Maturità, attenti al voto

da Repubblica.it

Maturità, attenti al voto

Dopo sei anni una legge (Fioroni-Mussi) diventa un fatto e per i prossimi test d’ingresso universitari  –  Medicina e Architettura, Odontoiatria, Veterinaria e Scienze infermieristiche  –  il voto di Maturità diventa un pezzo del giudizio successivo: in alcuni casi sarà decisivo per entrare in facoltà. E sì, l’esame di Stato varrà il dieci per cento del totale, il resto sarà affidato ai valori del test d’ingresso in ateneo. Non è una novità da poco e per sei anni era stata anestetizzata. Poche settimane fa, in chiusura di governo il ministro Francesco Profumo ha detto: sì, mi piace. E così il prossimo settembre le impaurite aspiranti matricole d’Italia (i test d’ingresso sono diventati un incubo pari ormai alla stessa Maturità) dovranno tener conto dei loro risultati scolastici acquisiti tre mesi prima: potrebbero far la differenza. Oggi, per dire, alla Facoltà di Medicina entra un aspirante ogni dieci.
Per ottenere il bonus Maturità sarà necessario aver ottenuto una media complessiva scolastica non inferiore a 7/10 nell’ultimo triennio e il voto di diploma non dovrà essere inferiore a 8/10. In più, andrà considerata anche la lode e gli 8/10 in ciascuno degli ultimi tre anni nelle materie attinenti alla scelta della facoltà. Uno schema complesso, che peserà.
Sulla novità di Profumo, tecnico pronto ad abbracciare qualsiasi cosa odori di merito, è saltato l’ex senatore leghista Mario Pittoni, che nella penultima commissione Istruzione ha lavorato molto (spesso in accordo con il ministro, tra l’altro). Pittoni, con alcune ragioni, ha denunciato che la “percentuale maturità” penalizzerà gli studenti del Nord, le cui scuole storicamente sono più strette nei voti finali. “Sul territorio nazionale il voto è troppo disomogeneo”, sostiene l’ex parlamentare, ora unico consigliere comunale della Lega a Udine. Il nordico Profumo, origini savonesi, una carriera svolta a Torino, ha posto un rimedio all’istanza leghista. E ha messo nero su bianco che, “a parità di voto”, varrà il livello qualitativo della scuola di provenienza. E qui sì che si aprirà un feroce dibattito.