Chiediamo assunzioni e lo Stato si prende i nostri soldi!

Chiediamo assunzioni e lo Stato si prende i nostri soldi!

Sono due le procedure d’infrazione che la Commissione Europea ha aperto contro il nostro paese per reiterazione abusiva dei contratti a termine nella scuola. Questo perché l’Italia viola la direttiva 1999/70/CE applicandola solo ai lavoratori del settore privato. In poche parole lo Stato obbliga i cittadini a rispettare una norma che esso stesso viola per primo!

Nel frattempo la Corte Costituzionale con l’ordinanza n. 207 di luglio 2013 ha rinviato alla Corte di giustizia UE la decisione sulla stabilizzazione dei precari della scuola e quest’ultima dovrebbe pronunciarsi tra giugno e settembre del prossimo anno. Noi attendiamo fiduciosi.

Nelle osservazioni inviate dalla Commissione Europea alla Corte di Giustizia Europea si deduce che non ci sarebbero le ragioni imperative e oggettive invocate dalla Cassazione, come introdotte dalla legge 106/11, né che le ragioni finanziarie possono giustificare l’abuso dei contratti a termine nel settore scolastico.

Inoltre il 22 novembre 2013 la Commissione Europea ha inviato all’Italia un nuovo avvertimento sulla discriminazione degli insegnanti e del personale precario che lavora nella scuola da più di 36 mesi continuativi. L’Italia ha due mesi di tempo per rispondere, altrimenti la procedura sarà depositata alla Corte di giustizia europea. Una condanna della Corte costerà 10 milioni di euro, una cifra che potrà aumentare, da 22mila a 700 mila euro per ogni giorno di ritardo.

Ma mentre i giudici europei lavorano per ristabilire il diritto comunitario, il nostro paese continua imperterrito a discriminare i precari rispetto ai lavoratori di ruolo.

La nota del Miur del 13 novembre 2013 conferma l’accanimento contro di noi che si manifesta attraverso l’impossibilità di monetizzare i soldi delle ferie non godute dell’anno scolastico 2012/2013. Un vero e proprio scippo se si considera che la norma che ne vieta la monetizzazione è entrata in vigore solo dal 1 settembre 2013.

A quanto pare siamo stati in ferie a nostra insaputa! Succede anche questo quando la politica è assolutamente incapace di gestire il paese e di dare risposte serie ai lavoratori.

Siamo stanchi di subire continue ingiustizie e desideriamo manifestare tutta la nostra delusione per il Partito Democratico che ha fatto campagna elettorale sulla scuola.

Purtroppo dobbiamo constatare che anche per il Governo Letta la scuola e i precari servono solo a fare cassa. Siamo ancora trattati come carne da macello o, nella migliore delle ipotesi, come mucche da mungere giacché il mancato pagamento delle ferie corrisponde a un taglio del nostro reddito dell’8%. Non bastava il precariato a vita e non era neppure sufficiente licenziarci a giugno e riassumerci a settembre, adesso ci vogliono ridurre alla fame!

Ieri, poi, la moglie del Premier Letta ha parlato del taglio di un anno di scuola superiore ipotizzando un risparmio per lo Stato di tre miliardi. Le promesse di investire in istruzione per garantire un futuro al paese sono rimaste tali. Sono passati pochi mesi dalla campagna elettorale che ha portato il Partito Democratico al Governo ma sembra siano passati anni luce.

Le vuote parole e le false promesse sono volate via con la prima brezza d’autunno.

Ciò detto, noi non ci arrendiamo e il 5 dicembre alle 15.30 manifesteremo alla Ragioneria Territoriale dello Stato in via Rondinelli 6 a Ravenna per spostarci, alle 16,30, in Piazza del Popolo. Iniziative simili sono previste a Milano, Roma, Bologna, Torino e in altre città d’Italia.