da OrizzonteScuola
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Nuovi percorsi abilitanti per i docenti, delle scuole secondarie con percorsi da 60, 30 e 36 CFU: dopo una lunga gestazione il Decreto è atteso domani in Gazzetta Ufficiale. La segnalazione della pubblicazione arriva da Italia Oggi, che fornisce anche altri dettagli del contenuto del testo.
Il DPCM fissa i contenuti formativi, la struttura dell’offerta formativa dei percorsi, la modalità di svolgimento dei corsi e la struttura della prova finale.
Punti salienti del DPCM
- Crediti formativi universitari (CFU): Il decreto dettaglia il numero di CFU da acquisire per ogni tipologia di abilitazione, a partire dai 60 CFU per la nuova abilitazione fino ai 36 CFU per chi possiede già i 24 del quadro normativo precedente.
- Definizione del fabbisogno: La responsabilità di identificare il numero di docenti da abilitare è attribuita al Ministero dell’Istruzione e del Merito. Il fabbisogno sarà calcolato in base ai prossimi tre anni scolastici e coinvolgerà tutte le tipologie di scuole, incluse quelle paritarie e italiane all’estero.
- Criteri di distribuzione: Il Ministero dell’Università e della Ricerca determinerà il numero sostenibile di corsi di formazione iniziale, considerando non solo il fabbisogno ma anche il potenziale formativo delle università.
Ci sarà una prova selettiva di accesso?
Questo è un punto molto atteso, sul quale finora non sono state fornite risposte adeguate.
Italia Oggi scrive, inequivocabilmente lo scorso 19 settembre
“Il dpcm fissa anche la tipologia di prove per l’accesso e la descrizione sia del profilo professionale che dei contenuti dei corsi che gli atenei dovranno erogare affinché siano coerenti con il profilo.”
Su questo argomento è ritornato il responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega Mario Pittoni, già presidente della commissione Cultura al Senato evidenziando come i due correttivi apportati nel corso di questi mesi al decreto – eliminazione del tetto numerico alle abilitazioni e estensione delle lezioni online approvate col decreto PA bis – agevolerà l’accesso ai percorsi.
L’obiettivo – sottolinea Pittoni – è quello di eliminare numero chiuso e selezione in ingresso e orientarsi verso accesso scaglionato.
Si consideri che il numero iniziale dei docenti potenzialmente interessato all’acquisizione di una (o più abilitazioni) all’insegnamento nella scuola secondaria di primo e secondo grado è sicuramente elevato, di circa 90.000 docenti.
Confermata quindi la possibilità di una prova di accesso, Pittoni conclude “Ricordo, comunque, che per la quota di riserva destinata a triennalisti e docenti delle paritarie servirà un altro decreto di concerto tra MIM e MUR. Lì si proverà a superare definitivamente la questione delle prove d’accesso”.
Tipologie di corsi previsti:
da scheda Flc Cgil
- Corsi abilitanti da 60 CFU: Destinati a chi intende insegnare una disciplina specifica nella scuola secondaria, con riserve di posti per docenti con una certa esperienza o per coloro che hanno sostenuto determinate prove concorsuali. Questi corsi offrono un’ampia formazione, inclusa l’acquisizione di almeno 10 CFU/CFA di area pedagogica e tirocinio diretto e indiretto.
- Percorsi formativi transitori da 30 CFU per docenti abilitati su altro grado/classe di concorso o specializzati in sostegno: Offre ai docenti già abilitati l’opportunità di acquisire competenze aggiuntive nella loro disciplina di riferimento.
- Percorsi formativi transitori da 30 CFU: Destinato ai docenti con tre anni di esperienza o che hanno sostenuto la prova del concorso “straordinario bis”.
- Percorsi formativi transitori da 30 CFU per neo-laureati o chi non ha acquisito 24 CFU: Pensato per i laureati recenti o coloro che non hanno soddisfatto i requisiti dei CFU entro ottobre 2022.
- Percorsi formativi post-concorso da 30 o 36 CFU/CFA: Progettato per i vincitori di concorso che non sono ancora abilitati.