Autonomia differenziata, via libera del Senato: cosa potrebbe cambiare per la scuola

da Tuttoscuola

Insegnanti assunti dalla Regioni e sistemi scolastici differenti. A questo si potrebbe giungere con il disegno di legge sull’autonomia differenziata delle regioni a statuto ordinario che ha ottenuto il via libera del Senato con 110 voti favorevoli, 64 contrari e 30 astenuti. Il provvedimento passa ora all’esame della Camera. L’obiettivo dell’esecutivo è quello di arrivare all’approvazione definitiva prima delle elezioni europee del 9 giugno prossimo. Critica la CGIL: “Aumenteranno i divari tra Nord e Sud“. Vediamo cosa prevede la riforma per quanto riguarda la scuola.

Autonomia differenziata, leggi il dossier di Tuttoscuola

Innanzitutto, cos’è l’autonomia differenziata? E’ il riconoscimento da parte dello Stato alle Regioni a Statuto ordinario di autonomia legislativa su materie che oggi sono di competenza concorrente. Su materie come sanità, istruzione, università, ricerca, lavoro, previdenza, giustizia di pace, beni culturali, paesaggio, ambiente, governo del territorio, infrastrutture, protezione civile, demanio idrico e marittimo, commercio con l’estero, cooperative, energia, sostegno alle imprese, comunicazione digitale, enti locali e rapporti con l’Unione europea, lo Stato potrebbe quindi perdere quasi ogni ruolo, demandando ogni potere alle Regioni.

Autonomia differenziata: cosa cambia per la scuola?

Per quanto riguarda la scuola, potemmo arrivare ad avere persino 20 sistemi scolastici differenti. Un rischio questo che sembra essere sempre più concreto in quanto alle Regioni verrebbe attribuita la potestà legislativa sull’intera materia: dalle norme generali all’assunzione di personale, dai criteri di valutazione ai programmi scolastici.

Autonomia differenziata: i Lep

Le Regioni dovranno comunque fare in modo che gli standard minimi dei servizi siano garantiti. Si tratta appunto dei Lep, i “Livelli essenziali delle prestazioni”. Secondo quanto prevede il ddl, l’attribuzione alle regioni di maggior autonomia su materie riferibili ai diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, sarà infatti consentita dopo che siano stati determinati i livelli essenziali delle prestazioni. I Lep saranno determinati a partire da una ricognizione della spesa storica dello Stato in ogni Regione nell’ultimo triennio.

CGIL: “Regionalizzazione della scuola il difetto più pericoloso per l’unità e per l’identità culturale italiana”

Un provvedimento che non porterà nulla di buono ai lavoratori e ai pensionati. Così Maurizio Landini, segretario della CGIL, ha definito il ddl sull’autonomia differenziata. “Il danno – ha detto il leader della Cgil – sarà prodotto all’intero Paese: aumenteranno i divari tra Nord e Sud; alla competizione sociale si aggiungerà quella territoriale; cresceranno ulteriormente le diseguaglianze, verrà meno la stessa possibilità di una politica industriale e di coesione nazionale. È questa la naturale conseguenza, da una parte del cosiddetto residuo fiscale che le Regioni più ricche potranno trattenere per sé, dall’altra della frammentazione delle politiche pubbliche su materie di straordinaria rilevanza strategica come ambiente, energia, infrastrutture, ricerca e molte altre ancora. Pensare che sfide cruciali come la conversione ecologica del nostro sistema produttivo e la transizione digitale possano essere affrontate con scelte diverse per ciascuna Regione vuol dire non avere la consapevolezza della fase storica che stiamo attraversando. Per non parlare della regionalizzazione della Scuola – ha aggiunto Landini – , che tra tutti i difetti di questo Disegno di legge rappresenta, a nostro avviso, il più pericoloso per l’unità e l’identità culturale dell’Italia”.