Disabilita’ e formazione insegnanti, respinte le proposte di Fish e Fand

da Redattore Sociale

Disabilita’ e formazione insegnanti, respinte le proposte di Fish e Fand

Emanato il decreto attuativo della legge 128/13. Fish. “Nessuna traccia delle proposte condivise in osservatorio. Al posto dei nostri 120 formatori gratuiti, gara d’appalto per società accreditate. E 450 milioni da dividere tra le regioni. Ministro riveda decreto”.

ROMA. Formazione degli insegnanti: decreto c’è, ma gli impegni sono disattesi. Parliamo del decreto n. 161 emanato il 2 ottobre scorso, applicativo della legge 128/13, relativo alla formazione obbligatoria in servizio per i docenti curriculari sulle didattiche inclusive. Nello specifico, la proposta presentata dalla Fish e dalla Fand, in sede di Osservatorio ministeriale, riguardavano la predisposizione di un piano di interventi gratuiti da parte di esperti di entrambe le federazioni, affinché tutti i docenti delle classi con alunni disabili potessero essere dotati degli strumenti utili per far fronte alle relative problematiche. “Tale proposta – spiega oggi la Fish, in una nota inviata dal presidente Vincenzo Falabella alla ministra Giannini e ad alcuni funzionari del ministero – era stata condivisa durante le riunioni dell’Osservatorio, affinché l’amministrazione si avvalesse di esperti volontari e gratuiti e qualificati. Con rammarico – osserva la Fish – veniamo a conoscenza che il decreto, che avrebbe dovuto recepire i contenuti della scheda tecnica, è stato emanato, ma le nostre proposte non sono state prese in considerazione”.

Di fatto, la strada indicata dalle federazioni viene sostituita dalla previsione di una gara d’appalto regionale tra le società accreditate per la formazione. Una soluzione decisamente più complessa e impegnativa, sia dal punto di vista economico che da quello organizzativo. “E’ da tener presente – spiega infatti la Fish – che i circa 450 mila euro assegnati all’attività di cui all’oggetto, ripartiti tra gli Uffici scolastici regionali, darebbero loro la disponibilità di circa 22 milioni a regione. Le scarse risorse finanziarie sarebbero state quindi sufficienti alla copertura dei costi vivi di trasferta degli esperti di entrambe le federazioni, senza richiedere la necessità di indire gare d’appalto”.

La proposta delle federazione era decisamente “a buon mercato”: un elenco di 120 esperti pedagogisti si erano già resi disponibili a realizzare, inizialmente a distanza o con modalità in videoconferenza, un intervento per ciascuna provincia, distinto per le diverse principali tipologie di disabilità. “Successivamente l’attività formativa si sarebbe svolta nei singoli consigli di classe – spiega la Fish – sotto il tutoraggio del docente per il sostegno che, insieme con i colleghi curricolari, avrebbe effettuato la lettura collettiva della diagnosi funzionale e la formulazione del Pei. A tali attività avrebbero partecipato, come previsto per legge, i genitori, gli operatori socio-sanitari e, ove possibile, i nostri esperti, ai quali sarebbe stato sufficiente rimborsare le sole spese di viaggio e soggiorno quando necessarie, evitando di norma i pernottamenti. Tali attività formative si sarebbero inoltre avvalse anche materiali audiovisivi di docenti universitari e di buone prassi”.

L’attività di formazione, così come prefigurata dalla proposta delle federazioni, sarebbe in realtà dovuta partire già il primo di settembre, con un primo ciclo di incontri entro il 15, ovvero prima dell’inizio dell’anno scolastico. “Dati i ritardi, proponiamo ora che le 25 o 30 ore massimo di attività formativa obbligatoria in servizio si possa svolgere nell’ambito delle 80 ore non di lezione. Uno svolgimento di tale attività di consulenza ad anno scolastico avanzato perderebbe infatti molto del suo valore strategico tendente a far prendere in carico a tutto il Consiglio di Classe il progetto inclusivo attualmente sempre più delegato dai docenti curricolari a quelli per il sostegno. Tale delega, come Lei sa, fa sì che nelle ore in cui manca il docente per il sostegno, gli alunni con disabilità vengano sempre più frequentemente abbandonati in fondo alla classe o, peggio, fuori della stessa. E ciò spinge sempre più i genitori a promuovere ricorsi al Tar per ottenere più ore di sostegno con grande aggravio finanziario dell’amministrazione soccombente”. Fish chiede quindi al ministro “di voler rivedere o integrare il decreto”