quanto formatore, è quello di risolvere storicamente e psicologicamente, cioè in modo non dogmatico e produttivo, le contraddizioni concrete, tenendo conto sia della razionalità critica sia dell’impegno etico. In quanto formatore, l’insegnante deve continuamente confrontarsi con questi problemi, rinunciando alle facili scorciatoie ideologiche. Non può essere né giudice né terapeuta, ma dovrà tentare di riformulare il proprio ruolo tenendo conto delle esigenze del controllo della trasformazione socio-politica e degli interessi autentici dei giovani di fronte al futuro.

Il modello dell’insegnante-formatore

Il modello dell’insegnante formatore dovrà essere messo in forma con molta accuratezza, individuandone i tratti peculiari e la tenuta dell’efficacia dell’insegnamento e della sua pertinenza culturale ed umana di fronte alla complessità dell’insegnamento. Un insegnante che vuole essere aderente alle esigenze di una scuola che cambia, sempre più caratterizzata dalla presenza di nuove tecnologie dovrebbe:

  • Essere sempre pronto al cambiamento. Avere doti di flessibilità, apertura verso il nuovo, capacità di superare i propri schemi mentali che lo imprigionano dentro gabbie mentali.
  • Essere formato abbastanza per definire gli obiettivi di apprendimento. Capace di definire le competenze che i discenti devono acquisire per risolvere un determinato problema.
  • Essere competente per costruire-ricostruire continuamente tali obiettiviNella prospettiva della trasformazione deve essere pronto e recettivo al cambiamento pedagogico-didattico, a modificare, rimodellare, ricostruire tali obiettivi non solo in direzione di possibilità scientifica, ma anche di opportunità etica. L’insegnante deve fornire conoscenze ed abilità centrate tanto sulle esigenze della società esterna quanto sulle necessità psicologiche dell’utente al fine di consentire una crescita di competenze aderenti alle esigenze della società che cambia.
  • Ideare il materiale formativo adeguato agli obiettivi. Nella società contemporanea, caratterizzata dalla presenza della multimedialità, l’insegnante deve essere in grado di specificare le diverse forme di apprendimento in funzione dei differenti canali comunicativi. Il processo formativo di oggi è necessariamente connaturato alla distinzione e al controllo di ognuno di questi canali, in ordine al conseguimento di scopi quali la comprensione e l’utilizzazione delle più svariate forme di conoscenza.
  • Proporre l’innovazione. È importante che l’alunno non si trovi smarrito davanti al cambiamento e alle novità culturali prodotte dalla società. L’insegnante deve essere in grado di fornire gli strumenti per decodificare i più disparati messaggi che arrivano e che tutti i giorni i bambini/fanciulli/ragazzi devono fronteggiare. Un insegnante incapace di fronteggiare l’innovazione non è un docente competente, abile e, men che meno, adeguato alla scuola del cambiamento. Alcune scene raccapriccianti di questi ultimi mesi, la dicono lunga sulla qualità di alcuni docenti trincerati dietro un opportunistico “gli alunni non hanno pc”, “non hanno la connessione” o “i genitori o gli studenti non vogliono il collegamento in piattaforma”, piuttosto che affermare che non si ha alcuna conoscenza delle nuove strumentalità e non si vuole neppure cambiare, aggiornarsi, per competere.
  • Esaminare la qualità dell’apprendimento (accertamenti-verifiche). Ogni sapere deve essere sviluppato in modo tale da rendere possibile l’osservazione sistematica, non si deve presentare come un pacchetto di informazioni da consumare e gettare via, dovrà essere valutato per le chiavi di lettura che offre al discente nelle situazioni reali, verificato in itinere affinché diventi un contenuto ben consolidato e fruibile.

L’insegnante agente della trasformazione sociale

L’insegnante formatore, in quanto titolare di abilità, capacità e conoscenze nel senso sopra indicato, si pone come agente della trasformazione sociale, si percepisce come interprete del cambiamento, costituisce un prezioso punto di riferimento per l’acquisizione e l’utilizzazione del sapere nella società contemporanea.

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